Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: IndelibleSign    27/02/2013    7 recensioni
-Signorina, signorina!- un’anziana signora iniziò a scuotere Clara.
Quest’ultima si svegliò, trovandosi esattamente sullo stesso muretto della sera precedente.
-Tutto bene?- si affrettò a chiederle. Clara si limitò ad annuire.
Si ricordò della sera precedente e così, presa da un attacco d’ansia, mise le sue mani nella tasca cercando il suo mp3.
Quando non lo trovò capì tutto.
Quando non trovò quell’mp3 capì che le parole, il sorriso, le carezze e la voce di Ed erano stati solamente frutto della sua immaginazione.
Quando non trovò nessun segno di lui capì che si era addormentata cullata dalla sua voce.
Ma sorrise, sorrise comunque e sapete perché?
Perché in quel momento Clara era sicura che se il suo non fosse stato un sogno, Ed le avrebbe detto esattamente le stesse cose.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It's yours.

 

-Invece di stare tutto il giorno con i tuoi auricolari ad ascoltare quello stupido cantante, perché non vieni qui e mi aiuti a sistemare la casa?- per la quarta volta in mezz'ora, la voce ovattata di sua madre arrivò chiara e tonda alle orecchie di Clara, la quale sbuffò esasperata.
-Magari domai.- rispose ironica lei, posizionando bene gli auricolari e lasciandosi cullare dalla dolce melodia di U.N.I del suo idolo, Ed Sheeran.
-Io proprio non capisco cosa ho sbagliato con te!- sbottò alzando il tono della voce, arrabbiandosi.
-Ti do tutto, non ti faccio mancare mai nulla e tu così mi ripaghi? Sei una menefreghista!- urlò ancora.
La ragazza alzò di più il volume dal suo mp3, giusto per riuscire a cancellare dalla sua mente ogni problema ed ogni insignificante parola uscita dalle labbra di sua madre.
-..E ascoltami quando parlo, maleducata!- la sgridò togliendole le coffie e ringhiandole contro quell'aggettivo.
Ormai stava rischiando troppo, sapeva quanto sua figlia fosse riservata ed introversa, ma in quel momento dei suoi problemi se ne sbatteva altamente.
-Magari se tu imparassi un po' a rispettare me ed i miei gusti, riusciremmo ad avere una convivenza quantomeno tranquilla!- urlò Clara, strappando dalle mani di sua madre l'mp3, per poi recarsi nella sua camera e chiudersi dentro.




-E' impossibile che siamo gemelli, Clara. Umanamente impossibile.- quasi come se se ne fosse dimenticata, suo fratello Edwyn uscì dall'armadio, saltando a suo fianco sul letto.
Lei sbuffò, roteando gli occhi al cielo -Cosa ci facevi nel mio armadio, idiota?- gli chiese non badando alle parole di poco prima.
Lui scosse le spalle, limitandosi a rispondere: -Facevo un test per la scuola.-
-Cercavi di vedere quanto tempo un idiota potesse rimanere in un armadio prima di riuscire ad uscire senza alcun aiuto?- chiese sarcasticamente lei, ridacchiando. Edwyn la fissò con sufficienza, prima di alzarsi e sbuffare per l'ennesima volta.
-Cosa hai fatto questa volta? Perché si è incazzata?- chiese lui sfilandole le cuffie.
Possibile che in quella casa non ci potesse essere un momento di pace?
-Lei giudica Ed, e mi fa girare le ovaie.- sbottò la ragazza nascondendo il suo viso sotto al cuscino.
-Clara, è un fottuto cantante di fama mondiale che non sa neppure che esisti. Capiscilo.- rispose lui.
-Sei davvero d'aiuto, fratellino caro.- lo sentenziò Clara calcando le parole finali.
-Io sono realista. Il fatto che stasera lui faccia un concerto qui e tu non possa andarci non è colpa di mamma, lo sai.- dichiarò lui.
-E di chi sarebbe la colpa? Mia? Perché se non sbaglio chiedere dopo quattro anni di voler incontrare il proprio idolo non mi sembra un reato!- urlò lei avvicinando il suo viso arrabbiato a quello del fratello.
-Sì, ma..- provò a dire, ma lei subito lo interruppe.
-Tu e lei non potrete mai capire mai un cazzo di me! E sai perché?- gli chiese attendendo una risposta, che però non arrivò.
-Perché sapete solamente vedere i miei difetti, sapete solamente mostrarmi gli ostacoli che ho davanti. In tutto questo Ed fa la sua parte! Lui mi aiuta, sempre.- gli sussurrò a denti stretti.
-Lui non ti aiuta. E' colpa sua se sei così.- Edwyn non sapeva che dicendole così la feriva solamente.
Non sapeva che per lei, Ed, era la persona più importante.
Il suo punto di riferimento, il suo traguardo, la sua ancora di salvezza. Nessuno poteva capirla.
-Sai cosa ti dico? Vai a farti fottere, Edwyn.- lo spinse facendo toccare le spalle del ragazzo contro il muro freddo.
-Volete vedermi vulnerabile? Bene, ma non vi lamentate quando non avrete nessun altro a cui rompere dalla mattina alla sera!- urlò lei prendendo di scatto il suo mp3 e lanciandolo contro il muro.
Quest'ultimo si ruppe immediatamente e la musica che poco prima era in riproduzione si fermò, quasi come fece il cuore di Clara quando sentì la voce del suo rosso scomparire e lasciare spazio solamente ai suoi respiri affannosi.
-Stai esagerando.- cercò di dirle Edwyn, ma appena incontrò gli occhi rossi della sorella capì quanto davvero male stesse.
Cercò di trovare le parole adatte, cercò di fare il gesto adatto, ma l'unica cosa che in quel momento riuscì a fare fu solamente sospirare e chinare verso il basso il suo capo.
-Fanculo.- ringhiò un'ultima volta la sorella, prima di spintonarlo ed uscire da quella camera, da quella casa e soprattutto, da quella vita.




“Non fare cose delle quali potresti pentirti, Clara.”
Era l’ennesima volta che Edwyn lasciava lo stesso medesimo messaggio in segreteria alla sorella, e quest’ultima l’ennesima volta dopo averlo ascoltato, lo cancellò evitando di rispondere.
Solamente quando accedendo a Twitter ed iniziando a leggere centinaia di tweet sul concerto di Ed, si sentì sprofondare in un buco di depressione.
Perché non era potuta andare al concerto del suo idolo?
Saperlo lontano faceva male, sì, ma saperlo vicino e non poterlo vedere era qualcosa di malvagio.
Lui era lì, a qualche chilometro da lei, e lei si limitava a piangere.
Qualunque altra persona avrebbe cercato di intrufolarsi, di ascoltare qualcosa, lei no.
-Dove cazz..- quando Clara provò a prendere il suo mp3 dalla tasca, si ricordò di averlo lanciato.
Così cominciò a camminare per una decina di metri, dove probabilmente Ed stava tenendo il suo concerto con miriadi di fans felici finalmente di aver realizzato il loro sogno.




Little things, in quel momento Ed stava cantando la sua canzone regalata agli One Direction.
Nonostante Clara fosse a qualche metro di distanza dal grosso capannone e le urla stridule delle fans arrivassero fino a lì, lei riusciva benissimo a sentire la sua voce.
E non c’era nessun posto in qui avrebbe desiderato essere in quel momento.
Nessun altro se non lì.
“You’ll never love yourself half as much as I love you.” Ed continuava a cantare, cavalcando dolcemente quelle note che sotto alla sua voce sembravano perfette.
Lei chiuse gli occhi, sedendosi sul bordo del muretto che dava su un fiume.
Quando aprì le braccia e serrò fermamente gli occhi le sembrò di volare.
Le sembrò che il vento che le soffiava tra i capelli potesse cancellarle ogni brutto ricordo. Che potesse cambiarla.
-Questo è tuo.- una voce la fece sobbalzare.
Solamente quando si voltò realizzò chi fosse.
Lui.
Ed.
Il suo idolo era davanti a lei.
-Suppongo che questo sia tuo.- ridacchiò ancora lui, tendendo la sua mano verso la figura della ragazza.
Quando, ancora ammutolita da tanta perfezione, Clara abbassò lo sguardo verso le mani di Ed, vi trovò il suo mp3.
Com’era possibile che l’avesse lui se fino a poco prima era contro il muro della sua camera?
-…- Nulla. Dalla sua bocca non uscì nulla se non un sussurro strozzato dall’emozione.
Solo all’ora si rese conto che la voce di Ed non si sentiva più sul palco e che le urla delle fans erano attutite.
-T-Tu sei..- provò a dire, ma ancora una volta le parole le morirono in gola.
-Sono Ed, il rosso, la carota, Sheeran, Christopher o come preferisci chiamarmi.- rispose lui sorridendo.
No, non poteva essere vero. Assolutamente no.
Quando Clara chiuse gli occhi, strofinandoseli con i pugni chiusi, riaprendoli lo trovò ancora lì.
Stesso posto, stesso ghigno divertito.
-Oh dio..- sussurrò a quel punto lei, portandosi le mani sulle labbra, leggermente spalancate a causa dello stupore.
Sentiva dentro di se i suoi battiti aumentare velocemente.
-Qual è il tuo nome?- chiese a quel punto lui, avvicinandosi e sedendosi accanto a lei.
Impossibile, si disse.
-B-Boh..- sussurrò lei, poi rendendosi conto della figura appena fatta, si affrettò a correggersi:
-Intendevo dire, Clara. Mi chiamo Clara.- rispose leggermente innervosita.
Vide il sorriso di Ed comparire sulle sue labbra e tutto d’un tratto anche lei sorrise.
Scordandosi di tutto.
-Dimmi tutto. Dimmi qual è il problema, ‘Lara.- sussurrò lui, sorridendole.
Quasi come se tutto d’un tratto Ed fosse solamente un suo amico, gli parlò:
-Tutto. E’ tutto un problema, Ed. Mi odiano tutti, a cominciare da mia madre fino a mio fratello. E sai perché?
Perché evidentemente ho deluso le loro aspettative.
Perché invece che un nove, a scuola prendo un sette.
Perché invece di una gonna rossa a pois, metto un pantalone largo di jeans.
Perché invece di ascoltare musica tunz-tunz, ascolto te.-
sussurrò lei, spostando per un attimo il suo sguardo dagli occhi color mare di Ed, al fiume di fronte a lei.
-Sai che ti dico? Anche io mi odiavo, prima.- la voce di Ed finalmente le stuzzicò di nuovo i timpani.
-Prima ero magro, poi ho scoperto i Fast Food.- rispose facendo ridacchiare Clara.
-..Ma tu sei perfetto per come sei, è per questo che sono innamorata di te.- si dichiarò quasi normalmente.
-Sei arrivata al punto!- urlò euforico il rosso –Sono perfetto così perché io sono così. Non potrei farne a meno, perché se provassi anche solo ad adattarmi a tutto il resto della popolazione, non sarei Ed Sheeran, ma una copia spudorata di altre miriadi di copie.- le sussurrò facendola sorridere.
-..Ma tu andrai via ed io mi sentirò sola di nuovo, Ed.- tutto d’un tratto si rattristì.
Le faceva male saperlo, ma era la verità.
-Io non vado via. Tu hai questo,- disse mettendo nel palmo della sua mano il suo mp3 -..e la mia voce, i miei sorrisi, le mie frasi, la mia chitarra e tante altre mie cose sono lì dentro. Solamente per te e per i tuoi problemi.- rispose vedendola sorridere di nuovo.
Quando Ed sfiorò la mano di Clara, stringendola nella sua, lei sussultò.
La sua mano era così calda che emanava persino sicurezza.
-Questo mp3,- esclamò lei indicandolo -..non potrà mai equivalere le emozioni che  mi stai dando tu ora.- nemmeno si accorse che alcune lacrime amare le solcavano il viso.
Ed allungò il suo pollice, fino a toccarle le guance e cancellare quel dolore dai suoi occhi.
-Hai ragione. Ma sai che ti dico? Ci sarà una possibilità anche per te, perché anche tu meriti di essere felice.
Meriti di ridere a delle battute stupide, meriti di ascoltare il cantante che preferisci, meriti di mangiare fino allo sfinimento e meriti di essere te stessa.-
iniziò lui
–Perché ti assicuro, Clara, che non c’è nulla di più perfetto se non essere chi si vuole essere.- concluse incatenando i loro sguardi.
Clara gli sorrise amaramente, mordicchiandosi le labbra.
-Appoggiati qui.- le sussurrò lui indicandosi la spalla.
Lei non se lo fece ripetere due volte, poggiò la sua testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalla sua voce calda, dalla brezza fresca e dal suo inebriante profumo primaverile.
-Io sono sempre con te, ‘Lara. Sono con te quando sorridi e quando piangi.
Ricordatelo, perché ci saranno momenti in cui cadrai. Ma ricordati che ci sarà sempre la mia mano pronta a rialzarti.-
sussurrò prima di lasciarle un bacio tra i folti e ricci capelli castani.
Lei sospirò. –Grazie di esistere, Ed.- riuscì a dire prima di perdersi in un lungo sonno.




-Signorina, signorina!- un’anziana signora iniziò a scuotere Clara.
Quest’ultima si svegliò, trovandosi esattamente sullo stesso muretto della sera precedente.
-Tutto bene?- si affrettò a chiederle. Clara si limitò ad annuire.
Si ricordò della sera precedente e così, presa da un attacco d’ansia, mise le sue mani nella tasca cercando il suo mp3.
Quando non lo trovò capì tutto.
Quando non trovò quell’mp3 capì che le parole, il sorriso, le carezze e la voce di Ed erano stati solamente frutto della sua immaginazione.
Quando non trovò nessun segno di lui capì che si era addormentata cullata dalla sua voce.
Ma sorrise, sorrise comunque e sapete perché?
Perché in quel momento Clara era sicura che se il suo non fosse stato un sogno, Ed le avrebbe detto esattamente le stesse cose.




“Edwyn, scusami. Voglio abbracciarti appena torno, ok?” finalmente rispose al suo messaggio in segreteria.
Scese dal muretto prendendo a camminare, canticchiando di tanto in tanto qualche canzone di Ed.
Lui era lì accanto a lei. Non fisicamente, ma con lo spirito.
Perché, proprio come aveva detto lui, la sua mano era sempre lì per rialzarla.
..E sarebbe stata lì per sempre.


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Aloha lettrici belle. 
Sono io, Martina, ma credo che voi non mi conosciate ancora perché di solito intaso l'altro mio fandom, quello degli Oned
Questa volta ho deciso di scrivere una one-shot su Ed, l'altro mio idolo.
Diciamo che un po' mi ci rispecchio in tutto questo, quindi spero che vi possa piacere.

Non so se scriverò altre os o ff su Ed, tutto dipende da chi legge. :) 

Mi aspetto pareri personali, critiche e chi più ne ha più ne metta.
-vostra, Martina.

ps: mi scuso per evenutali errori e mi scuso ancora di più se la lettura non vi è piaciuta! 

  
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