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Autore: katyjolinar    15/09/2007    2 recensioni
Vacanze dell'Independence Day.
La curiosità può fare brutti scherzi, per questo Ziva si troverà a seguire di nascosto Tony a Baltimora, scoprendo il suo più grande segreto.
Non ci sono spoiler sulla s4, anche se la stagione ora in onda è soprannominata "stagione dei segreti" e, dal titolo di questa fanfic potrebbe sembrare collegata. L'ambientazione è precedente all'episodio "l'attentato" nella S3.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8

IL PIU' GRANDE SEGRETO DI TONY

Settimo giorno

Quella mattina, Tony si svegliò molto presto: alle sei era già in piedi, vestito.

Baciò la figlia, che ancora dormiva abbracciata al suo orso e scavalcò Jeth, per uscire dalla stanza; aprì la porta e vide, di fronte a lui, Ziva che stava uscendo, a sua volta, dalla sua camera.

Ziva: "Come mai sei sveglio a quest'ora?" chiese, meravigliata.

Tony: "Non c'è nessun motivo particolare, solo ho voluto alzarmi prima..." si avvicinò e la baciò "Comunque, buongiorno."

La donna ricambiò il bacio e, rimanendo vicina a lui, disse:

Ziva: "Le vacanze sono quasi finite. Quando torneremo a Washington non potremo prenderci tutte queste libertà."

Tony: "Quando torneremo a Washington ci penseremo."

Insieme scesero in cucina; Sarah non si era ancora alzata per preparare la colazione, così decisero di mettersi loro due ai fornelli.

Mentre Ziva preparava le uova strapazzate, Tony accese la macchinetta del caffè e, quando fu pronto, prese due barattoli di vetro chiusi, lo zucchero nella dispensa e due dosi di crema di latte dal frigo.

Ziva: "Che cosa vuoi fare?" chiese, curiosa, guardandolo mentre versava un po' di caffè nei due barattoli e ci metteva parecchio zucchero.

Tony: "Cappuccino." chiuse i barattoli e li agitò, poi aprì le dosi di panna e ne versò una in ogni contenitore, chiudendo di nuovo e riprendendo ad agitare "Certo non verrà come quello italiano, perchè loro il caffè lo fanno molto più ristretto, ma il 'Cappuccino alla Dinozzo' ti piacerà sicuramente!"

Detto questo prese due tazze, poi aprì i barattoli e versò il liquido risultante in ciascuna. Era diventato più schiumoso e più chiaro, e sembrava quasi un cappuccino italiano.

Diede una delle tazze a Ziva, mentre l'altra se la tenne per sè ed assaggiarono contemporaneamente.

Ziva: "Mh... buono quasi quanto il cappuccino italiano! Complimenti, Tony!" commentò, poi scoppiò a ridere vedendo la faccia dell'uomo: gli si erano formati i baffi di schiuma.

Tony: "Che c'è da ridere?" chiese, curioso

Ziva: "Hai i baffi."

Tony: "Ma mi sono rasato poco fa..."

Ziva: "Non intendevo quelli: hai i baffi di schiuma!"

Tony si toccò il labbro superiore, verificando la cosa, quindi scoppiò a ridere pure lui, dopo essersi pulito con un pezzo di scottex.

Tony: "Però stavo pensando di farmeli crescere sul serio i baffi. Che ne pensi?"

Ziva: "Oh, per carità! Credo che neanche tua figlia sarebbe d'accordo!" esclamò.

Tony: "Tu dici?"

Ziva: "Se vuoi, chiediglielo quando si sveglia: secondo me dirà che non stai bene."

Tony: "D'accordo, ci sto!"

Un'ora dopo, Tony era seduto sulla panchina sotto il portico, con in braccio Stephany e accanto Ziva.

Tony: "Dimmi una cosa, tesoro... secondo te starei bene con i baffi?"

Stephany ci pensò su un attimo, guardandolo in faccia, poi rispose:

Stephany: "No, per niente, papà."

Ziva: "Visto? Te l'ho detto pure io, e tu non mi volevi credere!"

Stephany: "E poi se ti fai crescere i baffi, come fai a baciare Ziva? La pungi tutta!" disse, con aria innocente.

I due adulti si guardarono, come per dirsi tacitamente qualcosa.

Tony: "Tesoro, ti ricordi la regola 12?" chiese, serio.

Stephany: "Mai uscire con colleghi."

Tony: "In realtà a volte si dice anche 'mai fidanzarsi con colleghi', capisci?"

Stephany: "Ma esiste anche la regola 50..." disse, delusa.

Tony: "Lo so, ma non è mai stata applicata la 50 sulla regola 12, e non credo che si possa applicare."

Stephany: "Allora Ziva non può essere la mia nuova mamma?" le stavano cominciando ad uscire delle lacrime.

Tony: "No." sospirò "Mi dispiace, tesoro..."

Stephany: "Non è giusto!" esclamò. Ormai le lacrime le uscivano a fontana "Sei cattivo! Non vuoi che Ziva sia la mia nuova mamma!" detto questo, scese dalle gambe del padre e rientrò in casa, correndo su per le scale e chiudendosi in camera con Jeth, che l'aveva seguita.

Tony era pietrificato: aveva fatto piangere sua figlia, ed era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare.

Ziva: "Tony, non è meglio se le parli e le spieghi la situazione?"

Tony: "Per dirle cosa? Che suo padre non può essere felice con la donna che ama a causa di una stupida regola assurda, che neanche c'è nel manuale dell'NCIS, ma è solo un'invenzione del suo Capo?" disse, di getto, senza neanche rendersi conto di quello che diceva.

Si guardarono negli occhi; mentre in quelli di Tony c'erano rabbia e rimorso, in quelli di Ziva c'era la sorpresa: certo non si sarebbe aspettata una dichiarazione così, non da lui!

La donna gli poggiò una mano sulla guancia, poi lo baciò dolcemente: era la sua risposta alla dichiarazione involontaria dell'uomo. Quando lui si fu calmato, Ziva parlò:

Ziva: "Vuoi che le parli io? Non mi piace vedere una bambina triste l'ultimo giorno che passa con suo padre, prima della partenza; è capitato troppe volte a me, e non voglio vedere la stessa espressione sul volto di Stephany, domani sera."

Tony: "Va bene."

Ziva: "Tu aspettami di sotto." poi lo baciò di nuovo e si alzò, entrando e salendo in camera di Stephany.

Sentì la bambina singhiozzare attraverso la porta chiusa. Bussò.

Stephany: "Vai via, papà! Ti odio!"

Ziva: "Tesoro, sono Ziva! Papà è rimasto di sotto. Mi fai entrare?"

Stephany: "Tanto la porta è aperta..." disse, e Ziva aprì, affacciandosi nella camera, una tipica stanza da bambina, piena di bambole e pupazzi di pezza, con un letto ad una piazza e mezza al centro e sul comodino una foto incorniciata di Tony con la figlia, probabilmente scattata l'anno prima, quando lui era venuto a Baltimora per la convalescenza dalla peste polmonare. Stephany era sdraiata sul letto, che carezzava la testa di Jeth, seduto accanto a lei, e che la guardava come se volesse anche lui consolarla.

La donna si sedette sul letto, accanto alla piccola, carezzando con una mano la testa del terranova e con l'altra i capelli di Stephany.

Ziva: "Ti va di parlare?" chiese, dolcemente.

Stephany: "Perchè papà non vuole che tu sia la mia mamma?" chiese, ancora tra i singhiozzi.

Ziva: "Perchè ha paura."

Stephany: "Ma papà è un poliziotto, e i poliziotti non hanno mai paura."

Ziva: "Non è vero: persino il nostro Capo, delle volte, ha paura, e anche io. Il tuo papà ha paura che, se io diventassi la tua mamma, e quindi la sua fidanzata, possa succedermi qualcosa. Lui mi vuole molto bene, lo sai anche tu, come io ne voglio a lui, e cerca di proteggermi in questo modo."

Stephany: "Ma tu sai proteggerti anche da sola: sei una poliziotta anche tu, no?"

Ziva: "Sì, è vero, ma il nostro mestiere è molto pericoloso: per quanto una persona possa essere protetta, può sempre succedere un imprevisto che la coglie impreparata."

Stephany: "Come l'anno scorso, quando papà è stato tanto male?"

Ziva: "Sì, tesoro."

Stephany: "Ma non potete fidanzarvi lo stesso, senza dirlo al vostro capo?"

Ziva: "Certo, ma poi se decidessimo di darti un fratellino, cosa succederebbe? Lo verrebbe a sapere, prima o poi."

Stephany fece spallucce. Si era tranquillizzata, ma sembrava volere a tutti i costi vedere un po' di speranza.

Ziva: "Senti, facciamo così: non escludiamo a priori il fatto che io e Tony non possiamo fidanzarci, ti prometto che, quando torneremo a Washington, io e papà faremo di tutto per riuscire ad esaudire il tuo desiderio..."

Stephany: "Ma è anche il vostro desiderio, vero?"

Ziva: "Sì." sorrise, riprendendo a carezzarle i capelli "E' anche il nostro desiderio: noi vogliamo essere felici, e vogliamo che anche tu lo sia." anche la bambina sorrise "Allora? Torniamo giù da papà? Poi gli spiego tutto io, ok?"

Si alzarono e tornarono di sotto.

Alla sera, Ziva raccontò a Tony la chiacchierata con Stephany.

Tony: "Quindi pensi che ci possa essere qualche modo per aggirare la regola 12?"

Ziva: "Non lo so, ma non escludiamolo. E, comunque, non voglio deludere le aspettative di tua figlia, soprattutto adesso."

Tony: "Così potrebbe esserci qualche speranza per noi."

Ziva: "Sì, e penso che, comunque, anche se all'inizio terremo segreta la cosa agli altri, non facciamo nulla di grave."

Tony: "In effetti io ho già infranto la regola 12 una volta, prima di conoscerti..." confessò.

Ziva: "Kate?"

Tony: "No, Paula Cassidy. Comunque è stata un'avventura breve, e ora non provo più nulla per lei."

Ziva: "Tranquillo, non me la prendo, l'hai detto tu: non ci conoscevamo ancora!" esclamò, avvicinandosi e baciandolo con passione.

CONTINUA...

   
 
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