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Autore: Dahmer    28/02/2013    0 recensioni
-Mamma, papà! Mi hanno presa! Mi hanno presa!- esultò esaltata.
Rylee era figlia di una graziosa coppietta di Canton, Ohio. La madre era casalinga e il padre un piccolo commerciante. Aveva due fratelli. Il più grande, Derek, impegnato nell’esercito americano da due anni e l’altro Jeremy all’università. Lei era l’unica rimasta con i genitori. Era una ragazza modestamente alta e magra, dalla pelle olivastra che faceva risaltare gli occhi verde smeraldo attorniati da lunghe ciglia nere. I lineamenti del viso erano delicati, il naso era leggermente alla francese e le labbra moderatamente carnose e sul labbro inferiore sfoggiava un piccolo anellino d’argento. Aveva i capelli mossi lunghi fino alle ultime costole e il loro colore noce accentuava gli zigomi alti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-What could have he invented now?-

Quarto giorno. L’indomani sarebbe stato l’ultimo.

-Ok Ry, mettiti sdraiata sulla sabbia, buttando la testa all’indietro in modo da guardare il cielo … ora, tira giù gli occhiali sugli occhi … perfetta- le disse Barnes cominciando a scattare svariate foto.

Ry era praticamente avvolta dalla sabbia. Il suo ventre, perfettamente scolpito da una leggera linea di addominali, risaltava essendo coperto solo da un costume molto ridotto, firmato Drop Dead.

Abbassò lo sguardo, smettendo di fissare il sole. I suoi occhi vagarono alla disperata ricerca di Oliver senza trovarlo.  

“Che diavolo sto facendo?! Non sono in ansia per uno dei suoi stupidi scherzi!” si auto convinse. In realtà era vero, non era in ansia per quello, lo stava cercando per vedere se lui la stesse guardando.

“No, questo è ridicolo! Non può essere … mi sono presa una cotta per Oliver Sykes! Il caldo deve avermi dato alla testa ...” pensò tra sé. Scosse il capo freneticamente, rovinando lo scatto. Si alzò.

-RY!- la richiamò Barnes vedendola correre verso l’oceano. Troppo tardi, Rylee era già immersa in acqua.

Si issò, facendo emergere solo il torace. Si voltò verso la spiaggia, sorridendo beffardamente.

-Scusate! Faceva un gran caldo!- gridò alzando una mano in segno di scuse.

Tutti risero. A un tratto Oliver spuntò da dietro un grande scoglio, sistemandosi i pantaloncini. Lo seguiva Amanda, impacciata nel camminare sulla sabbia. Come al solito al posto di lavorare erano andati a divertirsi. Dovevano pur riappacificarsi in qualche modo dopo il diverbio dovuto allo scherzo di Rylee.
Il sorriso dell’americana svanì quando vide la coppia.

Fu distratta però da un gigantesco spruzzo d’acqua prodotto dal tuffo di Felix, seguito da quello di Godfrey e di Tommy.

Tornò a ridere, dimenticandosi della sua apparente gelosia. Ma fu di nuovo fermata quando Oliver li raggiunse.

Amanda invece rimase a parlare con Layla, sugli scogli.

Oliver le nuotò accanto, sfiorandola appena, ma ciò le bastò per rabbrividire. Poteva percepire costantemente dove lui fosse rispetto a lei. Sentiva ogni suo singolo movimento, ogni suo sguardo, ogni sua parola.

Affondò completamente il viso in acqua, per svagarsi da quei pensieri, diventati troppo smielati per i suoi gusti.

Uscì e si sistemò sulla spiaggia, per asciugarsi al sole. Poco dopo tornarono tutti alla villetta.

Verso sera Oliver, Dani, Josh, Felix, Tom e Tommy tornarono dal servizio fotografico che li aveva impegnati per tutto il pomeriggio.

Gli altri modelli si stavano abbronzando a bordo piscina. Da un lato Ry e Godfrey, dall’altro, a debita distanza, Amanda e Layla, impegnate nelle solite chiacchiere, che prevedevano l’esclusione dei due ormai amici.

Oliver andò verso di loro, sorridente come sempre.

-Ciao!- esordì allegro. Tutti risposero al gioioso saluto, tranne Rylee, indaffarata a sorseggiare un gustoso cocktail.

-Non si saluta?!- chiese con aria di sfida alla ragazza. Lei si limitò a lanciargli uno sguardo privo di emozioni. Per poi tornare a guardare l’orizzonte.

Oliver si scostò, a passo lento, molto lento, forse troppo. –D’accordo- lo si sentì sussurrare.

Quel sibilo fece insospettire Ry che non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi prima di capire che sarebbe nuovamente diventata vittima di una burla del cantante.
Finì in acqua, con un capitombolo epico. Il suo tuffo inaspettato fece inzuppare Godfrey e la scena fu trovata molto divertente dalle due ragazze nell’angolo, le quali cominciarono a ridere con un tono da ochette che fece irritare Rylee, riemersa dopo pochi secondi di apnea. I vestiti erano completamente fradici e pesanti.

Si issò dalla vasca e raggiunse di nuovo Godfrey, fingendosi indifferente.

-Banale- bisbigliò in modo che solo i due ragazzi potessero sentirla. Oli la guardò a lungo, soffermando lo sguardo sul seno, prima di farle capire che indossava una maglietta bianca, che, grazie al contatto con l’acqua, aveva permesso una buona visuale per il tatuato.

La ragazza lo fissò sbigottita. Di nuovo l’aveva avuta vinta.

Amanda non si perse neppure un minimo passaggio della scena, fulminò il fidanzato con lo sguardo, poco dopo avrebbero avuto una lunga discussione e, solo il cielo sa, se questa volta al moro sarebbe bastato solo del buon sesso per farsi perdonare.

La sera Ry si coricò presto, stanca morta.

Si svegliò nel bel mezzo della notte, disturbata dalle urla soffocate provenienti dalla camera di Oliver e Amanda. Per fortuna Dani e Layla avevano il sonno pesante, o forse erano semplicemente abituati ai loro rumori, fatto sta che non si accorsero di nulla.

Cominciò ad osservare il soffitto, attendendo la fine del litigio, senza successo. Continuarono così tutta la notte.

Il giorno dopo tutti e tre avevano un’espressione stravolta a segnargli il viso. Due grandi occhiaie blu circondavano gli occhi di Oliver, mentre Amanda era pallida e sciupata.

Ry non parlava con nessuno, le palpebre erano pesanti, sentiva ogni singolo passo rimbombarle nelle tempie.

Caricarono tutti le valige nelle rispettive macchine. Oliver e Amanda non si rivolgevano la parola e la modella lanciava continuamente occhiatacce all’americana.

Il viaggio nella Volkswagen nera fino all’aeroporto fu snervante, l’atmosfera era ricca di tensione tra la coppia, che in ogni modo cercava di evitare i contatti.

Nell’auto cinerea invece Rylee si era completamente isolata, coprendosi gli occhi assonnati con un paio di occhiali da sole. La sua mente non connetteva più nulla e le conversazioni spensierate che si tenevano nel veicolo non la toccavano minimamente. Si sorreggeva il capo con la mano, appoggiando la fronte al finestrino.

Quando giunsero a Sheffield, la ragazza si riprese lievemente dal sonno, il quale le aveva permesso di trascorrere un viaggio pacifico sull’aereo.

Fu accolta a braccia aperte dal padre, accompagnato da Ian che sorrise ai due figli scesi dall’aereo.

Era arrivato il momento di sistemarsi a casa Sykes, per qualche settimana. Oliver salutò la fidanzata, stampandole un bacio glaciale sulla guancia. Lei abbassò lo sguardo.

Salutarono gli altri modelli e salirono sull’auto di Ian, una Volvo v40 blu notte. Rylee si trovò in mezzo a Oliver e Tom, il profumo del cantante le inebriava i sensi.
Si concentrò sul suo respiro, notando che spesso sospirava. I suoi occhi non si distoglievano mai dal finestrino. Lo vide triste per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, ma lo ignorò.

-Che è questo silenzio?- domandò Ian, curioso di sapere com’era andato l’itinerario.

-Scusa, il viaggio è stato stancante- replicò Tom, cercando di nascondere la tensione del fratello agli occhi del padre.

Seguì un lungo silenzio che durò fino a quando la macchina accostò.

Scesero tutti, Ian e Aaron li aiutarono a portare i bagagli nella grande villa di periferia. 

La sera sarebbero andati a cena a casa di Lee, per un incontro con tutti i membri della band, per raccontargli cos’era successo in quei meravigliosi cinque giorni.

I tre ragazzi disfecero le valige e a turno si fecero una doccia.

Quando Ry uscì dal bagno, avvolta in una nube di umidità, si sentì decisamente più rilassata e tranquilla. Incrociò Oliver, pronto a lavarsi dopo di lei. Tentò di evitare il contatto tra i loro corpi, scansandosi bruscamente con una violenta spallata.

Si diresse nella stanza accuratamente disposta dai genitori dei ragazzi. La camera era immensa, il pavimento era di un flebile colore metallico, così anche la parete dietro al letto. Il soffitto invece era bianco. Sul fondo della camera c’era un’immensa finestra che dava sul giardino. La testiera del letto era color panna e le lenzuola marroni, accanto al letto c’era un comodino dello stesso colore e sopra ad esso si ergeva una moderna lampada in cristallo. Sulla parete argentea vi era un grande specchio orizzontale e il pavimento era dominato da un grande tappeto a quadrati bianchi, color panna e miele. 

Aaron comparì sulla soglia –Ciao-.

La ragazza si voltò di scatto, sobbalzando –Mi hai spaventata- sorrise.

-Scusa- fece lui ricambiando il sorriso -Com’è andata?- domandò.

-Benissimo papà, mi piace tantissimo lavorare per la DD e ho fatto amicizia più o meno con tutti, tu come stai?-

-Sto bene, Ian è una brava persona, sapeva come farmi rilassare, sono molto riposato ora- rispose lui.

Si avvicinò alla figlia abbracciandola forte –Mi sei mancata- le sussurrò quasi con le lacrime agli occhi –Papà non fare lo sdolcinato, mi soffochi- gli disse lei, sorridendo ma con il respiro affannato dalla stretta fin troppo amorevole.

-Scusa- replicò lui indietreggiando.

-Mi sei mancato anche tu comunque- lo guardò dritta negli occhi lei, ritrovando il rapporto profondo che non avevano più da tempo.

Aaron lasciò la stanza. Il cellulare squillò. Era Max. Parlarono a lungo, lei gli raccontò tutti gli scherzi con Oli.

Quando agganciò, la serata stava finalmente per cominciare. Ry uscì dalla camera. Indossava un paio di pantaloncini in pelle e una canotta bianca con rete che scopriva l’ombelico e ovviamente un paio di anfibi, i capelli le cadevano dolcemente sulle spalle, gli occhi erano truccati pesantemente con della matita nera e del mascara, cosa che fece risaltare il loro splendido colore.

Oliver e Tom l’aspettavano sulla porta. Rimasero entrambi stupefatti dalla bellezza trasgressiva di quella sera. Anche il cantante sembrava più sereno.

Arrivarono a casa di Lee, dove gli altri li accolsero calorosamente. Cominciarono tutti a fare domande, ma i ragazzi decisero di aspettare per raccontare.

-Com’è andata la vacanza? Avete fatto amicizia?- domandò Nicholls, particolarmente voglioso di sapere.

-Innanzitutto non era una vacanza, ma eravamo là per lavoro. Comunque è stato divertente, anche se ho scoperto che Ry è davvero permalosa, insomma se la prendeva per tutto!- rispose prontamente Oli, tornando sorridente.

Rylee prese un lungo sorso di acqua dal bicchiere, si avvicinò a Oli, che la guardò perplesso, senza capire quali fossero le sue intenzioni. La ragazza accostò la bocca alla guancia del tatuato, fissandolo con due occhioni enormi. Accorciò le distanze ed espulse l’acqua, sputandogliela addosso. Si ricompose, assumendo una posizione diritta e composta, si asciugò la bocca con il palmo della mano e sfoggiò un sorrisetto bastardo.

-Visto?! Che avevo detto?!- fece Oliver, in fondo divertito, asciugandosi la guancia.

Tutti risero.

Trascorsero una serata movimentata, all’insegna di musica, birra, pop corn e film horror, finché arrivo il momento di tornare a casa.

 
Grazie a chi continua a seguirmi :) non ho molto tempo, purtroppo :) spero solo che questo capitolo vi abbia coinvolti :D ciaoooo :D
*Black Devil*
  
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