Il fantasma dell'assassino.
Ho ucciso un angelo l’altra notte.
Così illustre, intellegibile
Indubbio, insigne.
Di una luce vanescente
che sbriciolava vanità
e ne rideva delle doglie
che soffocava
come soffocano le voglie
quando a piangere
è una speranza che accondiscende.
Mi sussurrava parole di odio,
infondeva una maligna pace
nonostante sapesse che non
esiste pace per chi è vieto come me.
Ma mancava la voce maestosa
al tenore abbandonato
tenendosi a quei quattro pezzi di legno,
teatro di un opera torva,
fuligginosa.
Un angelo sfacciato,
niente amore,
niente amore
mi rammentava il suo volto graffiato.
Io voglio uccidere!
E bruciare ogni cuore che si percuote
Spiando vite più raccolte,
soddisfatte di perdute
scelte e futuri arrendevoli.
Io non desidero amore
angelo morto,
e la tua carcassa così docile
prostrata ai mie piedi
è solo un piacere,
questo silenzio dell’ anima
appena annientata,
le piume rosse e luccicanti
sudice della tua vergogna e del mio potere.
Io voglio uccidere!
Ancora,
ho ancora fame,
un orrore che riempie i polmoni secchi
io volevo che gridassi.
Non porto misericordia,
Sono senza ricordi
Ho bisogno di tormenti,
Di sentire questo sangue bollire nelle tempie.
Sono un fantasma
Lasciato a vagare incurante,
vieni e porrò fine anche alle tue pene.
Sono il coltello che lacera
Questo cielo indenne
Gonfio di lussuria
E superbia.
Mi sotterro la notte
Per ingoiare terra molle
sputarne i vermi
di questa fine viscida
e putrefatta già dalla nascita.
La morte,
regalo morte
finte anime nere del cordoglio
quale lutto vi trascinate?
Siete solo giovani aborti,
come i vostri lamenti agitati
sono cancerogeni
per questo mio
corpo consunto.
Niente amore,
niente amore
che sputa tutto il sangue
Che le resta
E poi uccide
Come ha fatto con me.