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Autore: zorrorosso    01/03/2013    5 recensioni
Ambientata circa sulla I parte di Mockingjay. Gale desidera tornare al Distretto Dodici per una questione personale. Katniss, ancora in un instabile stato mentale, vuole accompagnarlo. Le verra’ concesso e forse, anche grazie a questo piccolo viaggio, Gale dimostrera’ un particolare a lei sconosciuto, che la convincera’ nello sforzo di fare un passo avanti e di ritrovare finalmente se stessa.
***Questa fanfiction partecipa al contest Il Giro del Mondo in Ottanta giorni!***
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Madge Undersee
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction partecipa al contest Il Giro del Mondo in Ottanta giorni!


Titolo: Erbagatta
Autore: zorrorosso(efp)- zorrorosso@EFP(forum)
Beta-reading: No
Fandom: Hunger Games (trilogy)
Tipologia: One-shot
Introduzione: ambientata circa sulla I parte di Mockingjay. Gale desidera tornare al Distretto Dodici per una questione personale. Katniss, ancora in un instabile stato mentale, vuole accompagnarlo. Le verra’ concesso e forse, anche grazie a questo piccolo viaggio, Gale dimostrera’ un particolare a lei sconosciuto,  che la convincera’ nello sforzo di fare un passo avanti e di ritrovare finalmente se stessa. 
Rating: giallo
Personaggi: Katniss Everdeen, Gale Hawthorne, Madge Undersee.
Generi: Sentimentale
Avvertimenti: spoiler(?)- missing moments
Pacchetto scelto: Berlino
♦ Berlino
Prompts: Fulmine; Pianoforte; Vuoto
Canzone: Lana Del Rey – Born To Die
Obbligo: La storia deve trattare di un triangolo amoroso


Erbagatta*
(Born To Die)

 
Mezzanotte.
Mezzanotte, tic toc, segnava l’orologio che era l’arena dei settantacinquesimi Hunger Games.
Nella giungla di quell’isola tropicale, il fulmine che squarciava il cielo buio, di viola e di rosa, prima di una pioggia di denso sangue.
Feet don’t fail me now
Take me to the finish line
Mezzanotte. Quello strale elettrico cadde proprio dove aveva detto Beetee.
Il mio braccio esplode nello sgorgare di quel fluido viscoso, in un dolore acuto.
 
Ancora quel terribile incubo infestava la mia mente.
 
L’hovercraft mi aveva portato via, Distretto Tredici, ma non Peeta.
Languivo la sua mancanza.
All my heart, it breaks every step that I take…
But I’m hoping at the gates
They’ll tell me that you’re mine
 
Quando apro gli occhi per la prima volta, e’ ancora buio pesto.
Posso vederlo dall’unico lunotto della nostra nuova stanza.
Mia madre e Prim ancora dormono abbracciate. I loro lunghi capelli biondi si intrecciano sul cuscino, le loro labbra dischiuse in una espressione lontana e angelica, due angeli nella tragedia della morte.
 
Presto, sul mio avambraccio dalla pelle olivastra, con inchiostro viola e’ scritto tutto quello che devo fare, ma io sono considerata mentalmente disorientata e, quella lista, posso evitare di seguirla, ancora per poco.
 
Leggo a chiare lettere: “Ore undici: traininig.”
Quasi mi dispiace non poter cacciare, questa mattina.
Oggi e’ un giorno diverso dagli altri.
 
Non so ancora per quale motivo, ma Gale ha deciso di ritornare al distretto dodici, una questione privata, dice, ed ho chiesto di accompagnarlo. Credo sia la sua prima volta e vorrei essere presente. So che per lui sara’ un dolore molto grande. Anche piu’ grande di quello che e’ stato per me.
Gale: forse i suoi occhi grigi tratterranno quelle lacrime. Forse si mordera’ l’interno delle sue guance fino a farlo sanguinare per non mostrare i suoi veri sentimenti. Povero Gale, ha fatto il possibile.
 Tuttavia in questi casi, il possibile, non e’ mai abbastanza.
 
Considerato la mia instabile salute mentale, nessuno al distretto tredici e’ ancora disposto a contraddirmi ed il mio desiderio di accompagnarlo e’ stato presto esaudito, per la sorpresa di Gale.  
 
Guardo tutti provando uno strano senso di vuoto.
Nessuno sembra essere interessato veramente a me, vogliono tutti vedere il Mockingjay: distendere le sue ali grigio fumo dalle punte bianche e volare via verso la Rivoluzione, loro.
Io, invece, dentro di me trovo solo il nulla: al posto di quel Mockingjay che tutti vogliono vedere c’e’ solo il ricordo della morte.
Provo un vago senso di preoccupazione per quello che ne sara’ di Peeta, ma anche quello che ne sara’ di me.
Detesto la loro pressione nel cercare di tirar fuori da questa assenza, qualche cosa di piu’.
 
Ci avvieremo a destinazione con un hoovercraft, in quanto quei mezzi sono molto veloci e potremmo permanere nel Distretto diverso tempo, sotto la stretta sorveglianza ed il contatto radio del Tredici.
                                                    
Durante il tragitto, Gale mi rievoca un fatto che ha imparato da poco al Learning Center.
Una guerra di proporzioni impensabili ai giorni nostri, combattuta migliaia di anni fa, in un tempo incollocabile, dai nostri avi. Gale racconta di una citta’ e la sua ascesa durante una stretta dittatura.
Da quel che ne so, potrebbe parlare di Coin e del Distretto Tredici.
A differenza di questo particolare, che io noto subito, lui conclude la storia ricordando come i nostri lontani antenati, vinsero quella guerra e sconfissero la dittatura radendo al suolo la citta’ con un bombardamento feroce.
 
“Ricordi il nome?” gli chiedo vaga. Non ho un vero interesse a conoscere questa storia, ma lui sembra cosi’ entusiasta nel narrarla. Lui, poi, sembra prenderla dal punto sbagliato.
Ne va orgoglioso.
Non riuscendo a distinguere in quella citta’ lontana, ormai in polvere, le stesse caratteristiche presenti nella struttura del Tredici contro il Capitol.
“No, non ricordo” risponde lui “Forse Brin, Lin oppure Leenee. Ber-qualcosa...” dice scuotendo la testa e continuando a non ricordare.
                                                    
Appena scesi, noto subito che nulla e’ cambiato dall’ultima volta che sono stata qui.
Walking through the city streets
Is it by mistake or design?
I feel so alone…
 
Il cielo e’ grigio e pesante. La pressione si annida subito nel sangue pulstante, sul piano delle mie tempie. Per un attimo penso anche che Gale risenta di questa pressione allo stesso modo, percepisco subito il suo senso di malessere.
 
Gale incomincia gia’ ad impallidire e dirigersi veloce verso il Villaggio senza neanche guardare il Seam. I suoi stivali neri si impolverano subito della cenere che ci avvolge in quella camminata che sembra piu’ una corsa.
E’ strano che non voglia andare verso il Seam, ma forse quello spettacolo e’ troppo, persino per uno come lui.
E pensare che al giorno del Reaping eravamo cosi’ simili, con le stesse esperienze, la stessa vita, gli stessi dolori da condividere insieme e adesso quasi non lo riconoscevo piu’.
Dalla mia assenza, dal Victory Tour e dall’ultimo degli Hunger Games qualcos’altro, di ulteriore ai bombardamenti del Dodici, ha traumatizzato Gale. Qualche cosa che non mi ha ancora detto.
 
Quando arriviamo alla casa del sindaco, il pianoforte di Madge e’ ancora intatto.
Mi ricordo alcune delle note che mi ha insegnato quando mi dava lezioni e venivo a trovarla, quando vivevo al Villaggio e non avevo nulla da fare, quando vinti gli Hunger Games ero tornata al Distretto Dodici.
Io non sono brava come lei. Mi riserbo di suonare quello strumento in sua assenza, ma non posso fare a meno di aprire quella copertura impolverata di cenere e detriti per notare, al suo interno, i tasti d’ebano e d’avorio perfettamente lucidi.
 
Gale corre subito nell’ufficio del sindaco, cercando invano una serie di documenti o registrazioni. Credo sia questa la giustificazione che ha dato per essere oggi al Dodici, al Villaggio, in quella casa. Distratta dal pianoforte, lo perdo di vista per un attimo, ma poi mi distolgo assente e lo seguo. Finalmente trova qualche cosa. Filmati, credo, ma mette tutto in fretta in una tasca della sua sacca di tela color senape, che porta a tracolla.
Gale mi sorpassa senza neanche guardare.
Corre verso la stanza di Madge da cui ero appena uscita.
Anche lui si sofferma a guardare quello sgabello con una certa malinconia, ma non sembra rivedere i miei stessi ricordi, il suo turbamento sembra crescere.
“Madge e’...” riesce soltanto a dire.
 
Senza fermarsi, si avventa su di un grosso libro riposto in uno scaffale. Si nota facilmente perche’ non ha un titolo ed e’ vistosamente piu’ grande degli altri e dai colori piu’ nuovi e scuri.
Lo apre con sicurezza, non e’ un libro. E’ un cofanetto a forma di libro, nel quale, riposto su di un velluto di color vinaccia e’ un medaglione.
 
Assomiglia un po’ a quello ricevuto da Peeta, nella giungla dell’arena, ma e’ molto piu’ piccolo.
Lo prende avidamente e rimane ancora un po’ sui dettagli ordinati di quella stanza: le coperte del letto ordinatamente ripiegate, i mobili impolverati ma chiusi, gli scaffali con sopra riposti ancora tutti i suoi affetti. L’unica a mancare, e’ la spilla della zia.
Quella che ha donato a me.
 
Forse Madge era al Seam, durante le esplosioni.
Forse era andata all’Hob o da Greasy Sae. Non lo sapremo mai.
 
Can you make it feel like home, if I tell you that you’re mine…
Sometimes love is not enough and the road gets though
I don’t know why...” sussurro verso di lui.
 
I miei sentimenti instabili si fanno ancora piu’ turbati. Gale sembra accettare la cosa passivamente e, con la velocita’ con cui si era affrettato alla casa del sindaco, ora sembra volerne uscire.
 
Si spezzano chiari, dei tuoni all’orizzonte.
Il vento improvviso ed in un attimo, le nuvole nere si rompono in una pioggia battente.
E’ uno scroscio d’acqua quasi continuo. Il cui rumore rimbomba dal fondo dello stomaco.
Un altro fulmine squarcia quel cielo di un grigio pesante.
 
Non posso credere a quello che deduco dai suoi gesti, non posso credere che Gale, il mio Gale...
E Madge! Lei diceva di essere mia amica!
Tento di non pensarci troppo, per non farmi male, quando cerco di comparare i sentimenti di Gale a quelli che provo io stessa per Peeta e per lui. Il medaglione che mi ha regalato Peeta con dentro l’immagine di Gale e proprio lui, adesso, che stringe forte tra le mani un altro medaglione, con il ricordo di Madge, le labbra rosa, la sua ricchissima mantella azzurra e i riccioli biondi, morta in quei bombardamenti.
In fondo siamo cosi’ simili e proviamo ancora le stesse emozioni.
Come abbiamo sempre fatto.
Cosa potrei provare se Peeta o Gale si spegnessero della loro vita?
La morte di uno dei due sarebbe per me un vuoto incolmabile: entrambi fanno parte della mia vita, con la stessa fondamentale importanza, allo stesso modo. Forse e’ lo stesso sentimento che ora e’ nascosto dentro il cuore di Gale, con le spalle dritte, di fronte a me e gli occhi abbassati su quell’oggetto, l’ultimo ricordo di Madge.
 
“Scappiamo Gale! Adesso!
Come and take a walk on the wild side
Let me kiss you hard in the pouring rain
You like your girls insane…” urlo sotto questa pioggia battente, gettando via la radio per non essere sentita dai militari sull’hovercraft.
 
Gale non esita e, gettando anche lui la sua trasmittente, mi prende il viso come ha gia’ fatto altre volte e le sue labbra calde e morbide, dal profumo d’arancio, si uniscono alle mie.
L’aria che odora di cenere e morte, sembra purificarsi in parte con l’acqua della pioggia. L’acqua lava via l’odore, il sangue, fin anche anche le lacrime.
 
E’ solo un bacio, ma quando si scosta da me, scuote la testa e guarda in alto, i suoi occhi grigi mirano verso l’hoovercraft ed il Tredici. Questa volta e’ lui a dirmi di no.
“Choose your right words
This is the last time
‘Cause you and I, we were born to die” sussurra sotto lo scroscio d’acqua, mentre I suoi capelli corvini grondano.
Non vuole scappare o tirarsi indietro. Vuole combattere questa Rivoluzione.
E, per tenere in vita me stessa, io voglio tenerli vivi.
 
Lost but now I am found
I can see, but once I was blind
I was so confused, as a little child
Tried to take what I could get
Scared that I couldn’t find
All the answers, honey…
 
 
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*Catnip
NdA: Ho letto tutti I libri di Hunger Games in versione originale (un po’ di corsa).
 Da quello che ho capito, in Italia sono usciti con delle traduzioni un po’ strampalate, che io ho cercato di non fare proprio per evitarle: la Collins usa un suo vocabolario preciso e non voglio cambiarlo per storpiare gli scritti.
Se volete leggere o ascoltare la versione originale, esistono anche gli audiolibri gratis su YT.
 
Devo dire che, da persona matura, ho un’interpretazione di Katniss leggermente deviata. Spero che sia comunque chiara ed attinente al contesto e non sia diventata un OOC solo per come la vedo io.
 
Ulteriori dettagli sono piu’ o meno inventati.
 
Breve storiella di come sono arrivata a scrivere questa FF: il caso mi ha portato a scrivela in quanto mi stavo documentando per la stesura di questo capitolo della mia long-fic e per errore mi sono imbattuta nel video e nella canzone di Lana del Rey (confondendo Amboise con Fountainbleu), e l’ho adorato da subito.
L’idea era per un’originale song-fic, prima di trovare, quasi istantaneamente, questo concorso multifandom. Quindi grazie moltissimo a Soul’s Lullaby- Ivola per aver indetto questo contest al minuto giusto!
L’unico fandom tra quelli da scegliere che mi sembrava far quadrare tutti i conti era Hunger Games.
Sotto stretto consiglio di una veterana del fandom, Nica89, ho letto poi tutti i libri e ho lasciato in pace il film. Mi sento di doverla ringraziare tanto perche’, soprattutto il libro “Catching fire”, e’ stato molto importante per i prompts.
 
Grazie di cuore per aver letto :D
  
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