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Autore: Plutarco    01/03/2013    1 recensioni
Storia di un ragazzo, Liam, che entrando per sbaglio in un bar Gay, conobbe il barista che l'aiuto ad uscire da una situazione imbarazzante. Da allora comincia il suo travaglio, perché si rende conto di non essere come tutti, ma più speciale, come quei ragazzi che fino al giorno prima, prendeva in giro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Contesto generale/vago
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Note d’autore:
Salve, mi sono cimentato a scrivere una storia in due capitoli, spero che vi piaccia e se volete recensite pure, così posso cambiare ciò che sbaglio e posso migliorare. Grazie in anticipo!

Ps: so anche di non essere una cima a scrivere, ma mi piace. Buona lettura!


1

Il Cambiamento


Il sole era già alto in cielo, e la sveglia cominciò a suonare come una pazza, il suo suono si insinuò nella mia mente, con un gesto violento della mano, la spensi. Mi alzai dal letto e guardai l’ora e mi accorsi di essere in ritardo, il panico mi prese lo stomaco, stavo per perdere il pullmino della scuola.
Corsi in bagno, mi lavai e mi vestii con una rapidità assurda, e arrivai in 10 minuti in cucina, dove presi a volo un toast e salutai di sfuggita mia madre con un bacio sulla guancia.
Percorsi il vialetto di casa tranquillo, sicuro di non essere più in ritardo, aprii il cancelletto, con il suo cigolare, mi accorsi che il pullmino stava per ripartire. Lo richiusi rapidamente alle mie spalle e cominciai a correre, ma ormai era già partito. Il pensiero che percorse la mente fu:

<< Merda, ora devo fare un isolato e mezzo a piedi! >>

Ecco come iniziò la giornata che mi cambiò la vita, la giornata che mi insinuò in me il dubbio di essere diverso da come pensavo.

Percorsi l’isolato e mezzo, che mi divideva dalla Baruch College Campus High School, con le cuffie nelle orecchie come facevo sempre. Arrivai con ben 2 ore di ritardo. Percorsi il corridoio della scuola con passo abbastanza veloce, finché arrivai alla porta della mia classe, ma non entrai. Ripercorsi il corridoi a ritroso e me ne andai.
Era la prima volta che lo facevo, la prima volta che marinavo la scuola. Mi incamminai verso la metro per andare a perdere tempo in un bar a Brooklyn, che mi aveva consigliato un amico.
Percorsi tutto il tragitto, senza pensare a nulla in particolare; arrivai fuori al bar ed entrai senza pensarci due volte. Seduto al bancone, richiesi un Manhattan. Dopo un paio di ore che sorseggiavo il mio drink, il locale comincio a riempiersi. All’improvviso un ragazzo si avvicinò a me e con un gesto al quanto imbarazzante mi disse:

<< Salve, sei nuovo qui vero?? >>

Mentre lui giocava con i suoi capelli, il mio viso assumeva sempre più un’espressione schifata, e dissi a bassa voce:

<< Cavolo, dove sono andata a capitare!! In un bar di omosessuali?! >>

All’improvviso, mi accorgo che il barista arriva in mio soccorso e scaccia il ragazzo. Prima che tornasse al suo lavoro, gli dissi:

<< Grazie per l’aiuto! Mica questo è un locale Gay?! >>

Lui con un sorriso molto ironico rispose:

<< Direi proprio di si, e da quando sei entrato, che ho capito che non eri adatto a questo posto! Ti conviene finire il tuo drink e andartene se non vuoi altri inconvenienti. >>

Colsi il suo consiglio subito, bevvi il resto del Manhattan in un sorse e me ne andai. Appena uscii dal locale la prima cosa che promisi a me stesso fu:

<< Non ci verrò più in questo posto e la prossima volta mi informo meglio sui locali che mi consigliano. >>

La prima parte della promessa che avevo fatto a me stesso, sapevo di non poterla mantenere, perché qualcosa in me era cambiato in quel momento, nel momento in cui il ragazzo tanto gentile, che faceva il barista, venne in mio soccorso. Avevo bisogno di conoscerlo.
Era ormai sera ed ero tornato a casa. Passai tutta la cena e la notte e a pensare a quel ragazzo che mi aveva colpito in quel modo, ma nello stesso momento stavo male, perché in me dicevo:

<< IO non sono come loro, a me piacciono le ragazze! >>

Sapevo anche che per chiarirmi le idee, dovevo riandare da lui e parlargli.

   
 
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