"Lars, James dov'è?"
"Poco fa ho sentito qualcuno che correva in bagno, per non so se era lui...vai a controllare "
"Quante birre avete bevuto fra tutti?"
"James se n'è scolata una confezione da solo, più ne ha prese altre 3 da quella di Jason"
"Cazzo..."
"Perché? Di solito lo regge l'alcool"
"Evidentemente stavolta no!"
"Stai tranquilla, non ha nulla..sta solo vomitando."
"Vabbè, sta comunque male..."
Lars mi guardò in modo perplesso, e lasciò andare un "E' abituato" ma io ormai ero al piano di sopra...troppo lontana per rispondere.
Mi avvicinai alla porta di camera mia, ed era socchiusa...la aprii e trovai James che dormiva beatamente sul mio letto. Si svegliò perché nell'entrare cadde una sedia.
"Ehii, ecco un'altra persona che rompe il mio sonno"
"Come stai?"
"Ora meglio, stanotte è stata un incubo..spero di non passarne più"
"Lo spero anche io per te" gli diedi un bacio sulla guancia e mi guardò male.
"Che ho fatto?!"
"Nulla, tranquilla...sarà l'effetto di tutte le birre che ho bevuto"
"Ieri sera com'è andato il concerto?"
"Bene, non ho mai steccato!" Si mise a ridere come un pazzo.
"Che ridi? ahahah hai steccato o no?"
"Che importanza ha? Ormai è andata! Avrei dovuto pensarci ieri ahahah"
Mi tirò un cuscino, e cominciammo a fare la "lotta" come la chiamava lui, era bello vederlo felice e sorridente...ultimamente era sempre triste e ansioso, forse a causa di tutti i concerti che stavano facendo.
Vivevamo la maggior parte del tempo sul pullman, e non avevamo quasi mai il tempo di tornare in quel luogo che chiamavamo 'casa', quello dove ridevamo in continuazione e dove tutti i pensieri, o almeno gran parte di essi sparivano.
"Eva, io credo che non dovremmo più tornare qui, insomma è solo un luogo che mi crea nostalgia addosso. Tanto viviamo sempre sul pullman, che senso ha tornare indietro tutte le volte?"
"James, vivere di rancori e nostalgie non serve a niente.."
"Mi manca..:"
"A tutti manca Cliff, James nessuno l'ha dimenticato, e nessuno lo farà mai se continuiamo a mantenere vivo il ricordo"
Non mi ero accorta però che mentre stavamo parlando, Kirk aveva sentito tutto. Era quello più legato a Cliff, e la sua morte gli aveva lasciato un vuoto che non era più riuscito a colmare.
Lo trovai fuori dalla porta, seduto in terra che piangeva a singhiozzi; in quel momento lo vidi non come un amico, ma come un fratello più grande, come una persona che aveva bisogno di aiuto, e che non ci scherzava affatto con i sentimenti.
"Perché non entri?"
"No, non voglio disturbarvi"
"Dai, che ti farà bene parlarne un po'! "
Appena James lo vide entrare corse ad abbracciarlo. Finalmente non vedevo due amici, ma due fratelli!