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Autore: Unicorno sbrilluccicoso    01/03/2013    0 recensioni
Mi girai e trovai davanti a me un ragazzo. Allungò la mano e si presentò. Mi sembrava gentile, stava sorridendo. Mentre io arrossivo, era lui. ''Piacere, sono Simone!''.
Alex detta Lux. La sua più grande passione è la musica. E' una ragazza come le altre, con problemi con la propria famiglia, voglia di ribellarsi e di provare tutto. Incontra Simone. Un ragazzo simpatico e estroverso. Anche lui ama la musica. Questa loro passione li farà incontrare sui banchi di scuola e diventeranno grandi amici, forse qualcosa in più...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ciao a tutti, questa è la prima storia che scrivo e 
sono abbastanza gnagnagna capite vero?D: Spero
che recensiate in molti ** Ah e se fate un liceo linguistico,
 vi chiamate Simone e fate il 2DLL allora don't worry, non
siete voi. ''I personaggi e i fatti narrati sono puramente casuali'' XD
E poi non scriverei mai di un tizio a scuola con il rischio che lui possa leggere la storia,  no!
Comunque la storia è partita da un sogno che ho fatto molto gnagnagna
e quindi spero che vi piaccia <3
 
 
''I'll paint it on the walls, 'cause i'm the one at fault. I'll never fight again, and this is how it ends...''. Quando ascolto la musica sono assente, sempre. Puoi parlarmi, urlarmi, ma al primo tentativo non ti sto ascoltando. Sono in un mondo a parte, nel mio mondo. La musica mi fa quest'effetto, mi trasporta isolandomi dal resto come se intorno a me ci fosse una cupola di vetro che amplifica il suono delle mie cuffie. Amo la musica. E' la cosa più importante che ho in questo mondo. In questo schifo di mondo. Se dovessi naufragare in un'isola, mi porterei dietro le mie cuffie. Se un giorno prende fuoco la scuola, salverei le mie cuffie. E' tutto quello che ho bisogno per sopravvivere. Ad ogni mo...
  ''AHIAA'' qualcuno mi aveva tirato un calcio sul piede. Più che un calcio sembrava in tram in collisione. Alzo gl'occhi. Moon.
''Ehi pronto, Lux, ci sei? E' tutto occhei?''
''No, aaah. Si ma il piede...cos'hai al posto delle scarpe, mi hai fatto male'' con tono molto lagnoso. Tanto per esagerare. 
''Ah ma zitta, non fa male!'' seguito con un gesto della mano tipico di quando si cerca di minimizzare un po’.
''NO. Penso mi stia uscendo sangue...ODDIO UN'EMORRAGIA, STO MORENDO AAAAAAAAHH'' dopo questa battuta scoppiamo in una fragorosa risata di quelle moolto rumorose e che se ci pensi anche ore dopo ti viene da ridere. Ed eravamo sopra l'autobus. E comunque non stavo scherzando, mi faceva male davvero. Oggi portava le creepers, come di solito fa 3 giorni scolastici su 5. Quelle scarpe sono più che altro dei trampoli come lei stessa le definisce, che hanno il rialzo di 3.7 cm. Sono bianche con l'intreccio a scacchiera nera davanti. Quelle scarpe sono davvero pericolose, se vi lancia una di quelle in testa, come minimo vi manda in neurologia o vi ritrovate invalidi o vi viene amputato metà cervello, o tutte queste cose insieme. Comunque, Moon è la mia migliore amica e come me ha gli stessi gusti musicali, grazie a dio. E' l'incrocio tra Nancy Spungen e Holden Caulfield in versione femminile. Seriamente. Bionda, bassina e magra. E la cosa più importante è che mi capisce sempre, anche quando ascolto la musica, riesce a capire se sono triste o felice, nonostante abbia uno sguardo sempre molto perso, sia mentre ascolto che mentre non ascolto, che io sia depressa, triste o felice ed entusiasta. E' strano come riesca ma penso che sia normale tra due amiche come noi. Ci conosciamo da tantissimo tempo. Anche se all'inizio non eravamo tanto affiatate, specialmente gl'anni che riguardano le medie. Ci eravamo allontanate più che altro per colpa delle brutte compagnie. Ci siamo riavvicinate, secondo me, grazie alla musica. E' uno dei motivi per cui ci tengo molto.
''Oh, ti vedo strana, è successo qualcosa?''
''No no, niente, oggi solita giornata, la noia. Succedesse qualcosa ogni tanto in quella stupida scuola''. Io e lei frequentiamo la stessa scuola ma non la stessa classe, siamo state divise in due corsi diversi (e per di più lei è nell'altro edificio, l'latra sede insomma) ma frequentiamo lo stesso indirizzo. Oggi non era stata la solita giornata noiosa e allo stesso tempo non era successo niente di sbalorditivo. Non è che non volessi raccontarle ma in quel momento non mi sentivo in vena, non ne avevo la voglia. Non mi riesce mai di fare una cosa se non sono in vena. Ad ogni modo vi racconterò tutto dal principio.
Questa mattina è cominciata decisamente male. Mi sono svegliata in ritardo e ho dovuto fare una corsa contro il tempo per non perdere l'auto che passa verso le 7.25. La sveglia non era suonata. Ho preso le prime cose che mi sono capitate di mano (tutte ammucchiate sulla sedia, mio armadio personale!): i jeans strappati, la ultramegamaxi maglietta da basket rossa con il numero 17, di mio fratello che gli va 245 volte grande, con sotto la canottiera nera, le mie converse, un trucco like panda evaso dal wwf e fuori alla velocità della luce.  Non è che condivido la camera con mio fratello ma adesso la stanno ripitturando e quindi dorme per terra da me, momentaneamente. Probabilmente scendendo di tutta fretta dal letto ed essendomi dimenticata di lui sotto, gli sarò atterrata sul torace. Mio fratello, Enis, ha un anno in più di me, 17. Gli avevano regalato quella maglia per il suo compleanno e visto che a me piaceva, me la mettevo quando volevo anche se lui si arrabbiava un po’. In un certo senso lui è molto attaccato alle sue cose.
 Fortunatamente ero riuscita a prendere l'autobus, non che me ne importasse molto. In California gl'autobus passano ogni 5 minuti, 5-6 di fila se non di più. Ci andrei anche a piedi ma oggi non mi andava tanto. Fatto sta che riuscii ad arrivare a scuola con 5 minuti di anticipo. Come mio solito me ne stavo fuori, all'uscita, a condividere le cuffiette con Moon e a salutare ogni santissima persona della mia classe con i soliti bacini sulle guance. La maggior parte delle persone ti si avvicina e non fa nemmeno finta di fare lo schiocco, si appoggiano e basta, ti porgono la guancia, come se avessero un'intolleranza. Ad esempio quella tizia delle medie, Debqualcosanonricordopiùchisenefrega, che la mattina veniva, ti salutava tutta felice da lontano, ti raggiungeva e ti porgeva la guancia, non ti baciava ma ti sfiorava, che tu volessi o no. Probabilmente ti odiava pure, ma lo faceva lo stesso. Era una falsa, delle più false che io abbia mai conosciuto. Le medie erano piene di persone come lei, una più falsa dell'altra, di quelle montate al 100%. Ti bastava guardarle, anche da lontano, e capivi che erano false. Anche se non le conoscevi lo capivi come se ce lo avessero scritto in fronte con tanto di insegne e freccette e lucine neon come a Las Vegas.
 Stavamo per entrare insieme a tutta la mandria di gente. C'è chi fa a gara a chi entra per prima, se sei fortunato non ti becchi nessuna gomitata, chi invece pensa di essere non so quale specie avanzata di tartaruga che cammina lentamente, moolto lentamente e per qualche disfunzionalità dei muscoli si fermano in mezzo alla strada, tanto dietro di loro non ci sono 2757384 persone che avanzano spedite come soldati, noooo. Immaginate la scena e prendete delle ragazze, mettetele tutte di fila una affianco all'altra sotto braccetto che devono pensare a quale piede mettere per prima in modo da coordinarlo con le altre, camminano a rallentatore (oltre che a quale piede mettere per prima devono pensare a sculettare e ad aggiustarsi i capelli ogni due per tre), che vi stano facendo girare le scatole e improvvisamente si fermano in mezzo alla strada con tutti quelli dietro che si stanno ammazzando a chi entra per prima. Si crea il traffico, letteralmente! L'odio che mi assale. Andrei là e le staccherei i capelli uno a uno! Mia nonna andrebbe più veloce, cavolo! Io me la prendo sempre con calma perché non mi va tanto di spomparmi già all'entrata, la mia classe si trova all'ultimo piano. Stavo entrando insieme a Moon e ci si è affiancato un ragazzo, insieme ai suoi amici. L'avevo già visto prima, se non mi sbaglio è una sorta di rappresentante d'istituto o cose varie. E' da un po’ che lo osservavo, non che io sia non si sa quale stalker addestrata da un'associazione criminale, ma ha qualcosa di famigliare, la sua faccia ha qualcosa di famigliare. Non c’ho mai parlato perché sinceramente mi vergognerei un po’, anche perché è più grande. Arrivate alle scale io e Moon ci salutiamo e mi avviai verso la classe. Oggi esco alla 13. 5 ore in quella classe, con l'orario che abbiamo oggi, è da mandarti al manicomio, senza scherzi. Due ore pallose di matematica alle prime due ore del lunedì ti distruggono la giornata. Se durante la lezione sentite lamenti, non siete nell'inferno di Dante. Siamo noi alunni che ci struggiamo dal dolore. Se durante la lezione sentite versi strani tipo ''L'esorcista'', nessuno è posseduto dal diavolo. Sono gl'alunni che lo invocano, che tentano di suicidarsi offrendo come dono a Satana i lori polsi con lunghe esclamazioni della serie ''TAGLIAAAH, FALLOoOoOoOoOoO''.  Il resto però è più leggero, fortunatamente. Un'ora di tedesco, frequento un liceo linguistico dove le materie che prevalgono sono appunto le lingue, e le ultime due ore inglese. Durante l'ora di matematica non seguo mai, se ci provassi mi ritroverei spiattttellllata sul suolo buttandomi dalla finestra, dico sul serio. O come niente, dall' ultima fila mi lancio degna di una medaglia d'oro alle Olimpiadi, mi butto sul professore e gli stacco la testa a morsi. Di solito non ho questo tipo di fantasie, sinceramente mi fa anche un po’ schifo, ma la matematica dà libero sfogo alla mia fantasia che decido di non sprecare ma di utilizzarla per passare il tempo. Durante queste ore io disegno. Disegno tutto ciò che mi passa per la testa, anche scarabocchi a volte. Amo disegnare. E' una delle mie passioni oltre alla musica. Uno dei miei sogni futuri sarebbe quello di aprire una galleria d'arte. Sarebbe fantastico! Ogni tanto, nei momenti più difficili o di depressione, di improvvisa ispirazione o di sfogo, prendo e dipingo. E la mia ispirazione è la musica.
Matematica così passa veloce. Tedesco invece mi diverte. La nostra professoressa mi piace tanto, è tra le mie preferite anche perché il suo modo di insegnare è unico. Non è noiosa e severa, è simpaticissima e divertente. Per farci imparare come salutare in tedesco, un giorno di è presentata in classe con un pupazzetto, una marionetta sulla mano, e ci faceva parlare con il pupazzo. Quella d'inglese invece è un'arpia malvagia a cui spuntano '' gl'artigli, i peli, la barba, gl'occhi si iniettano di sangue e diventa mannara'' se si arrabbia. Ma almeno insegna bene. Cattiva ma brava, in fondo in fondo, molto in fondo.
 All'ultima ora era venuta la bidella, la somma e grande bidella profetessa di buone notizie. Infatti, ci chiese, a nome della prof. di francese, chi è che suonasse qualche strumento, chitarra, pianoforte, batteria, basso, violino. Mi sorpresi di vedere che ad alzare la mano c'ero solo io e Mat. Lui suona i cucchiai, i cucchiai cavolo, ma non penso vada bene. Credevo che anche gl'altri suonassero qualcosa, tipo Roh il violino. Mi sentii un po' imbarazzata, ero l'unica ad aver alzato la mano e tutti mi fissavano. Io suono la chitarra da quasi 7 anni, 3 che suono anche il pianoforte e amo questi due strumenti nonostante siano due strumenti opposti. In casa ne ho all'incirca 2 (sarebbe più corretto dire che ne ho 1 perché l'altra si è rotta, ma comunque ce l'ho) chitarre classiche e 2 chitarre elettriche e in soggiorno il pianoforte che era stato della mamma.
Successivamente la bidella mi chiese di seguirla dalla professoressa perché voleva parlarmi. ''Ti faccio conoscere i tuoi colleghi'' con tono molto gentile. Mi portò in 2°D linguistico. Io frequentavo il 1°D linguistico (in questo liceo le classi iniziano dalla ''classe base'' che sarebbe una prima superiore quindi tecnicamente farei il secondo) e quindi erano come dei miei colleghi per me in quanto appartenenti alla stessa sezione. Esitavo un po' ad entrare, li erano tutti più grandi di me, anche se solo di un anno, ma mi vergognavo lo stesso perché io ero piccola in confronto a loro e quindi...è difficile ma è come se avessi paura di ciò che possano pensare vedendomi. Forse ''guarda, quella è sicuro una semplice'' o ''si ma guarda che si è messa''. Cercai di non farci caso e di fare l'indifferente ed entrai. Stavano facendo lezione e io che li interrompevo non passai inosservata. Tutti si voltarono a guardarmi. In quel momento capii come si sentivano i bambini dell'asilo quando dovevano recitare sul palco per la prima volta e si trovano davanti 54836 persone. 
''Ah buongiorrrno lei è...?''
''Mi chiamo Alex, vengo dal 1°D linguistico''
''Oh si buongiorrrno'', mi strinse la mano, ''ti hanno già spiegato il nostrrro prrrogrrramma?
Programma, quale programma?  ''Ehm no, hanno chiesto chi suonasse uno strumento in classe nostra e io ho alzato la mano''
''Si, va bene ma prrrima di spiegarrrti il prrrogetto, ti faccio conoscerrre il tuo compagno che ti aiuterrrà, con cui farrrrai coppia insomma...'' 
Mi girai e trovai davanti a me un ragazzo. Allungò la mano e si presentò. Mi sembrava gentile, stava sorridendo. Mentre io arrossivo, era lui.  ''Piacere, sono Simone!''.
 
Ah e se trovate qualche errore, colpa mia,
sono uno schifo nella grammatica,
più che altro alle doppie a.a occhei a presto,
vado a scrivere il continuo. Sarà un parto, me lo sento t.t
A presto!<3
  
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