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Autore: Shanimalrules    01/03/2013    5 recensioni
“Te la ricordi la prima volta che è successo? Eravamo a Parigi, alla fine del primo concerto degno di essere chiamato con quel nome; eravamo ubriachi fradici e strafatti di funghetti allucinogeni.’’ Sorrise tra sé. “poi ti ho fatto entrare in stanza e chissà come e perché siamo finiti sul letto uno sull’altro e…ed è capitato.’’ Con capitare si indica un qualcosa che succede una tantum, ma tra loro non era successo solo un paio di volte per sbaglio, entrambi lo sapevano bene. O meglio, Matt ne era profondamente consapevole, forse Dominic, invece, ancora doveva ammettere questa verità a sé stesso.
Per lo meno, così sperava il suo Bells.
[Bell/Dom]
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I want the peace and joy in your mind'
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Escape

 


“Il problema sai qual è? Che tu non vuoi neanche provarci!” urlò Matthew Bellamy in preda all’isterismo.
“Cosa?” Dominic Howard staccò gli occhi dal giornale che faceva finta di leggere per guardare il suo collega.
Matt sbuffò e prese a camminare avanti e indietro per la stanza. Era visibilmente inquieto o arrabbiato…o entrambi.
“E’ troppo che va avanti questa storia e ti stai comportando come se fosse una cosa di poco conto!” lo accusò il leader dei Muse.
“Perché ce l’ha, invece?” sollevò il sopracciglio il batterista, che aveva preso sotto gamba il nervosismo di Matt.
“Oh vaffanculo! Vedi? È come dico io! Che a te non frega un cazzo, io invece mi sto mangiando il fegato!”
“Dai Bells calm…”
Bells, l’aveva chiamato proprio Bells, Matt non poteva crederci.
Bells, come lo chiamava sua madre.
Bells, il nome che urlava mentre facevano l’amore.
Ogni volta che lo chiamava così era un tuffo al cuore. Non aveva nulla a che vedere con la tenerezza che provava quando era sua madre Marilyn a chiamarlo in quel modo. Ripensava alle sedute spiritiche che faceva insieme a lei o quando Marilyn una sera, all’età di undici anni, gli aveva predetto il suo destino da rockstar.
Con Dom invece era tutta un’altra storia: quel nome sapeva di lussuria e passione, era troppo intimo per essere nominato in una circostanza del genere e, dato che stavano litigando (o meglio, era Matt a litigare con lui), quel nomignolo era decisamente del tutto fuori luogo.
“Oh, non chiamarmi Bells, Dom! E non dirmi di calmarmi, dobbiamo parlare!’’
Dom si rese conto che la situazione iniziava a farsi seria, conosceva Matt da tanto tempo e lo capiva più di chiunque altro. Allora decise di posare il giornaletto sul tavolino e di togliere le gambe dai braccioli del divano per mettersi a sedere composto e dare ascolto seriamente al suo migliore amico.
“Vuoi parlare? Ok bene, parliamo.” Chissà dove li avrebbe portati quella conversazione.
“Parla tu Dom! Dì qualcosa! Io sto impazzendo, questa situazione sta diventando insostenibile.’’
“Matt cos’è che vuoi di preciso? Non fare giri di parole inutili o non arriveremo mai da nessuna parte. La situazione di cui parli siamo io e te. Io e te ogni tanto facciamo sesso…è a questo che ti riferisci, no?’’
Ma davvero per lui andava bene così? Come faceva a farla così semplice?
Non voleva giri di parole? Bene, sarebbe arrivato al punto come una pugnalata dritta nello stomaco.
“Cosa siamo io e te?’’
Coltellata sferrata bella forte!
 Dom sentì lo stomaco sottosopra, più che una coltellata si sentiva come se gli fosse passato sopra un carrarmato;  aprì la bocca per parlare ma non uscì neanche un suono.
“Appunto.’’ Mormorò Bellamy.
“Dobbiamo parlarne proprio adesso? Siamo in tour, godiamocelo cazzo!’’ si irrigidì il batterista, che proprio non si aspettava una domanda così diretta e vincolante.
Vincolante, sì. Perché una risposta escludeva l’altra.
Erano amici? Gli amici non fanno sesso o l’amore o qualsiasi cosa sia.
Fidanzati? I fidanzati non fanno sesso solo quando se ne ricordano o hanno voglia. I fidanzati fanno l’amore sempre: quando si guardano, si parlano, si toccano. Anche questa era da escludere dunque.
Amanti? Uhm risposta plausibile. Ma a Dom non piaceva quella definizione. Lui non aveva amanti.
Scopamici? Non sarebbe piaciuta a Matt, lo avrebbe trovato un termine estremamente volgare e superficiale.
Eh beh, effettivamente lo era.
“Quando dobbiamo parlare allora? Adesso siamo in tour, poi saremo in pausa, poi in sala registrazione e poi nuovamente in tour.’’
“Matt, davvero, io non credo sia il momento…’’ chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie.
Il cantante allora sospirò, poi si sedette sullo sgabello di fronte al divano sul quale era seduto il batterista della band. Non era arrabbiato, solo amareggiato e deluso. “Stai scappando Dom, è solo questo quello che stai facendo.’’
“Quale cazzo è il tuo problema? Fino a ieri non ti facevi queste seghe mentali! Non te le sei mai fatte! Facevamo ciò che ci pareva e basta! Ora cosa è cambiato? Cosa ti preoccupa tanto?’’
Il frontman dei Muse prese un bel respiro, non sapendo da dove partire. Poi pensò che l’inizio di tutto sarebbe stato il modo più facile.
Forse.
“Te la ricordi la prima volta che è successo? Eravamo a Parigi, alla fine del primo concerto degno di essere chiamato con quel nome; eravamo ubriachi fradici e strafatti di funghetti allucinogeni.’’ Sorrise tra sé. “poi ti ho fatto entrare in stanza e chissà come e perché siamo finiti sul letto uno sull’altro e…ed è capitato.’’ Con capitare si indica un qualcosa che succede una tantum, ma tra loro non era successo solo un paio di volte per sbaglio, entrambi lo sapevano bene. O meglio, Matt ne era profondamente  consapevole, forse Dominic, invece, ancora doveva ammettere questa verità a sé stesso.
Per lo meno, così sperava il suo Bells.
Dom non proferì parola, ma Matt era certo che stesse ripercorrendo i ricordi con la mente così come stava facendo lui in quel momento.
Poi proseguì. “Vedi…io pensavo che fosse tutta colpa dell’alcool e dei funghetti. Ma poi è successo anche una seconda volta e una terza e una quarta. E ora non prendiamo più droghe da anni ma continua a succedere lo stesso.’’
Dom si passò una mano tra i capelli biondi e Matt pensò a quanto fossero morbidi.
“Io devo capire perché sono così maledettamente attratto da te in ogni cazzo di istante che stiamo insieme.’’
Viva la sincerità! Dom questa volta non lo avrebbe potuto biasimare in quanto a giri di parole.
“Ma perché darci per forza una definizione? Siamo amici da una vita Matt, non c’è mai stato bisogno di spiegare niente. Tutto è sempre stato chiaro.’’
“Niente è più chiaro da quella notte per me. Se per te è tutto chiaro, allora te ne prego di farmici capire qualcosa, perché davvero io non so cosa pensare.”
Howard si alzò dal divano e si diresse verso il mobile su cui era poggiato il pacchetto di sigarette e ne accese una.
Doveva essere nervoso, pensò Matt. Lui fumava sempre quando era nervoso. Si conoscevano da una vita, erano cresciuti insieme, erano diventati uomini insieme. E adesso si comportavano come due adolescenti che stavano vivendo il loro primo amore.
“Non lo so neanche io, ok? Non c’ho mai pensato…non ci voglio pensare.’’ Finì in un sussurro.
“Ora è tutto molto più chiaro.’’
“Mi stai asfissiando, mi stai sempre addosso come se io potessi darti tutte le risposte che cerchi, ma non è così!’’ esplose “Forse non avremmo mai dovuto commettere questo errore. Eravamo giovani, avevamo vent’anni, eravamo ancora dei fottuti mocciosi! Ma ora non lo siamo più, siamo cresciuti, uomini. E dobbiamo decidere su cosa concentrarci, quali sono le nostre priorità…’’
Matt ascoltava il suo migliore amico assorto, cercava di capire cosa lui gli stesse dicendo e per quanto si stesse sforzando di comprenderci qualcosa, davvero non ci riusciva.
Sapeva solo che Dom aveva menzionato parole come ‘risposte’, ‘errore’, ‘giovani’, ‘uomini’ e ‘priorità’ tutte nello stesso discorso. Aveva soltanto intuito che non stava per dirgli nulla di buono.
“Il nostro scopo era il divertimento. Concerti, feste, sesso, droghe…adesso tutto è cambiato:  questo è lavoro, Matt. Abbiamo investito troppo in questo progetto, tengo troppo ai Muse e…’’
“Hai paura che una nostra plausibile relazione possa rovinare tutto.’’ Concluse Matt per lui.
“No!’’ controbatté subito il batterista, ma poi ci ripensò: era esattamente ciò che temeva. “Sì.’’
“Sei spaventato…’’
“Neanche Chris sa nulla, te lo ricordi questo? Tu come glielo diresti, sentiamo?! ‘oh Chris a proposito, io e Matt stiamo insieme. Questa storia va avanti da più di 10 anni, c’eravamo dimenticati di avvertirti che hai due amici finocchi che scopano!’ Dai, sei troppo intelligente per non badare a queste cose!”
“Sei spaventato Dom’’ ripeté il cantante, tentando disperatamente di trovare una giustificazione o un appiglio alla speranza “è comprensibile ma possiamo provare e vedrai, andrà tutto bene…’’
 “Io non voglio provarci Matt.” Pronunciò a denti stretti. Gli faceva male dirglielo così. Non sapeva neanche se era quello che realmente voleva, in fondo. Di Matt gli importava, tanto.
Forse aveva rovinato tutto così, però. Bellamy lo avrebbe evitato, non ci sarebbe più stata complicità tra la band e tutto sarebbe andato a puttane comunque. Chris se ne sarebbe accorto e che scusa avrebbero trovato per giustificare tutta quella tensione?
“Quindi non ti frega un cazzo di me.’’ Asserì Matt ormai rassegnato.
“No! Cioè sì! Diamine, sì che mi importa di te! Come puoi pensare una cosa del genere?” Si avvicinò a lui e gli prese il viso tra le mani. Si specchiò nel blu dei suoi occhi, così profondi ma anche incredibilmente tristi in quel momento. Lo abbracciò e gli sussurrò nell’orecchio. “Scusami, io non voglio farti star male, non ho mai voluto…se solo avessi saputo dei tuoi sentimenti prima non avrei mai permesso che ti riducessi in questo stato.’’
Matt sperò con tutto se stesso che Dom gli desse un bacio…ma così non fu. Sciolsero l’abbraccio e il cantante andò a sedersi sul divano ad occhi bassi lasciando il biondo in piedi, che non sapeva cosa fare o dire.
“Certo, per te è stato solo un errore!”
“Non era quello che intendevo…’’
“Il significato della parola ‘errore’ è molto chiaro.’’
Dom non replicò, si sentiva solo un idiota in quel momento.
“E ti faccio pena, cosa ancora più grave. Povero, patetico Matt che ha pensato anche solo per un momento di essere corrisposto e invece…che cazzone che sono!”
“Vuoi smetterla di comportarti come un bambino? Non mi fai pena e non sei un cazzone solo perché hai rivelato i tuoi sentimenti. Sei cazzone anche per molto altro!” e subito il batterista si pentì amaramente per aver fatto una battuta così infelice. Ma Matt sorrise e il cuore di Dom si riempì di gioia nel vedere le labbra di Matthew incurvate all’insù e non poté che sorridere anche lui. Poi gli si sedette accanto. “Senti. Quello che c’è sempre stato tra di noi ha contato molto per me e lo conta tutt’ora ma non voglio avere una relazione con te. Noi siamo amici e tali resteremo.’’ Chiarì.  “Vedrai che col tempo lo capirai anche tu e sarai d’accordo con me.’’ Poi si alzò e si diresse verso la porta, perché non riusciva più a sostenere quella conversazione con Matt, era caso chiuso per lui. Che in quel modo avesse messo la parola fine ai Muse, oppure no.
Ma Matthew Bellamy non era famoso per quello che ‘si arrende alla prima difficoltà’. “Sai cosa fa uno che non vuole neanche provare? Scappa. Ed è quello che stai facendo tu Dominic, stai solo scappando!”



*****






 

Salve a tutti :3
Finalmente mi sono convinta a scrivere una BellDom lol non sono particolarmente appassionata a questo pairing, ma mi sono voluta sbizzarrire :3
Questa shot è per un certo senso ispirata al testo di escape, come appunto dice il titolo. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, perchè ho qualche idea in mente e...potrebbe esserci un sequel! Oppure due xD
Spero davvero vi sia piaciuta...perchè io non sono mai soddisfatta dei miei lavori!
Grazie a tutti voi perchè se state leggendo queste righe vuol dire che avete letto tutta la shot. Baci,
Shan.

   
 
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