“Ma ti pare il caso?!” esclamai con un tono arrogante.
Mi girai e vidi solamente un ragazzo, il suo sguardo era piuttosto curioso ma le sue labbra avevano un sorrisino che già mi dava sui nervi.
“Scusami, stavo correndo e bhe…missà che ti sono andato adosso.” Mi disse.
“Oh ma allora sei un genio, sai non me n’ero accorta finchè non me l'hai detto, no, aspetta, sono a terra con il culo dolorante quindi ti ringrazio Mr. Ovvio.”
A quel punto lui si mise a ridere e mi porse una mano per tirarmi su, la afferrai ma una volta in piedi la lasciai subito, stavo per dire ancora cose poco carine verso quello sconosciuto quando mi ricordai che dovevo prendere un’ aereo.
“Scusa, ma io devo andare a prendere un’ aereo quindi grazie della caduta e arrivederci.”gli dissi con finto tono gentile, avrà capito pure lui che era ironico.
“Ah si, e dove va madame?”mi chiese ancora con quello sguardo curioso.
“A Los Angeles e se abbiamo finito, adesso vado.”
Presi il mio bestione anche comunemente chiamato valigia e me ne andai, non mi girai, non mi feci più domande su quel ragazzo, volevo solo prendere quell’aereo e andare a Los Angeles, sperando che li ci fossero altri ragazzi con occhi color miele, sorrisi mozzafiato e sguardi seducenti ma che almeno questi non ti facessero cadere a terra.

Una volta salita sull'aereo, mi affrettai a prendere posto, non che ce ne fossero rimasti molti visto il mio ritardo causato anche da un coglione sconosciuto.
Vidi un vecchietto che dormiva e due posti liberi vicini, capivo perché gli altri passeggeri non ci si erano seduti, stare a sentire il russare di qualcuno non è proprio il viaggio ideale ma vista la situazione mi sedetti.
Tirai fuori il libro che stavo leggendo in quel periodo e cominciai a perdermi nelle avventure dei protagonisti finché qualcuno non mi chiese “Mi scusi, posso sedermi?”
Mi girai e lo vidi, ANCORA.
Ma è un inseguimento? Una candid camera? Oggi giorno non si può più prendere un’ aereo con tranquillità?
“Ehm, non ci sono altri posti simpatico sconosciuto che si diverte a far cadere la gente?” gli chiesi con un tono ironico.
“Oh andiamo, mi sono già scusato, non ho fatto apposta, ero in ritardo per prendere l’aereo e non ti ho vista e se ti guardi in giro noterai pure tu che di posti non ce ne sono più tanti, e io vicino al drogato là infondo non mi ci siedo.” Mi disse come se fosse una spiegazione ovvia, mi girai per osservare un attimo il cosidetto drogato per poi rigirarmi e sospirare.
“D’accordo, siediti pure, spero ti piace il dolce suono del russare perché migliore musica qui non ne troverai.”
Lui rise, e per una volta ascoltando quella risata notai che era davvero bella, era naturale, sincera, anche se proveniva da un individuo piuttosto strano. 
Lui mi porse la mano per la seconda volta ma invece adesso era per presentarsi.
“Mi chiamo Justin simpaticona” mi disse col sorriso sulle labbra.
La strinsi e ancora con qualche riguardo di antipatia nei suoi confronti gli dissi:
“Io sono Katherine, per gli amici sono Katie, quindi tu chiamami Katherine.”
“Sai credo sia la prima volta che incontro una ragazza cosi permalosa nella mia vita, normalmente le ragazze sono più simpatiche nei miei confronti, non so se mi capisci” mi disse facendo una risatina al quanto irritante.
“Si, immagino il perché, sei bello, hai dei bei capelli, degli occhi dolci come il miele, un sorriso niente male, ma non per questo cambio personalità con te, non sei il primo ragazzo bello che incontro sai, Justin.”
Lui rimase un po’ stupito della mia risposta, non se l’aspettava, ma io di certo non ne avevo di peli sulla lingua, nemmeno con un ragazzo attraente come Justin.
“Ti ho sottovalutata, scherzavo prima con te, era per sciogliere il ghiaccio sai, voglio solo, conoscerti ecco, oppure se vuoi facciamo cambio posto e faccio amicizia col vecchietto che russa.”
Da quando ero salita su quell’aereo quello fu il momento in cui risi a quel Justin, niente male come battuta anche se non mi esaltava tanto l’idea di passare le prossime ore con lui come compagno di viaggio, non so perché mi dava un senso di inquietudine e non sapevo bene che fare quindi decisi che riprendere la lettura fosse la cosa migliore.
Mi stavo concentrando sulla storia che era racchiusa tra quelle pagine quando lui parlò di nuovo:
“Oh andiamo, non avrai l’intenzione di passare le prossime ore a leggere vero? Io mi sto annoiando a morte, credo che anche tu debba andare in pensione come quel signore vicino a te se passi il viaggio in aereo leggendo chissà quale romanzo su ragazzine tormentate e depresse.” 
Io mi girai e gli dissi:
“Ciò che intenzione di fare durante il viaggio, non ti riguarda, ti conosco da si e no 15 minuti quindi ti prego di non interferire, se vuoi divertirti chiedi un po’ di erba al drogato là infondo caro.”dissi senza ormai nessuna pazienza.
A quel punto con uno sguardo arrabbiato mi rispose anche lui a tono:
“Perfetto, sei una testarda, permalosa, io che cerco di fare il simpatico e fare conversazione ma tu sei insopportabile, stai pure li a leggere, io me ne sto per i fatti miei.”
Non mi aspettavo che rispondesse cosi, avevo esagerato?
No! Ma che dico, quello mi butta a terra e si mette in mezzo agli affari miei e pretende ancora conversazione da me, ma che si fotta.
Penso che sarebbe stato un lungo viaggio.

 

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Ragazze mie, sono felice che stiate seguendo la storia, spero che continuerà a piacervi, recensite cosi io e l'altra mia amica possiamo continuare a scrivere per voi.
Grazie di tutte bellezze e alla prossima  
-A.