Sattumalta Suomalainen
Importante:
Tutto quello che leggerete è
inventato. Frontman e band non ci appartengono e tutti i riferimenti a storie o persone
(nomi compresi) realmente esistite è puramente
casuale.
Note dell'autore : Questa FF nasce dalla collaborazione di Judeau e LaTuM. Tutti e due fan degli HIM e tutti e due con una morbosa passione per due paesi europei [lei la Finlandia e per me... Non ve lo dico neanche!!]. L'idea generale della trama appartiene a LaTuM [così come il titolo ^^] e a lei si deve l'inserimento di parole finniche... Diciamo che tutta la FF era, e forse sarà, principalmente incentrata sulla Finlandia [i personaggi, una volta tanto, sono gli HIM], ma non ho potuto fare a meno d'inserire l'elemento crucco [il cognome Felsen e le origini miste di Abigail sono di mia proprietà XD]. Per adesso abbiamo solamente pronto il primo capitolo [della stesura e impaginazione mi occupo io... Amo troppo scrivere queste note introduttive e simili, a differenza di lei, che mi ha molto gentilmente lasciato questo amato compito XD]
Al momento siamo entrambi in una fase di stallo, alias siamo tutte e due in attesa dell'inizo dell'università [il 26 si avvicina per entrambi inesorabilmente... ] e, per un motivo o per l'altro, non possiamo garantire un costante aggiornamento. Abbiamo anche paura che la FF possa bloccarsi, ma per adesso preferiamo non pensarci e scrivere quel che ci viene [anche se bisognerebbe dire, QUANDO ci viene]...
Speriamo che la FF possa essere di vostro gradimento ^^
Kapitel 1
The New Generation
#
Erano
quasi le 8 di mattina dell'8 settembre 2031.
Davanti
ad un edificio, abbastanza malandato ma per lo meno ancora in piedi, si
era radunata una folla di ragazzi di un'età compresa fra i
quindici e diciannove anni. Stava per iniziare la scuola e
alcuni, o meglio, la maggior parte di loro non
vedeva già l'ora che finisse.
-Ma
non potevano eliminarlo questo maledetto esame?-
domandò un ragazzo buttando fuori il fumo della sigaretta.
-Piantala
di lamentarti!! Tu almeno a scuola vai bene!!- lo rimproverò
l'amico.
La
cosa strana che ci poteva constatare, se si guardava attentamente il
gruppo di studenti, era che quei due ragazzi erano considerati un
po’ "la merce pregiata" della scuola. I licei linguistici
sono da sempre quasi dei ginecei e la media prevede circa due,
o al massimo tre, ragazzi per classe.
-Tra
quanto arriva la tua donna uomo nero?-
-Non
lo so Fla, lo sai che è sempre in ritardo...-
-Ma
non vedi l'ora di vederla...-
-Sono
tre settimane che non la vedo... Sai com'è... Lei
è andata a fare le vacanze con i suoi in Sicilia, mentre io
ero in Germania con mia madre... Mi sembra ovvio che mi sia mancata...-
disse il ragazzo accendendosi un'altra sigaretta.
Uno
dei due ragazzi era alto, biondo e occhi castani, un fisico ben
costruito e lineamenti abbastanza marcati. Indossava un paio
di jeans molto larghi a vita bassa, una maglietta rossa con la
faccia di Che Guevara, un po' di bracciali neri ai polsi, una collana
di corda e legno e una fascia nera che teneva fermi
dei dreads che gli arrivavano sotto le spalle.
L'altro
era vestito completamente di nero, pantaloni, scarpe, maglietta e una
giacca leggera... Come riuscisse a non morire di caldo era ancora un
mistero. Anche i suoi capelli erano neri e, insieme al pallore del suo
viso, facevano risaltare due intesi occhi verdi. Era anche lui
abbastanza alto, anche se meno del rasta, piuttosto magro e con una
voce molto profonda. Immancabili, smalto e matita nera.
Bob
e Jim, com'erano soliti essere chiamati, le punte di diamante della neo
5B. Si erano trovati molto bene fin dall'inizio della prima superiore e
la loro amicizia poteva definirsi ben più che solida. Non
mancavano gli insulti reciproci ("checcaggine" l'uomo nero ed "encefalo
marcito" il rasta).
-Non
ci posso credere che non sono ancora riuscito a farti fumare erba...-
-Io
quella merda non la fumo, mi basta quella delle sigarette!!-
All'improvviso
l'uomo nero venne fatto cadere dalla transenna di metallo su cui era
seduto.
-Poc...LILY!!-
esclamò appena vide chi aveva attentato alla sua vita.
-Ciao
amore!- disse lei abbracciandolo dopo che si fu rialzato. Il ragazzo
non si fecce troppi scrupoli e la baciò con trasporto.
-Dio,
quanto mi sei mancata!-
Così,
dopo aver ricompattato il gruppo, i tre entrarono nell'edificio e
salirono le scale che li avrebbero condotti sino alla loro nuova
classe.. O sgabuzzino per le scope, fu il loro commento appena videro
l'aula. Era fredda, piccola, spoglia e sporca.
-Ma
in che merdaio siamo finiti??!- domandò Jim.
-Lascia
perdere.. Andiamo a sederci ai soliti posti...-
La
ragazza si chiamava Lilith Kithiara Iside Risso... Un nome breve e
facile da ricordare. Era abbastanza bassa e in carne, con i capelli
castani e gli occhi azzurri. Era una ragazza semplice, non
indossava nulla di particolarmente stravagante, a differenza dei due
amici, ma la cosa veramente invidiabile di Lilith era l'intelligenza. A
quanto ne diceva lei, era tutto merito di sua madre. A vederla, nessuno
avrebbe mai immaginato che sarebbe potuta essere la ragazza giusta per
Jim, e invece, il giugno scorso, quei due si erano messi insieme con
grande stupore di tutti.
La
campanella suonò, e questo segnò l'inizio delle
lezioni del loro ultimo anno scolastico, sempre che tutto sarebbe
andato per il verso giusto. Durante la prima ora venne consegnato
l'orario delle lezioni, operazione che aveva interrotto un' "amena" ora
di lezione con la loro "amata" professoressa di francese. Subito dopo
avrebbero avuto un'ora d'inglese, una di tedesco e una di
storia/filosofia.
-Beh...
Un orario leggero, non c'è che dire...- commentò
Bob con evidente sarcasmo.
Dopo
le ore di lingue, in cui i ragazzi sentirono prediche su prediche
rispetto la maturità, l'impegno che avrebbero dovuto
metterci in quell'anno e chi più ne ha più ne
metta, arrivò la tanto agognata ultima ora di
storia/filosofia. Sapevano che avrebbero avuto un/a nuovo/a
professore/ssa, ma non avevano idea di chi avrebbe potuto essere.
Con
dieci minuti di ritardo, entrò in classe un uomo abbastanza
alto, biondo con gli occhi verde, vestito con un paio di jeans, una
camicia bianca e una giacca nera leggera.
-Buongiorno
a tutti!- disse e fu subito possibile notare un leggero difetto di
pronuncia nella "r"
-Tutto
bene?- domandò poi.
Gli
rispose un coro di "Oh" che lo fece sorridere.
-Non
so quanto vi possa consolare, ma diversi anni fa ero seduto proprio
dove ci sei tu- disse indicando la compagna di banco di Lilith,
Antonella - a sentire prediche sulla maturità, ergo, io non
ve ne farò.-
Gli
studenti ringraziarono il professore.
-Voglio
fare l'appello, almeno così potrò cercare
d'imparare i vostri nomi... Ditemi qualcosa di voi, che musica
ascoltate, cosa vi piace leggere, cosa avete mangiato ieri sera...
Quello che volete!! Non ho mai amato le ultime ore... Uhm..
sedici femmine e due maschi... Nella mia ex classe c'era una ragazza in
più, comunque. Il mio nome è Oscar Canetti, ho
quarantatre anni. Ho studiato lingue in questa scuola per cinque anni
per poi dedicarmi alla filosofia e questo è il primo anno
che sono insegnate di ruolo. Ascolto molta musica, metal più
che altro, ma non rinnego neanche quella truzza... Ora smetto di
annoiarvi - disse sedendosi sulla cattedra con registro in mano -
Balbini Alessandra, chi è?-
Una
ragazza alzò la mano e si presentò,
così fecero tutti sino a "Risso Lilith Kithiara Iside", dopo
"Paglieri Flavio" che il professore aveva già iniziato a
chiamare Bob.
-Anche
qui ti ritrovo??!- domandò l'uomo.
-Non
è colpa mia!- gli rispose la ragazza.
-Ma
chi te l'ha fatto fare di seguire le impronte mie e di tua madre??!-
-Sono
andata sul sicuro...-
-La
vostra compagna e la figlia di una mia ex compagna di scuola e di un
mio amico. State tranquilli che non ci saranno preferenze nei suoi
confronti. Avrà il vostro stesso destino, se non peggiore!!
- tutti risero - Tu comunque salti la presentazione!!-
Vennero
chiamate altre due ragazze e poi "Felsen Ville Lauri".
-Che
nome curioso...- osservò il professore.
-Me
lo dicono tutti...-
-Da
dove vengono?-
-Sono
nomi di origini finlandese, mentre il cognome è tedesco...-
-Felsen...
Ah, già... Ma come mai?-
-Sono
nato ad Helsinki. Mia madre è per
metà italiana e per metà tedesca, mio padre,
invece, per metà ungherese e per metà
finlandese... E basta...-
-Ma
dai? E parli qualche lingua?-
-Un
po' il tedesco quando vedo mio nonno e lievemente il finlandese.-
-Veramente?
Sapresti dire qualcosa?-
-Uhm,
so presentarmi... Ho lasciato la Finlandia
che avevo quattro anni, quindi più di tanto non ho imparato.-
-E
come ti presenteresti?-
-Hyvää
huomenta! Minun nimeni on Ville. Olen suomalainen ja italiainen. Olen
Melkein seitsemäntoista (*) ... Fin la
piccolo sono cresciuto a pane e Iron Maiden, suono il basso con Flavio
nel nostro gruppo, i PIT OF DARKNESS e...basta.-
-Farò
finta di aver capito quello che hai detto... Ma come mai sei nato ad
Helsinki?-
-Mia
madre studiava là, ci ha vissuto per nove anni, quattro dei
quali con me. Ha conosciuto mio padre, io sono nato per errore
e così, dopo che lui l'aveva tradita, lei ha deciso
di tornare a vivere in Italia.-
Ville
era stato molto schietto e, pur senza aver detto nulla, si capiva che
provava un odio profondo nei confronti di un padre che, effettivamente,
non aveva mai avuto e non poteva ricordare.
Il
professore non lo diede a vedere, ma per un istante gli era
sembrato di rivedere qualcuno in quel ragazzo...
*
Per
quel giorno la scuola finì e Lilith propose a Ville
di andare a casa sua, ma lui fu costretto a rifiutare.
-Oggi
torna mia madre dalla Finlandia e la casa fa veramente schifo... Devo
ancora mettere a posto tutto!!-
-Alla
ti va di venire sabato da me?Così ti faccio conoscere i miei
e il prof. Oscar.. E' davvero simpaticissimo!!-
-Va
bene, tanto mia madre non avrà nulla da obiettare...-
-Perfetto
allora..- disse andandosene con un piccolo broncio.
Capendo
cosa voleva, Ville l'avvicinò a se e, dopo averle dato un
dolce bacio, le sussurrò all'orecchio "Mina rakastan sinua"(+)
La
ragazza sorrise.
-Ti
amo anch'io Ville...-
Si
salutarono e si diressero verso casa.
-Com'è
Lilith?- gli chiese Flavio durante il tragitto in autobus.
-Non
male, certe volte un po' pesante, ma effettivamente.. L'adoro!!-
-E
lei adora te... Si è innamorata del tuo fascino finnico!!-
-Fottiti
Fla!-
-Ma
lo sai che tutte le donne ti adorano... E nonostante tutto non ti
dispiace essere principalmente finnico!!-
-Già...
Anche perchè, da quello che so, sono la fotocopia di mio
padre da giovane. In fin dei conti poteva andarmi peggio... Come
è successo a te!-
-Fottiti
Jim!-
Flavio
scese qualche fermata prima di Ville che, per il resto del tragitto,
accese il suo lettore mp3 per fagli compagnia. Dopo cinque minuti scese
dall'autobus e si diresse verso casa. Era l'ex casa dei suoi nonni,
dove sua madre aveva sempre vissuto prima di partire per la Finlandia. I
suoi genitori, una volta andati in pensione, avevano deciso di tornare
a vivere in Germania. Ville era andato a trovarli molte volte e non
poteva dargli torto. Avevano una bella villa in poco distante da una
cittadina bavarese. Vivevano circondati da montagne, boschi e natura...
In confronto a Milano, quello era un paradiso!!
Quando
il ragazzo entrò in casa non trovò nessuno, se
non un biglietto in cucina con su scritto:
"Sono andata
a fare la spesa. Spero tu abbia il buon senso di mettere a posto il
porcile che hai lasciato...
Mutti"
Ville
si sentì in colpa.
C'erano
tutti i piatti di una settimana da lavare, pentole sporche, briciole,
polvere e macchie sul pavimento... Avrebbe potuto fare un po' ordine,
almeno il giorno prima...
Mangiò
velocemente una scatoletta di tonno ed iniziò a pulire
immancabilmente con la musica a tutto volume nello stereo.
Dopo
due ore aveva finito tutto, più o meno, ma di sua madre
neanche l'ombra.
All'alba
delle 19.15 sentì il campanello suonare.
-Buona
sera!! Come va?- disse il ragazzo.
-Ma
ciao cucciolo!! Dammi una mano con la spesa!!-
Il
ragazzo obbedì immediatamente e, appena tutti i sacchetti
furono in casa la madre lo abbracciò.
-Quanto
mi sei mancati PikkuNalle!!- (@)
-Anche
tu Mutti!- rispose il ragazzo -Che si mangia per cena?-
La
donna rise e si fece aiutare a mettere in ordine quello che aveva
comprato.
-Ti
prego, dimmi che li hai comprati per cucinarli questa sera!!-
implorò il ragazzo mostrando una confezione di crauti
già pronti per essere scaldati in micro-onde.
-Si,
sono per questa sera... Ci penso io a cucinare, tu vai a mettere in
ordine la stanza perchè so che fa schifo e che non l'hai
ancora riordinata...-
-Ma
anche la tua stanza è un casino...-
La
madre gli lanciò uno sguardo.
-Si,
mamma. Vado..- disse lui lasciando la cucina.
In
camera sua accese lo stereo e iniziò a portare in bagno i
vestiti sporchi e mettere i libri, sparsi sul pavimento, negli
armadi. Non è che trovasse molto giusto che lui dovesse
essere ordinato quando, nella camera di sua madre, era impossibile
camminare per colpa di libri, scatoloni e vestiti, sparsi per tutto il
pavimento.
Dai
racconti dei suoi nonni aveva capito che la donna non era cambiata
molto da quando era una ragazza. Era rimasta disordinata, un po'
infantile per certi punti di vista e molto simile a quando era giovane.
Questo scarso cambiamento lo aveva attributo sia al fatto che la
generazione di sua madre aveva assistito alla rivoluzione culturale del
XXI secolo sia al fatto che lei aveva cresciuto, da sola, un figlio
nato da una strana relazione.
Ville
non aveva mai saputo molto rispetto suo padre... Sua madre,
tranne quando doveva dirgli che gli assomigliava, non ne parlava mai.
Gli aveva raccontato che suo padre era ungro-finnico, che
avevano avuto una relazione abbastanza lunga,
che successivamente alla sua nascita erano rimasti ancora
insieme ma, quando lui, dopo essere tornato da un viaggio di lavoro
durato un anno [Ville non aveva idea di che lavoro facesse suo padre],
le aveva detto che aveva trovato un altra donna, sua madre
aveva preferito lasciare la Finlandia. Probabilmente
quell'uomo era stato il grande amore della sua vita, ma dopo il
tradimento lei non aveva più voluto avere a che fare con
lui, così aveva deciso di ritornare in Italia, dov'era
cresciuta.
-Ville!!
La cena è pronta!!- disse la donna entrando in camera.
-Eccomi...-
disse lui spegnendo lo stereo e seguendo la donna.
Una
volta in cucina il ragazzo prese due birre dal frigorifero e, dopo
averle aperte, le mise sul tavolo.
-Crauti...
Currywurst.... Sto sognando vero? E per dolce?-
domandò sedendosi al suo solito posto.
-Quello
che desideri sempre...-
-Studel
di mele con panna montata...- disse il ragazzo pregustandosi il dolce e
riempiendosi la bocca di crauti.
-Com'è
andata a scuola?- domandò la donna.
-Bene...
No, non è vero. Ci stanno facendo non so quante prediche
rispetto la maturità, i professori sono allucinante e ne
abbiamo uno nuovo di storia e filosofia che è amico dei
genitori di Lilith e, pensa un po', a frequentato anche lui quella
scuola!!-
-Ma
dai!! I casi della vita!!-
-Era
compagno della madre di Lilith... Tu sei sicura di non averli mai
conosciuti?-
-C'erano
milleseicento studenti della mia scuola... E poi sono passati
così tanti che anni non ricordo molti visi...-
Ville,
finito di cenare, si accese una sigaretta e ne
offrì una alla madre.
-Che
onore! E' la prima volta che mi offri di tua sponte una sigaretta...-
-Devo
farmi perdonare per il caos che ti ho fatto trovare...-
-Perdonato...-
disse lei guardandolo attentamente.
Il
ragazzo, accortosi di quello sguardo, si coprì velocemente
l'orecchio sinistro con una mano.
-Li
ho già visti gli orecchini, ti stanno bene...-
-Ah...
Non sei arrabbiata?-
-No,
anch'io ne ho fatti diversi di nascosto...-
Rimasero
in silenzio per qualche minuto. Ville si era reso più volte
conto di essere un ragazzo veramente fortunato, sua madre era una delle
persone più dolci ma severe allo stesso tempo che avesse mai
conosciuto. In casa vigevano pochissime regole, ma queste andavo
assolutamente rispettate.
La
madre lavorava al dipartimento storico della sua università
e, ogni tanto, doveva fare alcuni viaggi all'estero per assistere alle
conferenze dei "professoroni" (com'era solito chiamarli lui) o
semplicemente andava in Finlandia a trovare vecchi amici.
-Com'è
andata da Leena?- domandò Ville.
-Direi
benissimo. Ti manda tanti saluti e un regalino...- disse lei
sventolandogli davanti al naso un sacchetto.
Ville
lo aprì incuriosito e all'interno trovò... Una
scatola di preservativi!!-
-Le
hai detto di Lilith, vero?-
-Ovvio.
Quello è solo uno scherzo, il vero regalo è
sotto....-
-NO!!-
esclamò lui estrando alcuni cd.
Abigail
non aveva capito come Leena ci fosse riuscita, ma la finnica era
riuscita a trovare tuti i cd originale dei Nightwish autografati con
dedica a un finnico "Ville". Essendo i Nightwish la band preferita del
figlio di Abigail, e visto che la dedica portava il nome del ragazzo,
aveva pensato che sarebbe stato bello farglieli avere.
-Mi
piace... Kiitos!!- (¤)
-Non
devi ringraziare me, pikku suomalainen, ma Leena...- (†)
-Ringrazia
la zia da parte mia quando la senti...-
-Potresti
chiamarla tu...-
-Ma
io non so il finnico!!-
-Sai perfettamente
che Leena parla benissimo l'inglese...-
Ville
ignorò le parole della madre.
-Sabato
Lilith mi ha invitato a casa sua per farmi conoscere i suoi genitori..
Posso andare vero?-
-Certo,
ma ti pare che ti impedisca di andare a casa della tua ragazza??!-
-Te
l’ho mai detto che sei la madre migliore del mondo?- disse
Ville prendendo l’accendino dalle mani della madre per
accendersi una seconda sigaretta.
Abigal
spense la sua nel posacenere e rimase a fissare il ragazzo.
-Perché
mi guardi così?-
-Stavo
solo constatando quanto sei bello… E Lilith sia
fortunata…-
-Beh,
quello fortunato sono io… A volte lei è un
po’ stressante, ma è…
Fantastica…-
-Con
i Pit come va?-
-Bene!
Flavio ha fatto un sacco di progressi con la chitarra, soprattutto ora
che suo padre gliene ha regalata una nuova per il
compleanno…- disse in tono accusatorio.
-Si
lo so. Ho capito… Andremo a cercarti un basso nuovo, nero
magari, e non di seconda mano…- disse la donna alzando gli
occhi al cielo.
-Non
è che non vada bene perché è di
seconda mano… Ma è fucsia!!-
Abigail
nel frattempo si era alzata e aveva iniziato a sparecchiare per mettere
in ordine la cucina.
-Con
te tutto nero fa molto Razorblade!!-
Ville
aveva rinunciato a capire perché,
secondo sua madre, nero e fucsia facessero tanto “lametta”…
#######
NdA:
(#) Finlandese per caso
(*) Buon giorno, il mio nome è Ville. Sono italiano e finlandese. Ho diciassette anni.
(+) Ti amo
(@) Orasacchiotto, pikku = piccolo / nalle = orso
(¤) Grazie
(†) Piccolo Finalndese
PS: Il nome del gruppo di Bob e Jim, aka Flavio e Ville, è Pit of Darkness ma, non dimenticate, che i Pit of Sorrow sono il gruppo di Davo, aka Judeau!!
La scelta del liceo linguistico non è stata casuale, dato che tutti e due siamo reduci dello stesso indirizzo, anche se di due scuole differenti.
Mentre l'inizio FF ambientato il primo giorno di scuola era già stato programmato da tempo, ma direi che al momento è anche un'argomento di grande attualità.... Speriamo solo non sia una sofferenza per voi e per tutti quelli che leggeranno e che quest'anno dovranno affrontare la maturità XD [Ad ogni modo ne approfittiamo per augurarvi in bocca al lupo!!]
Noi, da parte nostra, non possiamo fare altro che augurarci che il primo capitolo sia stato di vostro gradimento e che, in qualche modo, la storia possa suscitare il vostro interesse.
Fateci sapere cosa ne pensate!!
Questo è un capitolo che altro non fa che mettere pulci nell'orecchio. Le idee per il continuo ci sono, basterà solo mettersi sotto e darsi da fare con la stesura... Se ne varrà la pena ^^
Kuss und/ja Suukko
Judeau und/ja LaTuM
[Ad ognuno la sua lingua... A me il crucco, a lei il finnico ^^]