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Autore: groffgasm    02/03/2013    11 recensioni
IAN/MICKEY. Missing moment della 3x06.
Si prese qualche istante per ammirarlo da lontano. Sembrava sereno e rilassato da lì. Ed era bello. Così bello da togliere il fiato. Ed era suo. Già, suo. Il suo Ian. Allora sorrise. E solo per un attimo Mickey pensò di essere il ragazzo più fortunato del mondo. E nessuna droga e nessuna birra avrebbero mai potuto farlo sentire meglio di così.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mickey uscì dalla doccia e si legò un asciugamano alla vita. Si asciugò rapidamente il corpo nudo prima di passare a tamponarsi i capelli. Mandy si sarebbe incazzata come una iena se l’avesse visto usare uno dei suoi asciugamani. Ma quello era l’unico asciugamano pulito che Mickey era riuscito a trovare.
 
È solo un fottuto asciugamano del cazzo. Perché deve sempre farne una tragedia? Ragazze!
 
Per fortuna Mandy non era lì quella sera. Quella mattina Mickey l’aveva pregata di lasciare a lui la casa per la notte.
 
“E per quale motivo vorresti la casa tutta per te?”
“Non sono affari tuoi, ok?”
“Devi invitare qualcuno? Ti stai scopando qualcuna senza dirmelo, per caso?”
Qualcuno, avrebbe dovuto correggerla. Ma invece lasciò stare. “Sì, devo scoparmi qualcuna quindi ho bisogno della casa libera!”
“Chi è la puttana? La conosco?”
“No, non la conosci. E smettila di farmi tutte queste cazzo di domande! Vattene e non tornare prima di domani sera!”
“Ok, ok! Che cazzo, Mickey!”
 
Mickey sapeva che prima o poi avrebbe dovuto dire la verità a sua sorella. Rimandare non sarebbe servito a nulla. Si era ritrovato sul punto di dirle tutto un paio di volte. Sono gay, Mandy. Semplice e diretto. Aveva persino fatto le prove nella sua testa immaginando le diverse reazioni che quella frase avrebbe potuto scaturire. Ma le parole gli si erano bloccate in gola e aveva fatto qualche stupido commento sulle sue tette invece. Mickey amava sua sorella anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti a lei o scritto su un bigliettino d’auguri. Mandy era la sua famiglia. La sua unica famiglia. Sin da piccoli avevano imparato a prendersi cura l’uno dell’altro perché l’altro era tutto ciò che avevano. La vita era stata una puttana per i fratelli Milkovich. Ma i fratelli Milkovich non si fanno fottere da nessuno, le aveva sempre detto. E soprattutto non si fanno fottere da una puttana.
 
I pensieri di Mickey vennero interrotti quando il suo sguardo finì sullo spiraglio creato dalla porta aperta del bagno e da quello che riusciva a vedere al di là di esso. Mickey pensò di non aver mai visto nulla di più bello in vita sua. Ian era seduto sul suo letto con la schiena appoggiata alla parete tappezzata di poster. Indossava solo i suoi boxer. Si prese qualche istante per ammirarlo da lontano. Sembrava sereno e rilassato da lì. Ed era bello. Così bello da togliere il fiato. Ed era suo. Già, suo. Il suo Ian. Allora sorrise. E solo per un attimo Mickey pensò di essere il ragazzo più fortunato del mondo. E nessuna droga e nessuna birra avrebbero mai potuto farlo sentire meglio di così.
 
Quando entrò in camera sua, Ian si alzò in piedi.
 
“Dormi nudo?” gli chiese.
“Sì, perché? Problemi?” replicò Mickey facendosi più rigido.
 “No… assolutamente no.”
 
Ian sorrise e Mickey finì col fare lo stesso. Quel sorriso era diventato il suo punto debole, il suo tallone d’Achille, la sua kryptonite. Lo amava e lo odiava allo stesso tempo. Lo amava perché sapeva di esserne la ragione e ciò lo rendeva felice e lo amava perché Ian diventava ancora più meraviglioso ai suoi occhi quando sorrideva. Lo odiava perché gli faceva abbassare la guardia, lo rendeva fragile e vulnerabile, e Mickey non voleva sentirsi così.
 
Dopo aver spento la luce, non si dissero più nulla. Semplicemente si infilarono sotto le lenzuola, si sdraiarono l’uno di spalle all’altro cercando di mettere più spazio possibile tra di loro per non rendere le cose troppo imbarazzanti e infine chiusero gli occhi. Nessuno dei due aveva mai dormito con un’altra persona prima di allora. Ian aveva ricevuto l’invito a farlo sia da parte di Kash che del Dottor Lishman, ma con loro si era sempre e solo fermato al sesso. Le notti aveva sempre preferito passarle nel suo letto. Con Mickey era diverso però. Con Mickey non era solo sesso. Per lui, almeno. Per quanto riguardava Mickey invece… beh quello era un mistero. E tale doveva rimanere. Ian sapeva che Mickey non era ancora pronto a parlare di quello che c’era tra di loro né a dare una definizione al loro rapporto e a lui andava bene così. A lui Mickey piaceva così. In fin dei conti poco gli importava di fiori, cioccolatini e smancerie varie. In fin dei conti gli importava solo di lui.
 
Ian non riusciva a chiudere occhio. La sua vita era incasinata più che mai nell’ultimo periodo. Ma per quanto fosse strano ammetterlo, le cose con Mickey procedevano nella direzione opposta. Le cose con Mickey andavano sorprendentemente bene. Insomma, l’aveva invitato a passare la notte a casa sua, aveva cucinato per lui, avevano visto un film insieme come ad un vero e proprio appuntamento e ora stavano dormendo nello stesso letto. Pochi giorni prima l’aveva addirittura baciato. Stava gradualmente scoprendo un nuovo lato di Mickey di cui era praticamente sicuro che nessun’altro conoscesse l’esistenza. Un lato più caldo… un lato a cui importava.
 
Forse non sono solo una bocca calda per lui. Voglio dire… perché ha fatto tutte quelle cose se non per dimostrarmi che a me ci tiene almeno un po’?
 
Ian sapeva benissimo che Mickey non era bravo con le parole. E sapeva anche che non era colpa sua. Era stato cresciuto così. Era certo che non avrebbe mai sentito uscire dalla sua bocca frasi come “Mi piaci” o “Ti amo”. No, quello non era Mickey. Mickey era quello che picchiava chiunque gli si avvicinasse in preda alla gelosia invece. Mickey aveva un modo tutto suo di dimostrare affetto. E Ian aveva imparato ad accettarlo.
 
Sì, Mickey doveva provare qualcosa per lui. Ian ne era ormai quasi certo.
 
E voleva ringraziarlo. Perché sapeva quanto dovesse essere difficile lasciarsi andare per uno come Mickey. Voleva dimostrargli quanto fosse grato per tutto ciò… il bacio, l’invito a passare la notte a casa sua anziché in quel posto orribile, la cena...  E allora lo fece nel modo migliore in cui Ian Gallagher sapesse farlo.
Si girò sul fianco opposto e, dopo essersi avvicinato di più a Mickey, lo abbracciò da dietro.
 
“Ma che cazzo fai, Gallagher?!” gridò Mickey liberandosi dalle presa di Ian.
“M-Mi dispiace… I-io volevo solo…” cominciò a balbettare Ian, ed ecco che sul suo volto compariva quell’espressione da cucciolo indifeso e spaventato.
 
Mickey non lo faceva apposta ad irrigidirsi così. Spaventare o allontanare Ian era l’ultima cosa che volesse. Oltre a Mandy, Ian era l’unica persona a cui importava davvero qualcosa di lui, l’unica capace di farlo sorridere, di farlo stare bene, per cui Mickey avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di proteggerla e l’unica che gli faceva venir voglia di essere una persona migliore. Ma quella corazza di difesa che si era creato anni fa sarebbe stata difficile da abbattere da un giorno all’altro.
Le braccia di Ian l’avevano colto di sorpresa. Non riusciva nemmeno a ricordare l’ultima volta che qualcuno l’avesse abbracciato. Forse perché probabilmente non era mai successo. Nessuno aveva mai abbracciato Mickey Milkovich.
 
“Cerca di dormire e basta, ok?” aggiunse, stavolta un po’ meno aggressivo.
Ian annuì e poi tornò a sdraiarsi di faccia alla parete, assicurandosi di lasciare a Mickey tutto lo spazio che voleva.
 
Sono un idiota del cazzo! Voleva solo abbracciarmi! Devo rimediare a questo casino del cazzo prima che si renda conto di quanto io sia un cazzone spaventato che non lo merita minimamente e mi pianti in asso una volta per tutte! Fanculo! Maledetto Gallagher! Le cose che farei per te…
 
Allora Mickey si girò in direzione di Ian e lentamente lo avvolse nelle sue braccia. Fu strano e imbarazzante all’inizio, ma dopo qualche secondo il calore del corpo di Ian contro il suo migliorarono la situazione. Ben presto divenne confortante e rassicurante e Mickey abbassò la guardia per lasciare che Ian gli riscaldasse il corpo così come il cuore.
 
“Credevo che non volessi…”
“Lo credevo anch’io.” ammise Mickey.  “Ora sta zitto e dormi. Se dici un’altra parola te ne vai a dormire sul divano.”
 
Mickey riuscì a sentirlo sorridere anche se non poteva vederlo in faccia.
Quel fottuto sorriso.
 
 “Grazie.” sussurrò Ian, fregandosene della minaccia che gli aveva fatto Mickey. Sapeva che non l’avrebbe mai mandato a dormire sul divano.
 
“Ho detto dormi.”
 
E dormire fu ciò che fece Ian. E non pensò più a quello che sarebbe successo l’indomani, a cosa ne sarebbe stato di lui, dei suoi fratelli e delle sue sorelle. E quella notte, tra le sue braccia, sognò di un posto e di un tempo lontano. Un mondo in cui lui e Mickey non erano costretti a nascondersi. Un mondo pronto ad accogliere il loro amore. Un mondo in cui potevano essere felici insieme.
 

 
Nota: Salve :3 Questo è il mio primo tentativo di scrivere una coppia che non sia la St. Berry e so che non è granché ma io amo tanto Ian e Mickey e scrivere questa one-shot è stato un modo per sfogare tutti i miei feelings (che sono decisamente troppi fdgshjaksdghsj). In pochissimo tempo sono diventati una delle mie OTP e mi sono innamorata follemente di entrambi i personaggi. Un ringraziamento di cuore a Ila, Marti e Fra che hanno letto in anteprima e mi hanno convinta a pubblicare! Vi amo tanto, ragazze <3
Un bacio a tutti :)
Giulia.
 
 
  
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