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Autore: Blue Drake    02/03/2013    0 recensioni
Se voli troppo vicino al sole, le tue ali non possono proteggerti dalla sua luce, dal suo calore.
Questo è ciò che accade a coloro che rimangono a terra, ad osservare l'ascesa, senza le ali per poterne seguire il volo
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Troppo Tempo

 

 

«Dì, Bri!»

«Eh?», mormorò, sconsolato, il chitarrista, all'ennesima interruzione da parte del loro seccante batterista.

«Non potremmo, una volta ultimato questo pezzo, aggiungerlo a Queen Rocks? Una cosa tutta nuova e fiammante, secondo me, farebbe un figurone», propose, entusiasta.

«Dici?», fu invece la risposta – o meglio, la domanda – di Brian.

«Perché no? Tu cosa avevi in mente di farne?»

«Doveva essere una delle tracce per Another World, te l'ho già spiegato»

«Sì, ma questo era prima che io ti telefonassi. Ora, però, siamo tutti e tre qui, quindi diventerà qualcosa di nostro. Già te lo dissi, al telefono: “Suona come un pezzo Queen”, e questo sarà!»

«Ma davvero?», lo sbeffeggiò il suo interlocutore.

«Senti un po', Brian...», borbottò il biondo, aggrottando la fronte.

«Dimmi pure, Roger»

«Quando la pianterai di prendermi per i fondelli e di trattarmi come uno stupido e petulante moccioso?»

A quelle parole, Brian non poté fare a meno di sorridere.

«Beh, Rog, forse quando tu la smetterai di comportarti come tale»

Roger aprì la bocca, poi la richiuse, emise un tenue sospiro e gli diede le spalle, per tornare dalla sua batteria, in uno strano silenzio che bastò sia ad incuriosire che ad insospettire Brian.

«Hey... Roger»

Invece di rispondere, l'interpellato roteò un paio di volte le bacchette fra le dita, poi recuperò una piccola chiavetta legata ad un nastro sottile e, con essa, si dedicò a riaccordare i propri strumenti.

Il riccio spostò un momento lo sguardo su John, il quale fece spallucce e si allontanò per bere un goccio d'acqua, lasciando il collega alle grane che si era appena guadagnato di diritto. Così Brian, con cautela, decise di accostarsi alla grancassa.

«Rog, che succede?», mormorò, cercando di fare meno rumore possibile.

«Ho da fare, Brian. Trovati qualcun altro»

«Ma io...»

Gli occhi chiari del batterista si risollevarono lentamente, fissandosi per un lungo e angosciante momento in quelli del chitarrista.

«Sparisci»

Brian non tentò nemmeno di ribattere, si limitò a deglutire e annuire, prima di sparire effettivamente dal raggio d'azione di Roger. Venne così accolto da un piccolo e dolce sorriso di John, e dalla sua voce divertita.

«Sei un grande, Bri»

«Non so nemmeno cosa ho fatto», sbuffò, «Né come», aggiunse, abbassando lo sguardo sulle proprie scarpe da ginnastica.

«Cosa hai fatto è piuttosto evidente: l'hai fatto incazzare di nuovo, come sempre del resto. Il come... Io davvero non lo so, non l'ho mai davvero capito, sai? Sapevo solo che non me ne dovevo preoccupare più di tanto, perché c'era sempre qualcuno che avrebbe risolto il problema»

«Freddie», gemette Brian, risucchiando l'aria in un sibilo turbato. «Lui. Era... sempre lui, ogni volta, a riportarci indietro». Le sue labbra sottili tremarono, «John...»

«Sì?»

«Cosa... C-come facciamo?»

John scosse la testa e si soffermò un momento sulle carte sparpagliate sopra il tavolo.

«Non lo so, Bri. Speravo lo avreste saputo voi... Ci contavo molto»

«Noi», sospirò Brian, «Non so nemmeno da dove iniziare. È da troppo tempo che non... Così tanti anni... E io, ora, non so più cosa fare»

Di nuovo John accennò un sorriso, solo per lui, in un modesto tentativo di consolarlo.

Nel frattempo un fruscio distinto dagli altri attirò la loro attenzione, distraendoli dai loro pensieri funesti. Il tempo di voltarsi, per poter dare un'occhiata a cosa potesse aver provocato quel suono, e furono a mala pena in grado di intravedere la figura del compagno, innaturalmente troppo china sul rullante che aveva di fronte a sé, prima che lo stesso finisse oltre la piccola pedana rialzata sulla quale era precedentemente appoggiato, seguito a ruota dalla grancassa con tom annessi, da un paio di crash e dal ride. Il tutto durò non più di cinque secondi e provocò un fracasso infernale al quale reagirono istintivamente con un sussulto e serrando momentaneamente gli occhi. Allorché li riaprirono, la porta della sala prove stava rumorosamente sbattendo e del batterista non si scorgeva più alcuna traccia...

 

   
 
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