Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: drunkofavril    02/03/2013    2 recensioni
Serena Marshall.
Justin Bieber.
Un incontro stupido, in mezzo a una strada trafficata.
Lei stravolgerà la vita di lui con la sua strafottenza, lui quella di lei, con la sua arroganza e superiorità.
E' tutto un gioco, una scommessa? Ma la vera risposta è: chi si innamora è fottuto.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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SSSCHREEEEEECH.

Uno stridio di ruote che lasciano il segno sull'asfalto. Merda, merda. Maledico mentalmente il coglione che si trova nella macchina nera che mi è quasi venuta addosso. 
"Stupido idiota!" urlo sbattendo la portiera. 
Dall'auto esce un ragazzo, sicuramente più piccolo di me, vestito come un tamarro accaldato in pieno autunno. 
Si avvicina sorridendo. 
"Scusami.. hai i fogli per la constatazione amichevole?" 
"E chi ha detto che non vado direttamente a denunciarti?"
"Hey baby non scaldarti, non l'ho fatto apposta."
Questo vuole botte.
"Ci mancherebbe altro! E non chiamarmi baby!"
Mi giro senza aspettare la sua risposta, apro la portiera della macchina e prendo una penna dal cruscotto. 
Inizio a compilare il modulo con i miei dati, poi lo passo a lui.
Scrive il suo nome: Justin Bieber.
Dopo aver fatto una firma svolazzante, proprio da uno che se la tira, mi porge i documenti e la penna, sorridendo.
Faccio una smorfia e rientro in macchina.
"No...aspetta!"
"Che vuoi adesso?"
"Ti lascio il mio numero, così mi chiami per la cosa dei danni e tutto il resto. E poi non li abbiamo scritti nel modulo."
"Uff.." Sbuffo ed esco nuovamente dalla macchina. 
Tiro fuori il cellulare dalla tasca e glielo passo, scrive il numero e me lo ridà. 
Lo salvo: 'Justin'
"E tu?" 
Lo picchio. Forte.
"Io cosa?"
"Mi scrivi il tuo numero?"
"Ma non ci penso neanche! Ti chiamo io. Ciao, a mai più" 
Lo vedo che assume un'aria da cane bastonato e rientra nella macchina accostata al lato della strada, mette in moto e riparte. Io infilo la chiave nella toppa e ingrano la marcia. Devo sbrigarmi, per colpa di quel coglioncello di Bieber arriverò in ritardo al lavoro e John, il mio capo, mi fa un culo così. 

***

Arrivo in ufficio con un quarto d'ora di ritardo e sono già tutti intorno al grande tavolo ovale,in legno scuro. Samantha picchietta nervosamente la Bic nera sul tavolo, George si passa continuamente una mano fra i capelli e John si guarda in giro. La tensione di stamattina è palpabile, sono tutti nervosi, compresa me. 
"Scusa il ritardo.. un ragazzo deficiente mi è venuto addosso con la sua Range Rover, ho dovuto compilare un po' di scartoffie"
"Sì, sì, ma ora siediti e inizia a pensare, domenica dobbiamo far uscire il giornale e ancora non abbiamo niente, come al solito solo i grafici hanno fatto lo scheletro della pagina, adesso tocca a voi."
"Uff" sbuffo per l'ennesima volta oggi e mi metto al lavoro, usciamo dalla sala delle assemblee e ci posizioniamo tutti alle nostre scrivanie. 


Guardo l'orologio: sono le sei. 
"Ah.. finalmente!" Raccolgo le mie cose e passo davanti all'ufficio di John. 
"Allora io vado.. sono le 6!" 
"Okay, domani cerca di essere puntuale."
Esco dall'enorme hall del piano terra del palazzo in cui è situato il mio ufficio. Lavoro in un'editoria giornalistica, quindi in teoria sono una giornalista. Amo il mio lavoro, mi sono fatta il culo studiando infatti già all'età di 22 anni sono laureata. Non sono mai stata bocciata a scuola, però a 17 anni ho lasciato la scuola perchè ero una cogliona che voleva divertirsi, dopo due anni ho capito che se volevo fare qualcosa dovevo studiare e così mi sono iscritta all'università, senza nemmeno finire le superiori. Per fortuna col test sono passata perchè comunque sono sempre stata brava a scuola, e dopo 4 anni eccomi giornalista, single, ma realizzata. In realtà non del tutto. Mi sento come se mi mancasse qualcosa, sono vuota per metà. Sono irascibile, testarda, anche stronza è vero, ma vorrei poter dimostrare a qualcuno che posso anche voler bene, ho un lato tenero. A proposito, prendo il telefono e chiamo mia mamma, dall'altra parte del Paese. E' una settimana che non ci sentiamo. 
Dopo due squilli risponde. 
"Pronto, mamma?"
"Serena, tesoro! Come stai?"
"Va tutto bene."
"E il lavoro? Sei ancora lì?" 
"Sì mamma, dove potrei andare?"
"Eh non lo so, una ragazza intraprendente come te.."
"Ahahah. dai mamma, ora vado.. ho un sacco di lavoro da sbrigare."
"Ma ti porti anche il lavoro a casa? Oh signore, non ti affaticare troppo! Esci e divertiti, vivi adesso che sei giovane tesoro!"
"Sì mamma cercherò di divertirmi, adesso vado davvero.. Salutami tutti,papà e Marco."
"Buonanotte tesoro."
Chiudo la telefonata e mi butto sul divano, perchè nel frattempo sono arrivata a casa. Con mia madre fingo sempre che vada tutto bene, non voglio darle ansie o preoccupazioni inutili. Non ho nemmeno voglia di preparare la cena.. non ho fame. In pochi minuti mi addormento, sognando di tornare a casa dalla mia famiglia e dai miei amici lontani, e non di stare in un monolocale di New York da sola.



SBEEEEEEEEEEEEEEEEM.
BITCHES, I'M BACK!
eheheheh, sono ancora qui a rompervi i maroni. Oddio non ci credo, sto scrivendo una ff arancione, evento raro, lol. di solito scrivo rosse anche se qui ne ho pubblicata una sola, manco finita lol.
Beeeeene, parlando della storia.. mhh, carino il Biebs rompicoglioni. E leeeei? che figona non è? 
una figa assurda, ma non solo fisicamente! e' proprio una figa! (ancora,lol)
nel senso che, boh, mi piace il suo carattere, stronzissima, intraprendente, si fa il culo per meritare ciò che ha. Lei è Serena Marshall bitches! Okay, mie belle, mi dileguo, mi volatilizzo, evaporo.
-giada, con tutto il suo umile cuore, per voi. much love <3

   
 
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