Fanfic su attori > Johnny Depp
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Autore: Disneyana    03/03/2013    5 recensioni
E se una ragazza con una vita fin troppo ordinaria si trovasse a vivere una serata straordinaria? Se lei, pienamente convinta che un evento del genere non potrà mai più ripetersi, decidesse di non porre alcun freno ai suoi desideri?
Questo è solo l'inizio di un'avventura che porterà la nostra protagonista a scoprire se stessa, un terribile segreto e il vero significato della parola "passione".
"...Combattevo ogni giorno con un forte impulso: quello di fuggire. Fuggire da tutta quella serenità per trovare la capacità di urlare, impazzire, amare e perchè no? anche soffrire. Avevo la costante impressione di vivere come addormentata, i miei giorni erano così uguali, noiosi, insopportabilmente equilibrati. Ecco perchè amavo il cinema: perchè mi portava altrove..."
Se amate Johnny Depp, se vi piace sognare, se vi piacciono le storie con qualche mistero e molto pepe...allora questa è la fanfiction giusta.
Mi raccomando recensite! :D
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1

Ciao ragazze!! ^.^ !!!

Rieccomi qui per la serie: a volte ritornano   =.='

Mi dispiace avervi fatto attendere tanto per gli ultimi capitoli, ma tra esami e casini vari non ho avuto assolutamente modo di pubblicare! :( :(

Perdonatemi se non ho risposto subito alle recensioni ed anche per essere stata breve nelle risposte ma altrimenti  non sarei riuscita pubblicare.

Nonostante la mia assenza voi siete state grandi! Le vostre recensioni mia hanno resa felice *.* *.*  taaaanto taaaanto!!! e non vi nego che mi hanno anche fatta sentire in colpa, mi sono detta " ti scrivono così tante belle cose e tu non pubblichi?? Datti una mossa!" Perciò eccomi qui!

Ho diviso il capitolo in due parti  perchè era LUNGHISSIMO, in questo modo sarà meno pesante per voi e credo anche che sia meglio per le recensioni così se vorrete potremo commentare metà capitolo alla volta e scambiarci opinioni anche su cose che magari lette tutte in una volta verrebbero dimenticate.

Detto questo...beh ci vediamo giù!  <3 <3 <3









 XXV
 
Quando tutto si accende di rosso
 Parte prima




Ogni momento importante della vita è segnato da luoghi importanti. Magari a volte sono posti all'apparenza banali, ma questi all'improvviso si caricano di ricordi diventando bellissimi. Chi di voi non ricorda il posto in cui ha dato il primo bacio? Chi di voi non ricorda il posto in cui ha imparato a nuotare, o ad andare in bicicletta?

Per ogni emozione c'è un luogo e questo può essere un garage, una spiaggia, uno sgabuzzino, un pub, una stradina nascosta... oppure, come nel mio caso, può essere una piccola casa di campagna.

La casa di campagna dei  miei, stava in un luogo piuttosto isolato e mia madre aveva voluto farvi crescere un giardino tutto intorno. Era molto piccola, due stanze in tutto, sembrava la casa delle fate, immersa nel verde e nel rosso dei papaveri che spuntavano selvaggi ovunque.

Mia madre se ne lamentava sempre perché era un pò vecchia e malandata, sarebbe stato necessario ristrutturarla, ma  a me non importava che dalle porte entrassero gli spifferi o  che l'intonaco fosse un po screpolato, la trovavo comunque bellissima. Mi piaceva stendermi a riflettere lontana dal rumore delle automobili, lontana dalle voci della gente: era il regno della pace. I miei preferivano  usarla solo durante il giorno, andare a rilassarsi , ma la sera tornavano sempre a casa Fiore, molto più vicina all'ambulatorio ed allo studio di mio padre.


Dopo l'uscita dell'articolo sulla separazione di Johnny e Vanessa, accendere la tv era diventata un'azione pericolosa per la mia stabilità mentale. Non  che le trasmissioni parlassero solo di loro, ma di certo lo facevano più spesso del solito.
In genere erano articoli di appena trenta secondi, magari trasmessi come cronaca rosa nei tg o negli stupidi talk show pomeridiani, eppure questi provocavano in me reazioni esagerate; per esempio mi ero ritrovata  a strappare in malo modo il telecomando dalle mani di mio padre ed a spegnere la tv inveendo contro quest'ultima
come se potesse sentirmi e rispondermi:

" Ma perchè non provate a trasmettere qualcosa di intelligente o utile?! Gossip gossip! Ma che cavolo me ne frega? Ah e poi ci si lamenta del basso livello culturale dei giovani d'oggi. E certo, il principale mezzo d'informazione ci informa solo di cose che non serve sapere! Che nervi!!"


Lo sguardo sbigottito dei miei genitori aveva funzionato come una sorta di specchio, mi ero vista dall'esterno e  mi ero resa conto che era il caso di trovare una soluzione prima di venir rinchiusa in un manicomio.


Alla fine mi ero trasferita per un pò in quella casetta isolata, quasi fosse una sorta di limbo esterno al mondo. Da circa una settimana quella casetta era diventata il mio rifugio, speravo che la sua pace mi aiutasse a completare la mia tesi e a svuotare la mente.

Non ero ancora riuscita a fare nessuna delle due cose.

Era il ventotto  di Agosto ed io  fuori in giardino appoggiata ad un alberello di more guardavo incantata il tramonto che stava colorando di rosso ogni cosa. Chissà come stava Johnny, chissà se gli capitava di pensarmi...Era passato  più di  un mese da quella bellissima notte, da quella terribile mattina.

Mi mancava, a volte se pensavo troppo a lui l'aria sembrava andar via per l'insopportabile consapevolezza che non mi avrebbe amata, che non poteva amarmi.

Alla fine mi ero resa conto che la cosa migliore sarebbe stata dimenticarlo, avevo scoperto però di non averne la capacità. Perfino l'inaffondabile Stef  dopo la nostra ultima discussione si era resa conto che il mio cuore non si sarebbe sanato tanto facilmente. Avevo provato il vero amore ed era stato magnifico e straziante.

Una macchina arrivò dal vialetto, inerpicandosi tra il fogliame ed il pietrisco, due fari mi illuminarono il volto abbagliandomi.

In un primo momento non riuscii a riconoscere l'auto ne tanto meno i suoi passeggeri. Aguzzai gli occhi rimanendo esattamente dov'ero. I fari si spensero. Era la macchina di Stefania, dopotutto me lo aspettavo, chi altri poteva venire a trovarmi a quell'ora ed in quel posto fuori dal mondo? Dalla nostra ultima discussione dopo la quale le avevo categoricamente vietato di parlarmi di Johnny, lei aveva ricominciato con la sua vecchia strategia: "adescare" turisti spensierati, biondi ed abbronzati e scatenarmeli contro!
I turisti erano la sua passione ed in qualche modo stava provando a contagiarmi, con scarsissimi risultati devo dire...

Aspettai di vedere quale baldo giovane sarebbe uscito dalla vettura. Per qualche strano motivo Stefania non si decideva a scendere dall'auto , mi staccai dall'albero,  mossi un passo nella sua direzione  e poi... e poi tutto sembrò di nuovo accendersi di rosso.


Vi è mai capitato di mettere un piede in fallo scendendo i gradini? Conoscete quella sensazione di vuoto, quando si è convinti che ci sia un altro gradino e invece sono  finiti? Più o meno mi accadde questo. Lo riconobbi subito e credetti di cadere, di svenire, di dovermi svegliare.



Era immerso nell'ombra, vedevo solo la sua sagoma, ma mi bastò. E poi quando si mosse, il ritmo dei suoi passi...i suoi passi, quel modo strano di camminare. Era Johnny, era lui!

Stefania gli rivolse qualche parola che non potevo sentire, ero  pietrificata ed ebbi l'impressione che il tempo procedesse con una lentezza innaturale. La mia amica non venne a salutarmi ma accese  nuovamente il mezzo e ingranando la retromarcia ed andò via.

La luce dei fari lo illuminò; dei jeans chiari, le sue solite vecchie scarpe, una t-shirt nera e larga con la testa d'un capo indiano stampata davanti, al collo aveva solo la medaglietta con l'incisione di Antares ed i capelli erano più lunghi dell'ultima volta e più scompigliati del solito... niente fronzoli, nessun oranamento, eppure era perfino più bello di quanto ricordassi! O meglio lui era bello come sempre, ma il non averlo visto per così tanto me lo fece apparire d'uno splendore accecante.

I miei piedi avrebbero voluto correre da lui, le mie braccia stringerlo forte, ma il cuore ferito stava fermo, piantato contro l'albero di more. A trattenermi era il ricordo del suo sguardo basso e distante mentre io gli dicevo " ti amo". Era stato così freddo ed indifferente mentre io andavo via...

Avevo passato l'ultimo mese a cercare di cancellarlo, avevo passato l'ultimo mese a ripetermi che non l'avrei più visto... Ma adesso lui era qui. Perchè mai era qui? E perchè solo ora?

Lo vidi avanzare e guardarmi, ero come pietrificata. Distolsi lo sguardo per non incrociare il suo, così che non potesse vedere ciò che sentivo. Non volevo si accorgesse che per me non era passato un solo minuto da quei giorni a Roma, che non avevo dimenticato nessun particolare.
Assurdo quanto si può essere stupidi ed orgogliosi quando si ama tanto...

Mi arrivò di fronte, non riuscivo ad alzare gli occhi, fissavo il terreno con insistenza, sapevo che se solo per un attimo mi fossi soffermata sul suo viso allora non ce l'avrei fatta, l'avrei abbracciato, l'avrei implorato di non andare più via, anche se non mi amava. Lui cominciò a parlare, con la sua voce bella, vibrante e... tremante:

<< Me ne vado se vuoi, ma prima devo dirti alcune cose.  Ascoltami... e dopo ti prometto che sparirò, così come mi hai chiesto di fare.>> Fece una pausa, lo sentii respirare a fondo, C'erano tensione e stanchezza nel suo tono. La mia mente, il mio cuore, tutto in me ripeteva solo una frase:

"Non lasciarlo andar via!"
Ma le mie labbra erano serrate.

<< Beatrice...dalla prima volta che ti ho incontrata ho subito sentito l'impulso di proteggerti, di impedire che chiunque ti facesse del male...e alla fine sono stato io a fartene.>>

La sua voce era dolce ed amara al contempo, continuò con veemenza:

 << Volevo mantenere le distanze, pensavo di riuscirci ma tu sei......sei così bella! E non parlo solo del tuo corpo, sei bella sotto tutti i punti di vista, bella nel tuo modo di fare, bella nel tuo modo di muoverti, di sorridere, di arrabbiarti...di essere! Sei bella in un modo atroce e incomprensibile e sembra quasi che tu non te ne renda conto. Ma io si, e ti ho subito desiderata selvaggiamente fin da quella sera a Venezia, ho dovuto tenere a freno me stesso...poi, poi non ce l'ho più fatta,  ho ceduto e non avrei dovuto! Io sono abituato a seguire i miei istinti e con te per la prima volta ho cercato di non farlo... ed ho fallito. Mi trovavo in una situazione confusa e ti ci ho trascinata dentro senza riflettere perchè.... ti volevo troppo. >>

Mi sentii tremare al suono di quelle parole, mi sconvolgeva la sua sincerità, bruciavo per la voglia di dirgli che se mi voleva poteva avermi, indipendentemente da tutto, poteva avermi anche se non mi amava. Ma lui continuò a parlare, sentivo la sua urgenza di spiegare e l'ultimo stralcio di razionalità e di orgoglio mi trattenne dal fermarlo, dopotutto avevo bisogno di capire.

<< Quella mattina mi sono comportato da codardo ma adesso sono qui perchè è importante che tu sappia che non è stato solo sesso, che non sei stata un divertimento, è importante che tu sappia che sono uno stupido, perchè nella mia mente malata ho pensato che lasciarti libera fosse la cosa cosa migliore che potessi fare per te... e sono ancora convinto che lo sia, perchè non dovresti stare con uno come me, che ha figli, che ha troppi anni. Perciò se  dopo le mie spiegazioni continuerai a non volermi vedere lo capirò. >> inspirò a fondo << Beatrice io non ti ho mentito; quel giorno la persona che mi hai sentito chiamare "amore" era Lily, mia figlia, aveva strappato il telefono a Vanessa per salutarmi, fa sempre così la mia miss Lily... Mi sono subito reso conto che avevi frainteso e avrei voluto spiegartelo ma quando hai detto... quando hai detto che volevi essere libera,che non volevi passare la vita a nasconderti, quando hai detto che io vivo di bugie... Era la verità ragazzina e...io non lo so, ho agito in quel modo per orgoglio. Avevi ragione a dire che saresti stata meglio senza di me e  senza tutte le mie complicazioni... io non potevo contraddirti e difendermi...e questo mi ha fatto.....arrabbiare!
In pochi giorni mi hai dimostrato che a discapito del tuo aspetto tanto fragile hai in te una forza ed una determinazione incredibili. Hai saputo affrontare me e la mia rabbia senza batter ciglio...hai perfino rimesso al loro posto tutti quei paparazzi...ho pensato che forse non era tanto assurdo pensare di poter  stare insieme e che tu avresti avuto tutte le capacità di affrontare i miei casini, ma non ho considerato il fatto che magari tu non VOLESSI affrontarli i miei casini... ho dato tutto per scontato e poi le tue parole mi hanno riportato alla realtà. Non è facile stare con me, io non sono una persona facile, sono irascibile, sono lunatico e di certo la mia vita, il mio essere continuamente sotto i riflettori non aiuta. Ne ero già consapevole, ma sentirtelo dire...io....beh è stata ben altra cosa. >> Avevo voluto ferirlo e ci ero riuscita fin troppo bene. Ero stata una stupida... una vera stupida!


<< Ti ho lasciato credere che quelle parole fossero per Vanessa. Volevo allontanarti da me e sono stato zitto, ho finto solo per farti andar via, perchè mi odiassi, mi dimenticassi. E probabilmente lo hai fatto.>>

Aveva parlato senza tregua, senza lasciarmi tempo di pensare, di rispondere, di respirare. Continuò con tono più deciso :

<< E' importante che tu sappia che non ti ho usata, ti ho amata, con il cuore, con l'anima e con il corpo.

Avrei dovuto dirtelo quella notte...ma anche se non l'ho detto a parole, in ogni attimo te lo stavo dicendo con tutto me stesso,in ogni attimo, in ogni gesto, in ogni sguardo ti stavo dicendo che ti amavo....>>

Erano bellissime le sue parole, eppure terribilmente dolorose da ascoltare: "che ti amavo" aveva detto. Stava parlando al passato. Non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia, lui mi voleva con se, avrei potuto stare con lui ed invece lo avevo ferito con parole cattive dando retta alla mia dannata impulsività.... ed avevo rovinato tutto! 

<< Per questo quella mattina ho chiamato Vanessa, ho capito che non potevo più rimandare, avevo urgenza di vederla  per chiarire tutto, volevo sentirmi libero di chiederti di aspettarmi, di dirti che volevo stare con te, che mi ero innamorato di te. Credimi mi è sembrato folle, assurdo...insomma non si ci innamora così,non in una settimana! Ma io sono sempre andato matto per le assurdità... Ti amavo, era chiaro ed innegabile.... E ti amo ancora,  così tanto che mi basta il minimo pensiero di te per sentirmi più vivo che mai. I miei baci, la mia passione, le mie carezze sul tuo corpo, non erano dettate solo dalla carne ma da tutto ciò che è in te: la tua dolcezza, quell'imprevedibile pizzico di follia che ti rende unica,  il modo in cui riesci ad avvicinarti agli altri con semplicità e fiducia, la forza e la determinazione che sai tirar fuori quando tutto va storto, il modo buffo in cui ti agiti quando ti mettono in imbarazzo... come sorridi, come ti arrabbi, come arrossisci.... io amo tutto di te e mi dispiace che il mio stupido orgoglio mi abbia trattenuto per così tanti giorni, ma ognuno di questi giorni mi ha aiutato a capire che è meglio perdere lo stupido orgoglio per chi si ama ,che perdere chi si ama per lo stupido orgoglio... ed io ti amo. >>



"Ti amavo e ti amo ancora" aveva detto, ed in quell'istante avevo alzato gli occhi, per posarli sul suo bellissimo viso ed ero rimasta sconvolta: era fermo con gli occhi lucidi ed i pugni stretti...sembrava volesse piangere. 
Continuò a parlare senza che i suoi occhi mi lasciassero un attimo.

<< Non hai idea di quello che ho passato.Ho provato a non venire a cercarti, ma la gelosia mi ha divorato,  mi ha divorato perchè...non riuscivo ad accettare l'idea che qualcun altro potesse toccarti, baciarti, guardarti dormire... dalla prima volta che ti ho vista ho saputo che eri mia! Ti ricordi quella notte, quando ti ho detto che avevo incontrato una donna,che l'avevo subito sentita mia?  Io parlavo di te. E anche se adesso mi chiederai di andare, continuerò a sentirti mia, perchè è cosi...tu sei mia...la mia ragazzina, la mia donna, il mio amore... >> Alzò una mano e mi accarezzò il viso, con gli occhi sempre più lucidi.

Quanto avevo desiderato quelle parole? Adesso che le sentivo l'emozione era così forte da non lasciarmi respirare.

<< Ora lo sai...ora vado via... >>
 

Fece per allontanarsi e fu allora che tornai alla realtà, fu allora che la mia angoscia esplose.

<< No!! >> lo trattenni per un braccio stringendo così forte da lasciare il segno << ....mi dispiace, mi dispiace...! >> Stavo piangendo come una stupida.

Mi prese il mio viso tra le mani e mi guardò con gli occhi pieni di emozione.

<< Le pensavi davvero quelle cose che hai detto? Pensi davvero che non sopporteresti una vita con me...? >>


<<  No! Erano bugie, bugie cattive! Io sopporterei tutto, qualsiasi cosa pur di stare con te, sono stata una stupida! Così stupida!...Mi dispiace, mi dispiace tanto!Johnny non è cambiato nulla... Io ti amo...>>


<< Sshhhh....>> Mi accarezzò le labbra perchè tacessi e poi mi baciò: con ardore, con desiderio, con dolore represso...sopratutto mi baciò con amore.


<< Johnny non ti volevo ferire...>>


In un attimo il mio inferno era diventato un paradiso.
Le sue mani addosso a me erano la cosa più naturale del mondo, mentre quelle dita  percorrevano il mio corpo, la mia bocca non smetteva di baciarlo. Ancora una volta, più di ogni altra volta , desiderai essere sua. Adesso potevo volerlo senza paure, potevo essere sua senza alcun timore.  

Lo presi per mano e lo portai dentro casa.

continua....

  
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