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Autore: margheritanikolaevna    03/03/2013    7 recensioni
Oggi è la Giornata della Memoria: nessuno di noi ricorda l'Olocausto, eppure ognuno di noi ha il dovere di ricordarlo.
Questa strana storia è il mio personale contributo per non dimenticare.
Vi siete mai chiesti come sarebbe la nostra vita se la Seconda Guerra Mondiale non fosse andata nel modo che conosciamo?
Partecipa ai contest "Worldwide" di Yuki e "Quando l'ispirazione bussa alla porta..." di Dominil B
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mac Taylor
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Amici, mentre ci avviamo verso la conclusione del racconto, riuscite lontanamente a immaginare cosa stia vivendo il nostro eroe? Come reagireste, nell’ipotesi in cui vi trovaste al suo posto?
 
 
 
Capitolo quarto (parte seconda)
 
 
 
Mac Taylor si rialzò faticosamente e si fece strada attraverso la marea umana, che riusciva appena a distinguere dietro al velo che gli appannava lo sguardo; tentò di correre, ma la folla lo soverchiava e le sue gambe erano comunque troppo deboli…
Poi, d’un tratto, in mezzo alla gente che spingeva e rumoreggiava, scorse Stella che camminava da sola, la testa bassa e il volto ancora corrucciato, abbastanza vicina da poterla raggiungere in pochi secondi; si fece largo senza troppa cautela e ben presto la raggiunse, soprendendola accanto a un monumentale tiglio situato su una piccola altura dalla quale si scorgeva un ordinato tratto di campagna verdeggiante.
Evidentemente era andata lì per stare un po’ da sola e meditare su ciò che era appena accaduto, ma Mac non riuscì a resistere alla tentazione di parlare con lei, ignorando il rischio che avrebbe corso e quasi accecato dalla folle illusione che, in tal modo, avrebbe scoperto che era tutto uno scherzo architettato ai suoi danni dai colleghi della Scientifica.
Quando le posò una mano sulla spalla e la chiamò per nome, la donna sobbalzò, scattò di lato e istintivamente portò una mano alla fondina che le pendeva dalla cintola.
“Stella!” ripeté il poliziotto, fissandola sbalordito “Ma che ti prende? Sembra quasi che tu non mi riconosca…”.
“Signore” rispose lei con voce inaspettatamente dura e senza staccare la mano dall’arma “si allontani, io non so chi lei sia e comunque questo non è certo il momento per fare scherzi stupidi!”.
“Ma…” esalò il tenente, sgomento perché si era reso conto che la donna non lo aveva assolutamente riconosciuto e che la sua sorpresa era del tutto sincera.
“Non ti ricordi di me?” tentò di nuovo “Sono Mac, lavoriamo insieme alla Scientifica di New York”.
“New York?” ribatté lei, sul cui viso la rabbia stava prendendo il posto della meraviglia “Lei deve essere ammattito, quella città non esiste più da decenni: è stata rasa al suolo dopo la guerra. Adesso lì ci sono solo deserto e scorie nucleari”.
“No!” gridò a quel punto il poliziotto “No, non è possibile!”.
Senza riflettere sulle conseguenze, si avvicinò a Stella e prima che questa potesse reagire la afferrò per le spalle e le strappò la pistola, continuando a urlare con tutte le sue forze. Era talmente fuori di sé che per le due guardie che sopraggiunsero di corsa, richiamate dalle grida, immobilizzarlo e disarmarlo fu un gioco da ragazzi.
Costretto in ginocchio tra l’erba calpestata e il fango, il detective sollevò ancora una volta verso Stella il viso, adesso solcato da lacrime amare.
Ciò che vi lesse fu solo fredda indifferenza e fastidio.
 
***
 
Nella cella bianca e asettica della caserma dove l’avevano condotto, Mac Taylor non rispose a nessuna delle domande che gli furono rivolte, dapprima con condiscendenza e poi con manifesta irritazione; chiuso in un mutismo che rasentava la follia, si limitava a rimanere immobile, con gli occhi sgranati e sul volto un’espressione congelata di inesprimibile orrore.
I suoi carcerieri gli parlavano a volte in tedesco e a volte in inglese e il tenente riuscì a capire che alcuni di loro lo ritenevano solo un pazzo da internare, mentre altri lo consideravano una spia… il momento di confusione legato all’improvvisa morte del Führer e alla lotta per la successione che dilaniava la Partei rendeva la sua situazione ancor più complicata.
Per parte sua, il poliziotto era certo che l’avrebbero condannato a morte: chiuso nel suo mondo lontano da una realtà che lo disgustava, anestetizzato dal dolore il primo sentimento di panico che aveva provato all’idea di essere ucciso, si lasciò andare a immaginare la propria morte.
Pensò che non l’avrebbero terrorizzato la forca o il gas, ma che la fucilazione sarebbe stata per lui intollerabile; invano si ripeté che il vero orrore era morire, morire ancora giovane e sano per mano di suoi simili, e non le circostanze concrete della sua morte.
Esausto, non si stancava comunque d’immaginarle, tentando di esaurirne tutte le possibili varianti: rinchiuso, nella penombra della cella, morì centinaia di morti diverse.
Strappato in un istante al mondo che conosceva, alle persone care, privato di ogni punto di riferimento, affondava nel buio.
Poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso: e chi ha perso se stesso potrà decidere della sua vita o della sua morte al di fuori di ogni senso di affinità umana, quasi come se tale scelta non lo riguardasse più, ovvero riguardasse un estraneo.
Nel caso più fortunato, in base a un puro giudizio di utilità(13).
Affrontava con vera paura (forse con vero coraggio) queste esecuzioni immaginarie, di ognuna delle quali i pochi secondi si dilatavano fino a riempire le notti insonni e con esse l’intera sostanza fuggitiva del tempo che gli era stato concesso.
Talvolta giungeva a sperare che con la sua morte il nastro si sarebbe riavvolto come per magia, che la storia sarebbe tornata indietro a prima del gesto con il quale - inconsapevolmente - aveva segnato la fine di tutto ciò in cui credeva. Era solo un’illusione, ma la sua mente vi si aggrappava nella lenta discesa verso l’abisso.
Il senso di colpa lo schiacciava: con amarissima ironia, considerò che ciò che aveva guidato da sempre le sue scelte, ciò di cui era andato maggiormente fiero, lo aveva condotto a salvare una spia, consentendo a quel verme di ribaltare le sorti di un’intera guerra e condannando il mondo al disastro.
Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dell’altra parte del pianeta… il suo gesto di un istante aveva sovvertito il passato e cambiato il futuro (14).
Stava scivolando in un incubo e non sapeva nemmeno come: se la realtà era quella che aveva sentito descrivere fugacemente, allora meglio sarebbero state la pazzia e la morte!
Poi considerò che il reale di solito non coincide con le previsioni e ne dedusse che immaginare qualcosa è il modo migliore per impedire che accada: si torturò, quindi, inventando dettagli atroci affinché non si verificassero.
Il gradino successivo verso l’Inferno fu, com’era ovvio, temere che ciò che aveva immaginato avrebbe finito con l’essere, viceversa, profetico…
A volte l’afferrava l’impazienza della fine, della morte che lo liberasse finalmente dal vano tormento di immaginare; altre invece il sonno lo sommergeva come l’acqua di una vasca profonda e oscura, regalandogli il momentaneo sollievo dell’oblio.
Fu in uno di questi rari momenti che ricevette la visita di Stella: nei giorni trascorsi dopo il suo arresto non l’aveva più visto, eppure - nonostante l’impegno frenetico per organizzare i funerali solenni del Cancelliere e un vago senso di timore per il futuro che le cagionava l’incertezza su chi gli sarebbe succeduto - lei non era riuscita a scacciare dalla sua mente l’immagine del volto di quell’uomo, deformato da una disperazione senza nome.
Non lo conosceva, di questo era certa… non l’aveva mai incontrato, eppure c’era in lui qualcosa di stranamente familiare, qualcosa che non avrebbe saputo spiegare, ma che era lì davanti ai suoi occhi, con impressionante chiarezza, e non se ne andava per quanto lei tentasse di scacciarla.
 
Quando arrivò presso la caserma, le fu detto che il prigioniero era stato considerato un pazzo innocuo dal capitano che l’aveva interrogato e che tra qualche giorno sarebbe stato trasferito nel campo di internamento di Chelmno, dove venivano condotti coloro la cui vita si considerava “indegna di essere vissuta”. Malati di mente, handicappati: persone che costituivano non solo una minaccia per l’economia del Reich, ma - cosa ancor più grave - un terribile pericolo di degenerazione per la razza ariana nel suo complesso.
Stella deglutì in silenzio, serrando le mascelle, mentre un brivido gelido le correva lungo la spina dorsale: Chelmno(15) era circondato da un’aura di mistero, quasi che nemmeno chi l’aveva ideato riuscisse a sopportare il pensiero di ciò che quotidianamente vi accadeva. Era un non-luogo, un posto fuori dal loro mondo ordinato, dove non esisteva altra legge che quella dello sterminio.
Considerò che la maggior parte della popolazione del Reich nemmeno sapeva dell’esistenza di campi come quello… era come per il genocidio degli ebrei, qualcosa di cui si sussurrava di nascosto, che non si sapeva nemmeno se fosse avvenuto per davvero o se si trattasse solo di menzogne orribili propagandate dagli oppositori del regime.
Lei per prima, che pure conosceva molti dettagli a causa del suo ruolo nel NSDAP, si era sforzata di non pensare a quelle cose, concentrandosi unicamente su ciò che doveva fare e sugli ordini da eseguire.
Era una persona normale, non più intelligente degli altri, né particolarmente cattiva; fino a quel momento aveva vissuto lasciandosi trascinare dagli ideali di uomini che giudicava infinitamente migliori di lei, ma senza davvero rendersi conto delle conseguenze delle proprie azioni.
Il suo orizzonte era la Partei: lavorare, obbedire, cercare una promozione, riordinare numeri nelle statistiche senza pensare a cosa ci fosse dietro quei segni tracciati sulla carta.  
Si riteneva una donna di saldi principi, coraggiosa, dura persino; eppure era bastato incrociare per pochi secondi lo sguardo disperato di quell’uomo sconosciuto perché la sua “durezza” si sciogliesse come ghiaccio al sole, permettendo il riaffiorare, sia pur timido, di dubbi e timori.
Più volte in quei giorni le era balenato in mente che forse il loro ideale di forza incrollabile fosse soltanto un mito creato apposta per autoingannarsi, un mito che nascondeva uno sfrenato desiderio di irregimentarsi a qualunque prezzo per impedirsi di pensare sul serio a ciò che facevano giorno dopo giorno.
Lei non era responsabile, era solo un ingranaggio nel sistema: com’era possibile che il ricordo di uno sconosciuto visto per pochi istanti provocasse in lei un simile terremoto emotivo? Che le facesse sorgere scrupoli che aveva fino a quel momento soffocato senza fatica?
In fondo si limitava a eseguire ordini superiori, era solo il braccio - intenzionalmente inconsapevole - di qualcun altro.
Era una persona comune che faceva cose banali (16).
Eppure in quel momento qualcosa si agitava dentro di lei, stringendole forte il cuore in una morsa gelata.
 
 
(13) Queste parole sono ancora una parafrasi del testo di Primo Levi in “Se questo è un uomo”.
(14) “Effetto farfalla”è una locuzione che racchiude in sé la nozione maggiormente tecnica di dipendenza sensibile alle condizioni iniziali, presente nella teoria del caos: l'idea è che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. L'espressione "Effetto farfalla" si ritiene in genere sia stata ispirata da uno dei più celebri racconti fantascientifici di Ray Bradbury, Rumore di tuono, del 1952, in cui si immagina che nel futuro, grazie ad una macchina del tempo, vengano organizzati dei safari temporali per turisti. In una remota epoca preistorica un escursionista del futuro calpesta una farfalla e questo fatto provoca una catena di allucinanti conseguenze per la storia umana (fonte:wikipedia).
(15) Il campo di sterminio di Chełmno(in tedesco: Vernichtungslager Kulmhof) fu costruito durante la seconda guerra mondiale nei pressi della cittadina polacca di Chełmno nad Nerem (in tedesco: Kulmhof an der Nehr), situata circa a 100 chilometri a est di Poznan (fonte:wikipedia).
 
(16) I pensieri di Stella sono un riferimento al saggio “La banalità del male” di Hannah Arendt.
 
 
 

  
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