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Autore: Novembeer_    03/03/2013    5 recensioni
Avevo sempre creduto nei lieto fine. Nell'amore che non finirà mai.
Avevo sempre sperato in un amore sincero, dove nessuno si sarebbe dovuto preoccupare della lontananza.
Avevo sempre sperato di tenere al mio fianco, l'amore della mia vita.
Jennifer&Justin.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Castle of glass;


Avevo sempre creduto nei lieto fine. Nell'amore che non finirà mai.
Avevo sempre sperato in un amore sincero, dove nessuno si sarebbe dovuto preoccupare della lontananza.
Avevo sempre sperato di tenere al mio fianco, l'amore della mia vita.



9 mesi prima.
Eravamo stesi lungo una coperta di colore blu.
Tenevo la testa sulle gambe di Justin, il mio ragazzo da oramai 2 anni. Lui mi accarezzava dolcemente i capelli, provocandomi brividi lungo tutta la mia schiena. Ogni tanto mi ripeteva qualche parolina dolce.
La nostra tranquillità fu interrotta dal forte rumore di una portiera della macchina a fine vialetto. Da li vi scese un uomo di colore, alto, muscoloso e ricoperto di tatuaggi su tutto il corpo. Non li avevo mai amati prima, infatti avevo ripreso Justin per la sua moda di coprirsi il corpo.
Si avvicinò a passo lento ma nello stesso momento deciso. Tolse dal volto gli occhiali da sole, e dopo aver guardato in giro per la strada, si rivolse a Justin.
'Tu sei, Justin? Justin Bieber?' disse senza alcun cambiamento di voce.
'Hm' disse Justin, alzando e abbassando la testa velocemente, senza aprire bocca.
Fece segno di seguirlo.
Allora lui, senza obbiettare, fece scanzare la mia testa e, dopo avermi baciato la fronte con tanta tenerezza, seguì l'omone davanti a lui.
Avevo una strana sensazione, credevo che qualcuno lo avrebbe portato via da me..
Le mie ipotesi effettivamente, non mancarono un colpo.
'A-amore' mi disse predendomi la mano, dopo aver concluso la conversazione con l'uomo di prima.
'dimmelo tutt'un fiato, ti prego!' dissi smorzando il silenzio che si era creato.
'Devo.. Insomma devo partire con l'esercito. Pensavo che non mi avessero chiamato più. Ho fatto la domanda quattro anni fa! Non pensavo avessero bisogno di me.. Tanto meno ora!' disse mettendosi davanti a me, per poi prendere il mio viso tra le mani.
'Ok..' solo quelle due sillabe riuscii a far uscire dalle mie labbra. L'unica cosa che non mancarono però, furono le lacrime successive. Non volevo andasse via. Non volevo gli succedesse qualcosa. Lo volevo con me, nel mio letto, a baciarmi.
'Amore non piangere, combatterò per te. Lo sai che senza te non so stare! Non ti lascerò da sola.' disse per poi attaccare le sue labbra con le mie. Accarezzò la mia guancia dolcemente, per infoddermi forse amore e sicurezza.
Quando ci staccammo mi catapultai tra le sue braccia, ed affondai la mia testa nell'incavo della sua spalla. Sentivo il suo petto alzarsi irregolarmente, e la sua mano scivolare tra i miei capelli.
'Ti amo Jen, ricordalo. Sempre, comunque e ovunque. Tu sei il mio cuore.' disse per poi prendermi la mano e portarmi all'interno della casa.

Qualche giorno dopo.
Ricordavo perfettamente il giorno della sua partenza.
Era circondato dai suoi parenti, che lo baciavano e abbracciavano. Ma lui continuava a tenere lo sguardo fisso su di me, che ero seduta su un seggiolino rosso dell'aereoporto.
Non volevo salutarlo, quello implicherebbe lasciarlo andare via. Lasciarlo andare lontano da me.
Lasciai cadere la testa all'indietro, per far cacciare via ogni pensiero negativo.
Mi sentii presa la mano, e un'altra mi accarezzò il viso.
Sarei riuscita a riconoscere quel tocco a distanza di anni.
Si mise in ginocchio davanti a me, così da poter raggiungere la stessa altezza. Ci guardammo negli occhi in silenzio, facendo trasparire ogni emozione grazie a delle lacrime.
'Non mi lasciare, sono persa senza di te.' dissi prendendo la sua mano con la mia.
'Non sai quanto vorrei. Io devo proteggerti, ed ora non posso..' disse facendo scivolare una lacrima sulla sua guancia.
'Non piangere, altrimenti ti seguo a ruota' dissi asciugando la sua guancia lentamente.
'Ti amo.' strinse la sua fronte con la mia.
'Ti amo anche io amore mio.' baciai le sue labbra, che in quel momento mi sembravano l'unica cosa che mi serviva.
Era un bacio pieno di emozioni, amore, tristezza, dolcezza, passione.
Chiamarono il suo volo pochi attimi dopo, ed il mio cuore si fermò.
Tenevo stretta la sua mano per non farlo andare via, ma l'omone nero di qualche giorno prima, lo staccò da me trascinandolo via.
L'unica cosa che riuscii ad udire fù un urlo provenire dalla fine del corridoio.
'Ti amo Jen' era la voce di Justin, che cominciava ad affievolirsi a causa della distanza.
Cominciai a correre verso il luogo della provenienza, quando mi vide, si agitò e sferrò la presa forzuta dell'uomo.
Corse verso di me allargando le braccia. Mi ci fiondai dentro, mi prese in braccio.
'Tornerai vero?' dissi in preda ad un pianto infinito.
'Solo per te amore mio, solo per te.' mi sussurrò all'orecchio.


Passarono otto mesi e 17 giorni dall'ultima volta che vidi Justin.
Pregavo Dio ogni sera, che avrebbe bussato alla porta e mi avrebbe baciato come la prima volta.
Pregavo Dio di ricevere una sua lettera. Pregavo Dio, così che potesse proteggere la sua anima.
Un giovedì pomeriggio, mentre ero intenta nel leggere un libro strappa lacrime, la porta fece quattro tocchi.
Mi alzai sull'attenti, con un sorriso sulle labbra. Era tornato!
Mi catapultai verso l'uscio e aprii di scatto la porta.
Il mio sorriso scomparve non appena vidi un ufficiale dell'esercito, con una divisa nera piena di distintivi ed un capello del medesimo colore, retto davanti a me.
'Mi-mi dica!' dissi cercando di non pensare a qualcosa di terribile.
'Justin non.. Justin non ce l'ha fatta.' disse con la voce smorzata dalla tristezza.
'Non è vero.. menti! Va via!' dissi urlando dalla disperazione, per poi sbattere la porta di casa e urlare a squarcia gola.
Presi un vaso e lo gettai a terra, bagnando tutto il tappetto bianco. Le rose che giacevano in esso caddero a terra. Provocò un ruomore sordo.
Salii di fretta le scale per raggiungere la camera da letto. Attaccate alle parete vi erano nostre foto. Erano bellissime.
Riuscivo a rivivere quelle emozioni ogni giorno. Ogni volta che le vedevo, ritrovavo il sapore di ogni bacio.
Le lacrime nel frattempo, scendevano veloci. E non volevano saperne di fermarsi.
Mi sdraiai sul letto, accovacciandomi su un lato.
Mi misi dalla parte di Justin. Avrei sentito la sua presenza, anche se lui ormai non c'era più.
Cacciai un urlo di dolore.
Lo volevo lì, tra le mie braccia. Lo volevo sentire raccontare qualche sua barzelletta scema.
Volevo un suo bacio, un suo abbraccio. Volevo sentirgli dire: 'amore tutto andrà bene, ci sono io con te.'
I miei pensieri fuorono velocemente interrotti dallo scricchiolio della porta della camera.
Vidi il ciuffo moro di Chaz, uno dei suoi migliori amici.
'ehi Jen.' disse sedendosi accanto a me. Sentii il letto sprofondare leggermente. Mi ripassò alla mente la scena dell'ultima notte in cui dormimmo insieme. Sorrisi al pensiero di ciò che avevamo fatto.
'almeno tu ti sei salvato..' dissi sedendomi accavallando le gambe ad indiano.
Non rispose e fece calare il silenzio. 'Posso chiederti una cosa?' decisi quindi di spezzarlo. Annuì con la testa senza dir una parola. 'Com'è morto?'
'Eravamo in Africa, ci era arrivato un segnale da parte del generale. Dovevamo recarci nel luogo dove un pazzo si era rifigiato all'interno di un bunker. Aveva sequestrato una bambina di 8 anni, e ripeteva di non volerla liberare. Tutti i nostri compagni temevano di non essere in grado di partecipare alla missione, così io e Justin fummo gli unici ad accettare di scendere all'interno. Prese le armi, ci calammo con delle corde poco sicure. Era tutto buio e vi era un  odore di polvere che riempiva tutte le nostre narici. Cercavamo di non muovere troppo il polverone al di sotto dei nostri piedi e cercavamo anche di non calpestare qualche fragile sasso. Arrivammo al punto in cui una fioca luce illuminava la grotta. Quell'uomo teneva stretta la bambina, e non voleva liberarla. Allora Justin, per catturare la sua attenzione lanciò uno sparo a vuoto. L'uomo spaventato, con in mano un coltello ben affilato, si avvicinò insicuro a lui e lo colpì per ben tre volte al petto.. la terza voltà riuscì a centrare il suo cuore. Le urla di Justin eccheggiavano ripetutamente nella grotta. Dalla rabbia sparai contro quel mostro, che aveva ucciso il mio migliore amico. Cadde a terra dolorante e dopo qualche attimo smise di respirare. Feci scappare la bambina verso gli altri dell'esercito. Mi gettai subito verso Justin, per dargli soccorso. Ma ogni mio tentativo era invano. Il sangue usciva troppo velocemente, e l'odore ferreo di esso mi mandava fuori di testa. Mi parlò. Mi disse 'ehi amico, grazie-grazie di tutto. Sei un.. eroe.. Di a Jennifer che-che ho lottato per lei. Dalle questa-questa lettera.' mi porse una lettera ormai piena di sangue.' mi disse tirando fuori dalla sua giacca una lettera di foglio bianco, con qualche goccia rossa. Me la porse, quando ormai i miei occhi erano lucidi e le mie guancie inondate di lacrime. La presi e la strinsi al petto.
'Poi mi disse che dovevo recarmi nella nostra camerata e sotto il cuscino della sua branda avrei trovato una scatolina bianca.' tirò fuori anche essa e me la porse nuovamente.
'Puoi, puoi lasciarmi sola Chaz?' dissi con la voce smorzata dalle troppe lacrime salate.
Annuì e mi baciò la fronte, per poi sparire dietro la porta nera della stanza.

Bring me home in a blinding dream,
Through the secrets that I have seen
Wash the sorrow from off my skin
And show me how to be whole again


Aprii la lettera e cominciai a leggerla.

-Ciao amore mio, tra pochi giorni saremo chiusi in un abbraccio. Le nostre mani si intreccieranno ancora una volta. Le nostre labbra si rincontreranno dopo un lungo cammino. I nostri respiri si mischieranno come la prima volta. Il tuo sguardo rapirà il mio.
Tra pochi giorni riuscirò a rivedere il sorriso sulle tue labbra.
Sto combattendo per te, per poter tornare a casa e dirti nuovamente TI AMO. Per poter sentire la tua risata, che è ancora fresca nella mia mente.
La tua immagine non è sbiadita, è ancora viva nel mio cuore.
Appena tornerò a casa, dopo aver sigillato il nostro incontro con un bacio, ti farò una proposta, che farà colmare il tuo cuore di gioia e i tuoi occhi di lacrime.
Ti amo per davvero, so che in questa lettera non vi è descritto tutto l'amore che provo per te, ma te lo dimostrerò ogni giorno della tua vita.
Senza te non so stare.

Tuo, Justin.-

‘Cause I’m only a crack in this castle of glass.


Aprii la scatoletta bianca, e all'interno vi trovai un anello d'argento, con sopra tre piccoli diamanti. Lo cacciai fuori da essa, all'interno vi era un'incisione. 'i love thee'
Le lacrime che nel frattempo non ero riuscita a placare, continuavano imperterrite a scorrere sulle mie rosee guance.
Infilai l'anello nel mio anulare destro, e uscii sul balcone della stanza.
Riuscivo a vedere perfettamente il giardino curato della nostra casa. Riuscivo a vedere ogni bambino giocare nel parchetto circostante.
Mi sedetti sulla ringhiera girata di spalle. Alzai lo sguardo al cielo. 'Presto staremo insieme amore mio.' sussurrai, facendo comparire un sorriso sulle mie labbra.

L'aria passava tra i miei capelli, facendomi rabbrividire. La caduta sembrava infinita, ma la mia affermazione cambiò non appena sentii la mie schiena emettere un 'crak'.
Sentii il marciapiede freddo sotto la mia maglietta.
I battiti del mio cuore rallentavano ad ogni respiro.
Riuscivo a sentire l'odore ferreo del sangue scivolarmi sulla fronte. Sentivo dolore, ma niente era comparabile al dolore di un amore perso.
Riuscii a sentire la voce di Chaz, urlare a squarciagola. 'JEN, JENNIFERRR'.
Vidi un ombra posizionarsi difornte a me. Era troppo tardi, il mio cuore smise di battere ed il mio corpo restò li, immobile. Con un sorriso sul volto.
Ora avrei potuto riabbracciare il mio motivo di vivere. Avrei potuto riabbracciare il mio mondo.

Sentii la sua voce. 'Amore, vieni.'
Presi la sua mano, e insieme, ci allontanammo verso una luce che illuminava l'orizzonte.

  
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