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Autore: Caitlin Believe    03/03/2013    5 recensioni
Provate ad immaginarlo: Near assassino. Lo so, è una pazzia, ma è da parecchio che ho questa idea in testa e finalmente ho deciso di metterla per iscritto.
Poi ho pensato che non sarei riuscita a scrivere dal punto di vista di Near, dato che va completamente nell'OOC, così ho pensato che poteva essere raccontata in prima persona dalla vittima: Mello.
Da testo:
"Sai, Mello, uccidere non dovrebbe essere una cosa veloce come un colpo di pistola; uccidere dovrebbe essere una lunga, dolce e dolorosa tortura e il dolore dovrebbe accompagnare la vittima fino al suo ultimo respiro. Anche la più piccola arma, come questo coltellino, può essere letale." La sua voce è piatta e calma, come a suo solito, ma le sue parole farebbero rabbrividire chiunque, ma non me; io non ho mai paura.
Se vi ha incuriositi almeno un po', provate a leggere il prodotto della mia pazzia e ditemi se ne è uscito qualcosa di accettabile.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mello, Near
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La stanza è enorme, le mura sono bianche ed il pavimento è appena stato pulito. Nell'aria c'è odore di amoniaca.

Poi vedo lui, dall'altra parte della stanza, con in mano un coltellino.

Rido, Near ha una pessima mira e anche se lo lanciasse dritto verso il mio petto una lama così piccola non arriverebbe mai a trapassarmi il cuore.

Lui si avvicina, alza lentamente quella piccola arma e la punta verso di me, ma fa una cosa che mi sorprende molto: si siede e incide sul pavimento le iniziali NR, poi mi guarda e sorride.

"Sai, Mello, uccidere non dovrebbe essere una cosa veloce come un colpo di pistola; uccidere dovrebbe essere una lunga, dolce e dolorosa tortura e il dolore dovrebbe accompagnare la vittima fino al suo ultimo respiro. Anche la più piccola arma, come questo coltellino, può essere letale." La sua voce è piatta e calma, come a suo solito, ma le sue parole farebbero rabbrividire chiunque, ma non me; io non ho mai paura.

"Ah, si? E come pensi di uccidermi?" Il mio tono è ironico, ma sono davvero curioso di sapere che cosa ha in mente.

"Lo vedrai."

Detto questo si alza e con un balzo mi immobilizza con la schiena appoggiata al pavimento.

Cerco di divincolarmi, ma la sua presa è forte e il suo corpo sopra il mio mi impedisce ogni movimento.

"Mello, ti ricordi dell'esperimento di BB? Lui voleva vedere se per un uomo era possibile morire di emorragia interna senza la rottura di un qualunque organo. Anch'io voglio fare un'esperimento." Fa una pausa e un sorriso sadico gli compare sul viso.

"Voglio vedere fino a che punto un uomo può restistere alla morte." Dice rigirandosi più volte il coltellino tra le mani.

"Spegati meglio." A questa mia richiesta intravedo un luccichio nei suoi occhi.

"è molto semplice: con questo coltellino voglio toglierti ogni centimetro di pelle dal corpo, fino ad intavedere le ossa, sfigurare il volto ed infine rompere la gabbia toracica ed estrarre il cuore. Ma per far si che il mio esperimento abbia successo tu devi rimanere in vita fino a quest'ultimo passaggio. Per farlo però mi serve una persona forte, che non muoia facilmente; quella persona sei tu, Mello." Spegava il suo piano come se stesse risolvendo qualche caso. Forse non si rendeva conto della crudeltà che nascondeva quel discorso.

"Cosa ti fa credere che io voglia far parte di questo tuo esperimento?" Anche se è lui quello con il coltello in mano, la mia aria da sbruffone rimane.

"Non hai molta scelta, o ti uccido io, o lo farà Kira." Risponde semplicemente.

"Se posso scegliere, preferisco morire di attacco cardiaco piuttosto di essere vittima di queste atrocità."

"Forse mi sono espresso male, ma sai benissimo che la scelta non spetta a te." Non lo farà, il piccolo e innocente Near non può fare del male ad una mosca, allora perchè sta alzando minaccioso il coltellino accompagnato da un ghigno sadico che non gli dona affatto?

Cerco ancora di divincolarmi, ma un dolore lancinate al braccio, mi fa capire di essere appena diventato uno dei giocattoli del dolce Near.

Ha appena iniziato ma il dolore che provo è già tantissimo.

Mi sta staccando la pelle dal braccio, lentamente, un pezzo per volta, per farmi sentire ancora più dolore.

Non urlo, non voglio dargli questa soddisfazione.

Quando penso che ormai ha finito con il braccio sinistro sento la piccola lama penetrare in profondità fino a toccare l'osso.

Mi esce un verso strano quando cerco di soffocare l'urlo di dolore, ma credo di non aver mai provato una sensazione tanto dolorosa in vita mia, e questo è soltanto l'inizio.

Mi prende la mano e fa dei piccoli buchi con la lama, da cui esce molto sangue.

Non ho ancora guardato in che condizioni è ridotto il braccio, ma credo che sia mille volte peggio di come lo immagino.

Near è concentrato a togliermi le unghie una ad una e mentre cerco di soffocare il dolore noto che guarda la mia mano come fa sempre con uno dei suoi giocattoli.

Si sposta all'altro braccio a cui riserva lo stesso trattamento, ma quando il coltellino tocca l'osso, questa volta Near continua a spingere e il dolore raddoppia fino a che mi lascio scappare un gemito di dolore.

Near sorride sadico alla mia dimostrazione di dolore e si sposta sugli arti inferiori.

Prende la gamba destra e muove il coltellino.

All'inizio striscia tranquillamente facendomi quasi il solletico, poi però Near comincia ad accellerare il movimento e il coltellino penetra nella pelle.

Mi mordo il labbro inferiore quando sento la prima facia di pelle che si stacca dal corpo.

IL sangue esce copioso e non posso fare nulla per fermarlo.

L'intensità del movimento di Near aumenta di nuovo fino a staccarmi quasi tutta la pelle della gamba destra.

In quella sinistra, invece, preferisce inciderci sopra delle lettere.

Non ho il coraggio di guardare, non voglio sapere cosa sta scrivendo sulla mia pelle, ma da quanto riesco a capire ci sono dei nomi nella mia gamba sinistra.

Per un attimo trovo il coraggio per guardare, ma l'attimo dopo mi pento della mia decisione: rosso, rosso ovunque.

La stanza che prima era perfettamente bianca ora aveva perso tutte le sue tracce di pulito.

Io sono immerso in una pozza di sangue che si sta facendo strada per tutta la stanza; le pareti sono sporche di sangue, perfino l'aria, che prima puzzava di amoniaca, ora puzza tremendamente di sangue. Anche Near è sporco di sangue, del mio sangue, quello che mi sta togliendo con la forza.

Mi guardo un braccio, ma non vedo altro che pezzi di pelle sparsi per il pavimento e intinti in una pozza di sangue caldo.

Finalmente poso lo sguardo sulla gamba e scopro i nomi che Near ha scritto.

"L" è il primo. Non mi sorprendo che lo abbia scritto, anche perchè lui è l'unica cosa che ci unisce.

"Kira" Lo scopo di entrambi, ma ormai per me è tardi.

"Watari" è lui che ci ha portati alla Wammy'a House, il posto dove di siamo conosciuti.

Ma è l'ultimo nome che mi fa stare male veramente...

"Matt"

Questo mi fa pensare che tra poco lo rivedrò, sempre se questa tortura avrà mai una fine.

Penso alla sua morte: il mio povero amico è morto per me, per aiutarmi a risolvere il caso Kira, ma alla fine lui ha perso la vita e io ho perso l'unica persona di cui mi sia veramnete fidato.

Non pensavo che l'avrebbero ucciso...a quel pensiero senza neppure accorgermene comincio a piangere, silenziosamente.

Ogni lacrima scende lentamente, lasciando il tempo alla precedente di percorrere tutta la guancia, ma furono tutte fermate dal coltellino insanguinato di Near.

Lo vedo mentre si avvicina la lama alla bocca e lecca le mie lacrime come se non ci fosse niente di meglio al mondo.

Quello che Near voleva farmi provare incidendo il nome di Matt sulla mia gamba non era dolore fisico, ma ho sentito come se a sanguinare non fosse solo il mio corpo, ma anche la mia anima.

Ho smesso di piangere, ma il dolore mi perseguita.

Near strappa tutta la pelle incisa della gamba con un solo gesto, e questo mi fa urlare dal dolore.

Mi ero ripromesso di non farlo, ma le mie promesse finiscono sempre per non essere mantenute, come quella che avevo fatto a Matt di tornare entrambi vivi.

Urlo ancora quando il coltellino raggiunge il viso tagliandomi un orecchio.

Ormai non riesco neanche più a controllare le lacrime che ricominciano a scendere sempre più velocemente, mischiandosi con il sangue.

Near sorride, sembra divertirsi.

No, lui non è più Near.

Perfino il corpo non sembra più essere il suo: i suoi vestiti, i suoi capelli e la sua pelle solitamente bianchi, ora sono macchiati di un rosso acceso e una luce sadica gli illumina gli occhi.

Mi chiedo quando finirà questa lunga e dolorosa tortura, ma trovo la risposta solo pensando alle sue parole: "Uccidere dovrebbe essere una lunga, dolce e dolorosa tortura e il dolore dovrebbe accompagnare la vittima fino al suo ultimo respiro."

Sposta il coltello sulla mia guancia e sento la lama che mi perfora la pelle, facendomi urlare ancora, infrangendo un'altra volta l'ultima promessa che ho fatto prima di morire.

"Mi piacciono le tue grida" Ho la conferma che l'essere che mi sta davanti non è più il mio rivale quando lo sento parlare: la sua voce, solitamente calma e pacata, ora ribolle di eccitazione, goduria e piacere. è la voce più atroce che ho mai sentito in vita mia, che lascia libero sfogo alla follia e non si addice per niente a Near.

Il sangue ora comincia a colare anche dalla fronte, perchè la lama ha inciso sopra qualcosa che non riesco a leggere.

"Cosa hai scritto?" Chiedo cercando di nascondere il dolore, anche se ormai non serve più a niente.

"Numero 2" Quelle parole mi fanno più male del coltellino che mi taglia l'altro orecchio.

Il sangue che cola sembra bruciare mentre mi attaversa la pelle per poi cadere, sporcando il pavimento.

Questo non doveva farlo, mi ha messo davanti alla mia più grande debolezza nei miei ultimi istanti di vita; pensandoci bene, è la stessa cosa che ha fatto scrivendo il nome di Matt.

Vuole vedermi soffrire, non solo fisicamente.

Ma questa volta non piango, non ho più le lacrime e questo sembra dispiacere molto a Near, che con il coltellino mi porta via un'altro stato di pelle.

Ormai non sento quasi più dolore, sembro averci fatto l'abitudine, ma, al contrario di ciò che sembra, non è una cosa positiva.

Quando penso che niente potrebbe farmi più male di quanto me ne ha fatto fin'ora dei pugni mi picchiano il petto con violenza, probabilmente rompendomi qualche osso della gabbia toracica.

Questo vuol dire che Near si è stancato del suo giocattolo e vuole buttarlo via.

Cerco di dire qualcosa ma le parole mi muoiono in gola accompagnate degli ultimi gemiti di dolore.

Sto cominciando a dire addio al mondo, quando i miei occhi si puntano sulla finestra della stanza, troppo vicina per non sporcarsi di rosso.

Su davanzale fa la sua figura un vasetto con una rosa bianca, sporca di sangue, del mio sangue.

Mi fa pensare al mio assassino, quel ragazzo seduto sopra di me che si rigira il coltellino tra le mani, sfoggiando un sorriso sadico.

Il bianco è simbolo di purezza, come è sempre stato Near per me, com'era quella rosa prima che cominciasse questa tortura mortale.

Il rosso è simbolo di male, come sono sempre stato io agli occhi degli altri, come quel sangue che ha rovinato la purezza della rosa bianca.

Trovo buffo quanto quella piccola rosellina bianca, unica testimone della mia morte, possa ricordarmi così tanto il mio assassino.

Ed è così che muoio, con una piccola lama infilzata nel cuore, con degli schizzi di sangue che sporcano il viso di quello che è sempre stato il mio rivale e con i pensieri rivolti a quella rosellina che ora si è sporcata ancora di più del mio male.






Angolo dell'autrice

Salve a tutti! Chiedo scusa ai fan di Near e di Mello, ma questa mia pazza idea doveva prendere forma altrimenti non dormo la notte.

Spero che vi sia piaciuta, perchè ci ho messo molto a scriverla.

Io amo sia Near che Mello, ma non sono proprio capace di scrivere yaoi, allora mi devo adattare a quello che so fare.

Questa è la seconda volta che scrivo per questo genere, la prima volta è andata bene e spero che piaccia anche adesso.

Non ho più niente da dire, spero che vi sia piaciuta, fatemi sapere perchè non sono mai stata molto sicura dell'idea e se non fosse stato per MartyHarry1D forse non avrei mai pubblicato.

Sono riuscita a mettere due foto molto importanti

La prima è quella che mi ha dato l'idea per questa fanfiction, la seconda è il "simbolo" di questa storia:

 
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 Ero indecisa su rating, non sapevo se mettere rosso o arancione, se è da cambiare ditemelo.

Aspetto delle recensioni, anche piccole solo dire "bella" o "brutta", è importante per me.

Bacioni ;)

  
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