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Autore: madoka94    03/03/2013    3 recensioni
Sono passati diversi anni da quando Italia e Sacro Romano Impero si erano lasciati dopo che si erano dichiarati l' un l' altro, nessuno dei due ha più avuto notizie dell' altro.
Veneziano è cresciuto e teme che quando il suo amato ritornerà non potrà più riconoscerlo.
Un giorno le truppe di Gilbert fanno ritorno a casa di Austria, l' italiano spera che ci sia anche Sacro Romano Impero e ci sarà...solo non nel modo in cui si aspettava...
Spero vi piaccia, buona lettura! ^^
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Chibitalia, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Sacro Romano Impero, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sei diventato più grande, Italia.- diceva Ungheria mentre riponeva i tuoi vestiti nuovi nell' armadio - Ormai non ti stanno più quelli che portavi sempre.-
La sua voce era chiara, eppure tu non l' ascoltavi, troppo concentrato a guardarti allo specchio per farlo.
Era vero, eri diventato un pò più alto, i capelli ti erano cresciuti di qualche centimetro, il viso si era assotigliato ancora. Per te quello non eri tu, era un altro riflesso, una  brutta imitazione di te stesso.
Avresti voluto con tutto il cuore che fosse così. Ma cosa avrebbe detto Sacro Romano Impero appena ti avrebbe visto?
-Ungheria...-richiamasti la donna con il fiore rosa all' orecchio destro con voce flebile, si voltò interrompendo il suo lavoro.
-Sì?-ti chiese interrogativa.
-Secondo te...mi riconoscerà quando farà ritorno?-
La castana appena sentì quella domanda si fiondò su di te abbracciandoti, restasti sorpreso da quell' azione; Elizabeta era sempre stata una ragazza solare che ti aiutava sempre, pensavi stringendotela a tua volta, quindi perchè quell' abbraccio pur confortandoti era più bisognoso di attenzione di te?
-Certo tesoro, ti riconoscerà!-
Per un attimo ti parve che anche lei stesse per piangere, forse non tanto per te. Forse un pò anche per se stessa sfogando un desiderio segreto di cui non eri a conoscenza.
Ad un tratto un rombo echeggiò da fuori la finestra della stanza, riconoscesti quel suono e subito ti fiondasti a guardare, non poteva trattarsi che dell' esercito di Sacro Romano Impero. Ne eri certo.
Spalancasti di colpo le ante, c' erano molti uomini che imbracciavano le armi, altri feriti, stremati dall' ultima battaglia. Riconoscesti subito la capigliatura albina di Gilbert, il fratello maggiore del tuo amato, però lui dov' era?
Un brivido ti percosse tutto il corpo, come un brutto presentimento.
Prendesti a correre via, lungo i corridoi ampi del palazzo di Austria, appena raggiungesti l' entrata vedevi che la maggiorparte dei soldati insieme al loro ufficiale erano entrati. Ungheria ti raggiunse, subito dopo anche Roderich superandovi e andando incontro al prussiano che teneva la testa china a terra, lo sguardo avvolto nell' ombra.
-Gilbert, cosa è successo?-gli chiese il proprietario della tenuta, lui non rispose.
In realtà ti guardò con i suoi occhi rossi, una volta tanto spavaldi da poter tenere testa chiunque, in quel fatidico giorno erano pieni di dolore, rabbia, umiltà.
Non glieli avevi mai visti così martoriati.
-Italia...ho bisogno di te.-ti disse con voce roca.
-P-perchè? Dov' è Sacro Romano Impero? Perchè non è con te?-chiedesti tremante.
Beilschmidt si strinse nelle spalle abbassando ancora di più il capo, stringendo i pugni lugno la vita.
-è per questo che ho bisogno di te.-
Come ripetè la frase quattro uomini che trasportavano una barella con un corpicino coricato coperto da un sottile lenzuolo entrarono mettendosi davanti a voi.
Tremavi, tutto quanto, sentivi persino le caviglie cigolare nel tentativo di fare un passo verso di esso.
Per molti anni avevi sperato che vivesse, che tornasse, che steste in sieme. Possibile che la vita per voi nazioni doveva essere così infida e crudele?
I quattro appoggiarono la barella a terra appena ti avvicinasti, ti inginocchiasti accanto ad essa, non volevi sapere.
Avresti voluto vivere nell' ignoranza e nella finzione pur di non scoprire che quel corpo era il suo, ma dovevi farlo, per te, per tutti.
Così, mentre il tuo cuore batteva rapido in una corsa senza limiti, tolgliesti quell' unica stoffa che copriva quel corpo minuto.
Lo stesso corpo che avevi imparato a conoscere, toccare, osservare, amare. La pelle ancor più nivea di quello che era prima, una volta colorata da due chiazze rosse che gli contornavano le guance appena ti stava accanto. Gli occhi azzurri come il cielo chiusi, per sempre. I suoi capelli color del grano scompigliati che tanto se li teneva pettinati all' indietro nascosti dal suo cappello. Le mani congiunte al petto in una preghiera lontana. Un rivolo di sangue macchiava ancora le sue labbra, quelle sottili labbra che avevano toccato le tue sigillando il vostro giuramento d' amore.
Le sfiorasti con le dita, le ricordavi calde non fredde come il ghiaccio.
La tua vista si appannò a vederlo, le guance bagnate ricadevano sulle sue come pioggia battente.
Sembrava dormisse un sonno tranquillo, cosa che ti ricordava non era mai abituato a fare, avresti voluto svegliarlo con uno dei tuoi sorrisi e baciarlo come la prima volta. Lui avrebbe sussultato e le guance si sarebbero colorate di rosso come al solito, poi se ne sarebbe scappato via imbarazzato.
Ma non sarebbe mai accaduto, non si sarebbe svegliato mai più.
-Francia l' ha attaccato. Lui era solo in battaglia...sono arrivato troppo tardi...sarei dovuto arrivare prima e proteggerlo...maledizione!-
Prussia cercò in quelle parole sconnesse tra loro di spiegare l' accaduto, mentre i suoi singhiozzi gli facevano ballare la voce e le lacrime correvano veloci e prepotenti sul suo volto tempo addietro fiero e temerario.
Ungheria andò subito ad abbracciarlo, cullandolo come una madre che assiste al figlio che si è procurato una ferita, accarezzandogli dolcemente i capelli.
Roderich sembrava impassibile, ma era evidente che sotto a quella maschera di marmo anche lui soffriva.
Più di tutti quel fardello lo portavi soprattutto tu.
-Ma tutto non è perduto...-fece in un flebile sussurro l' albino che solo tu riuscisti a sentire, infatti ti voltasti verso di lui non capendo.
-C-come?!-
-Ho bisogno del tuo aiuto Veneziano, devi farlo riportare qui con noi. Resuscitalo!-
Restasti sbigottito a quella richiesta. Era vero, tu ne avevi il potere, ma tutto ciò era sbagliato.
-Resuscitare i morti è contro la legge di Dio! Non posso farlo!-
-Certo che puoi! Hai il potere della rinascita!-
-Far rinascere e far resuscitare sono due concetti ben diversi da come tu immagini!-
Nonostante ti fossi imposto l' albino ti venne vicino prendendoti con la forza le spalle, scrollandoti come una bambola di pezza per l' ira.
-Non m' importa i mezzi con cui lo fai o come lo fai, basta che lui ritorni, basta che sia di nuovo vicino a me! Anche tu gli volevi bene, non vuoi che ritorni in dietro?-
Quella domanda ti spiazzò d' un tratto. Certo che volevi che fosse di nuovo vivo, lo volevi fin dentro l' anima, ma temevi anche le conseguenze di quell' atto.
Il potere che ti era conferito era potente e richiedeva enormi sacrifici, saresti riuscito a sopportarli?
-" Sacro Romano Impero..."- lo guardasti un istante che pareva infinito.
Sì, avresti rischiato tutto pur di riabbracciarlo.
Ritornasti poi su Gilbert, anche lui sembrava determinato a rischiare.
-Prussia, la pratica che eseguirò farà sì che lui ritorni ma in cambio dovrai cedergli parte della tua vita e lui rinascerà con un altro nome. Ricordati che un giorno dovrai donare tutta la tua vita al Signore Dio nostro. Sei pronto a donare un pezzo della tua anima?-
L' albino ci mise un pò a rispondere pensando a ciò che avrebbe guadagnato e perduto assieme, poi fece uno dei suoi ghigni famigliari cercando di dimiostrare di non temere la morte e ciò che sarebbe capitato.
-Il magnifico me è pronto a qualsiasi cosa.-
A quella risposta cominciasti il rito mettendo le mani su Sacro Romano Impero spiegando al prussiano che doveva fare la stessa cosa anche lui mettendole sotto le tue. Elizabeta cercò di bloccarlo ma entrambi la rassicuraste con un sorriso.
-Non temere, andrà tutto bene.- avevi detto.
Dopodichè chiudesti gli occhi concentrandoti, pronunciando delle preghiere in latino antico come delle formule magiche, un fascio di luce azzurrognolo avvolse i vostri corpi. L' aria che tirava in quell' atrio emanava qualcosa di mistico e sereno.
Poi tu e Gilbert percepiste un battito, non erano i vostri cuori, bensì quello di Sacro Romano Impero.
Sorridesti e piangesti allo stesso tempo, avrebbe di nuovo avuto quall' adorabile cruccio e lo sguardo severo, avrebbe sorriso di nuovo.
Eppure al saperlo ti faceva male lo stesso, sapevi che niente sarebbe tornato come prima.
- Amodo tu Germania. "D'ora in avanti tu sei Germania"-

Germania si risvegliò dopo varie ore steso sul suo letto. Non sapeva bene come mai, ma non aveva dormito così tanto bene come all' ora.
Vide con la coda dell' occhio la testa di suo fratello appoggiata sul materasso, lo risvegliò chiamandolo piano.
-Gilbert...Gilbert?-
Dopo un minuto, appena l' albino vide il fratellino bello che sveglio, lo abbracciò fino quasi a strozzarlo, tanto era contento di vederlo.
-Lud! Lud! Ti sei svegliato finalmente!-
-Sì ma adesso mollami! Mi soffochi!-
-Scusa, hai ragione.-il maggiore gli diede un candido bacio sulla fronte facendolo arrossire dalla vergogna e dallo stupore.
-Ma che ti prende? Non sei mai stato così smielato!-quasi urlò il biondino allontanandolo.
Il prussiano per tutta risposta gli sorrise scompigliandogli i capelli, si sarebbe comportato normalmente, non gli avrebbe detto la verità su quello che gli era successo.
-Ero molto preoccupato, sai? Sei stato ammalato per parecchi giorni, avevi un febbrone da cavallo. Se non ci fosse stato Italia...-
Appena lo nominò si stupì nel trovare il piccolo fratello così estraneo, con quell' espressione interrogativa.
-Italia...chi?-
-Massì, la tua "amichetta" . Avanti, non fare il finto tonto!-
Germania continuò a guardarlo atono, perso nel vuoto.
-Io non ho mai avuto amiche femmine. Chi è questa Italia?-
Il volto del fratellino era sempre stato serio, ma mai così tanto fino ad all' ora, lo conosceva bene, non si sarebbe mai dimenticato di chi ha amato sin dal profondo. Qualcosa era cambiato.


Chi rinasce si scorda di chi l' ha riportato alla vita. Infatti rinascere significa vivere una vita nuova, lasciando quel che è stato alle spalle.
Lo sapevi bene, per questo non hai voluto vederlo, per questo te ne sei andato per sempre da quella villa in cui sei cresciuto con lui.
Avevi sofferto, avevi versato tante lacrime in quegli anni, ma sapevi che un giorno o l' altro vi sareste incontrati di nuovo in un altra vita.
Però si sarebbe mai ricordato di te?

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

 

Salve a tutti! La rompiscatole di turno è tornata, yeeeeeh!!! XD

Come mai ho fatto una storia del genere voi vi chiedete? Molto semplice: ho cercato di immaginarmi il perchè Germania non si ricordi più il suo passato e di Chibitalia, molti sostengono che Sacro Romano Impero non sia lui ma io sono convinta dell' incontrario così ho lasciato libero spazio alla fantasia.

Spero solo che non vi abbia fatto noia e di ricevere qualche vostro parere.

Baci bacioni,

madoka94

  
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