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Autore: AllePanda    04/03/2013    6 recensioni
Cosa sarebbe successo se, dopo la visita di Snow a casa di Katniss, le rivolte nei distretti si fossero palcate? Qui Peeta e Katniss si sposano e diventano i nuovi Mentori degli sfortunati ragazzi del Distretto 12 che verranno estratti alla Mietitura per l'Edizione della Memoria. Cosa succederà? Chi verrà estratto?
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Matrimonio:


Caesar Flinkerman ha appena finito di annunciare a tutto Panem che io e Peeta Mellark siamo marito e moglie. Il presidente Snow ha accezionalmente dato a lui il potere di unirci in matrimonio, pare a gran richiesta del pubblico. Il noto presentatore degli Hunger Games, per questa speciale occasione si è presentato con capelli, palpebre e labbra dipinte di un bianco opaco con qualche spruzzo di colore dorato. Io invece ho indosso l’abito scelto dal presidente in persona. Ovviamente lo detesto, ma Peeta ha detto che sono meravigliosa e che lo sarei stata perfino vestita di stracci. Adesso cammino stretta a lui che, nonostante la gamba artificiale, sembra camminare molto meglio di me. Io con questi tacchi ancora vacillo ad ogni passo. Peeta mi tiene per mano e mi conduce rapidamente sull’auto che ci poterà alla nostra prossima destinazione. La folla è in visibilio mentre ci vede passare e ci lancia addosso fiori, riso e… beh credo che tirare scarpe dai colori impossibili sia una tradizione propria di Capitol City, perché non l’ho mai visto fare prima d’ora e mi auguro che negli altri distretti non si usi perché può risultare anche parecchio dolorosa. In men che non si dica, arriviamo alla residenza privata del presidente Snow. Ci scattano foto, ci filmano. Sono costretta a ballare e a sorridere come un’ebete, sforzando i muscoli del mio viso fino a sentirli tirare. Esattamente come è successo qualche tempo fa, durante la serata di gala per la conclusione del nostro tour della vittoria, siamo circondati da centinaia di estranei. Anche stavolta c’è cibo in abbondanza e i miei occhi si posano su piatti dall’aspetto invitate, esotico. I profumi nell’aria si mescolano, la musica ci avvolge. Peeta però ha uno sguardo triste che non posso fare a meno di notare. Lo maschera benissimo quando le telecamere ci riprendono, ma non appena gli sembra di poter tornare a respirare perché la troup si è spostata, lo vedo incupirsi. Haymitch me lo aveva detto che sarebbe stata dura, tuttavia non immaginavo che per Peeta, questa storia del matrimonio inscenato per sedare gli animi dei distretti, si sarebbe rivelato un fardello pesante quanto il mio. Non posso fare a meno di sentirmi in colpa, di pensare che se non avessi tirato fuori quelle bacche… be’… Forse non dovrei sentirmi in colpa invece. Se non l’avessi fatto, uno di noi sarebbe morto. Meglio vivi ed infelici allora? Condannati per sempre ad agire come marionette, a fingere di amarci? Nemmeno Peeta ha mai voluto avermi in questo modo. Quando eravamo nell’arena ha creduto fosse tutto vero. Mi chiedo se non sarebbe stato meglio continuare a mentirgli…Voglio dire: in questo modo almeno lui avrebbe vissuto felice, pensando che lo amassi davvero. Lo osservo mentre chiacchiera con qualche sconosciuto della capitale. Sorride. No, mi dico. Peeta non è uno stupido e io non sono per niente brava a mentire sui miei sentimenti. Se ne sarebbe accorto comunque. Sono così immersa nei miei pensieri che non mi rendo conto del tempo che scorre via. Pensavo sarebbe stata una giornata interminabile e invece quando arriva Effie, nostra accompagnatrice ufficiale anche per la nostra Luna di Miele, gentilmente offertaci dal governo di Capitol City, mi sento completamente svuotata, quasi incredula che sia già successo. – Oh Katniss, tesoro, è stata una giornata grandiosa! Sono davvero felice per te – mi dice Effie non appena mi raggiunge, stringendomi le mani nelle sue. Le sorrido debolmente e la ringrazio. La vedo sventolare un braccio nella direzione di Peeta che adesso ci raggiunge e mi cinge i fianchi in un abbraccio mentre mi scocca un leggero bacio a fior di labbra. Questo porta inevitabilmente le telecamere su di noi, per l’ennesima volta. Leggo nei suoi occhi che, a differenza da me, per lui dev’essere stata una giornata lunghissima. Saluta Effie e tutti e tre ci dirigiamo finalmente alle macchine. Non parliamo molto tra noi, soltanto Effie ci fa notare quanto al pubblico è piaciuto questo momento della cerimonia piuttosto che un altro, o quanto lei si è sentita emozionata. Io e Peeta ci teniamo semplicemente per mano. In meno di mezz’ora abbiamo raggiunto un lussuoso palazzo nel centro di Capitol City. Durante il tragitto non faccio che pensare e ripensare agli eventi che mi hanno condotta a vivere questo momento. Ripenso ad Haymitch che con i piedi immersi nella neve, fuori dal treno, fermo a fare rifornimento, mi dice che: “poteva capitarmi molto di peggio rispetto a Peeta”. Penso al figlio del fornaio che a 11 anni mi salvò la vita. L’ho osservato a lungo mentre i suoi occhi erano persi chissà dove fuori dal finestrino esattamente come i miei. Chissà che cosa sta pensando? Mentre scendiamo dal veicolo, a me non può che tornare alla mente la minaccia del presidente Snow di uccidere Gale e tutta la mia famiglia, se non lo avessimo convinto di amarci davvero. Poi è arrivato il tour della Vittoria, che in qualche modo è riuscito a placare gli animi dei Distretti. Non so come, ma la gente alla fine si è davvero bevuta la storia degli Innamorati Sventurati, anche se Peeta, su mio suggerimento, ha dovuto chiedermi di sposarlo. Questo per convincere Snowe tutta Panem in modo definitivo. Cinna e gli altri hanno fatto il resto, occupandosi dei miei vestiti e dei miei discorsi in pubblico. Una parte di me ha sperato che qualcosa succedesse davvero. Le parole di quel serpente a sonagli di Snow mi avevano fatto credere che un futuro diverso era possibile. Oggi, il nostro matrimonio ha rappresentato la tomba della speranza di quei pochi che hanno avuto il coraggio di ribellarsi e che probabilmente già non ci sono più. E’ questo il solo pensiero che mi distrugge e mi conforta al tempo stesso: per fortuna non sono più qui per vedere quanto il mio egoismo ha distrutto la loro speranza. La paura di perdere i miei cari ha vinto su qualsiasi scintilla avessi mai acceso. Il terrore delle forze di Capitol City ha fatto il resto. Veniamo scortati da Effie fino al nostro gigantesco appartamento e finalmente veniamo lasciati soli con noi stessi. Un soffice letto matrimoniale è stato preparato apposta per segnare l’inizio della nostra unione. Peeta mi aiuta a levare il pesante vestito di seta bianca. Rimango soltanto in intimo, quasi nuda davanti a lui, ma Peeta non dice nulla, mi allunga soltanto una vestaglia di seta che prende da un armadio. Lo vedo spogliarsi a sua volta. Io e il ragazzo del pane ci sdraiamo subito, stanchi come non mai. Sospiro mentre i miei occhi cercano i suoi. Lui copre entrambi con la coperta. – Stanca? – mi chiede. Annuisco. – Tu? –. In risposta ricevo un sorriso e un bacio leggero su una guancia. – Sai, non volevo che succedesse così – mi dice Peeta. Non rispondo, invece comincio a sistemarmi i capelli sciogliendoli dai mille fermagli in cui Cinna me li ha raccolti. Lui senza aggiungere altro allunga le dita sulla mia testa e comincia ad aiutarmi e a giocare con qualche ciocca dei miei capelli. Non mi dà fastidio, anzi, è un gesto molto tenero che mi riesce a rilassare. Sono ancora piuttosto tesa e lui lo capisce. C’è un’altra cosa che mi tormenta da tutto il giorno ormai. Qualche giorno fa Prim, dopo che avevamo finito con le prove per il vestito, mi ha chiesto cosa sarebbe successo dopo il matrimonio. Le ho dovuto spiegare che sarei dovuta andare a vivere con lui. Credevo si sarebbe messa a piangere e invece mi è sembrata davvero felice. La mia sorellina era felice per me. La cosa che mi ha gettato nel panico più totale però è stata la sua osservazione successiva riguardo al fatto di avere dei figli. “Ogni coppia che si sposa prima o poi avrà un bambino…Sono contenta, perché così sarà come avere un fratellino o una sorellina. Anche io dovrò proteggerlo” mi ha detto Prim con un candore quasi irreale. Un terrore profondo si è impossessato di me immediatamente. Durante la notte non ho fatto altro che sognare bambini che venivano estratti alla mietitura. Ognuno di loro era mio figlio.

 – Peeta… - dico con tono sommesso, mentre mi accoccolo vicino a lui. Sento il suo sguardo puntato su di me. -  Devo dirti una cosa importante -. Lui resta in silenzio mentre mi accarezza la testa. – Peeta io non potrò mai renderti felice… Mi dispiace, ma questa è una decisione che ho preso da tempo-. Ora il suo sguardo è preoccupato da morire ma non riesco a tenere a freno la lingua, devo dirlo. Lo dico: - io non farò mai dei figli! -.
 
 
 
  
 
 

  
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