04/03/2013
3 recensioniEra un po’ di tempo che non facevo altro che rating rosso *cofcof* quindi sono lieta del fatto di aver creato qualcosa di puccioso ~
Non c’è molto da dire in merito a questa flashfic, è un’introspezione del caro Sacro Romano Impero, ma chissà com’è venuta! Chiedo venia in anticipo che risulterà noiosa la lettura, davvero, non sono abituata a entrare nella sua ottica; a ogni modo eccomi qui, con la linea internet che fa le bizze e una voglia matta di ringraziare una persona a me molto cara: Nahash.
Mi ha dedicato una one shot arroventata (?) in questo mio periodo di convalescenza e io avrei voluto fare altrettanto, ma l’unica cosa che mi è venuta in mente pensando a lei è qualcosa di estremamente dolciosa ~
Mea culpa, dunque, ripagherò in futuro con qualche pwp (?) perché mi sto affezionando al genere in un modo irreale.
Detto questo vi lascio alla fic, sperando che vi piaccia e che arrivi anche alla suddetta lady!
Xoxo
Che cosa è vero? Cosa sarà di più—
La bugia che c'è nella realtà
O la bugia che si trova nei sogni?
(F. Pessoa)
Spesso, le storie sanno essere abbastanza controverse; dipende da chi le legge, dal tono di voce con il quale vengono narrate e, perché no, forse anche dalle immagini che si creano nella testa di chi ascolta. Se l’idea di una bellissima principessa sarebbe la medesima in ogni dove, chiunque potrebbe ammettere che la mia vi somiglia molto – osservandola nella sua semplicità abbaglierebbe ogni persona, dalla prima all’ultima. È un po’ distratta, forse anche troppo, e non riesce a vedere il male del mondo fin quando i suoi occhi non si riempiono di lacrime; piange spesso, si lamenta per ogni cosa, ma questo accade per la sua goffaggine – ho perso il conto delle volte in cui l’ho vista capitolare in terra. Sa sorridere e brillare come una stella, addirittura come il sole, per questo non riesco ad avvicinarmi troppo a lei, so solo guardarla da lontano mentre canticchia e spazza il pavimento della residenza di Austria. È davvero carina, adora mangiare i suoi piatti tipici e a volte m’imbarazza per la sua ingenuità.
Guardando il foglio che ho davanti capisco che è inutile provare e riprovare a farlo: il carboncino gracchia contro la carta, scivola seguendo linee pericolanti, trema addirittura, allora so di non essere al suo livello, so di non poterla rappresentare con facilità neppure se impiegassi anni della mia vita a farlo, anzi, rovinerei la sua immagine – eppure vorrei un ritratto della mia principessa.
Ricordo che un giorno ha provato a insegnarmi come si fa a rappresentare bene la realtà che ci circonda, eravamo s’una collina e lei aveva uno sguardo così dolce, mentre dipingeva sulla tela bianca; io non sono stato in grado di fare niente quella volta, avevo il cuore in gola e non potevo credere di stare al suo fianco – sembrava tutto così impossibile.
Vorrei scriverle, forse questo saprei farlo, eppure cosa potrei dirle?
Penso alle sue labbra morbide, a quel bacio leggero che mi ha dato prima di salutarmi; ricordo il modo in cui, con le lacrime agli occhi, ha cercato di sorridere ugualmente – non posso fare a meno di arrossire, che sciocco!
Chissà cosa starà facendo la mia piccola principessa.