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Autore: hikarufly    04/03/2013    3 recensioni
Piccolo inciso ne Lo Hobbit. La compagnia dei nani fanno un incontro che non si sarebbero aspettati, che risveglia vecchi sentimenti di orgoglio, rivincita e fraternità.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bilbo, Kili, Sorpresa, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Elna si svegliò aprendo piano piano le palpebre: un raggio di sole filtrava dalle tende tirate quasi del tutto, e ricadeva proprio sul suo viso, e specialmente sui suoi occhi. Cercò di accoccolarsi nelle coperte, nascondendo il viso, ma non riuscì a riappisolarsi. Ormai sveglia, si stiracchiò e poi si alzò, scostando le coperte di malavoglia. Si sedette ad una semplice toeletta che era nella sua stanza, e si si spazzolò i capelli, per poi stringerli in un paio di lunghe trecce. La sua barba era diventata folta e lunga, ma non aveva baffi – quelli non le era mai cresciuti. Con il fermaglio che le aveva donato Fili, sistemò la barba in modo che non le desse fastidio, in una serie di piccole ciocche intrecciate tra loro. Si vestì degli abiti semplici e pratici che aveva nel suo armadio e uscì dalla sua stanza. Nirya la incrociò nel corridoio e le diede il buongiorno. Lei e la sua famiglia avevano accolto Elna come una sorella e come una figlia, e le avevano fornito il necessario per riprendere la sua attività di giocattolaia. Nel villaggio, non vi era nessuno in grado di creare ninnoli o passatempi per i bambini, e quando Elna finalmente riuscì a crearne un po', venne beneamata da tutti quanti coloro che avevano dei bambini, e dai loro parenti tutti.

La madre di Nirya sorrise a Elna e alla figlia, quando entrambe si sedettero al tavolo della colazione, con il padrone di casa. Fu lui a porgere una lettera, arrivata in tutta fretta qualche istante prima ad Elna: sembrava urgente. Lei la aprì e la sua espressione, dopo averla letta, preoccupò tutti.

«Notizie da Erebor?» domandò Nirya, posandole una mano sul braccio. Solo a lei e ai suoi genitori era stata rivelata la missione della compagnia.

«Il drago è ucciso. La città di Dale ha subito molti danni ma Erebor è di nuovo dei nani» spiegò, meccanicamente, come se non fosse quella la notizia importante. Gli altri tre nani si rallegrarono, ma solo per un istante. Elna alzò la testa.

«Thorin Scudodiquercia è in fin di vita. Ha chiesto di me» aggiunse, le lacrime che le scendevano silenziose sulle guance.

 

Dalle rovine di Erebor, era ancora possibile accedere alle balaustre di guardia sopra il grande portone. Le parti laterali erano sopravvissute allo schianto del drago contro l'ingresso, che aveva danneggiato solo quella centrale. Ori aguzzò lo sguardo quando vide una nuvola di terra e polvere alzarsi da quello che sembrava soltanto un piccolo pony. Correva come un pazzo, al limite di quelle che evidentemente erano le sue capacità.

«Signor Bofur, signor Bofur!» iniziò a gridare, verso il portone che conduceva all'interno. Bofur uscì, e si avvicinò a lui, guardando nella stessa direzione. Il pony si avvicinava rapidamente.

«Sembra che la vostra lettera sia arrivata in tempo, dopo tutto» aggiunse il primo dei due, mentre l'altro gli poggiò una mano sulla spalla.

«Andiamo, avrà bisogno di aiuto» disse Bofur, facendogli poi cenno di seguirlo. Con passi rapidi e sicuri nonostante i passaggi irti e semidistrutti, i due giunsero alle porte della città, semiaperte e sorvegliate.

Il pony si fermò non appena Elna tirò le briglie. Era spossato oltre misura, avendo corso per ore e ore senza sosta. Quando lei scese, di corsa, la sua cavalcatura stramazzò al suolo, troppo stanca per reggersi ancora. La nana corse in direzione dell'ingresso, mentre Ori si avvicinava al pony, preoccupato che potesse essere morente. Aveva un animo sensibile, fin troppo, e sapeva di non essere in grado di affrontare Elna, o di esserle in alcun modo di aiuto, non nel modo in cui Bofur era in grado di farlo. Balin e Dwalin li attendevano fuori dalla camera del principe, in silenzio.

Bofur intercettò la corsa disperata della nana, che cercò di divincolarsi dalla sua presa.

«Calmatevi solo un istante, signora. Dovete essere il più possibile serena e lucida. Lui ne avrà bisogno» disse lui, e lei si fermò, prese un profondo respiro e si levò le lacrime dal viso con dei gesti stizziti delle mani. Bofur la lasciò andare solo quando fu certo di poter usare le parole per interagire con lei. Le porse un fazzoletto, molto più immacolato del previsto, e lei lo ringraziò debolmente, usandolo immediatamente. Bofur la osservava con un misto di preoccupazione e sollievo, il primo per le sue condizioni, il secondo per la sua presenza.

«Sono pronta» furono le parole di Elna dopo un po' di istanti. Bofur le chiese il fazzoletto indietro con un gesto, sapendo bene che avrebbe indispettito Thorin e con un sorriso rassicurante le fece cenno di precederlo.

 

Thorin era disteso su di un giaciglio, gli occhi chiusi e le ferite che gli sfregiavano il viso. Aveva indosso la sua armatura e le coperte lo celavano fino alla cintola. I cuscini lo mantenevano quasi seduto, e così lo trovò Elna quando il piccolo Bilbo uscì dalla stanza e la fece entrare.

La nana si avvicinò sentendosi molto meno pronta di quanto non avesse dichiarato prima. Le gambe le tremarono fino al capezzale del principe. Una sedia era vicina al letto e si sedette lì, chinandosi verso di lui e carezzandogli la fronte, sperando di non essere arrivata troppo tardi.

Thorin aprì gli occhi e incontrò quelli di lei: vedeva il dolore sul suo volto, ed esso si rifletté nella sua espressione, che colpì molto Elna. La nana cedette di nuovo alle lacrime, stringendo la coperta con entrambe le mani, rischiando di lacerarla. Lui alzò a fatica il proprio braccio destro, dal lato in cui si trovava lei, e le carezzò i capelli, con fatica. Elna alzò il viso, si asciugò le lacrime con rabbia, infuriata con se stessa per essere così debole e, alzandosi dalla sedia, si stese accanto a lui, stringendosi al suo petto. Thorin le circondò la schiena con il braccio, la fronte contro la sua.

«Devo porvi le mie scuse» mormorò lui, il timbro basso quanto debole. Lei gli sfiorò le labbra con le dita.

«Non voglio sentirle» replicò, con fatica, lei.

«Mi resta poco per dire quello che avrei dovuto dire molto tempo prima» ribatté lui, il suo tono burbero come sempre ma con una nota di rammarico e dolore «avevate ragione: sono stato ingordo ed egoista come lo è stato mio nonno. E ora che me ne sono reso conto, è troppo tardi per rimediare di persona. Ho trattato senza rispetto coloro che hanno solo cercato di aiutarmi, e vi ho delusa. Vi chiedo perdono per questo»

Elna, stringendosi a lui e spostando la mano dal suo viso al suo petto, annuì.

«Avete tutto il mio perdono, per ciò che avete fatto e per ciò che avevate intenzione di fare. Non pensate ai vostri torti, ma a ciò che avete fatto di buono, ora. Avete guidato la vostra compagnia. Avete ripreso Erebor per coloro a cui era stata rubata» sussurrò lei.

«Il mio rimorso, ora che ho il vostro perdono per i miei errori verso gli altri, è solo nei vostri riguardi» disse dopo qualche istante Thorin «Non ho saputo apprezzarvi, non ho saputo mettere da parte il mio orgoglio e non ho saputo amarvi come avreste meritato»

Elna cercò di fermarlo, con silenziose proteste, ma invano.

«Non vi farò promettere di non donare il vostro cuore a nessuno o di donarlo a chi vi sarà degno: non farò di nuovo l'errore di ritenermi al di sopra del vostro giudizio. Vi chiedo solo di non dimenticarmi, se potete» aggiunse allora, e incontrò di nuovo lo sguardo di lei.

«È una richiesta che posso accettare» rispose lei, sentendo il proprio cuore spezzarsi. Gli posò un bacio sulla fronte.

«Riposate, mio re. Siete stato amato, non dubitate di questo. E io sono stata amata, come solo le regine ne sono degne» sussurrò, vedendo che la vita stava fuggendo dai suoi occhi.

«Addio» fu l'ultima parola che pronunciò, rubate dalle sue labbra con un bacio.



~
 

Così perì Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thror, erede al Trono sotto la Montagna. 

Ma la nostra storia non è ancora finita: c'è un ultimo capitolo da aggiungere... accompagnateci ancora per un po', se volete...

   
 
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