La guerra era appena finita, anche se non come speravamo.

Ora ci trovavamo in una stanza spaziosa, ben illuminata, molto affollata. 

Eravamo lì per discutere della pace, così ci dissero.

Eravamo lì per arrenderci.

Al tavolo erano seduti anche i nostri nemici. 

Dalle loro espressioni deluse si poteva intravedere il fatto che nemmeno loro fossero così entusiasti di come erano andate le cose.
Nessuno avrebbe ottenuto ciò che voleva.

Il trattato giaceva sul tavolo.

Mi porsero una penna, e mi avvicinai. 

Mi avevano tolto tutto, i miei territori, le mie colonie, il mio orgoglio. 

Ma dovevo firmarlo, non potevo fare alcuna altra cosa.

Scrissi il mio nome sul documento, e passai la penna nella sua mano.

Colui che avevo affiancato nella guerra, colui che , stanco, ferito, con uno sguardo vitreo, si diresse verso il tavolo per firmare il documento. 

Lo lesse. Aggrottò le sopracciclia con evidente disappunto, e mi lanciò un rapido sguardo. Uno sguardo non freddo, non arrabbiato, ma triste. 

Avvicinò la penna al foglio, ebbe una piccola esitazione. Ma alla fine il buon senso sembrò prenderlo, e scrisse anche lui il suo nome.

Quando tornò a sedersi mi accorsi che qualcosa era cambiato nei suoi occhi, che adesso erano ...umidi? 

Una lacrima scese con lentezza stremante dagli occhi viola del mio compagno, attraversò tutto il volto, si fermò sul mento dell'austriaco. 

Lui si voltò, notando di essere stato visto.

Fu la prima volta che lo vidi piangere.

Quel giorno, mi feci una promessa: io e lui saremmo diventati di nuovo grandi, insieme.

	 Angolo dell'autrice!

Questa cosa è probabilmente la più orrenda che abbia scritto ultimamente,
 ma mi sentivo di pubblicarla visto che oggi a scuola è uscito l'argomento della prima guerra    mondiale, ùwù.
 Non è che esattamente una GerAus, diciamo che in questa fic sono più una specie di amici che     altro, XD.