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Autore: Whity    04/03/2013    1 recensioni
Infilò le chiavi nella toppa e si stupì di dover girare la chiave due volte, visto e considerato il turno dell’ispanica al Pub vicino casa iniziasse di lì a un paio d’ore. Aprì la porta ed entrò.
- Santana? – chiamò con voce incerta.
Una voce lo riscosse.
- Ha detto che usciva – Kurt perse la presa sulle chiavi – Doveva vedersi con una ragazza prima di iniziare a lavorare -.
[...]
- Dopo il matrimonio non abbiamo veramente parlato – arrossì leggermente – e io davvero vorrei che chiarissimo la nostra situazione – si morse un labbro è Kurt non riuscì ad impedirsi di trovarlo adorabile – perché due amici non finiscono a letto. E di certo non a fare quello che abbiamo fatto noi… e non è stato solo divertente, Kurt -.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Più che baciarsi, fu quasi un volersi mangiare
(Luciano Ligabue – Pane al pane 1993)

 

Cassandra July era appena rientrata nella sua personalissima Top 10 delle persone più odiose sull’intero globo terracqueo. Aveva passato due ore – due dannatissime ore! – piegato in posizioni oscene perché la sua schiena non era sufficientemente elastica, aveva dovuto saltare le prove dei Pomi di Adam – e vista l’attuale tensione con Adam nessuno sentiva il bisogno di ulteriori discussioni – e la doccia degli spogliatoi della NYADA aveva un’idea assolutamente opinabile del concetto di “acqua calda”.

Ora, con i capelli ancora umidi e il borsone in spalla, stava uscendo dalla metro per tornare a casa, sperando Santana si fosse ricordata di andare a fare la spesa perché – a quanto pareva – Rachel non riusciva a trovare il tempo materiale.

“Passasse meno tempo a duettare con Brody sotto le lenzuola…” si ritrovò a pensare, salvo pentirsi subito dopo della cattiveria espressa nei confronti della propria migliore amica.

Infilò le chiavi nella toppa e si stupì di dover girare la chiave due volte, visto e considerato il turno dell’ispanica al Pub vicino casa iniziasse di lì a un paio d’ore. Aprì la porta ed entrò.

- Santana? – chiamò con voce incerta.

Una voce lo riscosse.

- Ha detto che usciva – Kurt perse la presa sulle chiavi – Doveva vedersi con una ragazza prima di iniziare a lavorare -.

Accese la luce con mano tremante, poi si chiuse la porta alle spalle.

Seduto a gambe incrociate sul divano, con un’orrenda felpa ed un paio di pantaloni della tuta che era certo fossero suoi, sedeva l’ultima persona si aspettasse di vedere in quel momento.

- Blaine? – mormorò interrogativo.

Il moro si strinse nelle spalle.

- Dopo il matrimonio non abbiamo veramente parlato – arrossì leggermente – e io davvero vorrei che chiarissimo la nostra situazione – si morse un labbro è Kurt non riuscì ad impedirsi di trovarlo adorabile – perché due amici non finiscono a letto. E di certo non a fare quello che abbiamo fatto noi… e non è stato solo divertente, Kurt -.

Il biondo posò il borsone e si diresse in cucina senza una parola, uscendone un paio di minuti dopo con due tazze piene di the bollente.

- Fai attenzione che scotta – mormorò, appoggiandosi al tavolino dell’ingresso.

Blaine prese la tazza senza proferire parola, prima di soffiare sul bordo e prenderne un sorso.

Dopo qualche istante di silenzio Kurt si concesse un sospiro estenuato.

- Sto avendo dei problemi con Adam… - mormorò, sorridendo all’espressione dell’altro non appena quel nome saltò fuori – Gli ho raccontato del matrimonio e lui mi ha detto che avevo bisogno di tempo… forse è vero, ma non riesco a pentirmi di quello che è successo -.

“Pure se suppongo anche tu abbia avuto seri problemi a camminare, dopo…”

L’altro fece per parlare, ma il biondo proseguì.

- Con lui sto bene, Blaine. È questo il problema… - si morse un labbro.

- Avete… - il moro non terminò la domanda, incapace di formulare un pensiero del genere.

“Patetico. Proprio io non riesco a pensare ad una cosa del genere?!”

Kurt sorrise, quasi intenerito.

- No. Solo qualche bacio una sera in cui avevamo esagerato con la birra… -.

L’espressione sollevata di Blaine lo fece ridacchiare piano.

Il biondo si avvicinò al divano e si sedette di fianco a lui.

- Avrei voluto, sai? – il moro deglutì piano, incapace di proferire parola – Lo volevo per dimostrarti che anche io ero riuscito a farlo con qualcuno che non fossi tu. Ma arrivati al punto ho detto no, e mi sono odiato perché non riuscivo a capire il perché… - si voltò e gli sfiorò la guancia, arricciando il naso al contatto con la barba ispida.

Blaine sorrise a quell’espressione e gli prese la mano tra le proprie, baciandone le nocche.

- Grazie per avermelo detto – mormorò – Sai, ho fatto un viaggio infinito in treno e domani mattina mi aspetterà un altro calvario, ma sentirti dire questo rende un’epopea del genere decisamente meritevole -.

- Domattina? – pigolò il biondo, incapace di trattenersi.

L’altro annuì.

- Non ci sono altri treni sino a domenica sera, e oggi è giovedì – gli spiegò, specchiandosi in quelle iridi azzurre come a chiedergli il permesso.

“Ti prego chiedimelo.
Chiedimi di aspettarti domani sera dopo le lezioni.
Chiedimi di prepararti la colazione e portartela a letto.
Chiedimi di guardarti dormire, con addosso quel pigiama nero che abbiamo comprato assieme…”

- Resta sino a domenica – mormorò Kurt – Voglio parlare ad Adam, ma ho bisogno di sapere che quando tornerò a casa sentendomi un rifiuto tu sarai qui…  - concluse, prima di appoggiare la fronte sulla sua spalla.

- Mi dispiace – Blaine non si rese conto di aver dato voce a quel pensiero sino al momento in cui sentì Kurt carezzargli la schiena e canticchiare.

- No regrets, just love -.

Niente da fare, Katy Perry ne sapeva una più del diavolo…
 
 
La discussione con Adam fu meno penosa del previsto.

Il laureando pareva a conoscenza di buona parte delle cose che Kurt gli disse, e sorrise quando questo ammise di aver avuto bisogno di una spinta non indifferente per capire quale fosse realmente la strada da percorrere.

- Amici? – chiese quindi il più vecchio, per poi porgergli la mano – Piacere, Adam -.

L’altro non rispose subito, si limitò ad avvicinarsi ed abbracciarlo stretto.

- Grazie – poi si allontanò con gli occhi lucidi e prima di avviarsi verso l’uscita si voltò – Ci vediamo alle prove! -.

Blaine lo aspettava a casa, seduto sul divano mentre sfogliava opuscoli delle varie università – aveva giustificato così quel viaggio improvviso, anche se era certo almeno Cooper avesse subodorato qualcosa - con Santana che canticchiava in cucina preparando chissà cosa.

- Allora? È stato così terribile? – sorrise quando lo vide entrare con un involto della pasticceria.

Il biondo non rispose, si limitò a poggiare l’involto sul tavolo e avvicinarglisi velocemente.

Lo baciò con una voracità che Blaine gli aveva sentito adottare pochissime volte e che accolse con stupore e voglia. La voglia di sentirlo addosso, di immergersi in quella bolla fatta di sospiri indecenti, sudore e baci, di viverlo prima di doverlo salutare per tornare a Lima.

- Unicorni andate in camera – li rimproverò bonaria la latina, prima di chiudersi in bagno con la scusa di una doccia.

Kurt lo prese per mano, prima di sfiorargli il viso con una carezza.

- Coccole? – mormorò.

E quando la porta si chiuse alle loro spalle furono certi di vedere Santana dare il cinque a Brody, arrivato da qualche istante, sotto l’occhio incredulo di Rachel.
 
 
   
 
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