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Autore: xjustaghost    04/03/2013    4 recensioni
E’ iniziato tutto con una birra di troppo, in un locale londinese. Loro, gli You Me At Six, erano la nostra band di supporto e lui, Josh, si è offerto di farmi fare un giro turistico della città. Giro che non abbiamo mai portato a termine perché ci siamo ritrovati a scopare sui sedili posteriori della sua macchina in un parcheggio deserto.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Hayley Williams
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Let the flames begin.

Un altro concerto è appena finito, e con esso la mia voglia di andare in giro per locali con Taylor e Jeremy, i miei due migliori amici.
”Dai, Hayles, vieni a farti una birra con noi. Una cosa veloce, è tanto che non andiamo in qualche locale qui a Londra!”
”Questa volta passo, Tay, sono esausta. Ti prometto che domattina ti offro la colazione, però.”
”Siamo in albergo, non la paghi tu la colazione!” esclama indignato. “A domani, nana, buonanotte.” e finalmente riesco a liberarmi di quei due, per un po’.
Corro fino all’hotel coprendomi il volto con il cappuccio, per stasera basta foto e basta fans. L’unica cosa che voglio è farmi una lunga doccia e infilarmi sotto le coperte. Forse.

Rimango sotto l’acqua per un tempo interminabile, fino a che la suoneria del telefono non mi riporta alla realtà facendomi uscire in fretta e furia dalla doccia.
Guardo lo schermo, Josh.
”Hei, ciao.”
”Ciao, Hayley. Com’è andato il concerto?”
“Bene, come al solito, il vostro?”
“Non c’è male. Sei troppo stanca o…”
”No, vieni, stanza 209, terzo piano.”
Non gli do il tempo di replicare che riattacco, abbiamo perso anche troppo tempo tra frasi di circostanza e altre idiozie.

Mi asciugo velocemente i capelli e li lego alla meno peggio in uno chignon, prima di infilarmi una t-shirt extra large che, data la mia scarsa altezza, mi fa quasi da vestito.
Non sono una da lingerie di pizzo e completini sexy e, comunque, a lui non piacciono.
Dovrei sentirmi in colpa, perché questa storia clandestina va avanti da qualche anno. Insomma, io sto con Chad e Josh, lui sta con una il cui nome non mi è mai importato e non m’importa di certo ora. Ma non mi sento in colpa per niente, è solo sesso, credo. Non ne abbiamo mai parlato, non abbiamo mai programmato nulla.

E’ iniziato tutto con una birra di troppo, in un locale londinese. Loro, gli You Me At Six, erano la nostra band di supporto e lui, Josh, si è offerto di farmi fare un giro turistico della città. Giro che non abbiamo mai portato a termine perché ci siamo ritrovati a scopare sui sedili posteriori della sua macchina in un parcheggio deserto. E da quel giorno, appena ne abbiamo la possibilità, ci vediamo di nascosto e facciamo del gran bel sesso.

Bussa alla porta e mi affretto ad aprirgli, non vorrei che qualcuno lo vedesse.
”Ti ha riconosciuto qualcuno?”
”Ciao anche a te, comunque no. A quest’ora l’hotel è deserto e, in caso non te lo ricordassi, anche noi alloggiamo qui.”
”Oh già, scusa, ciao.”
Mi alzo sulle punte e cerco le sue labbra e quando le trovo tutta la stanchezza, l’ansia e le preoccupazioni svaniscono. E’ sempre stato così, ritrovarmi su quelle sue labbra così morbide è una cura per me.
”Mi sei mancata.” dice con un filo di voce, me lo sussurra all’orecchio così piano che fatico a sentirlo.
”Anche tu, non sai quanto.” un altro bacio e gli sfilo lentamente la felpa, seguita dalla maglietta, prima di prenderlo per mano e condurlo all’enorme letto matrimoniale posizionato al centro della stanza.
Lui mi abbraccia da dietro, mi circonda con le braccia e mi dà piccoli baci sul collo che mi fanno impazzire. Mi volto e lo bacio, lo bacio forte, con passione. Lo bacio con la stessa foga con cui un leone si avventa sulla sua preda, gli mordo il labbro inferiore così forte da farlo quasi sanguinare. Sei mio, ecco cosa vuol dire. Per stanotte, almeno, è solo mio.
Mi sfila la t-shirt e mi spoglia di tutto, così io faccio con lui. Siamo nudi, uno di fronte all’altro, e per un momento sembriamo a disagio. Quante altre volte ci siamo trovati in questa situazione? Tante. Quindi, cos’è cambiato? Perché continuiamo a fissarci intensamente senza prendere una decisione? Siamo due anime perse nei meandri più oscuri del Tartaro, due anime che ritrovano pace solo quando sono una dentro l’altra, incastrate in un puzzle di perfezione.

Si decide, finalmente, e mi fa stendere sul letto. Si china su di me e mi bacia. E’ un bacio nuovo, un bacio da un sapore diverso: un bacio che sa d’amore.
Mi bacia e poi si sposta sul mio collo, lo morde, lo lecca e così fa con le mie clavicole e con i miei seni mentre le mie mani sono passate dalla sua schiena al suo membro, facendolo sospirare di sorpresa. Continuo fino a che ormai non è più a portata di mano, fino a quando non scende con la sua lingua bollente sul mio corpo, fino a che non si insinua tra le mie gambe facendomi sussultare. Si insinua nel mio sesso con la lingua, poi con un dito e poi con due. La mia mano lì, tra i suoi capelli, che spinge la sua testa affinché mi faccia arrivare all’apice il più in fretta possibile ma, quando sono a un passo dall’orgasmo, lui si toglie, lasciandomi un sorriso amaro sul volto mentre sogghigna.
Me lo tiro addosso, lo faccio stendere su di me prima di ribaltare la situazione, prima di sedermi su di lui, sul suo membro che mi penetra dolcemente.

”Sei bellissima.”
”Non devi dirlo per forza solo perché stiamo…” e non so più andare avanti. Cosa stiamo facendo?
Mi chino e lo bacio, mentre io mi muovo dolcemente su di lui e lui sotto di me.
Veniamo, quasi contemporaneamente, e stiamo lì a guardarci per secondi, minuti, senza proferire parola.
”Io ti amo.” non sento, il battito del mio cuore oscura qualsiasi rumore, qualsiasi suono. Tranne quello della sua voce, dolce e graffiante allo stesso tempo.
Mi sistemo accanto a lui e disegno cerchi invisibili sul suo petto mentre penso. Penso a quello che è successo, a quello che accadrà e non me ne frega un cazzo delle conseguenze.
”Ti amo anch’io.” dico, e lo bacio, mentre una lacrima scende senza volerlo.
”Resta con me.” mi dice, e piango un po’ di più.
”Lo sai, non possiamo.” e mi addormento tra le sue braccia che sono meglio di mille coperte.


 

   
 
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