Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: Enigmista96    04/03/2013    2 recensioni
Un Robert Downey Jr. diverso, come non lo avete mai visto se non nel film "Al di là di tutti i limiti.
Si troverà a fare i conti con una vecchia nemica, al momento del suo arresto nel 2000.
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sai come ma ti ritrovi disteso scomposto sulla trapunta del letto della camera che hai prenotato in quell’alberghetto.
«Cazzo»
E’ l’unica parola che riesci a mugugnare, perso in quello stato di semi incoscienza che segue sempre una delle tue notti di sballi.
Non avevi detto basta con quella “merda”?
Fatichi ad aprire gli occhi, che la luce ferisce senza pietà, e la bocca è così impastata che quasi non riesci a tenerla aperta.
La testa ti pulsa e gira vorticosamente, facendoti sentire su uno di quei caroselli dei Luna Park dove porti il tuo piccolo Indio.
Non ricordi nemmeno di cosa ti sei fatto la notte prima.
Cocaina? Eroina? Perché non tutte e due? E aggiungi anche i superalcolici di cui vedi le bottiglie vuote abbandonate ovunque, nella stanza.
E’ come se non sapessi più nulla.
BLACKOUT.
Solo una cosa sai per certo: ti odi.
Sì, ti odi, e lo fai perché sai di essere un fallito, un debole.
Che razza di padre potresti mai essere?
Cosa farai quando tuo figlio comincerà a fumare, tabacco o erba che sia?
Con che coraggio riuscirai a fargli la predica su quanto faccia male?
Continui ad imprecare contro di te, contro tutti, contro il mondo, mentre ti alzi dal letto, ancora traballante e ti dirigi verso il piccolo e scialbo bagnetto.
Non hai neppure il tempo di guardarti allo specchio per ripeterti quanto schifo ti fai che la nausea ti costringe a stringere una profonda amicizia con il WC della quale faresti volentieri a meno.
Ti sembra di vomitare anche l’anima, ma forse quella l’hai già venduta al diavolo per un altro po’ di quella che ti hanno definito “roba buona”.
Ti dai dello stupido per averci creduto, per aver provato quella prima volta che ha rovinato la tua intera esistenza.
L’ennesimo conato ti distoglie da quei pensieri, lasciandoti solo a sperare che finisca presto.
Ed in fondo al tuo animo sai che hai anche desiderato di rimanerci secco, una volta o due, per morire con il senso di lietezza della notte e non con la sensazione di essere stato schiacciato da un tir e pestato da uno di quei lottatori che guardi alla TV.
Finalmente trovi la forza di rialzarti, le ginocchia possono di nuovo reggere il tuo peso.
Pensavi che espellere ogni singolo grammo di droga che hai in corpo ti avrebbe fatto sentire leggero ma ora hai solo la sensazione di essere vuoto, solo.
Ti appoggi pesantemente sul lavandino, tanto che temi possa staccarsi dalla parete e crollare sulle piastrelle del bagno, rovinate e macchiate da chissà quale porcheria.
La tua mente non registra altro oltre all’immagine che si riflette nello specchio di fronte a te.
Quello che vedi non è il vero te, oppure è ciò che nascondi al mondo ma che in realtà è proprio Robert Downey Jr.
Ed è in quel momento, mentre mediti se andare di la e dormire per quattro giorni di fila o spaccarti la testa contro lo specchio, che senti un bussare concitato alla porta.
Voci grosse che ti chiamano dal corridoio, quasi minacciose.
Una parola si accende nel tuo cervello, come l’insegna luminosa del bar dove sei stato ieri.
“Polizia”
Ma non tenti di scappare.
Ti avvicini alla porta così come ti sei alzato;
Canottiera sporca, boxer e un fetore d’alcool che ti accompagna da ieri.
«Sì?»
Trovi la forza di mormorare.
Quelli ti spingono da parte, appiccicandoti un mandato di perquisizione davanti al naso, tanto vicino che fatichi anche a leggerlo.
Cominciano a frugare nel tuo borsone, nei cassetti, nel guardaroba…
Mettono tutto a soqquadro, trovando tutti i tuoi scheletri nell’armadio.
Però, anche in quella situazione al limite del sopportabile, riesci a trovare una nota positiva:
Sai cosa hai preso.
La coca era sicura e poi ti è tornato anche in mente il Valium che avevi assunto prima di gettarti sul letto.
“Un bel cocktail”
Ti congratuli con te stesso, ironicamente.
Non ti ribelli quando ti ammanettano e sequestrano tutti gli stupefacenti che hai.
«Abbiamo ricevuto una segnalazione anonima che è stata confermata. Lei è in arresto per possesso di droghe, schiamazzi notturni e varie infrazioni al codice stradale.
Riceverà ulteriori informazioni in distretto.
Qualunque cosa dirà potrà essere usata contro di lei ed ha diritto ad un avvocato e ad una telefonata»
Di quella spiegazione carpisci solo la metà.
Lui non te l’ha detto, ma sai benissimo che a chiamarli è stato il bastardo del piano di sotto, quello della 308.
Ti limiti ad annuire, scegliendo il silenzio, forse per la prima volta in vita tua, e rifiuti anche di telefonare.
A chi dovresti chiamare?
A tua moglie? Per dirle cosa, poi? Sai, tesoro, mi sono fatto arrestare di nuovo perché mi faccio come i delinquenti delle prime stagioni di Law&Order oppure della nuova serie… Quella con la sigla che somiglia a CIA… CSI.
No. Non se ne parla nemmeno.
E mentre entri in macchina, forzato da un agente non troppo delicato, ti ripeti la solita frase:
“Questa sarà l’ultima volta”
Ma lo sanno tutti, e anche tu, che non sarà così.
Però è bello credere di poter vincere contro ciò che non puoi battere.
E allora scoppi a ridere, come un folle, a quella crudele ironia.
Ridi.
Ridi come se non ci fosse un domani, sbellicandoti e sbattendo contro il sedile dell’auto, forte dei vetri oscurati, incapace di contenere le risa.
Senti gli sguardi attoniti dei membri del corpo di polizia, seduti nei sedili anteriori, su di te, ma non ti importa.
Continui a ridere, come il pazzo che vive dentro di te.
Come il pazzo che sei.
No, come il pazzo che la droga ti fa credere di essere.
   
 
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