mia nonna mi abbraccia più forte, e io alzo la testa, la guardo: E’ una bellissima donna di 63 anni, con i capelli di lunghezza media, lasciati ormai diventare bianchi. Ma non è un bianco che sa di vecchio: è un bianco pulito, un bianco puro. Come la neve appena caduta dal cielo e mai calpestata…ha gli occhi grandi e verdazzurri, e qualche ruga le solca il volto magro, ma anche un po’ rotondo. Ha un naso importante, e non è proprio magrissima. Ma c’è qualcosa che la fa sembrare la donna più bella del mondo .forse quel magnifico sorriso che non si era mai spento nemmeno nei momenti di sconforto più totale. Poi scoppio a ridere. E dico :”Nonna, dovrei essere io che consolo te che piangi, non il contrario, sai?” Ma al posto di darmi ragione, mia nonna mi prende per mano e senza dire niente a nessuno, e si incammina fuori dalla cucina con me al seguito. Tira fuori una vecchia chiave, la più vecchia che io abbia mai visto, e si dirige ad aprire una porta dietro alla quale io non so cosa c’è, nessuno lo sa tranne nonna. Lei apre la porta e io, mi blocco sull’uscio, incerta. ”Ehm.. nonna Brandy…” non vorrei violare la privacy della stanza che è sempre stata solo sua. Lei però mi preme un dito sulle labbra e mi accarezza il viso dicendomi :”Drake avrebbe voluto che la sua nipotina bambolina vedesse questo”. a quelle parole mi scese una lacrimuccia, ma io mi affrettai ad asciugarla e seguire mia nonna all’ interno della stanza. E’ una stanza molto caotica, disordinata e piena di cianfrusaglie, quel genere di stanza dalla quale se non stai attento a dove metti i piedi, esci in barella. nel centro c’è un tavolo, e su quel tavolo un computerino portatile rosa che risalirà come minimo al paleolitico, niente a che vedere coi nuovi modelli di adesso. Mia nonna digita “Youtube, Taylor Swift, ‘Love Story’. Io la fisso scioccata.. ”Cos’è questa, nonna?” lei mi toglie i capelli dal viso e dice dolcemente: ”E’ una bellissima canzone.” Oh, una canzone. Ma aspettate, ‘love’? love significa ‘amore. “Ma le canzoni non parlano mai d’amore nonna…” lei mi guarda come se avesse compassione di me, poi però sorride e sussurra al mio orecchio :”Piccola mia…non dimenticare…non è sempre stato così il mondo.” La nonna fa partire il video. sento le prime note della canzone. Poi parte. Non ha un suono elettronico, non rimbomba, non ti si insedia nel cervello a forza di martellare. È così …..dolce. poi la canzone inizia “We were both young when i first saw you, i close my eyes and a flashback starts, i’m standing there, on a balcony in summer air”. Sento qualcosa di strano, nel mio petto. Come se il mio cuore stesse per sciogliersi. E cosi dolce, cosi lenta….cosi…..emozionale .così umana. Ad un tratto la nonna mi prende come fanno i ballerini, e incomincia a ballare insieme a me, cantando. questa voce è così….presente, così umana. Ho gli occhi lucidi dall’ emozione, non pensavo che ciò fosse possibile. poi mi avvicino all’ orecchio di mia nonna e chiedo, timidamente.” Questa canzone la cantava una ragazza vera? Una ragazza umana?” mia nonna risponde, sempre sussurrando e ballando piano piano: ”Ma certo che sì! Sai, una volta non era come adesso .una volta le canzoni parlavano di amore, di cose che la gente provava, non erano cantate dagli androidi, ma da esseri umani e spesso non erano nemmeno molto perfetti, ma erano veri”. deglutisco. quando desidererei essere nata in quell’epoca. L’epoca di mia nonna. L’epoca di love story di Taylor Swift. Poi io non parlo più, appoggio la testa sulla spalla di mia nonna, cominciando a singhiozzare.La nonna canticchia: ha una bella voce, una voce ancora giovane.”I see the lights; see the party, the ball gowns.I see you make your way through the crowd- You say hello, little did I know”...” That you were Romeo, you were throwing pebbles- And my daddy said "stay away from Juliet"…poi ad un certo punto qualcuno apre la porta. E nina, seguita da mia madre. Ci guardano come se avessero visto un fantasma.scogliamo l’abbraccio, abbassiamo la musica, poi scoppiamo a ridere. Mamma dice:” Ei, voi due? Tutto bene?” Nina invece si avvicina al computerino, accarezza i tasti delicatamente e dice :”Questa canzone…è stupenda. Nonna, voglio saperne di più!” io, presa dall’euforia di mia sorella, incalzo:”Ma la storia che viene raccontata è esistita realmente?”- “E alla fine riusciranno a stare insieme?” completò nina. “E il padre di lei? Si convincerà?” rincalzo io.nonna ci guarda, paziente. Mamma invece sbotta :”Piantatela! Lasciate sola nonna Brandy, sta troppo male per rispondere alle vostre domande”. Lei si avvicina a mia madre, e le accarezza il viso, poi sospira dicendo:”Destiny. Tu sei sempre stata così premurosa..tuttavia penso che ci sia una storia che anche tu hai bisogno di sapere. Hai il diritto di saperle…ma non le hai mai chieste.” “Ma…mamma….” Mia madre sembra disorientata. “Destiny…ha a che fare anche col tuo nome. È arrivato il momento si sapere”. Mia nonna sorride, così mia madre capisce che non c’è niente di male in quello che deve dirle. Respira profondo e poi dice :”Avanti, sono tutta orecchie”. Mia nonna esce dalla stanza e ci fa cenno di seguirla. Nina prende il computerino, stando attenta a non danneggiare la chiavetta internet, anch’essa vecchissima, e poi si precipita a seguire la nonna come noi due. la nonna scende le scale, poi tira fuori la chiave della seconda entrata della nostra cantina, angolo in cui mai nessuno era entrato finora. apre la porta, e ci troviamo davanti ad uno spettacolo bellissimo: le pareti sono tappezzate da foto di due giovani che assomigliano decisamente un sacco al nonno e alla nonna: in un angolo è appeso un vestito da sposa bellissimo, e nell’angolo c’è un tavolino pieno di biglietti, lettere e fogli di altro genere. poi gira la chiave di un cassetto, così piccolo che quasi non lo avevamo notato. Prende delicatamente tra le mani un diario, rosa e rilegato di foto di una ragazza castana con gli occhi castani, un ragazzo biondo scuro con gli occhi color miele, una ragazza formosa castana, una rossa con gli occhi marroni, una bionda alta con gli occhi azzurri che sembra una regina, e una con capelli corti e biondo platino. Nina, invadente come sempre, si affaccia da dietro alla nonna, dicendo: ”Nonna, chi sono le persone nelle foto?” mia nonna la guarda, si siede per terra con le gambe incrociate, e Nina si siede accanto a lei. Io mi siedo dall’altra parte. Mia madre ci guarda incerta, poi dopo un cenno della nonna si siede di fronte a lei. Mia nonna comincia ad indicare: la ragazza castana con la faccia da bambola, poi dice :”Selena Gomez”; poi il ragazzo “Justin Bieber”, la ragazza formosa: ”Demi Lovato” , la ragazza rossa: ”Ariana Grande”,la ragazza bionda che sembra una regina :”Taylor Swift”; e poi quella coi capelli corti, “Miley Cyrus”. Poi continua:” Erano e sono ancora..i miei idoli. Sono dei cantanti.” “ Taylor swift è la cantante di love story, vero?” dice nina entusiasta.”Bene, vedo che sei stata attenta.” Accarezza la testa di mia sorella, poi si fa seria. “Ragazze…Destiny. Questo è il mio diario di quando avevo 17 anni.la storia parte da molto lontano…parla di come ci siamo conosciuti io e vostro nonno Drake, anzi meglio dire come è inziato…*fa un cenno a mia madre, noi e alla cantina* tutto questo” Nina si intromette:”E com’è iniziato?” …”Con un sogno.” Risponde mia nonna. Poi cala il silenzio, e lei apre il diario.
“20 dicembre 2012. Caro Diario…” ma io non la ascolto quasi già più. Non nel senso che non seguo, ma sapete, io sono una ‘visionaria’, nel senso sono una persona con un’ immaginazione molto attiva, quando mi raccontano una storia, è come vedere un film, per me. Nonna inzia a leggere le prime righe e…. “Era una giornata come tante altre, eppure dentro di sé, Brandy sentiva che grandi cose sarebbero cambiate. mentre guardava fuori dalla alta finestra della sua casa, verso la strada illuminata dal sole, la neve che splendeva sui tetti. socchiuse gli occhi. era tutto così tranquillo e silenzioso…ad un tratto ci fu un improvviso boato e dei fari, apparve una gigantesca jeep rossa vecchia e scolorita, che si fermò in mezzo alla strada. Ne scese un guidatore col cappuccio e una giacca beige, che suonò al suo campanello. lei aprì la finestra con fare incerto, ma quando incontrò i suoi bellissimi occhi verdi come le foglie capì subito di chi si trattava : si precipitò fuori dalla porta giù per le scale, solo in calze, maglietta e maniche corte, grigia con un diamante e intorno collane e teschi ,leggins viola melanzana, e calze bianche, correndo come una furia verso di lui…”Drake!” disse in modo entusiasta non appena entrò nel suo campo visivo ,ma il suo entusiasmo fu smorzato dall’espressione dipinta sulla faccia di lui. la sua voce si smorzò, e lei disse, a bassa voce: ”Drake…?” lui la fermò e si limitò a dire :”Prendi una sacca, degli stivali di gomma,una una giacca pesante, un paio di guanti,calze pesanti, qualche cambio,una sciarpa e poi scendi senza fare domande.” Lei ebbe un guizzo negli occhi, e si mise a correre su per le scale,si precipitò in casa e: prese al volo la borsa bianca e verde col logo della birra ‘Heineken’, parecche paia di calze bianche,indossò dei guanti neri stretti,con una striscia di pelle vicino al polso,e un simbolo placcato oro sopra ad essa, indossò un piumino nero, mise nella sacca un maglione rosso, uno grigio, due felpe nere,indossò un maglioncino a righe colorate della ‘Jonk 46’, poi mise in sacca un maglione bianco lungo col cappuccio,alcune paia di leggins neri e due paia di scarpe da ginnastica, indossò una sciarpa gialla a righe nere e rosse, prese al volo il cellulare, e riscese le scale correndo il più veloce possibile.Aprì la porta cigolante dello stanzino di suo zio,individuò gli stivali di gomma verde, quelli da giardinaggio,li indosssò nonostante fossero parecchio grandi per lei,e tornò a piazzarsi di fronte a Drake, che abbozzò un mezzo sorriso nel vedere che era già pronta,ma si limitò ad avviarsi verso il cancello e fare a lei cenno di seguirlo, verso la vecchia jeep rossa sbiadita.lei lo seguì, aprì la portiera, si sedette e legò la cintura, poi guardò Drake mentre infilava la chiave nella toppa e mentre la girava,per poi accellerare con decisione verso la fine della strada.” Era magnifico, veramente. Stavo iniziando a perdere la cognizione del tempo, quando…un rumore di passi da sopra di noi. Nonna smette di leggere, e si affretta a rimettere il diario nel suo cassetto, mamma si alza in piedi, e aiuta Nina ad alzarsi a sua volta. Io sono l’unica rimasta seduta.guardo un punto che non so nemmeno io qual è, come se fossi rimasta stordita da una botta.poi sento una voce irritante ma fin troppo familiare: quella di mia cugina,Devonne.:”Faithyyyy?” sì, avete indovinato. Mi chiama per soprannome. Io odio i soprannomi, ma questo veramente rasenta lo schifo degli schifi.”Faithy?”.bha.d’altronde, che ci posso fare? Le sto simpatica, più di tutti i membri della famiglia messi insieme.mi adora.Io invece, non la sopporto. Col suo fare snob, le sue sigarette, il suo alcol, le sue exstension, le sue unghie finte, i suoi tacchi i suoi vestiti firmati, il suo trucco, il suo fare da snob, i suoi soldi, le sue feste, le amiche oche i profumi costosi e i ragazzi stupidi che le corrono dietro, stupidi e superficiali nemmeno la metà di quanto lo sia lei. Nina mi tende una mano, io mi alzo e tutti usciamo dalla cantina, nonna Brandy chiude a chiave e si rimette la chiave al sicuro nella tasca.Esco e mi ritrovo davanti mia cugina, che mi chiede con quella voce da oca giuliva :”Stasera, ti va di andare ad un party? Ci divertiremo come delle matte! ;)” io. Non.ho.parole. ecco, perché la odio. Ha appena saputo della scomparsa di nonno Drake e mi invita a una FESTA? Una festa? Sa quanto ci tenevo a lui. Il punto è che non gliene frega un cazzo. Dio, quanto la disprezzo. Io sto per tirarle una cinquina, ma Nina –che a volte sa essere più diplomatica di me- dice :”Buona idea! Andremo tutte insieme, la bella famigliola felice!” fa un finto sorriso. È proprio da stimare, una sorella come lei. “Non è un’ idea grandiosa?” aggiunge dandomi una gomitata. Io faccio un finto sorriso e dico :”Sì, lo è.” il cellulare di Devonne squilla. “I’m perfect diva”, una delle sue canzoni preferite, comincia a risuonare. Io la trovo digustosa. Lei dice :”Uhm, okay allora a stasera, piccoli tesorini di Devonne.” Ci manda due baci al volo –i baci di Giuda- e se ne va, sculettando e ridendo come un’ oca verso la porta di casa. Nina mi guarda e dice: ”Che lavoraccio.finalmente se n’è andata.” -“Già..” rispondo io, ma la mia testa è da tutt’altra parte.