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Autore: krishel    05/03/2013    0 recensioni
Tutti quanti ci siamo chiesti dove fosse finito Peter Bishop a cavallo tra la terza e la quarta stagione di Fringe. Questa storia vuole essere una risposta. La mia risposta.
Genere: Angst, Science-fiction, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sono nel bel mezzo di una foresta e sto giocando a nascondino con la piccola Olive. E' una bambina dolcissima e mi si stringe il cuore al pensiero di come è cresciuta, di quanto ha dovuto patire nella sua vita, a cominciare dagli esperimenti con il cortexiphan. Ricordo ancora il giorno in cui ho scoperto quanto era coinvolto Walter in tutta quella storia. L'ho odiato tanto e adesso invece non posso fare a meno di pensare a lui. Era tutto quello che mi era rimasto della mia famiglia. Ci sono istanti in cui mi sembra di vivere come se ancora avessi un corpo. Sento una stanchezza che è impossibile da provare in questo limbo. Diventa sempre più chiaro alla mia mente che tutto ciò che penso, tutto ciò che creo è reale. Ancora una volta cerco di parlare con Olivia nei suoi sogni ma mi sfugge. Al suo posto c'è questa bimba che ha solo voglia di giocare. Dove ti nascondi Liv? Perchè non riesco a raggiungerti? Anche lei si sta comportando in modo diverso da quello che mi aspettavo. Provo ancora una volta a raggiungerla. Le ho inviato un messaggio comprensibile solo per lei e ho fatto in modo che ci incontrassimo in un locale, una sorta di zona franca creata pescando dai suoi ricordi e dai miei. Ogni volta che entro spero sempre che sia la volta buona, che sia disposta ad ascoltarmi. Appeso alla porta di entrata c'è un vecchio scacciaspiriti che rimanda un suono armonioso ogni volta che la porta si apre. Quel suono è il simbolo tangibile della mia speranza di incontrarla. Finalmente Olivia è entrata e sta cercando qualcuno. Mi guarda negli occhi. Io sorrido. Il mio è un sorriso stanco di un messaggero che ha atteso troppo a lungo una risposta. Lei si siede di fronte a me, il suo sguardo rivela curiosità, non sa perchè è qui.
- C'è voluto molto tempo per trovarti.
Il suo sguardo è dolorosamente glaciale. E' come se non mi conoscesse.
- Eri tu che giocavi con me nella foresta?
Annuisco.
Olivia ha le braccia conserte di fronte al petto. E' un chiaro segno di diffidenza da parte sua. Perdonami sweetheart, non volevo arrivare a questo. La guardo direttamente negli occhi e con il tono di voce basso, calmo le dico:
- Ti sei nascosta così a lungo ma non ho mai smesso di cercarti. Devo tornare a casa ma prima di farlo devo dirti molte cose. Ancora non so se ho tutto il tempo necessario.
Quest'ultima frase attira la sua attenzione. Improvvisamente mi porge un foglio. Sembra ci sia scritto qualcosa ma non riesco a leggerlo. Le sfioro leggermente la mano.
- Ho una storia da raccontarti, hon, Non puoi aver dimenticato tutto. Vieni con me. Avanti, non voglio farti del male, vieni.
Cerco di mettere in ordine nei miei pensieri in modo da non spaventarla troppo. Comincio il racconto dal giorno in cui lei è venuta a scovarmi in Iraq. E' cambiato tutto quel giorno, anche se allora ne ero inconsapevole. Ora so che è così. So che così doveva essere.
Inizia la strenua lotta contro il suo ciclo sonno veglia. Ogni volta che lei dorme e sogna io sono li, con il mio racconto. Non risparmio nemmeno una briciola della mia energia. So che da questo dipende la sorte degli universi. Devo stare attento a non pensarci subito, voglio che arrivi a fidarsi di me. Sono stanco, così non può continuare. Non posso continuare a vagare al confine della realtà. Se veramente sono in grado di fare qualsiasi cosa, allora devo trovare il modo per tornare.
   
 
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