What a strange day!


Le scarpe col tacco delle due ragazze bionde ticchettavano sul suolo a ciottoli.
Le strade erano quasi deserte, strano, essendo una giornata di sole! Anche Death City era da considerarsi una bella città, quando il tempo era sereno.
Liz dette uno sguardo ai vestiti di sua sorella: dove aveva lasciato il cappello?
Stava già per dirglielo, quando le pupille di Patty si dilatarono e il suo gridolino acuto divenne inquieto:
Il cappello, il mio cappello! Dove è? Povero cappellino mio! e tastandosi la testa scoperta sotto al cielo di fine autunno, iniziò a piagnucolare e a lamentarsi.
Liz prese un profondo sospiro e si preparò a consolare la biondina.
Oh, Patty cominciò la sorella sono sicura che non gli sarà accaduto niente! Vuoi che torniamo indietro a cercarlo?
Come una bimba capricciosa, Patty scosse la testa con espressione corrucciata. Poi, all'improvviso, sembrò ricordarsi di qualcosa, e smise di frignare. Si accucciò lentamente, tolse le scarpe col tacco, mentre la sorella maggiore la osservava interdetta sul da farsi.
Ora mi ricordo...so dov'è!Devo andare a casa ora, sorellona! disse Patty, corse via. Con le scarpe in mano, i capelli che svolazzavano attorno alla testa. Inciampò giusto quattro o cinque volte, l'altra bionda la guardava stupita.
Dopo qualche secondo di stupore, Liz aveva sospirato.
La vedo male...
Non si staccava mai di sua volontà da Patty,erano inseparabili. E ora, invece,era stata proprio la sua amata sorellina ad abbandonarla in mezzo alla strada principale della città.
Era il compleanno di Liz. Se ne era quasi dimenticata, d'altronde lei non lo aveva mai festeggiato.
Faceva freddo,un vento pungente muoveva le insegne delle locande e sferzava sulle morbide guance arrossate di Liz. Si appoggiò a una vetrina e curiosò.
In quel negozio c'era il vestito più bello che avesse mai visto: un abito rosso, lungo fino ai piedi. Due Fasce di stoffa bianca lunghi quanto le maniche, che arrivavano fino al gomito. Il corpetto era a rete nera, senza spalline,le spalle scoperte.
Non avrei mai l'occasione di indossarlo... Appoggiò per gioco il nasino sul vetro gelido e quando si scostò, lo sbuffo del suo respiro, a contatto con l'aria fredda, aveva creato una piccola macchia. Infine si decise a riprendere il suo cammino,mentre nella sua mente affioravano pensieri curiosi. E, con una nota di disapprovazione, pensò: Tutti i miei amici non si sono fatti vedere oggi. Perfino quel cretino di Kid!Strano... Affrettò il passo verso casa, mentre il sole iniziava la sua lenta discesa sull'orizzonte.