Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Minshara    05/03/2013    1 recensioni
Valentine è un ragazzo efebico dai ricci scuri e l'aria sensuale; è bello come il dio Amore e per questo corteggiato dai compagni di scuola.
E' socievole, allegro, sportivo e ha il brutto vizio di picchiare chi lo importuna.
Ma questa è solo un lato del suo carattere.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Valentine "mena", e quando le dà non si risparmia.
Oggi ha steso due della quarta B.
Era da un po’ che stavano rompendo le scatole , ma poi uno di loro è passato alle vie di fatto ed è stato necessario spiegargli come gira il mondo.
Noi due stiamo sempre insieme, non ricordo un giorno senza Valentine al mio fianco.
- Andiamo al parco; ho comprato un libro nuovo? – Mi domanda, conoscendo già la risposta.
Essendo voraci divoratori di libri siamo costretti a razionare le nostre “paghette”, per cui facciamo una lista dei libri che ci possono piacere e ne compriamo metà per uno.
Questa volta è il suo turno.
Vicino a casa mia c’è un parco bellissimo, era la tenuta di un nobile, e gli ultimi eredi non potendo mantenerla l’hanno donata al comune.
Abbiamo trovato un posto favoloso per leggere in pace; nascosta da una fitta cortina d’alberi, c’è un’ala della casa padronale che ha un bovindo.
Arrivarci non è facile, ma ho trovato un sentiero fra gli arbusti e passando per una porticina ricoperta dai rampicanti riusciamo ad entrare nella casa.
Finora nessuno ci ha scoperti, e questo ci ha resi audaci; abbiamo portato cuscini e coperte, merendine e bottiglie d’acqua, torce elettriche e batterie.
Stiamo ben attenti a non farci scoprire, teniamo i nostri tesori ben nascosti nella stanza, nei suoi scaffali polverosi, nei mobili tarlati.
Appena arrivati arieggiamo la stanza e la spolveriamo; prima o poi moriremo soffocati dalla polvere .
La casa è vecchia, ma ben costruita e nonostante la scarsa manutenzione regge bene alle intemperie.
Ci sediamo sulle panche del bovindo, Valentine ha le spalle al muro e io, con la schiena appoggiata al suo petto leggo a voce alta il primo capitolo del nuovo libro.
Oggi tocca a me cominciare; Valentine gioca coi miei capelli e io alzo la testa per ricevere il suo bacio.
- Ti amo, lo sai? – Mi carezza il viso e mi bacia dolcemente, come sempre.
Gli sorrido felice; lo so che mi ama , lo amo anche io…ma sentirselo ripetere è la cosa più bella del mondo.
Le sue braccia mi avvolgono mentre leggo.
 
Non mi piace il calcio, ma lui non può resistere.
Gli piace giocare, muoversi, correre; è assolutamente competitivo.
Gli va bene qualsiasi sport ; gli altri lo sanno per cui ogni volta che hanno bisogno di un rimpiazzo lo chiamano.
Io lo guardo, mi piace farlo.
Spesso lo disegno, ma solo quando non se ne accorge.
Non ama essere ritratto; credo dipenda dal suo aspetto.
Non so se sia genetico, ma nonostante i suoi quasi diciotto anni ha un aspetto piuttosto delicato .
Valentine è bello, elegante e flessuoso; muscoloso, senza che questo rovini l’armonia del suo corpo.
La pelle è candida come se fosse alabastro e gli occhi scuri come la notte vi risaltano con il loro taglio allungato.
Non lo descrivo in toni lusinghieri perché lo amo; lui piace a molti.
Maschi e femmine, senza distinzione d’età.
Credo dipenda dal suo modo di fare ; è dannatamente provocante, ma lo fa senza rendersene conto.
Ho cercato di farglielo notare , ma mi ha preso in giro ; dice che sono mie fantasie.
Se è così come mai il capitano del club di basket gli sta sempre appiccicato?
Per non parlare della più bella della nostra scuola ; gli fa il filo da quando lo ha notato in prima superiore. Lui le parla amichevolmente, ci è anche uscito e credo siano stati a letto insieme.
Non me lo ha voluto dire, non so se per rispetto a lei o per non ferirmi.
Siamo così vicini che a volte non riesco a vederlo, a sapere cosa gli passa per la testa.
Siamo così diversi, eppure un legame profondo ci unisce.
L’amore ci unisce; ma lui l’amore con me non l’ha mai fatto.
Non ne conosco il motivo; noi ci abbracciamo, ci baciamo, ci tocchiamo, eppure non l’ho mai avuto dentro di me.
A volte vorrei semplicemente smettere di amarlo.
 
Non abbiamo litigato; ho preso le mie cose e non l’ho aspettato.
Anche oggi ha ricevuto diverse dichiarazioni d’amore, anche da chi lo sfotte perché ha quell’aria da ragazzina dai riccioli scuri con quella bocca sensuale che invita al bacio.
Ma questa è la norma ; quando sono in gruppo lo prendono in giro, poi gli fanno le poste e si dichiarano, cercano di baciarlo di toccarlo.
Se esagerano lui li mena; tiene a bada perfino le ragazze più invadenti, che non sono poche.
Non sanno nulla di lui ma vogliono averlo, toccarlo.
La gente è falsa, odiosa ; non la sopporto.
Ma non è per questo che sto scappando, perché sto scappando lo so.
Lei è venuta in classe alla ricreazione; era ancora più bella del solito e indossava un vestito semplice che le metteva in mostra le curve senza essere indecente.
Al contrario di altre ragazze sa come comportarsi, gli ha chiesto di accompagnarla a fare spese e lui ha acconsentito.
Non si è neanche voltato a guardarmi.
I maschi hanno cominciato a rumoreggiare ma, lei, Michelle, ha sorriso con aria  disarmante,  e se n’è andata tranquilla.
Lei è così sicura di sé, consapevole del suo aspetto sa sempre come muoversi, cosa fare.
Anche Valentine è così; un altro al posto suo si sarebbe sentito complessato, irritato dalle continue molestie.
Non lui; lui mena se deve menare, altrimenti familiarizza con tutti.
E’ socievole e per questo piace ancora di più.
E’ la parte del suo carattere che meno sopporto, ma è solo per gelosia.
Lo so.
Se fosse isolato, impaurito io potrei difenderlo , proteggerlo ; invece non è così.
Non lo è mai stato.
 
Non avevo voglia di vederlo stamattina perciò non l’ho aspettato alla fermata del bus.
Non voglio sapere, non voglio neanche indovinare.
Non voglio guardarlo negli occhi.
 
- E’ da ieri che sei sparito; cosa succede? – Mi carezza dolcemente il viso, mi guarda come se volesse leggermi dentro, e nei suoi occhi scuri scorgo quelle pagliuzze dorate che mi fanno pensare a raggi di sole intrappolati dietro ad una tenda.
- Io non sono la tua ruota di scorta; se siamo amici non toccarmi come si toccherebbe un amante. Se sei il mio amante non uscire con nessun altro. – Sposto bruscamente la sua mano.
Sono furioso; non appena è finita l’ora di ginnastica mi ha trascinato via con ancora indosso la tuta.
- Io ti amo, non sei la mia ruota di scorta!- Mi  risponde tranquillamente carezzando i miei capelli.
- Allora perché esci con Michelle?- Vorrei piangere e gridare per la rabbia, la frustrazione.
- Perché me lo ha chiesto; è una tipa allegra, divertente e nonostante quello che pensi tu non ci sono mai andato a letto…anche se credo non sarebbe male..-
- Allora fallo, ma smettila di toccarmi, di prenderti tante libertà con me! – Mi ha messo con le spalle al muro e tutto il suo corpo mi toglie ogni via di fuga.
- Perché dovrei? Ti desidero, sto bene insieme a te; tu sei bello, molto più bello di me ma sei sempre imbronciato , tieni la testa bassa e non permetti a nessuno di guardarti – mi prende il viso tra le mani e sta per baciarmi.
Ogni atomo del mio corpo desidera quel bacio, ma riesco a dargli una manata e scappare via.
Lui è il mio sole, ma a guardarlo troppo a lungo mi sono bruciato gli occhi.
Mi ama; lo so che mi ama.
Mi ama come si ama qualcosa che è di nostra proprietà, che ci piace, che ci da’ soddisfazione.
E’ sempre stato così, stiamo bene insieme ; ma  a lui non basta.
Lui vuole anche gli altri.
Forse ad essere sbagliato sono io; anzi sicuramente è così.
Ma come si fa a condividere la persona che si ama?
E’ già dura fare finta di essere solo suo amico, ignorare le avances degli altri; cos’altro devo fare per stargli accanto?
 
C’è un posto che Valentine non conosce, è il posto dove vado quando sento che il mondo mi crolla addosso.
E’ un posto dove posso stare da solo ; è il Cimitero Monumentale.
A me piace molto, posso passeggiare in silenzio e leggere le lapidi, posso piangere e disperarmi perché qui nessuno mi dirà niente , non mi chiederà della mie lacrime.
Ma oggi non piango ; mi sento come se qualcuno mi avesse chiuso il cuore nel cemento.
Che la relazione tra me Valentine fosse uno sbaglio lo sapevo fin da piccolo, ma i suoi baci mi sono sempre piaciuti, le sue carezze mi hanno fatto rabbrividire di piacere.
Quando l’ho visto la prima volta credevo fosse un angelo ; somigliava molto ad un quadro che mio padre aveva nello studio.
Era un angelo strano, nudo, si teneva le braccia attorno alle spalle e due belle ali bianche gli coprivano il sesso.
Un angelo fanciullo  dai ricci scuri e lo sguardo di velluto, le labbra morbide ; mi piaceva tanto per la sua diversità, per quel suo essere così etereo nonostante quello sguardo, quella sua nudità.
Più tardi ho scoperto che quello era Cupido, Amore; me lo disse Valentine quando gli mostrai quel fanciullo che tanto gli somigliava.
Mi fece vedere la faretra e l’arco ai piedi del supposto angelo e me ne spiegò la ragione.
Valentine era più bello di Cupido, il suo corpo morbido, liscio e profumato.
Forse è stato in quel momento che mi sono perso, che lui si è portato via la mia anima.
Cupido; avido, desideroso.
Lui è così; nato per amare e per essere amato.
 
- Ti aspettavo!- Se ne sta appoggiato accanto alla porta di casa ; ha la mascella contratta, segno che è molto ,molto arrabbiato.
- Vai a casa tua! – Gli rispondo ignorandolo di proposito. Non abbiamo mai litigato, non ce n’è mai stato bisogno.
- Dopo che avremo parlato! – 
Mi afferra il braccio ma mi libero senza sforzo, sono più alto e forte di lui ; uno dei miei hobby è arrampicarmi sugli alberi.
- Quello che dovevo dirti te l’ho detto; non ho nulla da aggiungere. – Gli rispondo freddamente; riesco a guardarlo senza distogliere lo sguardo. Sarà perché sono infuriato? Perché ho fatto chiarezza dentro di me?
- Cosa c’è di male nel voler stare con gli altri? Sei forse il mio carceriere, che devo renderti conto di ogni mia uscita, ogni impegno?- Ha finito di parlare e già vorrebbe mordersi la lingua; l’impulsività è uno dei suoi peggiori difetti.
- Solo se io fossi il tuo amante..- per la prima volta da molto tempo riesco a fronteggiarlo, ad affrontare a muso duro la persona che più amo al mondo - …sono il tuo amante? –
Mi guarda e non sa rispondermi, o forse non può rispondermi ; apre e chiude le mani nervosamente cercando di sostenere il mio sguardo.
- Visto che non rispondi, suppongo di essere solo un tuo caro amico d’infanzia, se è così – mi avvicino e gli sfioro i capelli scuri, soffici – allora con chi esci non sono fatti miei, ma non prenderti mai più certe libertà con me!- Mi volto per andarmene, ma lui è più rapido; mi abbraccia da dietro.
Il suo corpo caldo aderisce al mio; in pochi attimi sento la sua erezione crescere, accompagnata dalla mia.
I nostri corpi si desiderano, io lo desidero e lui come il dio dell’amore gioca con il mio cuore.
- Levati di dosso, queste cose, da oggi in poi valle a fare con Michelle o con tutti quelli da cui ti piace farti toccare!- La mia voce bassa è così piena di rabbia e desiderio represso da spaventare persino me.
Forse ho veramente raggiunto il limite.
- Sei bugiardo…- la sua mano mi sfiora l’inguine, s’infila nei miei pantaloni e sente il mio calore, la mia durezza, il desiderio che ho di lui.
- Non lo sono; non ho mai detto di non amarti!- Maledicendomi con ogni fibra del corpo, gli fermo la mano, la stringo con la mia per fargli del male.
Ha mani belle, sottili eppure forti, mani da baciare, fatte per accarezzare.
- Hank – riesce a spostarsi davanti a me a prendermi il viso fra le mani – dimmi cosa vuoi da me. Non voglio perderti; sei la persona più importante della mia vita.
- Se sono così importante perchè  flirti con gli altri, perché esci con Michelle;  Valentine questo discorso non ha senso. Se tu non capisci cosa significhi amare, il nostro rapporto è solo una farsa.- Lo allontano con forza perché resistergli diventa sempre più difficile.
- Non flirto, non ho mai toccato nessuno come tocco te, non ho mai baciato nessuno; quello che faccio con te è amore...Il resto non conta. Con gli altri chiacchiero, esco, mi diverto; divertimento, non è altro che questo! – Mi guarda tranquillo innocente ; la sua espressione è molto simile a quella del quadro. Lui semplicemente non capisce, lui brama , desidera e vuole essere appagato. Dice il vero; non mi è infedele. Per me l’universo è Valentine, per lui io sono una parte dell’universo.
E’ capendo ciò che semplicemente il mio cuore si spezza; di me non resta nulla.
Annichilito; credo che questa parola mi si addica.
Non c’era niente prima ed ora è di nuovo così.
 
In fondo un accessorio, un soprammobile , per quanto bello, elegante, di valore , è e rimane solo un oggetto.
Ho la nausea ; mi appoggio al muro, una mano sulla bocca come per fermare i conati .
- Hank, Hank…cos’hai? – Il mio universo mi guarda spaventato, mi abbraccia , mi sostiene, mi porta in casa e mi fa stendere.
Ma ora so che tutto questo prima o poi passerà e mi lascerà vuoto, com’ero prima di conoscerlo.
Chiudo gli occhi, smetto di sentire, di desiderare ; devo solo smettere di esistere.
Posso farcela; l’ho fatto già una volta.
Basta avvolgermi nel mio dolore, e intrecciarlo con un sogno.
- Hank non te ne andare, resta con me!- Mi carezza i capelli, mi sussurra nell’orecchio e sento le sue labbra sfiorarmi i lobi.
Mi irrigidisco sforzandomi di cancellarlo dalla mia mente, dalla mia vita e lui mi bacia.
Bacia le mie labbra, il mio collo, le sue mani calde mi alzano la maglietta  ; riesco a fermarlo per un soffio.
- Se non sei solo mio io non ti voglio! Sono geloso di ogni persona che ti guarda, che ti tocca! – 
E’ seduto sul mio letto, il  busto proteso su di me ; ha il viso impastato di lacrime ed è bello come un quadro, come un dannato angelo, un angelo perverso, lussurioso.
Avrei solo voglia di spogliarlo e guardarlo, carezzarlo ; lo voglio solo per me.
- Sei assurdo! Cosa ti importa degli altri; quello che abbiamo noi due è speciale, diverso. Nessuno è come te, negli altri io non cerco nulla; mi piace la loro presenza, il loro essere. Non trattarmi come un oggetto, come qualcosa da possedere! – Infila le mani sotto la maglietta sfiorandomi i capezzoli già turgidi – non sai quanto ti desidero, prima o poi ti farò mio.  Prima o poi entrerò dentro di te e saremo una cosa sola! –
- Ah è così? Tu decidi, tu vuoi e io sono quello assurdo. – Gli carezzo i capelli ma rudemente, quasi tirandoli – allora facciamo così – mi guarda coi suoi  occhi di ombra in cui la luce bisogna cercarla attentamente – da domani mi comporterò esattamente come te!-
Improvvisamente si fa attento, le sue mani prima calde sembrano freddarsi di attimo in attimo – non ne sei capace, è da tanto tempo che ti dico di essere più socievole…- 
- Non l’ho mai fatto perché non ne sentivo il bisogno; mi sei sempre bastato tu- non mi prendo il disturbo di alzarmi, ora stare sdraiato mi fa comodo, mi da un po’ di forza, mi impedisce di perdere il coraggio – ma forse dovrei guardarmi intorno; in fondo perché mi devo contentare di te? Potrei trovare una ragazza che mi ami e pensi solo a me! O un ragazzo per cui sono il sole!-
- Non ci riuscirai, sei timido…- ha ripreso un po’ di coraggio.
- Fottuto bastardo, non è colpa mia se ti piace essere ammirato e osannato da tutta la scuola…sei pieno di te, sei un dannato narcisista…-
- Tu non capisci niente, e come potresti – si alza e comincia a spogliarsi strappandosi i vestiti di dosso – tu non sembri un ragazzino , non hai questo corpo delicato, quest’aria da angelo perduto…- piange e le lacrime donano al suo viso dagli zigomi alti, dall’ovale perfetto – lo sai che significa per un maschio essere continuamente paragonato ad una donna? I compagni che ti vogliono vedere con abiti femminili addosso, che ti toccano? – E’ nudo e la bellezza del suo corpo così delicato e proporzionato è una meraviglia della natura, della genetica ; ha il collo lungo ma non troppo, spalle morbide ma non cadenti , capezzoli scarlatti sui pettorali ben definiti, un ventre morbido da baciare su ci spiccano i peli pubici che incorniciano un pene delle giuste proporzioni ne troppo grosso , ne troppo lungo , perfetto da baciare, da leccare, un sedere a mandolino, con natiche setose e dure da pizzicare, le cosce levigate perfette, caviglie sottili e piedi delicati, forti.
Sembra che gli dei si siano dati convegno per creare una essere tanto bello, eppure lui piange e si dispera in mezzo alla mia stanza, in piedi sul mio tappeto con il mucchio di vestiti attorno.
- Mio padre mi detesta, ma è attratto da me; tu hai idea di cosa significhi questo? –
- Tu sei il mio universo; devi per forza avere tutti gli altri ai tuoi piedi? – Mi sono seduto sul letto e non posso fare a meno di essere eccitato, pur essendo dispiaciuto per lui.
- Sì, voglio che sia così, voglio sentirmi appagato dalla mia forza ; è l’unico potere che ho. Se devo essere così , se devo sembrare una femmina, che almeno si pieghino ai miei voleri.- 
- E del mio dolore non ti importa nulla? Io devo essere solidale con te , ma tu no? – 
Arrossisce, sa di che cosa parlo.
- ..è così terribile ciò che faccio?-
- Fai quel che vuoi ; io farò lo stesso. – Gli volto le spalle – rivestiti per favore, non sono fatto d’acciaio.
- Fai l’amore con me!- Mi abbraccia, mi attira a sé per baciarmi.
- Tu vuoi sempre vincere! – Lo abbraccio stringendolo forte a me – ti amo dal più profondo del cuore, anche se domani me ne andassi non smetterei d’amarti, ma mi rifiuto di essere un tuo burattino! Ora vestiti e vai a casa; ci vediamo domani a scuola!-
Per non avere ripensamenti esco dalla stanza; mi scendono le lacrime senza che riesca a fermarle.
 
Non è che io sia diverso da ieri; ho legato i capelli e guardo gli altri in faccia, eppure basta questo per suscitare sguardi e mormorii.
La gente è stupida, la gente è ipocrita.
Ma se Valentine vuole il gioco duro , allora la vedremo
Non riesco a credere di essere riuscito a resistergli.
Desideravo fare l’amore con lui più di ogni altra cosa ; tenerlo tra le mie braccia, abbracciarlo e baciarlo, sentire con le labbra la dolce consistenza della sua pelle.
Non ho fatto che sogni bagnati.
- Hei Hank chi l’avrebbe mai detto che sei un tale figo!- Pamela mi guarda in un certo modo.
- Già, manco io me n’ero mai accorto! – Preparo i libri per la lezione che sta per iniziare e le rivolgo un sorriso poco amichevole. Sono arrabbiato, sono così furioso che penso potrei esplodere da un momento all’altro!
E’ colpa mia, mi sono sempre nascosto dietro Valentine.
Lui entra in classe, e subito i suoi occhi mi cercano ; ha le occhiaie ma è sempre dannatamente bello.
Per un attimo rimaniamo a guardarci, poi si siede al suo posto nella fila accanto alla mia e parallelo a me.
La lezione comincia ma io non riesco a seguire una parola ; mi sembra d’impazzire.
Chiedo di uscire ma il professore me lo nega ; lo ignoro ed esco dalla classe seguito dalle sue urla.
Ho sempre fatto il bravo ragazzo, ho sempre studiato e ora mi domando perché?
Perché sono qui intrappolato in questa scuola di lusso mentre a nessuno sembra importare un accidenti di me.
Sono un bravo ragazzo che non crea problemi.
Sono una nullità.
- Hank! – Valentine mi ha seguito, mi abbraccia da dietro. 
Lo lascio fare perché la rabbia mi sta divorando vivo.
Restiamo in silenzio per un tempo immemorabile finchè la campanella non annuncia la ricreazione.
Valentine mi lascia andare e io mi rifugio in giardino.
 
- Stai scherzando? Certo che ti vogliamo in squadra! – Il capitano della squadra di atletica mi guarda trattenendo a stento il suo entusiasmo ; sono tre anni che mi sta dietro. 
Le cose che so far meglio sono correre ed arrampicarmi; l’ideale per questo club.
– Dovrai iniziare dai fondamentali e non posso metterti subito in squadra…-
- Non pretendo nessun trattamento di favore, sono una matricola e come tale mi devi trattare. – Rispondo rapido finendo di compilare il modulo d’iscrizione. Se non sfogo la mia rabbia repressa, se non cerco di cambiare vita impazzirò.
Le persone che vorrei accanto non hanno tempo per me, devo fare qualcosa per riempire questo vuoto che mi divora.
Lo sport mi aiuterà e questo è uno dei pochi che Valentine non ama.
Uno dei compagni anziani mi spiega che allenamento devo fare e io comincio subito .
Sono così concentrato che non mi accorgo del calare della sera ; i compagni si congratulano per il mio impegno e chiacchierano disinvoltamente con me.
Rispondo a tono; molta della mia rabbia se n’è andata: è rimasta solo la tristezza, quel vuoto che nessuno mai riuscirà a riempire.
Lui mi aspetta fuori dagli spogliatoi; vorrei abbracciarlo, raccontargli tutto.
Lui è il mio mondo, è la mia vita .
Ci guardiamo negli occhi, poi lui mi tende una mano  - mi sei mancato!-
- Anche tu! – M’incammino voltandogli le spalle. – 
Mi segue e mi si affianca  - preparami la cena, fammi dormire da te….-
- …ti ha dato noie? – Mi riferisco a suo padre; non gli ha mai messo le mani addosso, però lo umilia con ogni sorta di battute , insulti, insinuazioni.
- No, voglio solo stare con te! – Mi prende la mano e mi costringe a fermarmi – non mandarmi via, non cacciarmi dalla tua vita solo perché ti ho ferito. Lo sai quello che provo per te, lo sai che sono sincero!-
Stringo forte la sua mano umida ; sta sudando perché è nervoso. – Cosa vuoi per cena? –
 
E’ stata questione d’un attimo e mi sono ritrovato steso a terra.
Mi ha colpito alla bocca dello stomaco lasciandomi senza fiato.
Lo so perché l’ha fatto, ma non me ne importa ; volevo che si arrabbiasse.
Ieri sera abbiamo mangiato assieme ma poi l’ho letteralmente buttato fuori casa – domattina devo alzarmi presto per l’allenamento!- 
Non ha potuto ribattere perché non gliene ho dato il tempo; gli ho chiuso la porta in faccia.
Voglio smettere di amarlo; lui è la mia debolezza e io voglio diventare forte!
- Hei, stai bene? – Tony, che non mi ha mai rivolto la parola mi tende la mano preoccupato. I pugni di Valentine li hanno provati quasi tutti per un motivo o l’altro: non sembra ma è molto irascibile.
Solo io non ero mai stato picchiato, non ce n’era mai stato motivo.
- Tranquillo! – Mi tiro su ancora un po’ boccheggiante, poi acchiappo Valentine  per una spalla e gli rendo il favore! 
Lui riesce a schiavare all’ultimo momento e così cominciamo a darcele di santa ragione ; nessuno dei due mira al viso. 
Non abbiamo preso accordi, ma io non riuscirei mai a colpire il volto che amo, le sue dolci labbra, i suoi occhi!
Alla fine ci separano i professori spedendoci prima in  infermeria per medicarci, poi dal preside per una lavata di capo e infine a pulire un magazzino pieno di polvere e robaccia.
Lavoriamo in silenzio, finchè non mi accorgo delle lacrime sul suo viso.
Le asciugo con le dita, è un gesto che faccio d’istinto;  è sempre stato così tra noi.
- ..amavo carezzare i tuoi capelli, erano così soffici, avevano il colore dell’oro…- guarda i mie capelli corti perfetti per un atleta .
- Sto cercando di farmi odiare da te … - gli rispondo sinceramente perdendomi definitivamente nei suoi occhi.
- …smetterò di parlare con le persone, farò tutto ciò che vuoi, ma per favore torna da me! Quando non mi guardi, quando non mi sei attorno, niente ha più significato! – Mi carezza il viso e si avvicina in cerca di un bacio.
- Credevo di voler sentire queste parole, ma probabilmente mi sbagliavo; non ho mai voluto metterti alle strette , volevo solo essere il centro della tua esistenza. – Lo abbraccio facendo attenzione alle ferite che io stesso gli ho inferto – hai ragione tu, è bello parlare con gli altri, interagire. Non voglio tornare indietro, voglio entrare in squadra, allenarmi, vedermi riflesso negli occhi degli altri. –
- …e io...io dove sono…in quale parte della tua vita esisto? – Le lacrime gli rigano il viso, sembra disperato.
- Sei stato tu a volere questo, io mi sto adeguando al tuo stile di vita …- 
Nei suoi occhi passa un lampo ; vorrebbe darmele di santa ragione.
- Domani mattina verrò anche io a correre, perciò stasera mi fermo da te! – 
- Ti rendi conto di quello che dici? – Sbuffando ricomincio a pulire quella porcheria in cui da anni nessuno ha messo mano.
- …Hank cosa devo fare, cosa posso fare per tornare indietro? Voglio i tuoi baci, le tue carezze, voglio addormentarmi tra le tue braccia e aprire gli occhi incontrando i tuoi….- la sua voce è così malinconica, mi stringe il cuore.
- Non posso tornare indietro, ho paura di essere abbandonato ancora; quando mi lascerai indietro io sarò solo e disperato! – Mi volto a guardarlo – non voglio più essere solo, voglio degli amici, voglio una vita che possa funzionare anche senza di te!- 
- Ti ho ferito così tanto, così a lungo da indurti ad avere questi pensieri? –
- Perché me lo chiedi, non ricordi?  - Alzo la testa per un attimo, poi mi rimetto a lavorare; voglio finire presto questo schifo di lavoro, voglio andare ad allenarmi, voglio stare con gli altri, allontanarmi da lui, dalla persona che amo. - Tu sapevi sempre dove trovarmi, io no!-
Lavoriamo in silenzio, un silenzio opprimente che puzza di marcio e polvere.
Finiamo nel primo pomeriggio e io voglio scappare a lavarmi per pranzare, terminare le lezioni, allenarmi.
- Non ti perderò – mi afferra per un braccio – tu sei la persona più importante della mia vita, tu sai tutto di me, tu mi ami per come sono; senza di te non posso vivere. – Mi attira a sé in un abbraccio polveroso e mi bacia ; il suo desiderio, la sua passione è così forte da travolgermi.
Non ricordavo questi baci così delicati, leggeri eppure roventi come marchi di fuoco, il languore scioglie le mie membra.
Sento la sua forza gentile avvolgermi, trascinarmi con sé ; ho le vertigini mentre il piacere m’invade.
Non mi oppongo, non posso farlo, mi lascio travolgere e lo assecondo.
Come posso staccarmi da lui?
Come posso smettere di amarlo?
In pochi minuti siamo talmente eccitati che finiamo per eiaculare entrambi sporcandoci.
Ci siamo solo carezzati, solo baciati.
Solo questo.
Siamo venuti assieme; è sempre stato così.
L’uno aspetta sempre l’altro , scambievolmente.
- Andiamo a lavarci! – Gli tendo la mano.
- …voglio continuare….- mia attira a sé e le sue iridi sembrano piene d’oro.
Mi perdo nei suoi occhi improvvisamente così diversi, così luminosi.
- Non possiamo sparire , abbiamo delle lezioni…- mi oppongo debolmente.
- Ci hanno mandato a pulire questo magazzino, no? Possiamo anche metterci tutto il pomeriggio!-
- …siamo sporchi….- obietto. 
Mi porta verso il bagno appena ripulito , da uno scaffale recupera dei teli di stoffa ancora avvolti nelle confezioni, delle coperte, asciugamani.
In questo magazzino sembra esserci di tutto.
- Facciamo l’amore, prendimi e lascia che ti prenda! – Mi abbraccia, mi attira a sé e io rischio di perdermi , di rimanere intrappolato nella sua dolcezza, nel suo miele.
Improvvisamente mi sta offrendo tutto ciò che desidero; improvvisamente vedo tutto più chiaro.
Davanti a me c’è il mio futuro, ma a testimoniare il tempo trascorso sono solo le rughe sul mio viso; passato e futuro si sono intrecciati indissolubilmente.
Niente è cambiato; io sono solo e lui circondato da persone.
- Sicchè per averti basta semplicemente che io mi decida a vivere! Buono a sapersi!-  Lo scanso gentilmente , e nel farlo sento un dolore atroce ; vorrei urlare, vorrei che tutti sentissero la mia disperazione!
 
Dovevo saperlo che sarebbe successo, eppure perché sto così male?
Sono così belli assieme; si baciano e sembrano nati per incarnare l’armonia, l’amore.
Quelle labbra che baciavano solo me ora sono sporche, contaminate.
Ma l’ho voluto io !
Vado ad allenarmi, vado a correre perché tanto non c’è altro che io possa fare.
Ogni azione ha una sua reazione uguale e contraria .
Non esiste un rimedio al mal d’amore; soffrivo prima e soffro ora.
Ora però non ci sono più quei brevi attimi in cui potevamo stare l’uno nelle braccia dell’altro, in cui leggevamo libri per esplorare nuovi mondi, passeggiavamo per universi sconosciuti; ora c’è solo la dura realtà!
 
Perché il giorno ha così tante ore?
Perché anche se mi alleno, se studio, se leggo, se parlo con gli altri il tempo sembra lo stesso non avere mai fine?
Dormire è diventato sempre più difficile.
 
Abbiamo avuto i risultati degli esami; sono il primo nella graduatoria dell’istituto, al quarto posto c’è Valentine.
Abbiamo sempre studiato assieme, ma ce la fa benissimo anche senza di me.
Ora è fidanzato ufficialmente, è circondato di persone, esce con gli amici e lo richiedono sempre per le sostituzione nei club.
Sembra contento a differenza di me che mi devo sforzare per non urlare per la disperazione.
Sono sempre stato un perdente,  lui era l’unica persona a cui importasse di me .
Ma oramai è tardi, ho spezzato la mia catena e anche se zoppico devo continuare a vivere a relazionarmi con gli altri.
 
Sono entrato ufficialmente nella squadra del club .
Il capitano dice che ho fatto incredibili progressi e ho il plauso dei compagni per l’impegno che mostro sempre negli allenamenti.
Se potessi parlare , se potessi essere sincero, direi solo che corro e mi alleno per evitare di impazzire, per stancarmi e dormire la notte.
Ormai sono quattro mesi che ho smesso di parlare con Valentine; ci ignoriamo a vicenda e nessuno chiede nulla.
Non so se dipenda dalla fama di Valentine o dal mio cipiglio.
Fra pochi mesi prenderò il diploma e smetterò di frequentare questa insulsa scuola.
Non ho idea di quel che voglio fare ; mio padre ha già mandato la domanda d’ammissione per la migliore università del paese.
E’ molto soddisfatto per i miei risultati scolastici e atletici tanto che ha trovato il tempo per pranzare con me in un ristorante di lusso.
E’ venuta anche la sua nuova amante, una donna elegante molto cortese.
Oramai sono bravo nelle public relation; ho risposto a tono alle loro domande e ho mangiato quello che altri hanno ordinato per me.
Il cibo non ha sapore, da molto tempo ha smesso di averlo.
Avrà mai fine questa agonia?
Mi sono liberato dalle catene di Valentine solo per vivere come un fantasma, come un essere disincarnato?
Eppure ho seguito tutte le regole; sono educato e disponibile coi miei compagni, con gli insegnanti, mi comporto adeguatamente, aiuto le persone in difficoltà…
Allora perché sono così vuoto?
 
Oggi una ragazza mi ha preso in disparte per confessarmi il suo amore.
- Perché sei così stupito?- Mi ha chiesto confusa dalla mia reazione.
- Non capisco come puoi dire che ti piaccio? Sono solo una della massa, non sono simpatico, non sono bello…cosa ci trovi in me? – Avrei voluto piantarla lì nel corridoio, questa presuntuosa che non sa nulla di me.
- Ma che dici, sei un ragazzo brillante sei bello e gentile…-
Sciorinava luoghi comuni con quel suo sguardo assurdamente bovino.
- …e cosa ti ha colpito di me oltre a queste indiscutibili qualità? – Le ho risposto sarcastico.
Non ha saputo rispondere perciò è scoppiata in lacrime piantandomi nel corridoio isolato in cui mi aveva trascinato.
Ho sentito una risata familiare provenire dalla cima delle scale ; era lui .
L’ho guardato per la prima volta dopo un tempo infinito ; sembrava stanco.
- Anche se ci provi non ci riuscirai mai! – Ha esordito guardandomi in una maniera strana, uno sguardo che non gli conoscevo. – Tu sei troppo onesto, sincero, non parli con persone che non stimi…sei un asociale nato!-
- Lo so, ma dovevo provarci. Adesso ho perso tutto e l’unica cosa che mi resta è il vuoto che mi sta divorando. Io non sono come te; tu eri il mio universo e senza di te la mia è solo un’esistenza inutile.- Mi volto e me ne vado; indietro non si torna .
Le sue mani stringono il mio braccio inducendomi a fermarmi, a voltarmi stupito.
- Senza di te niente ha più sapore, senza di te le persone sono tutte uguali, noiose; solo dannati luoghi comuni. E’ come ingozzarsi di dolci all’infinito; sono nauseato. – Allunga una mano e mi carezza il viso ; i tuoi occhi sembrano aver perso colore, tu sembri consumato dalla fatica. –
E così bello il calore della sua mano sulla mia guancia ; chiudo gli occhi cercando di trattenere la sensazione che mi procura quel delicato tepore.
- Non mi importa se mi respingerai ancora, non mi importa del mio orgoglio, degli sguardi degli altri ….- sussurra stancamente.
- Di cosa t’importa? – Rispondo aprendo gli occhi, scrutando il volto che sogno ogni notte.
Le sue labbra si avvicinano alle mie, ma mi sposto ripensando al volto di Michelle...ai baci dati a lei…
- Non mi desideri più, sei talmente disgustato da me… -
- Hai una fidanzata…-
Scoppia a ridere, una risata amara. – Avevi ragione sai, lei è ipocrita come gli altri…e poi forse non posso baciare che te! Io ti amo, e non riesco neanche ad eccitarmi stando con lei.-
Ha gli occhi pieni di lacrime e io gliele asciugo con le dita.
- Non ho ragione, sono solo geloso di chiunque ti stia accanto; non voglio legarti a me, non voglio privarti della tua liberà…ma non so come fare! – Gli poggio un bacio sulle labbra sentendomi in pace col mondo.
Lui mi ricambia abbracciandomi stretto a sé.
 
Abbiamo cominciato un nuovo libro; questa volta è Valentine che legge.
La schiena appoggiata al mio petto.
La nostra crisi è durata cinque mesi, un tempo infinito , una manciata di giorni.
Eppure siamo cambiati sia fisicamente che mentalmente.
Valentine ha un’aria un po’ più mascolina, è cresciuto di qualche centimetro e stranamente i suoi occhi si sono schiariti.
Sembra assurdo, ma sembrano quasi color ambra.
Anche io sono cresciuto e ho messo su un fisico da atleta; i miei capelli hanno di nuovo la lunghezza originaria e Valentine spesso vi passa le dita chiudendo gli occhi.
Il giorno in cui ho ricevuto la mia prima dichiarazione d’amore da parte di una ragazza, Valentine ha voluto che lo facessi mio.
Io ho preso lui e più tardi lui ha preso me.
Nessuno sta sopra o sta sotto; noi stiamo insieme, e a parte qualche eccezione abbiamo scoperto che bastiamo l’uno all’altro.
Io so cosa voglio fare nella mia vita; costruire il nostro mondo insieme.
 

Roma 5 gennaio 2013 ore 21.19

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Minshara