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Autore: Pando91    05/03/2013    3 recensioni
Santana e Brittany si conoscono alla fine del liceo, quando è tutto ancora in gioco.
Dopo una conoscenza infuocata e festini compromettenti, la mora e la bionda cominciano a conoscerci meglio, grazie ad un impegno preso da Brittany per concludere l' anno al meglio. Un esame l' aspetta.
La loro vita subirà dei cambiamenti, bisogna solo vedere chi riuscirà ad accettarli per prima.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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BUONASERA A TUTTI.

Ecco un nuovo capitolo, spero vi possa piacere. Buona lettura a tutti :)

 

SORPR .. ESA!!



Quando mi alzai, quel mattino, fu mia madre a svegliarmi.

“ Santana, muoviti, è tardissimo e Brittany è qua sotto che ti aspetta! “

Le prime due parole che mi colpirono con violenza furono: tardissimo e Brittany.
Ci misi un po’ per ricollegarle e dopo poco mi accorsi dell’ intera frase.

“ Brittany è qua sotto che ti aspetta “

“ Cazzo “

Scesi dal letto nel giro di pochi secondi, maledicendo la sveglia per non aver suonato. Ero in fottuto ritardo e Brittany mi stava aspettando sotto casa. Probabilmente non avendomi vista arrivare mi aveva raggiunta. Trovai il cellulare sotto le coperte, lo guardai e trovai due chiamate senza risposta proprio della bionda. Mi chiesi più volte come non avessi fatto a sentire niente. Mi infilai velocemente le scarpe, andai in bagno a lavarmi faccia e denti, e senza neanche truccarmi scesi le scale. Quasi mi inciampai e ringrazia l’ Universo per non averlo permesso.
Con un fiatone allucinante, scavalcai mia madre che si era inginocchiata per allacciarsi la scarpa, la salutai e mi diressi dalla macchina, su cui appoggiata c’ era Brittany che guardava il telefono.
Appena si accorse della mia presenza, mi sorrise. Non potei trattenermi dal pensare a quanto fosse dannatamente bella. Bella e nient’ altro. Soltanto così perfetta da fare quasi male. E non mi trattenei dal fare quei pensieri, ero ancora reduce da una notte senza sonno, a causa di quel bacio.

Quel bacio.

Ci guardammo un attimo, senza sapere bene cosa fare. Lei mise il cellulare nella tasca del giacchino che indossava e continuò a sorridermi.

“ Santana andate che siete in ritardo!! “

La voce di mia mamma mi ripercosse brutalmente. Scattai verso la portiera e così fece lei. Sbuffai mettendo in moto, per poi prende la strada principale.

“ Buongiorno! “

La sua voce fu come un toccasana e riuscì a liberarmi di un po’ di tensione accumulata per la preparazione.

“ ‘giorno “

Lo dissi carinamente, senza guardarla.

“ Dormito bene? “

Dovevo stare calma. Era come sempre, come ogni mattina. Eppure, fosse stato come ogni mattina, non avrei ripensato alla sera prima, a quel bacio, a cioè che era successo. Fosse stato come sempre, le avrei risposto che avevo dormito bene, o che avevo fatto un incubo strano, o che avevo passato la notte a parlare con Quinn.
Ma non era come le altre mattine, perché quello che era successo la sera prima cambiava tutto. Rimasi sorpresa di me stessa, a scoprirmi tranquilla. Durante la nottata avevo fatto mille pensieri, a come affrontarla, a come dirle che non doveva più riaccadere, che era stato uno sbaglio.

Ma adesso che ero lì, in quel momento, non me ne fregava un fico secco. Niente di niente. Perché io volevo rifarlo, ancora e ancora. Volevo di nuovo sentire le sue labbra sulle mie, tutto ciò che mi scatenava dentro, volevo risentirmi viva.
Quindi avevo deciso, per quel giorno, di mettere da parte ogni promessa che mi ero fatta la notte. Il passato non si poteva cambiare, e mi decisi a credere che era successo in qualche modo l’ avevo voluto ( il che era ovvio ) e che quindi anche quel muro, che piano piano sembrava andarsi a far benedire, si stava facendo da parte.
Quindi si, quella mattina ero tranquilla.

“ Un po’ di pensieri, ma tutto bene. Tu? “

Scrollò le spalle. Sentivo il suo sguardo completamente su di me, avvolgermi. Sul mio corpo. Mi sentì un attimo di nuovo nuda. Ma probabilmente per Brittany ero sempre stata un libro aperto.

“ Vale lo stesso per me. Questa mattina mia madre mi ha detto che ieri sera ha chiamato Mr. Shue, avvisando che avevano fissato la data del mio esame speciale “

Per un secondo si insinuò in me una sensazione di ansia. Agitazione. La vidi guardare fuori dal finestrino. Non riuscivo ancora a intuire bene cosa provasse. Brittany era ingenua, ma capiva la realtà. Mi levai di dosso quella sensazione spiacevole, dicendomi che non ero io ad affrontare quell’ esame e che dovevo essere lì per tranquillizzarla, non per renderle la vita difficile.

“ Quando è? “

La guardai per un attimo. Si girò vero di me e poi parlò.

“ Mercoledì prossimo “

Respirai profondamente. Mercoledì era vicino, mancava esattamente una settimana. Avrebbe dovuto ripassare tutto e noi non avevamo ancora finito il programma di letteratura spagnola. Mancava poco, ma ancora non era concluso.

“ Mr Shue ha detto la modalità? “

Lei annuì.

“ Ha detto che mercoledì effettuerò una prova scritta di tutte le materie del mio corso, e che il giorno dopo invece mi aspettava l’ esame orale. Ha detto che è meglio se mi preparo un argomento a scelta per ogni materia, per ogni eventualità. Poi ha aggiunto che ho fatto bene a prendere quella decisione e che era fiero di me “

Brittany mi diceva tutto come se l’ avesse imparato a memoria.

“ Lo sai che ce la puoi fare vero? “

Una domanda retorica. Non sapevo che altro dire, e volevo soltanto che quel musetto dispiaciuto sparisse.
Incosciente, le afferrai la mano. Lei fissò un attimo quell’ intreccio e poi sospirò, speranzosa.

“ Tu ci sarai vero San? “

Feci una piccola risata, timida.

“ Certo Britt. Entro domani ci mettiamo sotto e finiamo spagnolo, poi ripassiamo tutte le altre materie. Sarà facile. Ti sei preparata tanto. “

Cercai di guardarla negli occhi, facendo attenzione alla strada. Volevo che fosse sicura della mia presenza.

“ E mercoledì? Ci sarai mercoledì? “

Sembrava essere un po’ in ansia. Misi la freccia e accostai un attimo. avevo bisogno di trovare il suo sguardo. Le afferrai entrambe le mani.

“ Io ci sarò Brittany, ma ascolta .. “ le accarezzai la guancia “ tu puoi farcela anche da sola. Ricordi? L’ importante è che tu creda di potercela fare, e tutto il resto scompare. È facile Britt, tu passerai quell’ esame. E se non dovesse succedere, andrò a prendere a calci in culo il responsabile “

Le strappai una mezza risata, poi per sbaglio m cadde l’ occhio sull’ orologio della macchina.
Porca .. eravamo in un fottuto ritardo. Aspettai che mi desse la conferma di stare meglio, in quel momento non mi importava d’ altro.

“ Grazie San “

Le sorrise e ripresi a guidare, questa volta con velocità.
Sentì una piccola voce, e un piccolo omino che stavano cercando di sollevare il muro, che si stavano districando tra le mie parole di conforto, provando a liberarsi da quel cambiamento. Trattenni un respiro, per un attimo, ma quando rilasciai l’ aria, quella vocina e quell’ omino era scomparso, e vicino a me però, Brittany c’ era ancora.

--

“ Ok, abbiamo finito “

Brittany si stirò, chiudendo definitivamente il libro di letteratura spagnola

“ Perfetto. Come ti sei messa d’ accordo con gli altri? “

“ Domani tutti verranno qua, tanto i miei non ci sono e facciamo un mini test, con possibili domande che potrebbero farmi. Shuester ha dato qualche suggerimento “

Le sorrisi, sapendo quel particolare, visto che avevo chiesto io al professore di poter dare due dritte ai ragazzi per aiutare Brittany.

“ Allora preparati, domani interrogazione “

Lei scosse un attimo le spalle, si alzò, e posò il libro sulla scrivania.

“ Già “

Mi dispiaceva vederla così poco entusiasta, anche se capivo benissimo la sua preoccupazione. Così decisi che quella sera avrebbe dovuto fare qualcosa. Il sabato sera si doveva uscire, staccare la testa.

“ Bene, ora ti fai una doccia, e mi raggiungi tra due ore. Ti porto in un posto! “

I suoi occhi sembrarono riaccendersi.

“ In un posto? “

Annuì.

“ Si, una cosa tra me e te, ok? “

Per un attimo riconobbi il suo solito sorriso.

“ Tra due ore sarò lì “

Presi la mia roba e mi avviai verso casa.
 
--

Dopo due ore e un minuti, Brittany era puntuale sotto casa mia. Quando scesi a salutarla, riconobbi la bambina che mi aveva lasciato pochi giorni prima. La vidi saltellare qua e là, mentre mi aspettava. Ero così orgogliosa che stesse così per una mia proposta. Quanto era stupido.

“ Andiamo “

Salimmo in macchina, come sempre e partimmo.

“ Dove andiamo? “

Sorrisi.

“ Britt è una sorpresa “

Lei sbuffò, piano.

“ Dammi almeno qualche indizio. L’ iniziale del nome “

Mi girai un attimo, non capendo.

“ Quale nome? “

Lei sembrò pi confusa di me.

“ Il nome del posto! “

Scrollai le spalle.

“ Non ha un nome “

Lei sembrò continuare a pensare.

“ Tutto ha un nome, quindi il tuo posto deve avere un nome “

Scossi la testa, ridendo.

“ Ok, comincia con la S “

Non avevo mai dato un nome a quel posto.
Si mordicchiò piano il labbro, pensando a quale potesse essere.

“ La seconda lettera? “

Ci provò ancora.

“ Britt .. “ ma poi le risposi “ O “

“ Mmmm So .. Solten Valley .. no scherzo, non esiste. So- .. so- “

Ma sembrava proprio non arrivarci, e dopo altri minuti di concentrazione mi chiese la terza lettera, implorandomi.
L’ accontentai, non avevo ancora capito il gioco che stavo facendo.

“ R “

“ Erre! “

Esclamò, come se avesse trovato una risposta. Ma non mi fidai molto, perché continuò a rimuginarci sopra.

“ Britt non puoi aspettare di arrivare? “

“ Ma così è più divertente San “

E se era divertente, allora gliel’ avrei lasciato fare. Era da un po’ che non vedevo quello sguardo trasognato, e il suo modo di pensare tutto suo.

“ Sor .. uff non mi viene in mente niente. Che posto strano San! .. Soro-, sori-, mm no, non c’ è niente, Sora- .. Soru- .. uff “

E sbuffò ancora. Risi del suo essere così buffa.

“ Che ridi? È frustrante! “

“ Aspetta di arrivare Britt .. “

“ La quarta, ti giuro che è l’ ultima San, giuro. La quarta lettera e poi non ti stresso più “

Finsi di pensarci, e poi risposi che la quarta lettera era la P.

“ Ma io lo conosco San? “

“ Mmmm non lo so Britt “

“ Così non vale, è troppo difficile. Sorp .. “

Risi tra me e me, guardandola. Così intenta, con le guance rosse, il vestito estivo che le arrivava quasi sulle ginocchia, le spalline ridicole, i capelli lasciati lisci, i suoi occhi e quelle piccole lentiggini, era di una bellezza infinta. Mi scoprì ad amare tutto di lei. Tutto. Era incredibile. Amare nel senso che mi piaceva veramente ogni cosa, non amare nel senso vero della parola. Non esageriamo. Però quel suo modo di fare, quel suo cipiglio pensieroso, le labbra arricciate e a volte nascoste dai suoi denti, mi fecero venire una gran voglia di baciarla. Mi sentì prender fuoco le guance, ma per fortuna lei non se ne accorse. Ritornai alla mia guida, mentre cominciai a percorrere una strada meno pulita e più frastagliata.

“ Siamo quasi arrivati “

La avvertì.

“ Dai San, ti prego, prima di arrivare, lasciamelo indovinare, ti prego. Faccio tutto quello che vuoi “

Risi, e soprattutto quando mi resi conto dell’ ultima frase cercai di non guardarla.

“ Ma è così importante Britt? “

“ Si lo è “

“ Allora la quinta lettera è un’ altra R “

Si mosse un attimo sul sedile, agitandosi. Non guardava davanti a sé e cercava solamente di capire quale fosse il luogo. Se solo avesse guardato, avrebbe intuito che non c’ era nome per quel posto e che forse non c’ era mai stata.

“ Sorpr .. “

Ci riprovò ancora per pochi minuti.

“ Trovato!! “

Si agitò, e io mi presi un colpo al cuore.

“ No, non è vero “

E ricominciò a pensare. Ma da quel momento in poi, non potè fare a meno di guardare di fronte a sé.

“ Wow “

Eravamo arrivate.

“ SORPResa, Britt “

Lei si girò verso di me, e poi si rigirò davanti a sé. Uscì dalla macchina senza dire niente e io le seguì.
Di fronte a noi, c’ era Lima. C’ era Lima nella sua bellezza, sotto le luci del tramonto.
Non parlò ancora per un po’, e mi sentì felice di aver condiviso con lei quel mio angolo di paradiso. Solo dopo altri secondi, parlò.

“ Mi hai fregata “

Non capì.

“ Era sorpresa la parola, non è un vero nome “

Risi da sola.

“ Tanto non avrei saputo che nome dargli .. è stato un piccolo scherzo “

Scrollai le spalle.

“ E io che mi affannavo a cercare la risposta “

Si vedeva che stava giocando.

“ Mi dispiace, a volte sono una stronza “

Continuammo a far finta di parlare seriamente, appoggiate entrambe al muso della mia macchina, continuando a fissare quello spettacolo.
Poi, restammo in silenzio.
Sentì una forte vibrazione e tutte le mie viscere si rivoltarono quando lei posò il suo sguardo su di me. Dal basso in alto, con un qualcosa che sembrava quasi devozione. Cercai di non farci caso. Eppure era così strana. La sentì avvicinarsi. Avevo paura a fare qualsiasi gesto, qualsiasi. Avevo paura di rovinare quel momento, mi sentivo impacciata come mai mi ero ritrovata ad essere e non sapevo come muovermi.
Cercai di abbassare lo sguardo più volte, mentre sentivo che la mano di Brittany si poggiava sul mio braccio e cominciava a far scivolare le sue dita sul tessuto della mia giacca di pelle. Rabbrividì, ma tentai di non farlo vedere. I risultati furono scarsi.

“ San .. “

Lo disse piano, mentre cercava di avvicinarsi ancora di più, con calma, forse con qualche timore di troppo. Probabilmente non sapeva quale reazione avrei avuto.
Dopo pochi secondi, la sua mano fu sulla mia spalla e poi sul mio collo. E lì non ce la feci più e la guardai. Posai il suo sguardo sul suo, che notai ardere di luce propria.
Piano, Lima scomparve e davanti a me ci fu il viso più bello che io avessi mai visto. Eravamo ancora a distanza di sicurezza. Mi accarezzò una guancia, e l’ altra mano si intrecciò alla mia.
Probabilmente stava cercando la sicurezza nel mio sguardo: ma io non pensavo in quel momento, io mi sentì di volere le sue labbra sulle mie e basta.

“ Britt .. se vuoi “

E non mi fece neanche finire la frase. Con delicatezza, la sua bocca si appropriò della mia. Il suo gusto mi fece girare la testa. Mi appoggiai del tutto sulla macchina e mi portai le mie mani, una liberatasi dalla sua, lungo i suoi fianchi. Strinsi piano. Fu un bacio lento, ma così profondo che non servì un contatto più intimo per farmi sentire viva. Bastava il suo profumo e la sua voglia di vivere. Bastavano i suoi occhi pieni di gioia e il suo sguardo maturo.
Quando quel contattò più intimo arrivò, lo senti comunque tutto il mio corpo. Mi sentì così male, e nel contempo così bene, che sganciai la mente e diedi possibilità al cuore di battere all’ impazzata.

Bum. Bum. Bum. Bum.

La velocità aumentava sempre di più, senza che quasi me ne accorgessi. Sentivo solo la sua lingua che sovrastava la mia, per poi invertirsi i ruoli. Tutto questo in pochi secondi, e il ritmo continuava ad accelerare. Mi ritrovai quasi ad ansimare. Mi strinsi di più al suo corpo e ripensai a quel giorno in cui avevo visto le sue gambe mezze nude, mentre sul letto stava facendo un test, e alla sensazione che avevo provato. In confronto a quella che stava sentendo in quel momento, quel giorno fu nulla.
Uno stato di black out colpì il mio cervello, e mi sentì fluttuare nell’ aria. Ma in quell’ aria c’ era un corpo perfetto, intorno alle mie mani c’ erano i suoi fianchi. Strinsi ancora di più, cominciando a muovere lentamente le mani, su e giù per la schiena. Lei si dedicò in men che non si dicesse al mio ventre. Aprì la zip del mio giacchino e intrufolò le mani sulla mia t shirt. Non andò avanti, piazzò le sue mani lì, premendo le sue dita man mano più forte.
In quel momento, non respiravo più. Ero in apnea. E mi sentivo libera tra le sue braccia, libera era il termine esatto.
Una mia mano, a poco a poco, salì e si incastrò nei suoi capelli. Volevo approfondire ancora di più quel contatto.
Ma poi, come nei migliori film, il tempo si fermò e la realtà ritornò a farsi viva a causa di un maledetto squillo di un maledetto cellulare.
Brittany si staccò da me, piano.

“ Dovresti rispondere “

Avrei voluto lasciar perdere, ma lei aveva l’ idea che bisognasse sempre rispondere, “non si sa mai cosa può succedere”.
Quasi sbuffai, ma mi trattenni. Non guardai neanche chi fosse.

“ Pronto “

Il mio tono non era dei migliori. Brittany, che era ancora contro il mio corpo, mi rimproverò con lo sguardo, e potei anche notare però un lieve sorriso.

“ Buonasera Santana “

Alzai gli occhi al cielo, nel sentire la voce di Quinn perforarmi l’ orecchio.

“ Cosa vuoi? “

“ Quanta gentilezza “

Brittany mi tirò una lieve pacca sulla spalla. Poi cominciò a giocare con i miei capelli. Era strano lasciarsi fare tutto ciò, io che odiavo il contatto troppo ristretto, se non per del sano sesso.

“ Avanti Fabray, muoviti. “

“ Va bene. Volevo solo dirti che domani siamo da Brittany, per farle il test finale “

Annuì da sola.

“ Brittany è qua con me, quindi lo so “

Risposi ancora un po’ acida. Lei, fece segno con la mano ed un sorriso, interrompendo quel ciondolare.

“ E ti saluta “

Alzai gli occhi al cielo.

“ Ah siete insieme? Da sole? “

Avevo un tono inquisitorio.

“ Fabray, se non hai altro da dirmi ci vediamo domani “

“ E dove siete? “

“ Ciao Quinnie “

Brittany mi prese il telefono e se lo mise all’ orecchio.

“ Ciao Quinn .. si ci vediamo domani .. sono prontissima! Si, sono con San perché mi ha portato-  “

Ma non le feci continuare la frase, le rubai il mio cellulare, risalutai Quinn e senza troppi convenevoli chiusi la chiamata.
Lei mise su il broncio. Incrociò le braccia, ma non si staccò da me.

“ Perché l’ hai fatto? “

Non potei evitare di sorridere a quella visione.

“ Perché Quinn ancora non sa niente! “

“ Su cosa? “

“ Su noi due Britt “

Poi mi venne un’ idea e ebbi il timore di farle quella domanda.

“ Non le hai detto di ieri, vero? “

Lei scosse la testa.

“ Certo che no .. so che è tra noi. E poi lei è la tua migliore amica e merita che sia tu a dirglielo. Se vorrai farlo “

Tentennai un attimo.

“ Io non so ancora niente di tutto ciò Britt, non so come chiamarlo e trovo che sia meglio tenerlo per noi, ecco tutto. Poi magari non è niente “

Forse l’ ultima frase avrei potuto evitarmela.
Decisamente avrei voluto farlo, visto che pochi secondi dopo ritrovai il mio corpo libero dal suo peso e il sguardo triste.

“ Giusto .. poi magari non è niente “

Tentò di andare verso la macchina, ma la trattenni. Nel suo sguardo non c’ era rabbia, sicuramente però c’ era dispiacere.

“ Non sto dicendo che lo è, ma per me è la prima volta Britt, lo sai. Quindi ho bisogno di andarci piano “

“ Ma io lo capisco, giuro. Ma mi piace tanto baciarti, e vorrei soltanto accadesse più spesso “

Rimasi un attimo basita da quella verità buttata in faccia. Era proprio lei, la mia Britt.

“ Vieni qui “

Senza alcun timore, la riavvicinai a me e la baciai. Non come prima, ma volevo farle capire che per me non era niente. Fu breve.

“ Ora andiamo, domani ti aspetta una giornata intensa. Ora concentrati solo sull’ esame, di me e te ne parleremo appena è finito tutto “

Lei annuì piano.
Facemmo il viaggio in macchina in un bellissimo silenzio, senza interruzioni o altro. La sua mano nella mia. Trovai sempre i suoi occhi posati su di me, quando mi giravo a osservarla.
La lasciai a casa sua, con un bacio veloce.
Quando arrivai nel vialetto, parcheggiai. Vidi davanti alla porta di casa mia una figura. Più mi avvicinavo, più riconoscevo i suoi lineamenti e i suoi capelli biondi corti furono decisivi: Quinn mi stava aspettando, braccia incrociate, sguardo furbo e ghigno.

“ Noi due dobbiamo parlare “


ANGOLO AUTRICE:

Boooonasera!!!
Ecco un altro aggiornamento per voi!
Ovviamente spero di aver fatto un buon lavoro!
Ringrazio TUTTI, tutte le persone che si sono appassionate in un modo o nell' altro a questa storia. Io stessa la sto amando sempre di più.
Ditemi tutto quello che volete, e soprattutto se avete dubbi, delucidazioni o pensate che io potrei modificare qualcosa, scrivetemi :)

Se volete contattarmi per qualsiasi cosa, questo è il mio profilo: http://www.facebook.com/giulia.efp !

GRAZIE ANCORA A TUTTI, Giulia! :)
  
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