Simon era chiuso nella sua stanza, all’Istituto. In quella stanza che gli era stata prestata tanto gentilmente dagli Shadowhunter, dalla quale adesso, però, avrebbe voluto soltanto scappare.
Era seduto sul suo letto, con la testa tra le mani, sommerso dal dolore…dai ricordi.
 


È il primo giorno d’asilo. Simon è emozionato, agitato. La mamma gli dice che non si deve preoccupare e lo accompagna fin dentro il cortile.
È appena cominciato l’autunno, e le foglie hanno già cominciato a cadere dagli alberi non ancora spogli.
È un giorno piovoso, il cielo è coperto, e Simon trova quel panorama grigio tremendamente noioso e desolante.

Ad un tratto, un colore.

Una bambina sta giocando sul prato bagnato con delle foglie secche, e Simon viene immediatamente distratto dalla vivacità delle sue treccine rosse e del suo impermeabile verde.
-Posso giocare anch’io?-chiede Simon, schietto. La mamma gli ha detto che dovrebbe cominciare a stringere amicizie. Però lei ha usato una parola più complicata, che Simon non ricorda.
La bambina alza gli occhi. Simon trova quegli occhi verdi e curiosi molto buffi.
-Sì, certo.
Simon si siede accanto a lei, e chiede:-Come ti chiami?
-Clary. E tu?
-Simon.
Clary gli sorride, e Simon sorride di rimando.

 

Simon scosse la testa, ma ormai era in balìa dei ricordi.
 


È estate. Un Simon e una Clary che hanno da poco compiuto 14 anni stanno passeggiando in riva al mare.
Stanno parlando di un gioco di ruolo, uno degli argomenti preferiti di Simon, che non riesce a contenere l’entusiasmo.
-è fortissimo quel livello! Hai visto quando il mostro attacca…
-Sì ho visto, Simon. Ma che ne diresti di studiare una buona volta, invece di giocare al computer?
Clary è annoiata, ma sorride. ‘Simon non cambierà mai’, pensa.
-Ma io studio! Te lo giuro!
-E allora perché non riesci a prendere un buon voto, di tanto in tanto?
-Ma non è colpa mia se gli insegnanti non capiscono che ho molti talenti nascosti!
-Talenti nascosti? Per esempio, il talento di riuscire sempre a cacciarti nei guai, o magari il talento di saper vincere in qualsiasi gioco di ruolo?
Simon sorride: -Per esempio.-  e sta per aggiungere qualcos’altro, quando vede l’espressione sul viso di Clary.
L’espressione che ha sempre quando è immersa nel suo mondo, e non vorrebbe altro che stare da sola nella sua stanza, con un foglio e una matita.
Clary sta guardando la linea dell’orizzonte, dove il mare e il cielo si confondono, e non presta più attenzione alle parole di Simon.
Simon la osserva con affetto e un filo di rimpianto. Ormai è sicuro di amarla, e non si offende più quando Clary si distrae e si dimentica della sua presenza.
Simon sorride, malinconico. Non gli resta altro da fare che ammirare i capelli rossi di Clary, illuminati dalla luce del sole che sta tramontando, simili a fiamme, e i suoi occhi luccicanti.
 


Simon si alzò dal letto, tremante.
Doveva andarsene.
Una volta Clary gli aveva parlato di un personaggio di un libro che soffriva pene d’amore,e aveva detto:’Chissà come ci si sente!’.
‘Bè, io adesso so come ci si sente’ pensò Simon amaramente.
Si sentiva cadere a pezzi.
Non riusciva più a scacciare dalla testa l’immagine di Clary e Jace avvinghiati, come se non avessero mai desiderato nient'altro.
E l’espressione sul viso di Clary, quando le aveva detto di amarla. Pietà, Clary aveva provato pietà di lui!
Le guance di Simon erano rigate di lacrime amare.
Simon uscì fuori dalla stanza, e corse, corse via dall’Istituto e dagli Shadowhunter.
‘Adesso so come ci si sente, Clary’.
Stava cadendo a pezzi.