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Autore: White_099    06/03/2013    3 recensioni
Haymitch.
E la storia di come si giunge a desiderare di morire.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haymitch Abernathy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Here's some advice. Stay alive."
―Haymitch

Restare vivi.
Che stronzata colossale.
Come se si potesse sopravvivere agli Hunger Games.


Haymitch entra nella sua villetta del Villaggio dei Vincitori, completamente ubriaco, con una bottiglia vuota ancora in mano.
“C’è nessuno?” grida alla casa vuota. Haymitch ride fragorosamente, con la sua voce rauca, per scacciare il silenzio. Silenzio insopportabile per chi non vuole ricordare.
“Non c’è nessuno” gli sussurra la voce dolce e soave dell’alcool nella testa. “Lo so.” sta parlando da solo ora.
Non succede niente di buono quando si comincia a parlare da soli.
“Haymitch, perché invece non si sfoga con me?” avrebbe chiesto il suo psicologo.
Dopo due sedute aveva rinunciato a parlare, si limitava a fissarlo torvo e a buttare lì ogni tanto qualche frase come “Dovrebbe bere di meno”
Haymitch ride ancora una volta.

Haymitch è appena tornato al Distretto e corre verso la sua vecchia casa, apre la porta sorridendo, un sorriso che si spegne quando vede la casa vuota, il sottile strato di polvere ad indicare l’abbandono.
Certamente si saranno già trasferiti nel Villaggio dei Vincitori.
Sì, è convinto, li troverà tutti lì ad aspettarlo, sua madre e suo padre abbracciati, il piccolo Hayden seduto sul tavolo con le gambe a penzoloni, Hanni  pronta a saltargli addosso e a stringerlo con le sue braccia sottili.
Haymitch accelera, quasi inciampa e cade, non sa perché ma sente di dover correre più veloce, di dover arrivare prima che sia troppo tardi. Troppo tardi per cosa?


La casa è vuota.

Haymitch esce dalla villetta, pensare è insopportabile.
Tutto quello che vuole è oblio.
E’ sulle macerie della sua vecchia casa, ma per lui è ancora intatta.
Spinge una porta che è solo nella sua testa.

La sua famiglia è lì, felice.
Haymitch si avvicina alla madre da dietro e le circonda affettuosamente la vita con le braccia muscolose.
Lei si gira e si finge indignata.

Haymitch ride.
 Mancano pochi giorni 
alla Mietitura.

Haymitch scappa dall’eco delle antiche risate, in fondo alla via la casa di Hanni è ancora lì, illuminata, come se lei fosse sulla soglia ad attendere il suo ritorno.
Haymitch torna alla sua villetta.
E’ poco arredata, niente che possa portare pensieri spiacevoli.
Ma c’è un ricordo che lo insegue ancora.
Haymitch vede un volto pallido, incorniciato da capelli biondi.
Sempre lo stesso che, da venticinque anni lo attende nella sua mente.
E il dolore è uguale, tutte le volte gli prende il corpo nello stesso modo.
Una stretta gelida che lo immobilizza, che lo costringe ad accovacciarsi sul pavimento e a chiudere gli occhi.

 “Haymitch...” Maysilee tossisce sangue che macchia la camicia di lui.
“Stai tranquilla Maysilee...chiudi gli occhi” la ferita l’avrebbe dissanguata in pochi minuti, Haymitch non tenta neanche di fermarla, sa che prolungherebbe solo il dolore, sa che se fosse lui lì steso vorrebbe solo che tutto finisse il prima possibili.
“Ho paura”.
Cosa le può dire Haymitch? Lui, che ha perso la speranza da quando è entrato nell’Arena.
Cosa può rispondere ad una frase così pura, così spontanea da far male?
“Non ne avere. Non pensare a dove sei. Ricordi il Distretto? Prima della Mietitura, ricordi, la grande festa della Tostatura? Eri lì, ti ricordo. Ballavi con tua sorella. Eri bellissima Maysilee.”
E’ sempre stato un attore,Haymitch. La verità? Non si ricorda più la vita prima dei giochi. I suoi ricordi sembrano irreali, troppo colorati, troppo... felici.
Maysilee sorride, ad occhi chiusi.
“Ricordi i volti felici degli sposi, le facce sporche e sorridenti? Ricordi le canzone dei minatori al ritorno dalla miniera? Non li dimenticare mai, perché ti ricorderanno sempre che la felicità esiste, che l’abbiamo provata, che eravamo lì” non ci crede più Haymitch, in queste parole, ma vuole che lei sia tranquilla quando morirà.
E per un attimo invidia la serenità con cui ora la ragazza ai suoi piedi attende il sonno. La invidia perché sente che lei è ancora Maysilee, la ragazza che è partita dal Distretto.
E lui non sa più chi è, ormai. Perché sa che si è già perso, da qualche parte, non si ricorda più nemmeno quando.
Maysilee tenta di ridere, il sangue che ha ormai formato una pozza intorno a noi “Parli al futuro Haymitch...”
“Riposati ora...” le accarezzo i capelli impregnati di sangue.


Se ne è già andata.

Haymitch beve un altro sorso e sente l’alcool lavare via i ricordi.
Perché è debole.
Non ha la forza di affrontare i suoi ricordi.
Ma neanche di abbandonare la vita per sempre.
Dopotutto è un vincitore.
Un sopravvissuto
L’ultimo accenno di felicità del ricordo scompare silenziosamente e rimane solo il dolore.
Haymitch sprofonda ancora una volta in un sonno tormentato, desiderando per la centesima volta di essere morto sotto le stelle dell’Arena.

***
Spero che vi sia piaciuta.
L'ho scritta abbastanza velocemente, ma ormai sono mesi che giace sul mio pc, con me che continuo a riempire tutte le caselle della sua descrizione e poi non schiaccio il tasto "Pubblica".
Ok, ora ormai è fatta, quindi...
Allora, solo alcuni chiarimenti:
la storia si svolge nel dopo rivolta, quando il Distretto è stato raso al suolo.
Hayden è il fratello di Haymitch, Hanni la sua fidanzata (i nomi sono inventati).
Mi sentivo molto ispirata riguardo ai nomi in H :)
Coomunque, spero davvero che vi abbia trasmesso qualcosa, qualsiasi cosa...
Se avete tempo commentate, accetto pareri positivi e negativi, ovviamente.
Anche una semplice frase è ben accetta.
Ciao e grazie
White 
   
 
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