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Autore: JunJun    22/09/2007    9 recensioni
[SPOILER episodio 37]
Atto I. L'utopia di Light è crollata miseramente sotto i suoi occhi disillusi, ma... e se gli venisse concessa un'altra possibilità?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Spoiler!
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A repeating time

Edward91, Ayu, Freija, Bonza corrotta, Shirahime, Kira7, Anansy, grazie per le stupende recensioni!!>***<;; Purtroppo come dicevo non ho molto tempo per scrivere questa fic (ultimamente neanche per scrivere le altre. ç_ç; ) però quando ho qualche momento libero continuo a buttarne giù qualche rigo. Ho molte idee su come farla proseguire. *-*; Se mi dite che vi piace, cercherò di dedicarmici più approfonditamente nei prossimi giorni, I swear. >***<;;
Io mi chiedo davvero cosa sia passato per la testa a Light, nei suoi ultimi momenti... ho immaginato il "mi pento-non mi pento-no, mi pento" perché la sua espressione era così triste e confusa, rassegnata, che non riuscivo a pensare ad altro. Però non so... con i suoi comportamenti ed i suoi pensieri quel ragazzo, in 37 episodi, mi ha sorpreso nel bene o nel male (soprattutto nel male) almeno 10.037 volte.


~ A repeating time...

I. Pentimento - Il risveglio


Light soffocò un grido di orrore, svegliandosi di soprassalto. La sua schiena scattò in avanti, le gambe e braccia si mossero da sole, e lui si sentì come se una forza incomprensibile e superiore gli avesse appena scaraventato a forza l'anima nel corpo.
Respirò affannosamente, a pieni polmoni; i suoi ansiti terrorizzati riecheggiarono nel vuoto totale che lo circondava. Si sentiva come se avesse corso per milioni e milioni di chilometri, senza mai fermarsi. Respirava, respirava, ma l’aria sembrava non saziarlo mai.
Il battito impazzito del suo cuore gli rimbombava nel cervello. Era solo. Era solo e aveva paura. Era quella la morte?
Gocce di sudore gli imperlavano la fronte, ma non aveva né caldo né freddo. Realizzò di non essere né all’inferno né in paradiso: chi usava il Death Note, non aveva accesso a nessuno di quei mondi.
Forse quello era un limbo?
Ma, aspetta…

…che cos’era un Death Note...?

Light emise un gemito di dolore. La testa gli faceva male, da morire. Era come se qualcuno gliela stesse spaccando, ed il flusso dei pensieri che scorrevano nella sua mente era così caotico ed impetuoso da sopraffare persino la sua coscienza. La sua percezione del mondo esterno era debole e confusa. Istintivamente mosse una mano per portarsela alla fronte, ma nel compiere quel gesto gli parve di udire un tintinnio.
Rabbrividì.
Da dove veniva?
C’era qualcuno lì?
Strinse istintivamente le mani, che si richiusero su qualcosa di soffice e leggero.
Il palmo aperto, Light esplorò freneticamente la superficie morbida e liscia su cui era seduto e ben presto scoprì che, accanto a lui, c’era un corpo umano.
Lo sfiorò, lo scorse, sbarrò gli occhi, ritrasse la mano inorridito.
Nonostante quella figura immobile fosse semicelata dal buio, Light sapeva chi fosse.
Non c'era una spiegazione logica.
Lo sapeva e basta.
Gli occhi del ragazzo si fecero vitrei. Voleva fuggire da quel fantasma, scappare da quel buio ma non poteva, sapeva che era inutile e che quella prova, che aveva temuto per anni, andava affrontata. Non c'era scampo. Un movimento improvviso, e udì di nuovo quel sinistro tintinnio.
Cercò di calmarsi. Per più volte, Light chiuse ed aprì velocemente gli occhi per abituarsi alla tenebra e così facendo, quando il suo sguardo si poggiò di nuovo sulla figura a pochi centimetri da lui, ne distinse chiaramente i contorni: erano quelli marcati, ma allo stesso tempo delicati, di un giovane uomo. Giaceva supino, il corpo scolpito e candido come il marmo. Aveva gli occhi chiusi, le labbra serrate, i capelli neri che gli ricadevano scomposti sul volto da cui traspariva un'espressione serena.
Eppure, era così triste.
Light tese la mano, tremante, e ne poggiò il dorso sul volto di quella bellissima visione, con delicatezza, come se avesse paura che potesse ridursi in polvere al suo minimo tocco. Si aspettava solo freddo ed invece, con sua grande sorpresa, realizzò che esso emanava un calore piacevole. Schiuse le labbra, incapace di trattenere un altro brivido.
"L...." mormorò con voce impercettibile.
L'altro non si mosse.
"L...". Light trattenne il fiato. "L..." Portò la mano sul braccio del ragazzo addormentato, stringendo la presa, mentre la sua paura si trasformava velocemente in panico. "L...L, rispondimi!" Gli afferrò entrambe le spalle, scuotendolo. "Svegliati, maledizione! SVEGLIATI!"

[ Sapeva che era inutile.
Sapeva che quegli occhi non si sarebbero mai più riaperti.
Però... ]


Una lacrima rotolò giù per la sua guancia. "L...".
"Light-kun...".
Light si congelò, lasciando di colpo la presa.
Aveva sognato?
O aveva sentito davvero quelle parole?
Iniziò a tremare in modo incontrollato, mentre quello che lui credeva essere il cadavere di L soffocava uno sbadiglio, girandosi di lato.
"...che c'è?" chiese, rimboccandosi le coperte, che gli erano scivolate via nel sonno. "... che ore sono? Erano giorni che non dormivo..." Si portò il pollice alle labbra, come un bambino, e senza aprire gli occhi continuò a farfugliare, mezzo addormentato, "...e comunque non chiamarmi L, Light-kun... io sono Ryuzaki... per ragioni di sicurezza... se mi chiami L, Kira capirà che sono L...". Sospirò. "No, Watari, voglio una fetta di quella torta alle fragole...giuro, solo una...".
"R-Ryuzaki..."
Lui socchiuse i suoi profondi occhi neri, non ancora del tutto svegli, e li soffermò su Light: "...eh?"
Il suo respiro, il suo sguardo...
Il suono della sua voce...
Light deglutì. "T-Tu...sei... qui?"
L sospirò pesantemente. Richiuse gli occhi, ma ormai aveva rinunciato a riaddormentarsi. "Fino a qualche secondo fa ero in un altro mondo, decisamente più piacevole di questo..."
Light gemette.
"...poi mi hai svegliato," concluse annoiato il ragazzo. Si puntellò con le braccia per mettersi seduto sul letto, e nel far ciò la manetta che aveva al polso sinistro tintinnò. "...che c'è, devi andare in bagno...?"
Light si fece pallido, cadaverico come se stesse per svenire. Non capiva cosa stava succedendo, non capiva come tutto ciò potesse essere possibile. Tutto questo era dannatamente reale per essere un sogno.
L lo guardò, confuso. "Light-kun...?"
No, non era un sogno.
Light sentì un misto di emozioni scuotergli l'anima nel petto. Era troppo.
Troppo.
Senza pensarci, con uno scatto istintivo afferrò entrambe le spalle del ragazzo, spingendolo giù, sotto di lui, e disperatamente unì le sue labbra alle sue, e le loro lingue si incontrarono.
Light chiuse gli occhi, abbandonandosi a quel bacio che l'altro, dopo i primi istanti di stupore, ricambiava. Il dolore, la confusione, i sensi di colpa, la sua disperata frustrazione, tutto era svanito. Il mondo attorno a lui non esisteva più. Ora c'era solo L, L, la cui morte l’aveva tormentato per anni, quando era sveglio, quando dormiva, quando ormai credeva di aver vinto e quando aveva realizzato che per lui era la fine. C'era solo quel ragazzo, che aveva odiato con tutto il cuore, amato con tutta l'anima, che aveva respinto eppure desiderato fino alla follia.
Mentre lo baciava con passione, quasi con violenza, affondò le unghie nelle sue spalle, e lo sentì soffocare un gemito sulle sue labbra. Il suo respiro era caldo e irregolare, e il suo cuore gli batteva frenetico nel petto e nella sua testa, e quando lo sentì Light capì.
Era vivo...
Erano vivi...
Si staccò da lui, lentamente, e scese sul suo collo.
L, gli occhi ancora sbarrati per la sorpresa, ne approfittò per riprendere fiato, ma quando sentì la mano di Light scivolare sul suo corpo, gliela prese fra le sue e la allontanò da lui.
"L-Light-kun," lo spinse via ma senza forza, costringendolo a rialzarsi, e lui stesso si rimise seduto. "Che diavolo ti prende?!" gli domandò, più stupito che altro.
Il castano lasciò cadere la testa in avanti, ed i capelli scesero a nascondergli lo sguardo angosciato. Ansimava. "S-Scusami, i-io..." rispose, dopo molti secondi. "Credo... d-di aver fatto un incubo...".
Le sopracciglia del detective si inarcarono impercettibilmente. "Incubo?" ripeté.
"Tu eri morto..." mormorò Light, a voce bassissima. "Mio padre era morto. Io... ero diventato il nuovo L... e continuavo ad uccidere.... ed uccidere... uccidere...UCCIDERE..."
L, improvvisamente serio, fece rialzare la testa al ragazzo di fronte a lui, che aveva il respiro spezzato. Si aspettava di vederlo sconvolto, in lacrime, ma si sbagliava di grosso: gli occhi di Light erano asciutti e brillavano di consapevolezza, le sue labbra si contorcevano in un ghigno folle. A scuotere il suo corpo non erano singhiozzi disperati, bensì una risata soppressa a malapena, che a quel punto lasciò andare in tutta la sua forza.
L era scioccato.
Era... uno scherzo?
"Light, che cosa-"
"Perdonami, Ryuzaki," esclamò Light fra le risate. "Scusa, ma non ce la faccio più... E' troppo assurdo... avevi ragione tu... avevi ragione..."
"Maledizione, Light-"
"No, è che... vedi..." la risata di Light cessò di colpo. "Ryuzaki...Ryuzaki..."
Le parole che L stava per pronunciare gli morirono in gola quando Light, il sorriso diabolico ancora stampato sul volto, si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò sottovoce, in tono spaventoso:
"...sono io Kira".

  
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