Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: carly_0805    06/03/2013    0 recensioni
a volte le storie d'amore nascono per merito del destino... altre volte invece grazie a una semplice vecchietta!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
vecchia e amore

                                   UNA VECCHIA E UN AMORE

“Oh tesoro, ancora sei piccola per amare.”

“E lei che ne sa?”

“Io sono grande, fin troppo grande. Sai, alla mia età si ha una grande esperienza sull’amore.”

“Io non credo che l’amore abbia un’età ben precisa. Una persona può iniziare ad amare a 3 anni, oppure a 60.”

“Oh, a 3 anni non ami.”

Tutto il suo sapere è leggermente fastidioso e mi crea uno stato di imbarazzo. Abbiamo opinioni diverse sull’amore.

D’altronde, una vecchietta di 70 anni appena conosciuta in un bar, che ne può sapere delle mie esperienze d’amore?!”

“Tesoro, so che adesso ti sembra di amarlo, ma non correre troppo.”

“Signora, CORRERE TROPPO è la mia regola!”

“Beh, non ti lamentare quando poi starai male. Quando una persona corre troppo per arrivare al traguardo, se ci arriva, si stanca molto e non avrà la forza di superarlo; se non ci arriva sarà comunque molto stanca e non avrà la forza per affrontare altre gare. Capisci?”

“Che cosa vuol dire per lei amare?”

Cerco di capire i suoi pensieri.

“Niente.”

Niente? Come niente? Quando ami provi niente? Io no. Io provo tutto.

Probabilmente nota la mia espressione delusa ma anche incuriosita, perciò continua dicendo: ”Niente, perché l’amore non ha senso, non ha un significato, e quindi neanche la parola “amare”, che si riferisce all’amore. Quando ami, ami e basta. Non c’è un perché. Ci può essere qualcosa che ti piace di quell’amore, ma non troverai mai una spiegazione al fatto che quella cosa ti piaccia tanto.”

“Bene.” Ora ha risposto esaustivamente alla mia domanda. Ma ne ho un’altra: “E cosa si prova quando si ama?”

“Piccola, nessuno te lo può dire. Quando ami te ne accorgi. Per ognuno di noi c’è una sensazione diversa. Tu cosa provi quando credi di amare?”

Subito mi colpisce una grossa fitta alla pancia, comincio a sudare, piano. Sento il cuore battermi forte, battermi nella gola.

Ho l’adrenalina a mille e non so cosa fare, sono confusa e agitata.

“Tesoro stai bene?” mi chiede preoccupata la signora.

“Questo è quello che provo quando credo di amare.”

Lei inarca un sopracciglio cercando di capire curiosa cosa mi sta succedendo. Ma non può capire, perché l’amore non si capisce, non ha una spiegazione, l’ha detto lei.

Lui è li. Davanti a me, davanti ai miei occhi. I suoi capelli castani gli scendono leggermente sul collo. Poggia con estrema eleganza il braccio destro sul bancone del bar mentre chiede: “Posso avere una bottiglietta di Coca Cola?”

Lui adora la Coca Cola.

Il braccio sinistro gli scorre lungo il fianco e la mano si muove come se suonasse piano un pianoforte invisibile sui suoi jeans lunghi.

Vorrei chiamarlo ma non ho voce. Magari non gli fa piacere vedermi; d’altronde non ci vediamo da un mese! È Agosto, la gente parte e si “dimentica” degli amici.

 

 

CAPITOLO 2

“Ciao! Come stai?”

Sul viso della vecchietta si accentuano le rughe della fronte e mantiene la stessa espressione curiosa che aveva prima, ma questa volta si nota benissimo che non sta capendo niente di quello che le accade attorno. Non lo sopporta, quindi comincia a muovere le gambe e a battere la punta della scarpa sul pavimento. Agita le braccia, toccandosi ogni quattro secondi i capelli. Ha perso il controllo della situazione, non sa cosa succede.

Sto per spiegarle tutto, quando ricordo di qualcuno che mi ha chiesto come sto. Mi volto, so bene che è lui, ma il cuore batte all’impazzata, più forte di prima. Mi alzo nervosamente mentre rispondo: “Bene e tu? Che ci fai qui?”

“Io sto bene. Stavo passeggiando e mi sono fermato per bere qualcosa. Tu?”

“Anche io, e poi ho conosciuto questa signora; a proposito, lei è Miranda, lui è Flavio.”

La vecchietta cerca di alzarsi ma viene interrotta dalla voce di Flavio: “Non si preoccupi, rimanga pure seduta! Piacere di conoscerla.”

“Oh, ragazzo mio, grazie. Piacere mio.”

Miranda mi guarda come se a un tratto avesse capito tutto.

Ha davvero capito tutto. Ha capito che quello è il ragazzo di cui sono innamorata persa. Ha capito che sono agitata e non so cosa dire, perciò riprende il controllo della situazione facendomi un occhiolino.

“Ragazzo, siediti con noi, così facciamo due chiacchiere, se non hai nient’altro da fare che passare il tempo con una vecchietta.”

“Ma certo signora. Mi siedo.”

Prende una sedia da un tavolo accanto al nostro e si siede più vicino a me che alla signora.

“Allora, quanti anni hai Flavio?”

“Ne ho 16.”

“Sei di qui?”

“Beh, abito a 30 minuti da qui. Lei?”

“Ah, beh non è poi tanto lontano. E la passeggiata te la sei fatta a piedi?”

“No, ho preso l’autobus. Sono venuto da queste parti per andare da un mio amico, tornando ho deciso di fermarmi in questo bar.”

“Ragazzo, credi nel destino?”

“Cosa?”

Oh no, lo sta spaventando. Più che una conversazione sembra un interrogatorio. Ma lei non perde un colpo, mentre io non oso fiatare. Ho paura di dire qualcosa di sbagliato.

“Ci credi?” Riprende.

“Si. perché?”

“A volte è meglio non chiedersi il perché delle cose, perché proprio a volte, non c’è un perché. Ragazzo, credi nell’amore?”

Non gli lascia il tempo di rispondere che si corregge: “Quello vero.”

“Signora, non capisco tutte queste domande a cosa sono dovute.”

“Oh figliuolo, non c’è bisogno di capire, rispondi.”

“Si, ci credo.”

Ecco, adesso si che è spaventato. Più di prima! Cosa faccio? Devo intervenire.

“Miranda, forse è meglio cambiare argomento, non credi?” La guardo male ma lei mi risponde con un occhiolino che fortunatamente Flavio non vede perché si è appena voltato.

“Flavio” la signora lo richiama all’attenzione “Cosa provi quando ami qualcuno, se hai mai amato qualcuno?”

Lui non risponde, mi guarda e basta.

Il suo sguardo non è più spaventato come prima. Adesso sta pensando. Probabilmente cerca di rispondere alla domanda della vecchietta nel modo più giusto e sensato possibile. Ma forse non sa che l’amore non ha senso.

Lui non si muove, non parla. Mi guarda dritto negli occhi, come se cercasse di comunicare qualcosa con me senza farlo sapere agli altri.

Ma io non capisco. Interrompo il suo sguardo e mi volto verso la signora. Lei mi sorride. Ma che vuol dire? Perché mi sorride? E annuisce.

 

 

CAPITOLO  3

“Bene, ragazzi vi lascio soli. Il mio compito è stato svolto, spero bene. Mi ha fatto piacere conoscervi.”

Miranda sta per andarsene.

“No!” Urlo prima che si alzi dalla sedia, anche se so che per farla alzare ci vorrà un po’ più di tempo.

Lei mi guarda incuriosita, e anche lui.

Non so perché, ma tutto a un tratto vorrei che non se ne andasse. Mi ha tenuto compagnia, mi ha aiutato. Solo lei ha saputo consigliarmi, lei ha saputo spiegarmi, avere pazienza, raccontarmi le sue esperienze.

“Non se ne vada. Mi fa piacere passare del tempo con lei.”

“Ragazza mia, se il mio compito non è stato svolto in modo corretto, ci rivedremo. Altrimenti, ti auguro tanta felicità.”

Ma quale compito, ma di che parla? Ormai è troppo tardi per avere altre spiegazioni. È già in piedi, si volta e si incammina verso l’uscita.

Mi volto e vedo quegli occhi raggianti che mi guardano ancora intensamente. Ripenso alle parole della vecchietta e mi accordo che la sua domanda è rimasta incompleta. Allora, ormai davvero tanto incuriosita, continuo: ”Allora, cosa provi quando guardi qualcuno che ami?”

Mi sorride senza battere ciglio, poi sospira: “Quello che sto provando adesso con te”.

Sorrido. Ancora non posso crederci. Rimaniamo a fissarci.

Grazie, vecchietta.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: carly_0805