Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: jTyrell    06/03/2013    0 recensioni
when the sun has set. no candle can replace it
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loras Tyrell, Melisandre di Asshai, Renly Baratheon
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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StagHearted
E Loras sempre guardava quel cielo splendente, il suo cielo, perfino in quella notte cui il sangue dei guerrieri aveva inondato le splendide foreste di Altogiardino ed i suoi districati roseti. Ogni volta che ne aveva l'opportunità, alzava lo sguardo alla ricerca di quelle stelle che tanto erano in grado di fargli provare calore nel petto. La guerra era finita e finalmente un giusto re sedeva sul trono di spade, un re che tutti per quanto fossero stremati erano riusciti a nominare. Aveva vendicato Renly. Ed anche quella, di battaglia era terminata. Nella mano teneva la testa di colei che con così tanta facilità e crudeltà, era stata in grado di portar via la vita di quell'unica persona in grado di far breccia nel cuore del cavaliere d'argento. Il sangue colava in terra, macchiando quel medesimo prato su cui da piccolo si era rotolato tante volte, quel medesimo prato che aveva ospitato il suo corpo nudo avvinghiato al proprio compagno. Quelle medesime foreste che con i loro occhi invisibili avevano vigilato su tutto e su tutti, quelle medesime fronde che negli ultimi atti della sua vita mortale, permettevano al suo sguardo di incrociare le stelle brillanti della costellazione del cervo. Renly era solito raccontare piccole storie di fantasia, la sua mente geniale, il suo amore per il mito e per la leggenda gli avevano raccontato talmente tante volte quella storia che, ogni qualvolta Loras alzava lo sguardo verso la distesa degli dei, ne ripeteva in mente parola per parola, ricordando la sua voce, come se il suo spirito potesse raccontargliela ancora, ed ancora.

Un tonfo fu l'unico rumore che sentì, il cavaliere, causato dalla testa della donna lasciata cadere in terra. Poco dopo le proprie ginocchia, e le mani, sporte in avanti per sorreggersi. Gattonò sino alle sommità di un dirupo, arrancando, gemendo per il prezzo che aveva dovuto pagare per la vendetta. La lama della donna scarlatta era entrata troppo affondo, troppo in profondità. Eppure Loras non aveva avuto l' intenzione di chiamare un medico, ne un maestro delle guarnigioni. No, si era trascinato lì, su quei campi di fiori di lillà, abbandonando dietro di se l'oscurità della morte e della sofferenza. Con quei pensieri che si ritrovò sdraiato con il ventre ed il volto verso il cielo. La luna alta e le stelle brillanti. La cometa scarlatta stava finalmente tramontando. Il respiro pesante ed il cuore accelerato, la mano premuta all'altezza del petto, poco sotto dove il proprio cuore giaceva e sanguinava per l'amore perduto, per la ferita inferta. -Vostra grazia- sussurrò con un fil di voce vedendo finalmente i propri occhi divenire in grado di unire quei piccoli punti, formando la sagoma nitida della costellazione del cervo. -Mio re- proseguì nuovamente. E poi ancora -Mio eroe, mio lord, mio amante, mio amore. Mia vita-

Sul suo volto un piccolo sorriso nacque. Chiunque avrebbe potuto dargli del matto, ma nessuno. Nessuno era nella mente di Loras. Nessuno poteva vedere l'anima immortale del cervo discendere su di lui, posarsi, sdraiato sul suo corpo, stringerlo a se. Mormorargli con la propria voce parole d'amore, parole di conforto. Nessuno. Nessuno poteva vedere quell'amore puro ed immortale che per tanto tempo avevano tenuto nascosto. Nessuno avrebbe potuto godere come loro della grazia eterna. Nessuno avrebbe valcato i gardini eterni degli dei. -Sono qui- sembrò sussurrare il vento. -Sono sempre stato qui- ed una leggera brezza fruttata passò come una amorevole mano tra i biondi ricci del ragazzo, baciandone la pelle, baciandone il corpo, solcandone le lacrime e morendo tra le sue labbra. Sentì la mano del proprio sovrano, l'unico, poggiarsi sulla propria, grondante di sangue. -Non avere paura. Il tuo sole non è mai tramontato- soffiò con una nuova ondata nel vento, guidando la mano del giovane cavaliere ad intrecciarsi con la propria, baciandolo in modo che, insieme potessero condividere anche l'ultimo respiro.
  
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