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Autore: tempebrennan    06/03/2013    5 recensioni
FutureFic!
A ventisette anni, i ragazzi del Glee vivono tutti insieme a New York. Una mattina Sam fa una sconvolgente scoperta in cucina e Santana comincia ad indagare fra i suoi ex compagni di liceo..
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Finn/Rachel, Puck/Quinn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Santana aveva sempre sostenuto che la visione del broncio di Brittany la mattina era la cosa che più al mondo la faceva stare bene. Non vi avrebbe mai rinunciato.
Avrebbe però volentieri rinunciato a Rachel ed ai suoi simpatici esercizi di riscaldamento della voce, imposti, secondo la ragazza, dal suo regista di Broadway e più volte avevano fermato Santana dal tirarle qualcosa dietro.
Avevano, sì. Perché tutte le coppie del Glee si erano ritrovati a vivere insieme in una grande casa a New York, in quella che era stata rinominata ‘Mosaico’, perché riuniva tutti e otto i ragazzi, dai caratteri così diversi che si completavano: quattro camere da letto e un salotto con cucina nel mezzo, il loro luogo comune di ritrovo.
Brittany e Santana occupavano la stanza più ad est della casa, in modo che la latina si beasse della vista del sole sul volto della sua bionda al mattino presto.
Quinn e Puck si erano sistemati in quella con vista su Little Italy, per sentire, a detta della ragazza, il profumo dei cornetti caldi e di caffè al mattino.
Sam e Kurt, rispettivamente lontani da Blaine e Sebastian, si erano trovati a dividere la camera, suscitando le convulse risate di Santana alla vista delle decorazioni nerd di Sam e dell’armadio di Kurt.
Rachel e Finn dormivano nella stanza più grande, dove la morettina aveva creato il ‘Rachel space’, il suo luogo privato per provare le battute dei suoi spettacoli.
Santana aveva a lungo protestato per il ‘Rachel space’ ed aveva così creato con l’aiuto di Quinn, il ‘Britt space’, il personale luogo della bionda per ballare.
“Ma io devo provare e non posso farlo se Britt balla con la musica alta!” aveva protestato Rachel ma Santana era stata irremovibile, e spesso, nel bel mezzo del pomeriggio, Beyoncè si univa a Barbra e la casa finalmente si riempiva.
 
 
Quella mattina un urlo molto femminile fece fare un salto sul letto a Santana, che si alzò di scatto con i capelli arruffati e la maglietta del pigiama stropicciata.
Scese alla velocità della luce in cucina imprecando in spagnolo.
“Berry spero che tu abbia un motivo più che valido per starnazzare così! Se hai svegliato Britt ti giuro che-“.
“Guarda che è stato Sam” le fece notare con calma lei.
Santana si voltò e fulminò Sam con la sua miglior occhiataccia. Stava per cominciare una delle sue sfuriate quando furono raggiunti dal resto della banda.
“Ma che succede?” domandò Puck.
“G-guarda!” disse Sam a voce un po’ troppo alta tenendo il cestino della spazzatura.
Si chinarono tutti.
“Oh” fu l’unica cosa che uscì dalle labbra di Quinn, la prima a riprendersi.
Si lanciarono tutti delle occhiate sospette.
“San che succede? Ho sentito gridare e mi sono svegliata”.
Brittany era finalmente scesa e si stava stropicciando gli occhi imbronciata. Santana le fu accanto in un secondo, la baciò teneramente sulle labbra mormorando ‘Buongiorno piccola’ e la trascinò al bancone della cucina.
“Oh niente amore, Sam si è spaventato per un test di gravidanza nel cestino” spiegò con aria quasi annoiata.
Brittany lasciò che il suo sguardo vagasse confuso fra la sua fidanzata, Quinn e Rachel.
“Ah già, niente cicogna” disse quasi a se stessa.
Kurt prese il test dal cestino con un fazzoletto e lo posò sul bancone col display rivolto in basso. Finn lo guardò disgustato ma lui lo ignorò.
Prese un grosso respiro. “Allora ragazze” le indicò tutte e quattro “Di chi è?”.
“Mio no” disse subito Santana.
“Non guardare me” esclamò Rachel.
Quinn si limitò a scuotere la testa.
“Britt è tuo?” domandò dolcemente Kurt.
“No.. voglio dire, se non è di San, di certo non è mio” sorrise la ragazza.
Sam alzò le spalle. “Beh, se non è vostro o il gatto in realtà è una gatta o uno di noi di si è trasformato in Arnold Schwarzenegger”.
“Chi?”.
“Junior. Arnold Schwarzenegger, Danny De Vito. Non vi dicono niente?” domandò esasperato il biondo, vedendo le facce interrogative degli amici.
Santana si portò dietro Britt e le cinse dolcemente la pancia con le braccia, poggiando l’orecchio sulla schiena della bionda; la bionda le intrecciò la mano con la propria mentre finiva di bere il suo latte caldo.
“San siamo in ritardo”. La voce di Quinn la distolse dal sentire il battito del cuore di Brittany.
Era il suo rumore preferito, specie la notte quando si addormentava sul petto della ballerina dopo aver fatto l’amore.
“Ehm sì, arrivo. Vado a cambiarmi e arrivo”. Santana si staccò a malavoglia dalla fidanzata e andò a cambiarsi in camera ma fu raggiunta prontamente da Brittany, che le sfilò il pigiama senza che la latina se ne rendesse conto.
“Credo che Quinn aspetterà..” sussurrò maliziosa la bionda prima di adagiare Santana delicatamente sul materasso.
 
 
“SANTANA!” urlò Quinn aprendo di colpo la porta.
La latina fece un salto via da Brittany, che tentò senza molto successo di coprirsi con il lenzuolo.
“Sei nuda ed hai un’operazione fra due ore, accidenti! Hai ventisette anni, non quindici! Sbrigati che siamo in ritardo!” gridò Quinn lanciandole un paio di jeans.
“E non sono l’unica” ghignò lei, facendo letteralmente ghiacciare il sangue nelle vene di Brittany, Quinn e Rachel, giunta per vedere cosa fossero quelle grida.
“Non tornare tardi, ti prego” disse Brittany lasciando un veloce bacio sulle labbra di Santana, mentre Quinn la trascinava in macchina.
“Non ti preoccupare amore, torno appena posso” Sorrise. “Lo sai che non posso starti lontana troppo a lungo”.
 
 
Santana si lavò le mani nel lavandino di fianco a Quinn, che sembrava assorta nei suoi pensieri. Durante il tragitto la bionda non aveva detto una parola, al contrario della latina che aveva cantato per il tutto il tempo: Santana sapeva che era preoccupata per qualcosa ma che tirare fuori di bocca le parole a Quinn era impossibile e aspettava il momento in cui la bionda avrebbe fatto il primo passo.
Probabilmente, si disse la latina, è per la storia di stamani.
Un’infermiera le aiutò a vestirsi ed entrarono in sala.
“Pronta Q.?” domandò per spezzare la tensione.
“Ma certo San”.
Santana mosse le dita come un pianista un paio di volte e si rivolse all’infermiera con un sorriso.
“Shirley, possiamo cominciare”.
Un paio di ore dopo, Santana e Quinn erano nella caffetteria dell’ospedale.
“Allora Lucy..” cominciò la latina, ma il cercapersone di Quinn prese a suonare senza pietà. La bionda si alzò e corse al telefono più vicino.
“San c’è un’emergenza in pronto soccorso, vogliono noi” riferì quando tornò.
Santana sbuffò.
“C’è stato il crollo di un palazzo, servono quanti più medici possibile” aggiunse “E noi siamo medici di pronto soccorso, l’operazione era un favore che hai fatto a Charlie”.
Scesero di corsa.
Il pronto soccorso era nel caos più totale e le ambulanze non facevano che portare pazienti.
“Dio Santo ma che è successo?” gridò Quinn per sovrastare la confusione.
Mike Chang, primario del Pronto Soccorso e loro ex compagno di liceo, le notò e le raggiunse in un baleno, evitando per un pelo una barella spinta da un collega.
“Menomale siete qua! Santana in sala rossa uno, Quinn nella sala gialla quattro. Siete le migliori, vi arrivano solo pazienti gravi”. Si passò una mano fra i capelli neri “E sono tanti. C’è stata un’esplosione. E c’erano dei bimbi”.
Santana chiuse gli occhi. Quella giornata, cominciata bene, si prospettava lunga e lontana dalla sua donna.
Si sfiorò delicatamente la ‘B’ sull’interno del polso destro.
“Quinn ricordati: sei un bravo medico” mormorò, percependo la tensione della sua amica. Oggi non era proprio giornata per la bionda.
Quinn si limitò a sorridere, grata per il sostegno della sua migliore amica.
“Grazie San. In bocca al lupo” le sussurrò all’orecchio abbracciandola.
 
 
Non sapeva più quante ore erano passate.
Santana era stanchissima: aveva visto non sapeva più nemmeno quante persone. La sua testa era in fiamme e si sentiva la febbre salire.
L’unica cosa che voleva era andare dalla sua Britt.
“Dottoressa Lopez!”. La voce di Laura, un’infermiera, la riportò bruscamente sulla terra.
Santana tirò un calcio alla barella davanti a se per far posto a quella che stavano portando i paramedici nella saletta; sgranò gli occhi vedendo il paziente.
Era un bimbo di neanche un mese e piangeva con forza.
“L’abbiamo trovato nell’unica stanza che si è salvata dal crollo. Era solo” riassunse il paramedico.
Santana ingoiò a vuoto un paio di volte.
Non sapeva perché ma le era salita una strana ansia. Che fosse per il fatto di quella mattina del test? Quinn l’osservò dalla porta, incapace di muovere un solo muscolo.
“È tachipnoico, ha la febbre molto alta. In ambulanza ha vomitato”.
“Esami del sangue, temperatura corporea da monitorizzare, rx torace ed addome” ordinò sbrigativa Santana prendendo il piccolo fra le braccia e depositandolo dolcemente sulla barella.  
Mike arrivò e la latina la ragguagliò rapidamente.
“È intossicazione da fumo San” disse il ragazzo.
Santana scosse la testa.
“Piange, il tono muscolare è aumentato. Ha la febbre alta. Non è intossicazione” disse decisa.
Mike seguì con lo sguardo la mano di Santana che tracciava delicatamente il volto del piccolo, poi la latina si avvicinò. Fece scattare l’indice e più volte passò sullo stesso punto della fronte e delle guance.
Girò gli occhi verso Quinn, immobile sulla porta.
“È sindrome da astinenza neonatale” sentenziò in un sussurro.
Raramente Santana aveva sentito un silenzio così assordante in pronto soccorso e raramente Santana Lopez si sbagliava nelle diagnosi.
“San non è-“.
“Ha ragione lei”. Quinn interruppe Mike con un gesto eloquente.
La bionda non si era mossa un attimo, aveva il volto stanco e sconvolto e stringeva i pugni nelle tasche del camice.
Santana dettò inespressiva alcune consegne per le infermiere: di rado si lasciava coinvolgere così dai pazienti ma quel bimbo, forse complice quella mattina, l’aveva veramente toccata nel profondo. Aveva forse risvegliato quella Santana che la latina si serviva di rivelare solo a Brittany.
Brittany!
Era tardissimo e né Quinn né Santana avevano avvisato del ritardo.
“Bisognerà sentire la terapia intensiva neonatale per un posto per questo bimbo” disse Quinn.
“Ci penso io” fece Mike “Andate a riposarvi, avete fatto un ottimo lavoro qui”.
 
 
L’ora di cena era passata da un pezzo quando le due ragazze varcarono la soglia di casa, trovandola silenziosa e buia. Quinn accese la luce in cucina e trovò un biglietto attaccato sul frigorifero.
‘Finn, Rachel, Sam, Puck ed io siamo al cinema, Britt è in camera. C’è della pizza nel forno, se volete mangiare. Kurt’.
Santana preferì non mangiare e restò ad osservare Quinn divorare letteralmente la pizza con salsiccia e peperoni, sicuramente proveniente dalla loro pizzeria preferita di Little Italy.
“San.. tu che pensi del test?” chiese a bruciapelo la bionda.
“Beh, di qualcuno deve pur essere.. mio no, fidati. Tuo?”. Santana sorrise soddisfatta nel vedere Quinn tossire violentemente e sputacchiare l’acqua che stava bevendo.
“Ma che ti viene in mente?!”.
“Scusami Q, ma l’acqua con la pizza mi fa solo pensare che non puoi bere alcol, e tu ami birra e pizza! Guarda che a me puoi dirlo, non c’è niente di male nel volere un figlio. Anche se sarebbe di Puck e..”.
“Smettila” la interruppe Quinn infastidita.
“Tanto scoprirò di chi è” ghignò l’ispanica.
Santana sorrise e finì con un lungo sorso la sua Corona.
“Buonanotte Quinn”.
Era già uscita dalla cucina quando tornò indietro.
“Sei stata grande oggi con quell’infarto Q”.
“Wow, Santana Lopez che si complimenta! Questa me la segno sul calendario” sorrise Quinn.
 
 
Santana salì silenziosa le scale. Si sentiva strana, come sempre ogni volta che stava troppo lontana da Brittany. Le era mancata da impazzire, specie quando si era sentita sotto pressione. Perché solo Brittany sapeva tranquillizzarla.
Entrò nella stanza buia: si sfilò le scarpe e gli abiti, poi si stese dietro la bionda cingendole la vita con un braccio.
La ballerina mugolò e si girò nell’abbraccio della sua San; strofinò teneramente il naso su quello della latina e le lasciò un bacio profondo e necessario sulle labbra.
“Ciao amore” sussurrò.
“Ciao amorcito mio”. Britt si sciolse sentendo il sensuale spagnolo della sua latina.
“Mi sei mancata così tanto oggi..”.
“Anche tu Britt”. Santana tracciò con il pollice dei dolci cerchi sull’addome scoperto di Brittany, facendole increspare la pelle di piacere.
La latina restò in silenzio a godersi il racconto della giornata della bionda; eppure non riusciva a distogliere il suo pensiero da quel bimbo che piangeva disperato.
“San.. San tutto ok?”.
Senza risponderle, Santana poggiò la testa sul suo petto e chiuse gli occhi, cullata dal ritmo regolare del suo cuore.
“Ecco Britt..”. Le raccontò della giornata in pronto soccorso, riuscendo a trattenere le lacrime.
Non sapeva perché, ma più raccontava e più Santana aveva un’incredibile voglia di piangere.
Brittany le passò teneramente una mano fra i capelli corvini.
“Non ti preoccupare San, io sono qui”.
Un’altra volta Brittany aveva percepito l’animo della sua latina e l’aveva tranquillizzata con appena sei parole. Ma a Santana bastava anche solo sfiorarsi la ‘B’ sul polso per calmarsi.
“San, forse il test che ha trovato Sam ti ha un po’.. condizionato..” provò la ballerina.
“Sì, lo credo anch’io”.
Passarono minuti in silenzio, a godersi la presenza dell’altra.
“Ma tu lo vorresti un bambino San?” chiese Brittany in un sussurro, quasi a sperare che la latina non la udisse.
Ma Santana si era addormentata, finalmente al riparo da quella giornata strana e caotica.



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Buonasera! Ho pensato questa storia stamani a lezione xD
Questo è un capitolo introduttivo, per spiegare un po' la situazione.
Una piccola spiegazione: tachipnoico significa con il respiro aumentato, in questo caso sono più di 60 respiri al minuto :)
Fatemi sapere cosa ne pensate, se ne vale la pensa continuare! Grazie a chi legge e chi spende un minuto per recensire!
Hasta luego :D
  
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