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Autore: pinkyJ    07/03/2013    1 recensioni
Questa è una poesia che ho letto nel libro "Ragazzo da parete", di Noi Siamo Infinito. l'ho trovata molto singolare e spero vi piaccia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta, su un pezzo di carta gialla con le righe verdi, scrisse una poesia,
e la intitolò «Chops»,
perché quello era il nome del suo cane.
E i versi parlavano di lui.
Il professore gli diede una A
e una stella dorata;
e sua madre la appese alla porta della cucina
e la lesse a tutte le sue zie.
Era l’anno in cui Padre Tracy
portò tutti i ragazzi allo zoo,
e li lasciò cantare sull’autobus;
l’anno in cui nacque la sua sorellina,
con quelle unghiette minuscole, senza capelli.
Sua madre e suo padre si baciavano sempre,
e la ragazza che abitava dietro l’angolo gli mandò
un biglietto di San Valentino con una fila di X,
e lui dovette chiedere a suo padre che cosa significassero.
E suo padre, la sera, gli rimboccava sempre le coperte. Era sempre pronto a farlo.
Una volta, su un pezzo di carta bianca con le righe blu, scrisse una poesia,
e la intitolò «Autunno»,
perché quella era la stagione che stava vivendo,
e i versi parlavano di questo.
Il professore gli diede una A
e gli chiese di scrivere in modo più chiaro;
sua madre non la appese alla porta della cucina,
perché aveva appena imbiancato.
E i ragazzi gli dissero
che Padre Tracy fumava sigari,
e lasciava i mozziconi sui banchi,
e a volte questi facevano dei buchi.
Era l’anno in cui sua sorella mise gli occhiali
con le lenti spesse, e la montatura nera;
e la ragazza che abitava dietro l’angolo rise,
quando le chiese di andare a vedere Babbo Natale.
E i ragazzi gli spiegarono perché
i suoi genitori continuavano a baciarsi:
suo padre non gli rimboccava mai le coperte,
e s’infuriava
se glielo chiedeva piangendo.
Una volta, su un pezzo di carta strappato dal suo taccuino, scrisse una poesia,
e la intitolò «Innocenza: una domanda»,
perché quello era il quesito che si poneva su di lei,
e i versi parlavano di questo.
Il suo professore gli diede una A,
e gli lanciò uno sguardo strano, serio;
e sua madre non la appese alla porta della cucina,
perché non gliela fece mai leggere.
Era l’anno in cui Padre Tracy morì,
e lui dimenticò come finiva
il «Credo degli Apostoli».
Sorprese sua sorella a fare sesso
in veranda, sul retro;
e sua madre e suo padre non si baciavano mai,
e non si parlavano.
E la ragazza che abitava dietro l’angolo
si truccava troppo,
e lui tossiva quando la baciava,
ma la baciava lo stesso,
perché era la cosa giusta da fare.
Alle tre del mattino si infilava nel letto,
e suo padre russava rumorosamente.
Ecco perché, sul retro di un sacchetto di carta marrone, provò a scrivere un’altra poesia,
e la intitolò «Il nulla assoluto»,
perché i versi, in realtà, parlavano di questo.
E si diede una A,
e si tagliò i suoi dannatissimi polsi.
E la appese alla porta del bagno,
perché questa volta, pensò, non sarebbe riuscito
a raggiungere la cucina.

 

  
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