AMICIZIA E TRADIMENTO.
[RUBY - GOLD]
Ruby, come ogni pomeriggio, si
recò in biblioteca e
si concesse al suo hobby preferito, l’unico in cui
l’amico Gold non osava
metter becco dato che non era proprio roba per lui, la lettura.
Non è che Ruby odiasse passare il suo tempo assieme
a Gold, anzi adorava l’amico ma lui era sempre
stato estremamente rumoroso e
quell’ora e mezza circa che dedicava alla lettura doveva
essere perfetta.
Tuttavia ultimamente Ruby trascurava Gold, un po’ a
causa dei suoi pensieri e un po’ a causa dello stesso Gold.
Difatti
quest’ultimo gli affermò che se avesse stretto
una relazione amorosa con
Sapphire, con cui litigava sempre, avrebbe smesso di essergli amico.
Ed è per questo che la lettura s’interruppe
comunque, infuriato e scocciato a causa del comportamento infantile dell'amico. La
cosa
peggiore stava nel fatto che non era un’infantilità temporanea
perché Gold era infantile
sempre e il pover Ruby sapeva sin troppo bene quanto fosse capace di
far qualcosa
del genere, ed ecco ciò che frenava i suoi sentimenti per
Sapphire.
Così Ruby, sempre più irritato per
l’ignota
motivazione del comportamento dell’amico, posò i
suoi occhiali da lettura nella
rispettiva custodia e andò via.
Ma Gold accelerò il passo, lo raggiunse, lo
guardò
sbuffando e si voltò con lo sguardo al lato opposto a quello
dell’amico,
attraversando la strada con gli occhi chiusi, badando ben poco al
semaforo
mentre Ruby continuava a consigliargli di far attenzione.
Tuttavia Gold continuava imperterrito a camminare
dritto facendo fermare macchine dopo macchine per lasciarlo passare,
finché una
moto che svoltava l’angolo scelse di non fermarsi rischiando
di prendere in
pieno Gold che, per fortuna, venne tirato indietro sul marciapiede da
un uomo
che passava di lì.
Gold rimase un po’ imbambolato, non avendo ancora
capito troppo bene cosa fosse appena successo, mentre l’uomo
lo rimproverava e
Ruby gli si avvicinava attraversando la strada infuriato.
L’uomo se ne andò irritato
dall’imprudenza dei
giovani incoscienti mentre Ruby alzava lo sguardo verso
l’amico e, dopo averlo
fissato dritto negli occhi, gli sferrò un pugno ben
assestato su viso con tutta
la forza che si ritrovava in corpo.
Gold indietreggiò, sputò un po’ di
sangue e,
tornando a guardare Ruby con sguardo truce, gli urlò:
Tuttavia la sua voce non era così alta e arrabbiata
quanto quella dell’amico, che rispose:
Gold rimase in silenzio non sapendo come rispondere
perché l’unica risposta adatta ad una litigata che
gli era venuta in mente era
“ che te ne importa? ”, ma era in compagnia di Ruby
e sapeva bene che gliene
importava eccome, dunque Ruby continuò:
“ Vuoi spiegarmi che ti succede?! Se solo
arrabbiato perché non te l’ho detto prima? Ma
quanti anni hai?! … No, lo so che
non è questo, Gold! Allora dimmelo, dannazione! ”.
Gold distolse lo sguardo, ringhiò e corse via.
Il ragazzo corse più veloce che poté nella
direzione opposta a quella per giungere a scuola finché non
si rese conto di
essere abbastanza lontano, allora si fermò, prese una bibita
e si sedette su
una panchina poggiando lentamente la lattina fresca sulla guancia
ancora
dolorante, borbottando tra se’: “ Non è
un pugno da dare a un amico, questo ”,
lamentandosi spesso.
Gold riflesse un attimo ma non ricordò altre volte
in cui aveva litigato con Ruby. Certo, era forse successo un paio di
volte che
avessero smesso di parlarsi per circa un’ora per poi tornare
a fare pace come
due idioti quali erano, ma mai per qualcosa di serio.
-
“ Gold, perché
non sei a scuola? ”
-
“ Touko?... Potrei farti
la stessa domanda ”
-
“ Mi sono addormentata!
Ma… che hai fatto alla
guancia?! ”
-
“ Ruby… mi ha
dato un pugno ” disse, sottovoce e
voltando lo sguardo
Touko urlò un
“ cosa? ” che fece comprendere abbastanza bene
quanto essa
fosse stupita. Apprese la strana situazione e, non curante del tardo
orario,
gli si sedette accanto:
-
“ Allora Gold, che
succede? ”
-
“ Niente ”
-
“ Ruby
ti ha dato un pugno, non è niente! Perché
l’ha fatto? ”
-
“ Per qualcosa che non
voglio dirgli… ”
-
“ Brutto affare le cose
non dette, eh? ” fece
Touko, come se lo comprendesse appieno.
Se c’era qualcosa che
Gold non poteva dire a Ruby
era grave, tanto grave.
I due erano una coppia inseparabile sin da bambini
e, per quanto Touko lo cercasse, non riusciva a trovare nessuna buona
ragione
che potesse farli litigare, capendo così di non poter
aiutarlo lo incoraggiò e
continuò la sua lotta contro il tempo per arrivare a scuola.
Il rapporto che Gold ha sempre avuto con Ruby era
particolare e il primo, simpatico e socievole ragazzino, aveva paura di
perderlo più di ogni altra cosa, ed è per questo
che non avrebbe mai potuto
dirglielo: se lo avesse odiato per averglielo rivelato? Se lo avesse
odiato per
non averglielo detto in tempo? O se, semplicemente, decidesse di
conquistare
Sapphire e si dimenticasse di lui?
Come poteva rivelargli sentimenti tanto infantili
ed egoisti?
Osservò Sapphire seduta al primo banco al fianco di
Kotone e, così facendo, fece scivolare via anche
l’ultima possibilità che aveva
di poter rivelarle i propri sentimenti, perché Ruby teneva
all’amico ed era al
suo rapporto con lui, portato avanti ormai da anni, a cui doveva
pensare.
Questa volta, dopo la scuola, Ruby non si fermò in
biblioteca bensì nel luogo in cui era solito andare quando
aveva bisogno di
riflettere: la panchina ben in vista all’interno di una
villetta pubblica che
dava sulla strada che lo portava a scuola ogni mattina.
Prese allora la sua solita lattina di succo
d’arancia alla macchinetta e cominciò a
sorseggiarla con lo sguardo rivolto ora
al cielo, ora al terreno ai suoi piedi: cosa avrebbe dovuto fare?
Ed ecco che, come se si trovasse dentro uno di quei
telefilm ripetitivi e banali che tanto odiava, incrociò
ancora una volta lo
sguardo con Touko.
La ragazza, allora, gli strappò di mano la lattina
e, infuriata, si sedette al suo fianco rumorosamente:
-
“ … Touko?
”
-
“ Green è un
idiota! Lo odio con tutta me stessa!!!
”
Touko continuava a borbottare
insulti tra se e se
non curante della presenza dell’amico, mentre lui si chiedeva
come e dove
avesse mai potuto incontrare Green, a quell’ora.
Ruby notò subito dopo
l’improvviso cambio
d’espressione della ragazza, come se si fosse appena accorta
della sua
presenza:
-
“ Oh, Ruby!
Perché te ne stai qui da solo? ”
-
“ Ho un
problema… ”
-
“ Con Gold, vero?
”
-
“ … come lo
sai? ”
-
“ Gold è
SEMPRE la tua fonte di problemi, no? ”
-
“ Mi ha detto che se
mi… dichiaro a Sapphire
smetterà di essermi amico, è così
infantile che mi vergogno per lui!! ”
-
“ Oh, ma è
solo geloso! ”
-
“ Ma che diavolo dici!
Sono serio, anzi lui
è serio, lo farebbe veramente ”
-
“ Quindi non ti
dichiarerai a Sapphire? ”
-
“ Certo che
no… Gold è il mio stupido migliore
amico… ”
-
“ Senti, Gold
è indubbiamente un ragazzo
idiotamente infantile, ma questo è esagerato anche per lui,
non pensi che ci
sia dietro qualcos’altro? ”
-
“ Certo che lo
penso… anzi, lo so per certo.. ma
non vuole parlarmene ”
-
“ Magari ha solo paura di
ferirti o che tu possa
prendertela con lui, non penso che Gold sia molto bravo in queste cose,
dopotutto ”
-
“ Allora dovrei
semplicemente dirgli che non mi
arrabbierò? ”
Ruby si alzò di scatto
dalla panchina e, affermando
“ Proviamoci ”, sorrise alla ragazza e si diresse
verso casa dell’amico,
leggermente in ansia.
Vi arrivò correndo e, quando la madre di Gold
aprì
la porta e lo accolse, lui scattò verso la camera del
ragazzo aprendo
rumorosamente la porta interrompendo la concentrazione che
l’amico
riponeva sul suo video game.
Inizialmente Ruby non fece nulla, se non unirsi al
gioco con Gold, perché tutta la fermezza che aveva prima di
giungere nella
camera dell’amico era svanita in un lampo: avrebbe potuto
dirgli che era tutto
a posto, che poteva parlare liberamente e che non si sarebbe
arrabbiato ma
proprio non gli uscivano le parole, non riusciva neanche a formularle
nella
mente.
Perché loro avevano sempre parlato spontaneamente
dei propri problemi, ma stavolta era diverso perché uno dei
due non voleva
affatto parlarne, allora c’era qualcosa che non andava.
Ruby finalmente apprese che se c’era qualcosa che
Gold, il suo migliore amico, non poteva e non voleva dirgli poteva
significare
una sola cosa: gli avrebbe fatto immensamente male.
Però non poteva lasciar a Gold il peso di quel
fardello che, molto probabilmente, nemmeno spettava a lui portare,
allora lo
chiese e basta: “ Parla o ti uccido, Gold ”.
Nel suo tono di voce, però, non c’era alcuna
cattiveria, semplicemente non aveva la più pallida idea di
come cominciare il
discorso e, probabilmente proprio per questo motivo, la sua frase
suonava anche
ironica, allora Gold si concesse un sorriso e si sentì un
po’ sollevato, ma non
abbastanza per vuotare il sacco, così Ruby insistette:
-
“ Guarda che tanto ormai
lo so che non mi piacerà
per nulla, eh ”
-
“ Guarda che tanto non te
lo dico lo stesso, eh ”
-
“ Pensi sia meglio che io
semplicemente non lo
sappia? ”
-
“ Non voglio essere io a
dirtelo… ”
-
“ Io invece vorrei fossi
proprio tu a dirmelo ”
-
“ Davvero? E se magari lo
dicessi a tua madre e lei
lo dicesse a te? O magari al tuo cane…”
-
“ Anzi, è un
tuo dovere!! ”
-
“ Ma proprio non lo
capisci?! Devo dirlo io? A
parole?! ”
-
“ Vuoi dirmelo con dei
gesti per caso? ”
-
“ Forse…
”
-
“ Riguarda Sapphire?
”
-
“ Okay, amico. Io penso
che lei… diciamo, non credo
che pensi a te più come prima ”
Gold stava seduto al lato del letto
col la testa all’indietro china sul
materasso quando lo Ruby si girò di scatto a guardarlo
abbastanza sorpreso e,
Gold non poté non notare, dispiaciuto.
-
“ … Quindi sta
con un altro? Li hai visti? ”
-
“ Non la stai prendendo
troppo alla leggera? ”
-
“ Li hai visti.
Comunque… diamine, sono distrutto,
è assurdo! Mi ha torturato per tutto questo tempo dicendomi
che andava bene,
che mi avrebbe aspettato, e invece?! Ma cosa peggiore, TU mi hai
torturato per
tutti questi giorni, facendomi pensare a miriadi di motivi, per un cosa
del
genere?! ”
-
“ Sei pazzo? Non è 'una cosa del genere', è Sapphire! ”
-
“ Perché non
me l’hai detto subito? Voglio dire, ti
stavi tipo facendo mettere sotto da un motore bastardo per cosa? Per
non
ferirmi? Sapphire, sì mi dispiace, ma che vada al diavolo!
Andiamo, tu sei Gold
e io sono Ruby, che ce ne importa dopotutto? Non cambierà
proprio nulla, la
nostra amicizia è più importante, no? ”
La questione divenne, tutto
sommato, lievemente
serie ed era una cosa che Gold
e Ruby
non sarebbero mai riusciti a mantenere a lungo, così
tornarono quelli di sempre
fingendo grossi stupidi lacrimoni con occhi luccicanti e si fiondaronoi uno
contro
l’altro pronunciando stupide frasi: era tornati i soliti,
stupidi, infantili
Gold e Ruby.
L’aveva preso
in giro, aveva giocato con i suoi
sentimenti e questo non gli stava affatto bene, perché lui
l’aveva amata e lei
l’aveva tradito, e adesso la odiava come nessun altro, solo
vedere il suo volto
l’avrebbe fatto imbestialire.
Gli aveva promesso che
lo avrebbe aspettato per
tutto il tempo che gli occorreva: “ LO AVEVA PROMESSO!!
”.
Ruby, dopo aver sfogato
ancora per un po’ gran
parte della sua rabbia, rilassò i muscoli,
sospirò e chiuse la faccenda con
un’unica parola: “ Stronza ”.
ANGOLO AUTRICE:
Salve gentili lettori (?) tanto per cominciare grazie per aver letto e scusate per il ritardo ma non ho avuto linea internet, per stavolta potete chiudere un occhio.
Che dire? Io AMO Gold e Ruby assieme quindi boh, ne è uscito questo XD
Sappiate pure che se avete Twitter trovate il link del mio account nella mia descrizione efp, e se volete seguitemi pure c:
Detto questo mi scuso per eventuali errori, vi invito sempre a recensire che mi fa piacere e a darmi consigli, sempre be accetti.
Adios gente, alla prossima ;)