LA STELLA COMETA
“Esprimi un desiderio!”
Dicono che quando si vede una stella
cadente bisogna esprimere un desiderio e questo si avvererà.
Ma io non ci credo. Ci ho provato
tantissime volte e nessun desiderio si è mai avverato.
Comunque, esprimo il mio desiderio
anche se questa stella io non l’ho nemmeno vista.
Tutti urlano di gioia perché sono
riusciti a vedere una stella cadente in piena estate. Cos’avrà mai questa
stella di così speciale? È una stella come le altre. Eppure, si aspetta la
notte di San Lorenzo proprio per vederne centinaia.
Credono che possono esprimere cento
desideri che si avvereranno?
Si illudono. Io ho sempre desiderato
la stessa cosa e non si è mai avverata.
Forse il mio più che un desiderio è
un sogno. Un sogno impossibile: trovare il “principe azzurro”.
È il classico sogno delle ragazzine
che sperano solo in quello.
Forse non si è mai avverato perché è
un sogno troppo comune; magari non è realmente ciò che desidero.
“Hai visto che bella? Hai espresso il
desiderio?”
Gli occhi di mia madre emanano gioia
in tutte le direzioni e non ho intenzione di romperle quest’attimo di felicità,
perciò annuisco con un sorriso leggermente amaro.
Mi avvicino pian piano alla riva della
piscina mentre sento cantare “Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti
auguri a Manuela, tanti auguri a te!” e a seguire battiti di mani e urla di
gioia.
Manuela è la mia cugina che oggi, 15
luglio, compie 18 anni e ha deciso di festeggiare nella piscina del suo grande
comprensorio.
Dall’altra parte della piscina c’è il
mare ma a piedi non ci si può arrivare, altrimenti quella è la prima cosa che
ora farei.
Sento le voci dei miei parenti e
amici che si congratulano con la mia cuginetta, ma le sento tutte in
lontananza, come se facessero da sfondo in questa scena, tipica scena da film,
in cui la ragazza si allontana dalla festa e se è un film horror viene rapita
da qualche fantasma, perché no?
Mi siedo a bordo piscina e immergo
entrambi i piedi nell’acqua; è così fredda che percepisco un brivido salire
lungo la schiena. Alzo lo sguardo per guardare il cielo. Non le stelle. Il
cielo.
È immenso e mi chiedo se lassù esista
qualche altro essere vivente magari come me, magari diverso da me.
Ormai sono fuori dalla Terra, non
appartengo più a questo mondo, forse non sono mai realmente appartenuta a
questo.
Le voci in lontananza si fanno sempre
più lontane e la mia mente si estrae sempre di più provocandomi un altro
brivido lungo la schiena.
In questo momento, se vedessi una
stella cadente esprimerei solo un desiderio, diverso dal solito: stare con il
mio migliore amico. Ho bisogno di lui adesso.
Lui per me è più di un amico, è anche
più di un fratello e nonostante ciò gli ho sempre criticato tante cose:
la sua insensibilità sui miei
problemi, il suo scherzare sempre su qualsiasi argomento, il fatto che evita le
discussioni, che la maggior parte delle volte ignora le mie parole, che si
voglia sentire superiore, odio le sue critiche su ogni mio gesto.
Eppure, adesso, ho bisogno di lui. Ho
bisogno della sua insensibilità, delle sue critiche, dei suoi scherzi e battute
continue. Vorrei che ora si sentisse superiore a me aprendo così una
competizione senza un esito finale e infine vorrei che mi ignorasse mentre
tento di convincerlo che la vincitrice sono io.
Sono i difetti di una persona che ci
fanno rendere conto di quanto quella persona possa essere importante per noi.
Lui doveva venire questa sera. Io lo
avevo invitato e lui mi ha piantato all’ultimo momento.
“Allora come procede la serata?”
Mi sembra di aver sentito la sua
voce. Mi volto ma non vedo nessuno. No, lui è accanto a me.
Inevitabilmente mi esce un largo
sorriso. Lo guardo fisso negli occhi e poi ricordo di non aver risposto alla
sua domanda quindi mi affretto a dire: “Adesso bene.”
“Sei contenta che sono qui?”
“Tu sei contento di essere qui?”
Rispondo tralasciando la sua domanda.
Mi lascia qualche secondo di
esitazione e in quel secondo già mi vengono mille dubbi:
forse non voleva farlo, forse si sentiva
solo in colpa, forse deve andare subito via, forse…
“Certo.” Interrompe il traffico di
pensieri che si stavano affollando nella mia mente.
Sorride e si avvicina sempre di più a
me immergendo i piedi nell’acqua.
Quando mi volto per vedere come
procede la festa alle mie spalle mi sento degli schizzi d’acqua addosso.
Mi giro di scatto verso di lui
guardandolo con aria minacciosa.
“Non sono stato io!”
Si affretta a discolparsi abbassando
lo sguardo per paura delle mie azioni.
Ma rido. Dopo un suo sguardo sorpreso
ride anche lui; alziamo gli occhi per guardare il cielo blu della notte immenso
su di noi. Ci sentiamo tanto piccoli e indifesi come delle piccole formichine
che camminano sotto di noi.
All’improvviso vedo una luce nel
cielo correre e lasciare una scia.
L’ho vista! Ho visto anche io stasera
una stella cadente! Mi volto verso di lui per condividere questa gioia ma lui
non c’è più. Mi guardo intorno stupita e non lo vedo da nessuna parte.
Ho paura.
Ho paura di essermi illusa ancora che
lui fosse qui.
Ho paura di aver sognato tutto.
La gioia di aver visto la stella
cometa viene subito frenata dalla consapevolezza dell’illusione.
Chiudo gli occhi e penso fermamente a
lui mentre nella mia mente si fa di nuovo viva l’immagine della stella che
passando lascia una scia. Quella scia è il mio desiderio che viaggia
nell’universo e chissà se arriverà a destinazione o finirà sgretolato nel suo
tragitto.
“Hai espresso un desiderio?”
“Si.” Rispondo secca e scocciata a
questa solita domanda senza nemmeno badare a chi è che mi sta rivolgendo la
parola.
Sono troppo occupata a pensare a lui
da non accorgermi che lui è proprio davanti a me.
È fermo lì in piedi e mi guarda.
Non appena me ne accorgo mi alzo di
scatto e gli tocco la mano per verificare che sia davvero realtà.
“Non è un sogno, vero?” chiedo con un
filo di voce per paura che mi prenda per matta e continuo a guardarlo negli
occhi. Occhi verdi contornati dalla frangia di capelli neri, scuri come la
notte.
Mi guarda senza aprir bocca e a quel
punto ho paura di aver fatto una figura imbarazzante.
Le mie guance arrossate dal sole si
colorano ancora di più e lui percependo il mio imbarazzo mi tranquillizza: “Io
sono qui, per quanto ne so. E tu? Stai bene?”
Sorride, e poi ride. Come sempre, ride di me.
Annuisco fregandomene dei suoi
pensieri.
Gli prendo la mano e cominciamo a
passeggiare, passo dopo passo, intorno al bordo della piscina.
Mi sembra ancora di non essere in
questo mondo. Mi sono allontanata, questa volta con lui, magari su Marte,
magari su Venere.
A quanto pare per far sì che la
stella cometa fosse anche per me speciale, dovevo solo cambiare desiderio.
Ci sono vari tipi di desideri: quelli
che non si avverano, quelli che possono avvicinarsi alla realtà ma non diventare
parte di essa, e poi ci sono quei desideri, chiamati sogni, che sono troppo
grandi e che le stelle non riescono a contenere;
passeggiamo ancora tutta la notte
chiacchierando di tutto ciò che ci passa per la mente. Ecco, questo era il mio
vero desiderio.