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Autore: Padmini    08/03/2013    3 recensioni
Caterina è una giovane ragazza dolce e sensibile che ha solo bisogno di un piccolo aiuto per trovare più fiducia in sè stessa... le arriverà da qualcuno che non si aspetta...
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storiella demenziale creata appositamente per Meramadia94, senza pretese.

Buona lettura e buona recensione, se ne avrete voglia! Hahahaha

A presto.

Mini

 

 

 

 

 

 

 

Piatti e canzoni d'amore

 

 

 

 

 

 

Era una sera come le altre. Il sole stava rapidamente tramontando all'orizzonte, allungando le ombre e dipingendo tutto di un rosa pesca che cullava lo sguardo e rasserenava gli animi.

Solo una ragazza non riusciva a trovare pace.

Caterina, china davanti ad un libro di scuola, sospirava e si domandava perché la sua vita fosse così brutta.

Gli insegnanti non la capivano e spesso e volentieri la ostacolavano, le cosiddette amiche erano talmente egoiste e cieche ai suoi bisogni che molto spesso si chiedeva se davvero poteva considerarle tali.

Per questo si rifugiava nei libri perché i suoi unici suoi amici erano i protagonisti delle storie che leggeva con tanta passione.

In quel momento, però, non poteva nemmeno godersi la presenza di quei dolci compagni perché doveva studiare scienze per quell'arpia della professoressa che ogni giorno la tormentava e la faceva sentire uno zero, come se non ci riuscisse benissimo anche da sola.

Ormai aveva letto e riletto quel capitolo da ore e lo sapeva a memoria, così decise di chiuderlo e di passare ad altro, ma la stanchezza era così tanta che finì con l'addormentarsi sul letto.

 

 

Nello stesso istante, i piatti della cena stavano confabulando tra di loro.

“Credi che Kitty verrà stasera?” domandò il piatto fondo, sporco di sugo di pomodoro degli spaghetti.

“Certo che verrà!” rispose la forchetta impaziente “Deve venire! Altrimenti io ...”

“Forchetta, sei isterica” la rimproverò il coltello “Sai bene che verrà. Viene ogni sera”

“Lei è la mia eroina!” disse il piatto piano con voce sognante “Mi pulisce sempre così bene ...”

“Lo fa con tutti” disse il bicchiere “Le sue manine sono così belle!”

“Però ultimamente sembra triste” aggiunse il cucchiaino da dolce “Potremmo fare qualcosa per sollevarle il morale, che ne dite?”

“Tutto quello zucchero deve averti dato alla testa, Cucchy” lo prese in giro il Coltello “Sei troppo dolce. Ma ti ascolti quando parli? Come potremmo aiutarla? Non possiamo mica parlarle! È contro il regolamento!”

“Sempre a pensare al regolamento, tu!!” gli rispose il Cucchiaino “Lei ha bisogno di noi! Glielo dobbiamo, no?”

“Cucchy ha ragione” disse il Mestolo, il capo indiscusso, sporco di residui di spinaci cotti “Dobbiamo fare qualcosa per lei. Lei ci pulisce ogni sera con tanto amore e le siamo grati per questo. Possiamo aiutarla in un modo molto speciale. Non servirà parlarle, possiamo fare molto per lei ...”

 

 

A Caterina sembrò che fosse passata un'eternità, invece doveva essere più o meno mezz'ora da quando si era addormentata, quando la madre la chiamò.

“Caterina! I piatti!”

Kitty, così le piaceva essere chiamata, si alzò di malavoglia e andò in cucina. Prese i guanti di gomma, il detersivo e cominciò a pulire.

Tra piatti e posate si era levato un mormorio eccitato che lei non poteva sentire. Si erano messi tutti d'accordo e quando Mestolo pronunciò il 'tre', intonarono una dolce canzone, accompagnati dalla musica dell'acqua e dal rumore della spugna sulla ceramica, sui metalli e sui vetri dei bicchieri.

Kitty era triste e stanca, ma quando questa canzone, che le sue orecchie non potevano sentire, la cullò in una dolce atmosfera d'amore e di tenerezza. Cantarono per lei, per farle capire che il mondo è bello e che c'è di più di quello che vedeva, che poteva andare oltre e trovare nuovi orizzonti da esplorare.

L'acqua calda la carezzò sulla pelle delle mani, avvolgendola e curandola di tutto il male che sentiva in quel momento.

Non esistevano più la professoressa stronza, i falsi amici, i libri esageratamente lunghi da studiare e gli amori non corrisposti.

Le fecero capire che poteva trovare la gioia anche nelle piccole cose. Nel calore dell'acqua per pulire i piatti, nel dolce tintinnio delle posate, nel rumore liscio dei piatti, nella lettura di un buon libro, nella trasparenza di una foglia caduta da un ramo in autunno …

La bellezza era ovunque. Sarebbe spettato a lei trovarla.

Kitty posò l'ultima posata al suo posto e pulì il lavandino dall'acqua saponata in eccesso, poi si allontanò e guardò soddisfatta il risultato. Anche la vista del lavoro ben fatto le diede gioia.

Il mal di testa era sparito e si sentiva incredibilmente serena e in pace con sé stessa.

Andò a dormire serena, sotto lo sguardo soddisfatto dei piatti, delle posate e dei bicchieri.

“Avete visto?” domandò Cucchy ridendo “Ora è felice!”

“Sì” confermò Mestolo “Abbiamo fatto un ottimo lavoro”

   
 
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