Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Ricorda la storia  |      
Autore: musa07    08/03/2013    3 recensioni
" C’era una sola cosa che Dino Cavallone si portava dall’Italia per sentirsi a casa quando si trovava in Giappone: il caffè.
Adorava sentire come il profumo si propagasse per la casa e ascoltare l’inconfondibile borbottio della moka. Nel momento in cui versava il liquido bollente in tazza e ne ispirava l’aroma socchiudendo gli occhi, si sentiva a casa."
Essendo io un’appassionata di tatuaggi e in procinto di farmi il terzo, non potevo non creare una mini one-shotina che avesse per protagonista il tatoo di Dino. Buon divertimento
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Essendo io un’appassionata di tatuaggi e in procinto di farmi il terzo, non potevo non creare una mini one-shotina che avesse per protagonista il tatoo di Dino. Buon divertimento e a dopo.
 
 
 
 
   “ Non sai mai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso”

 
 
C’era una sola cosa che Dino Cavallone si portava dall’Italia per sentirsi a casa quando si trovava in Giappone: il caffè.
Adorava sentire come il profumo si propagasse per la casa e ascoltare l’inconfondibile borbottio della moka. Nel momento in cui versava il liquido bollente in tazza e ne ispirava l’aroma socchiudendo gli occhi, si sentiva a casa.
E anche quella mattina non faceva eccezione …
Kyoya conosceva questo suo rito e osservava il biondo in silenzio, almeno fino a quando – mentre lui stava sorseggiando il suo the – il giovane boss non se ne uscì con un: - Pensavo di farmi un altro tatuaggio. –
A Hibari andò letteralmente di traverso il the verde e dovette mettersi una mano davanti alla bocca per evitare di distribuire il liquido per tutta la tavola e in faccia all’altro.
Dino appoggiò una mano sul mento fissando il suo compagno con lo sguardo adorabilmente assonnato, segno inequivocabile di una notte di fuoco passata praticamente insonne.
- E dove scusa? Hai ancora qualche parte del corpo libera? – gli chiese sarcastico il Guardiano della Nuvola inarcando un sopracciglio.
- A parte i segni che mi ha lasciato tu stanotte? – fu la replica imperturbabile e altrettanto sardonica di Dino che si era portato istintivamente una mano sulla spalla destra a massaggiarsi il morso di cui Hibari gli aveva fatto “gentile” dono quella notte. Uno dei tanti.
Kyoya si mosse a disagio sulla sedia: per qualche strana ragione si sentiva sempre molto in imbarazzo quando il biondo gli ricordava – compiacendosene – certi particolari piccanti delle loro nottate di passione.
D’altra parte, non poteva negare a se stesso che con Dino - in quei momenti, nel prima e nel durante – si lasciava completamente andare, dandosi e donandosi in maniera incondizionata e aveva imparato proprio dal suo compagno a essere generoso, almeno in quei frangenti d’intimità.
E Hibari si sarebbe scommesso l’anima con il Diavolo su cosa stesse ricordando l’altro in quel preciso istante.
Il biondino stava riportando alla memoria che non era stata la prima volta che Kyoya, restando affascinato dal suo tatuaggio, ne aveva ripercorso tutta la superficie con le labbra e la lingua, alternando baci a piccoli morsi, ma mai prima di allora gli aveva procurato i brividi e uno stato di crescente eccitazione come la notte prima.
E il ragazzo dallo sguardo di ghiaccio ricordava di aver sollevato i suoi occhi grigi verso quelli marroni dell’altro giusto quell’attimo prima in cui il tatuaggio di Dino virava verso l’inguine, frenando per un attimo la sua corsa verso il basso per poi continuare a seguire con la punta della lingua il contorno delle fiamme, non smettendo di fissarlo negli occhi mentre il biondo, inerme sotto di lui come raramente accadeva, non aveva potuto far altro che iniziare a mordicchiarsi il labbro inferiore, socchiudendo gli occhi a invitarlo a proseguire. E Dino mugolava e gemeva in una maniera semplicemente sensazionale e se già il suo viso era bello di suo, quando godeva la sua bellezza sconcertante cresceva in maniera esponenziale.
A quel ricordo Kyoya sentì un lungo brivido corrergli lungo la schiena e decise, saggiamente, che era meglio far cambiare il corso dei suoi pensieri e velocemente anche, visto oltretutto che il giovane boss si era avvisto subitaneamente del cambiamento d’espressione nei suoi occhi grigi e di come avesse dovuto socchiudere le labbra per richiedere più ossigeno e aveva piegato le labbra Dino, in un sorrisetto sghembo che non prometteva niente di buono prima di sporgersi verso di lui a rubargli un bacio a fior di labbra.
- E sentiamo: cosa ti vorresti tatuare? – glissò elegantemente il discorso riprendendo la tazza in mano e facendo chiaramente capire all’altro che non sarebbe stato in grado di reggere, almeno per il momento, un’altra sessione straordinaria di quello che il giovane Cavallone aveva in mente. E di nuovo, un sorrisetto di perfida soddisfazione increspò le labbra di quest’ultimo.
- Il tuo nome. – si divertì a prenderlo in giro, ottenendo l’effetto desiderato perché nuovamente a Kyoya andò di traverso il the.
- CAVALLONE! – lo rimproverò contrariato, dandogli una tirata d’occhi.
- Ahahah, sto scherzando. Kyoya, sto scherzando! – si affrettò a precisare Dino portando le mani in avanti in segno di resa per poi addolcire il suo sguardo, sporgendosi verso il suo innamorato per fargli un buffetto tra i capelli neri mentre gli sussurrava: - Non mi serve avere il tuo nome scritto addosso quando posso avere il tuo corpo unito al mio in ogni momento e la promessa del tuo amore stampata nel cuore. -
- Come fai a dire cose così imbarazzanti! – lo ammonì lapidario Hibari scuotendo la testa e continuando a sorseggiare tranquillamente il suo the, lasciandolo di sasso prima di farlo uscire in una delle sue risate fresche e cristalline mentre il suo cellulare iniziava a suonare.
- Ah: è Takeshi! – sorrise Dino recuperando al volo l’aggeggio infernale dalla sedia affianco. – Sei proprio sicuro di non voler venire con noi da Tsuna? – gli chiese preoccupandosi, come il solito, per lui e facendogli dono delle sue particolari attenzioni.
- Hn. – fu il grugnito di Hibari, chiara risposta.
- Ok. – biascicò Dino con un sospiro mentre si alzava da tavola non prima di avergli posato un ultimo bacio.
– Torno presto. – gli bisbigliò a fior di labbra come saluto.
 
- Dio, che faccia Cavallone! – fu il saluto sarcastico di Hayato abbassandosi gli occhiali da sole per controllare meglio l’espressione assonnata nelle occhiaie del nuovo arrivato che si era appoggiato al finestrino aperto della Jeep di Yamamoto per salutarli.
- Hum, qui c’è qualcuno che ha dormito ancora meno di noi due. – fu la replica divertita di Takeshi che si sporse dal posto di guida per salutare il biondo e dargli quell’imbeccata, dando manforte al suo adorato amore per prendere bonariamente in giro il giovane boss italiano.
- Bello il morso che hai sul collo. – continuò a infierire Hayato imperterrito cercando di trattenere la risata che prepotente gli stava salendo alla gola, beccandosi un’occhiata di trequarti da parte del biondo.
- La piantate di prendermi per il culo? – li beccò divertito e per nulla offeso il diretto interessato salendo in macchina. – E poi parli proprio tu che hai ancora la cerniera dei pantaloni aperta. – si prese la sua rivincita facendo segno con un cenno della testa in direzione dei jeans di Takeshi, il quale cercò di articolare qualche mormorio confuso portando lo sguardo verso la parte incriminata prima di scoppiare a ridere tutti e tre divertiti. Tuttavia, l’allegra combriccola frenò le sue risate quando sentirono bussare al finestrino dalla parte del guidatore e i tre, immediatamente all’erta, voltarono la testa.
Era Hibari.
- Visto che sembrate divertirvi così tanto, sarà meglio che venga anch’io per ristabilire un po’ le parti. – proferì atono, salendo dietro senza aspettare nessuna risposta da parte di uno di loro. I quali erano rimasti così pietrificati da quell’apparizione che non erano riusciti a proferire parola alcuna. Dino aveva sgranato gli occhi sorpreso ma anche al tempo stesso incredibilmente felice. Così come fu felice nel momento in cui Kyoya prese posto al suo fianco e Takeshi dallo specchietto retrovisore, mentre faceva manovra per uscire dalla stradina, poté scorgere come il biondo passò un braccio sulle spalle del suo compagno per attirarlo a sé e posargli un bacio tra i capelli.
- Tato che bello: sei qui. – proferì tutto entusiasta.
- Muori Cavallone! – fu la “ dolce” replica di Hibari mentre gli assestava un destro micidiale in pieno stomaco facendolo boccheggiare per un attimo e spostando lo sguardo fuori dal finestrino.
 


 
FINE^^
 
 
 
Clau: Ciaossu. Mi credete se vi dico che questa avrebbe dovuto essere una flashfic?
Gokudera: No, ovviamente.
Clau: Uffi, c’avevo preso gusto. È che capperi: è colpa vostra^^. Tutte e due le coppie m’ispirano così tanto.
Gokudera: Sai che fortuna …
Clau: -____- Capperi, ma sai che mi son sempre dimenticata di dire che voi – sigh sob sob – non appartenete a me ma alla Sensei …
Gokudera: E meno male.
Clau: … e che io non ci guadagno ‘na lira ma lo faccio solo ed esclusivamente per mio puro diletto.
Gokudera: Caspita: come siamo fortunati!
Clau: La pianti di fare l’ironico che non fai ridere neanche i polli!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: musa07