Non riusciva a dormire.
Qualcosa, proprio in quell’istante in cui stai passando dalla veglia al sonno, in quel torpore che è quasi magia, qualcosa lo destava improvvisamente.
Un ricordo, un pensiero, un’immagine.
Due occhi, due occhi che lo guardano. Di un colore così particolare, verdi, grigi, un mare in tempesta.
Stiles non riesce a capire di chi potrebbero essere quegli occhi… sa solo che ogni volta che prova a dormire, anche quando finalmente il sonno lo prende, lui vede quegli occhi.
Notte dopo notte Stiles sogna due enormi bellissimi occhi. Mai riesce a scorgere a chi possa appartenere quello sguardo.
E ogni volta si sveglia con l’idea che gli sfugga qualcosa di essenziale.

E una notte capisce. Il mistero, svelato.
Capisce il particolare che sempre gli era sfuggito. Quello scintillio rosso, che gli permise di capire tutto. E che lo fece svegliare accaldato e affannato: stava per avere un attacco di panico.
Gli occhi, quegli occhi che continuava a sognare. Erano di Derek.
Ma come ?
Ma soprattutto…perché?
S’impone di tranquillizzarsi e torna a sdraiarsi a letto cercando di rilassarsi e far tornare il battito del cuore a un ritmo normale.

Solo allora Derek si rilassa e torna nell’ombra: ogni notte va li, sul davanzale della finestra di Stiles per controllare che non gli succeda niente.  E per un attimo una notte della settimana prima si era quasi fatto scoprire: spesso osserva Stiles mentre dorme, quando finalmente tace ed è tenero, indifeso, bello. Derek sta pensando che non dovrebbe comportarsi così, non dovrebbe esser lì, e quando in un attimo di distrazione si accorge troppo tardi che Stiles ha aperto gli occhi teme di esser stato scoperto. Ma è solo un istante e Stiles torna a dormire e Derek nell’ombra.

Sa che non dovrebbe, ma ogni notte Derek controlla che Stiles dorma sonni tranquilli, perché solo così può rassicurarsi che quel ragazzo logorroico sta bene.
Sa che non dovrebbe, ma ogni notte Stiles è felice di sognare gli occhi di Derek che lo guardano, lo fa sentire bene, al sicuro, finalmente al sicuro.