Disclaimer generale per tutta la raccolta:
i personaggi citati in queste storie non sono miei, ma appartengono al legittimo
proprietario. Di mio ci sono solo le idee e le trame.
Nota generale di introduzione alla raccolta (che si può tranquillamente
saltare): eccomi qui con un nuovo lavoro che mi ha impegnato notevolmente e a
lungo. In questi temi ho messo tutto ciò che ritengo rilevante nel rapporto tra
Roy e Riza, quindi è probabile che alcuni aspetti siano ripresi in più capitoli.
E' una specie di enorme storia in cui credo di aver trattato tutte le
sfaccettature del loro carattere, volevo fare un lavoro generale in cui inserire
tutta la mia visione del RoyAi, e spero di esserci riuscita. A me continuano a
sembrare immensamente pesanti e noiosi. Però ho voluto scriverle per mettermi
alla prova, perché la mia vita va da tutt’altra parte rispetto al mondo
letterario e non mi era mai passata neanche per l’anticamera del cervello l’idea
di scrivere qualcosa, così invece provo a tenermi in esercizio, e a far uscire tutta
questa passione che sento dentro di me per questa coppia ^^
Ho scelto gli R-15 perchè è stato un amore a prima vista, come li ho notati mi
hanno ispirato e mi sono ripromessa di provare a scriverli. Li ho trovati
divertenti e penso che non possano esistere themes più adatti per loro due,
infatti tutti e 15 iniziano con la lettera R, che è l'iniziale di entrambi i
loro nomi (è il segno del loro grande amore destino).
Il titolo della raccolta, che significa "Re e Regina", mi ha fatto penare non poco, ed è stato gentilmente
fornito da mio fratello, che non conosce nulla di FMA, ma non so come è riuscito
ad aiutarmi... gli avevo chiesto spassionatamente di trovarmi un titolo per una
raccolta che iniziasse con la R, e lui se ne è uscito con questo dopo mezzo
secondo… ancora non capisco come cavolo abbia fatto! Insomma, il bello di mio
fratello è che non fa domande, ma anche che è un genio in queste cose. In
effetti il titolo è davvero la parte che mi piace di più, perchè oltre ad
iniziare per R (ed era una cosa a cui tenevo molto), è in francese (mio fratello
è la mia fonte di francese, io non so nulla) e quindi in contrasto con i titoli
in inglese dei themes, e poi ha un significato perfetto: mi ha ricordato il
gioco degli scacchi, che il manga riprende, oltre al fatto che Roy (il cui nome
è scelto proprio per riprendere la parola francese, e quindi altra attinenza sul
titolo) un giorno diventerà davvero re, o Führer che sia, o almeno io ne sono
sicura ^^ e poi l'attuale Führer si chiama King, un motivo ci sarà!
A parte gli scherzi, a mio fratello è uscito quel titolo perchè appartiene a un
film che aveva sentito, di cui però non ricorda né il regista né l'anno, lo dico
per correttezza, non posso inserirlo nel disclaimer perchè appunto non so di che
film si tratti.
Tutti i themes riguarderanno il manga, quindi non ci saranno bende sull’occhio,
viaggi al Nord e genitori uccisi.
Sono in modo preoccupante incentrati su Roy per la maggior parte, e la cosa mi
ha fatto riflettere non poco, pensavo che fosse più facile per me descrivere il
carattere di una donna, e invece no. O Riza è troppo complicata per me o ho
facilità nel capire gli uomini (… e no, ne sono sicura XD). Tra l’altro è
successa una cosa strana e assolutamente non voluta: i themes iniziali sono
tutti su di Roy e introspettivi, mentre i dialoghi e le parti insieme o su Riza
sono concentrate alla fine… insomma, un casino! Li ho scritti non seguendo
l’ordine, e alla fine quando li ho organizzati è uscita fuori questa “bella”
sorpresina…
Non dovrebbero esserci spoiler, perché, ringraziamo tutti insieme, è finalmente
uscito il meraviglioso volume 15, comunque ogni volta metterò l’avviso del
capitolo da cui è tratto il theme, se ce ne sarà bisogno, così da evitare brutte
sorprese a coloro che ancora non conoscono tutti gli avvenimenti.
Grazie per aver letto fino qui (se qualcuno c’è riuscito ^^”).
E ringrazio Stray per avermi sempre spinto a pubblicare questi themes
(nonostante non li abbia mai letti, probabilmente dopo se ne pentirà :P ).
Ps. Grazie ancora a tutti
coloro che hanno letto l'altra mia storia, ho lasciato i ringraziamenti ad
ognuna che mi ha commentato in fondo alla pagina dell'altra ff.
Nota relativa al primo theme: “Real” è stato uno dei più difficili da
scrivere, tanto che è stato uno di quelli che ho lasciato per ultimo. L’ho
riscritto due volte, tre se si considera che nell’ultima revisione ho
praticamente stravolto ancora tutto… e ancora non sono molto soddisfatta di come
è uscito fuori, c’è qualcosa che non mi convince. Ma pazienza. La scena è tratta
dal capitolo 56 del volume 14 del manga. Ho sempre pensato cosa potesse agitarsi
nella mente di Roy dopo quell’incontro, e ho provato a spiegarlo. C'è un
leggerissimo accenno finale al volume 15.
Buona Lettura!
-REAL-
Camminava a passo veloce e deciso, avvolto dalla luce del giorno, immerso nei
pensieri e incapace di riflettere, ricordando il discorso avvenuto poco prima, e
le relative scoperte, e rivolgendo la mente al futuro, prospettando già come
agire.
È difficile poter capire gli altri, più difficile che imparare la più complicata
formula alchemica. Perché molto spesso ogni persona non riesce a comprendere a
fondo neanche se stesso, quindi che riesca a farlo un’altra al proprio posto
sembra un’impresa impossibile.
La sua era stata una scoperta eclatante, e ora gli apparivano più chiare molte
cose, come se si fosse svegliato da un lungo sonno e potesse vedere la realtà
senza un velo di nebbia davanti agli occhi. Tutti i più alti ufficiali erano
corrotti, il Paese era da sempre volontariamente in guerra, seguendo gli ordini
del Führer di Amestris, un dittatore che neanche apparteneva al genere umano.
Come aveva fatto a non accorgersene prima? Come aveva potuto chiudere così gli
occhi di fronte alla realtà? Gli sembrava tutto così logico adesso, si sentiva
uno stupido. Ma ora sapeva cosa si nascondeva veramente dietro tutto, e avrebbe
agito di conseguenza. L’unica cosa certa, dopo una notte che aveva visto
vacillare la sua sicurezza, era che non sarebbe rimasto con le mani in mano,
immobile spettatore della rovina del suo Paese.
Dello stesso Paese che sognava di salvare.
Possibile che non si era mai reso conto che in quell’uomo c'era troppo che non
andava? Che non era neanche umano, a dirla tutta. Erano davvero particolari così
piccoli da passare inosservati? O era lui che non aveva voluto guardare con
attenzione?
Eppure lo vedeva di continuo… la verità non sarebbe dovuta sfuggirgli da sotto
al naso. Forse se fosse stato più attento molta gente non sarebbe morta, il suo
migliore amico ad esempio.
Si sentiva un idiota per non essere stato capace di riconoscere realmente gli
scopi del Führer, avrebbe dovuto almeno tentare.
Ora che ci pensava, però, erano pochi quelli in grado di individuare la vera
anima di una persona. Di sicuro anche lui non era un uomo tanto facile da capire
a prima vista, e i pregiudizi erano quasi d’obbligo.
Ovvio, Roy Mustang è un arrivista, un manipolatore di uomini, pronto a tutto per
raggiungere i suoi scopi, bramoso di fama, gloria, ricchezze, più di quanto
gliene dà già la sua vita da Alchimista di Stato. La sua sete di potere spiega
come è riuscito a fare carriera così velocemente, e ad arrivare al grado di
Colonnello prima dei trent’anni.
È facile farsi un’idea completamente sbagliata, è anche meno impegnativo.
Si ritrovò a pensare che non gli importava più di tanto cosa pensassero gli
altri, dentro di sé sapeva che c’era qualcuno in grado di leggere il suo cuore,
e il sogno racchiusovi dentro. Sapeva che erano poche quelle persone che gli
erano vicine, probabilmente solo i suoi fedeli subordinati. Già, gli stessi
subordinati che a causa sua erano stati mandati ai quattro angoli del Paese. Ma
di sicuro un legame forte creato negli anni non verrà spezzato dalla distanza,
si ripeteva ogni notte. E ora che ci faceva attenzione, tra i suoi subordinati
ce n’era uno che non era come appariva, proprio come lui.
Il suo Tenente a prima vista era sempre fredda, distaccata, lontana, come se non
le importasse nulla del mondo, ma solo del lavoro, incapace di avere rapporti
umani con altre persone, non ricercava la compagnia, non sorrideva, non alzava
la voce, sempre composta e controllata, dava quasi fastidio per la sua
perfezione.
E adesso era verso di lei che si dirigeva. Dentro di sé si congratulava con se
stesso per aver mostrato tanta freddezza quando spiegava tranquillamente a
Edward, di fronte al Führer, che Riza sarebbe diventata la segretaria di quest’ultimo.
Ma non poteva dimenticare il senso di rabbia e frustrazione mentre ammetteva a
voce alta quel destino. Avrebbe voluto rovesciare quel tavolino, e, mentre le
gocce di quello stupido the si versavano sul pavimento, risolvere i conti in
quel preciso momento; nel suo animo si era sentito solidale con Edward, che
aveva reagito apertamente, ma infine si era trattenuto, e aveva optato per una
strategia di finta resa, per aver più tempo per progettare un piano utile. In
fondo quello era il suo campo. Il Führer non aveva punti deboli, neanche suo
figlio sembrava esserlo, eppure questi con una facilità estrema aveva capito
qual’era quello di Roy, e ne aveva approfittato. Era davvero un sempliciotto che
poteva essere letto con la facilità di un libro aperto? Il legame tra lui e Riza
era così lampante?
Ora che si avvicinava sempre di più al cancello del Quartier Generale, in lui si
agitavano sentimenti contrastanti. Non meritava che lei lo stesse ancora
aspettando là fuori, dopo che lui l’aveva dimenticata per tutta la notte, e di
certo si sarebbe sentito con la coscienza pulita se lei fosse tornata a casa a
riposarsi. Ma un angolino del suo cuore non riusciva a non sperare che lo stesse
ancora aspettando, memore della promessa della sera precedente. Quelle parole lo
avevano colpito profondamente, non si aspettava tanta stima, e tanta
preoccupazione. Era stata ostinata, ma il suo gesto gli aveva fatto sentire la
sua anima meno pesante.
Uscito dal cancello, appena aveva visto che lei non c’era il suo cuore si era
fermato per un secondo, aveva sentito la gola stringersi e un senso di inutilità
attanagliargli lo stomaco. Si era voltato a cercarla freneticamente, come se
potesse apparire dal nulla.
Non ce la faceva più, era stanco per la mancanza di sonno, esausto per la
tensione del tacito scontro con il Führer, non voleva stare da solo adesso, e di
certo il Maggiore Armstrong non era la compagnia perfetta. Aveva bisogno di fare
luce tra i suoi pensieri, di mettere in chiaro le idee e progettare un piano.
Non riusciva a capire perché se ne era andata, non doveva lasciarlo ora;
preferiva mascherare la delusione che sentiva nel petto dicendosi che era per
lei la cosa più giusta da fare, che sarebbe stata stupida a rimanere là,
ripetendosi la scusa che forse aveva già dovuto iniziare a lavorare dal nemico e
non poteva perdere tempo dietro a lui. L’unica cosa che chiedeva veramente era
che fosse sana e salva, se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai
potuto perdonare. Avrebbe rinunciato a tutto quello che aveva saputo, rifiutando
il passo in avanti verso la vetta, pur di saperla al sicuro. Il suo cuore era
già macchiato di troppe atrocità, non avrebbe retto oltre, soprattutto per
qualcosa che riguardasse lei. Non ora, non più.
Soltanto una voce che lo chiamava, alle sue spalle, lo ridestò dai pensieri. Una
voce che non avrebbe mai potuto dimenticare neanche volendo. Si girò verso di
lei, cercando forse uno spettro, un’immagine distorta della sua figura.
Eppure lui la conosceva bene, doveva aspettarselo.
Avrebbe voluto tastare la sua consistenza, assicurarsi che fosse davvero lei e
non uno scherzo della sua mente. Ma era là, reale. Niente gli era mai sembrato
più vero.
Aveva sempre letto in lei la sua profondità: era gentile, tranquilla,
rispettosa, una persona su cui poter fare affidamento e di cui fidarsi
ciecamente, in qualunque situazione. Era con lei che aveva condiviso il suo
sogno, ed era sempre lei che credeva fermamente in lui. E Riza a sua volta
vedeva il lato umano di Roy.
Per un istante, si chiese se questo legame fra loro esistesse davvero, o se
fosse solo lui a volerlo vedere. Aveva bisogno di qualcuno che lo capisse così a
fondo, che interpretasse i suoi pensieri e leggesse il suo cuore. Riza, ormai, era
rimasta l’unica a farlo.
Adesso che gli si trovava di fronte, poteva specchiarsi nei suoi occhi, e
leggervi tutti i sentimenti più bassi e dolorosi che aveva provato anche lui,
nel suo passato, e che era certo fossero stampati anche nei propri, di occhi, a
un esame attento e scrupoloso. Le esperienze più difficili legano le persone,
soprattutto se sono vissute insieme e condivise. Nella sofferenza emerge la
propria personalità e solo se si è forti non si soccombe.
Gli occhi di Riza però non erano spenti, o freddi come quelli di un assassino.
Poteva percepire una calda speranza, la stessa che era in lui, e che ravvivava
la sua luce interiore nei momenti più bui.
E ne era consapevole.
Lei era lì, davanti a lui, e ci sarebbe rimasta per sempre.
La sua vita poteva anche aver subito un arresto, o un cambio di direzione, ma il
legame con Riza esisteva, indissolubile e deciso, un appiglio per non naufragare
nel mare delle incertezze. E tutti i dubbi che potevano crearsi si dissolvevano
come cenere al vento appena i loro occhi si incontravano. Solo di questa cosa
era certo.
Ed era reale.
- Fine -
Nota finale: ammetto che il finale è debole, ma non sono riuscita a trovare di meglio... sorry!