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Autore: _HeartDrum_    09/03/2013    1 recensioni
Dal testo:
"La Esmeralda! La Esmeralda!" la folla acclamava e la donna-bambina ancora di più si agitava al tempo di quel ritmo folle sempre più incalzante, a ogni salto la gonna saliva, scoprendo un paio di gambe dalla pelle bruna, adoratrice del Sole.
Un uomo se ne stava in disparte e ad ogni saltello, ad ogni giro di gonna moriva un po' e rinasceva di conseguenza colmo di nuove emozioni mai provate prima
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Claude Frollo, La Esmeralda
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Parigi, 6 gennaio,1482

La figura della cattedrale si stagliava austera nel cielo di Parigi, la notte pian piano stava calando e poco mancava che l'orologio segnasse le sette.

Una folla di curiosi si era accerchiata intorno ad una musica straniera, gitana.

Una gonna variopinta roteò nell'aria, dei piccoli piedi racchiusi in scarpette saltellavano a ritmo di tamburello e tintinnare di campanelli.

Una massa di capelli neri volteggiava con la gonna ed un paio d'occhi d'ossidiana bruciavano dall'euforia.

“La Esmeralda! La Esmeralda!” la folla acclamava e la donna-bambina ancora di più si agitava al tempo di quel ritmo folle sempre più incalzante, ad ogni salto la gonna saliva, scoprendo un paio di gambe dalla pelle bruna, adoratrice del Sole.

Un uomo se ne stava in disparte e ad ogni saltello, ad ogni giro di gonna moriva un po' e rinasceva di conseguenza colmo di nuove emozioni mai provate prima.

Gli occhi non si staccavano da quella figura danzante, seguendo ogni movimento.

Rabbia, repulsione e …. desiderio si mescolavano insieme in un mix letale che gli incendiava l'animo.

La Esmeralda: una zingara, una straniera, una cagna!

Questo pensava, ma intanto gli occhi la rincorrevano senza mai abbandonarla.

Anni di vita passati sui libri e in Notre-Dame ed una ragazzina ora lo faceva sudare, ansimava il povero Claude Frollo, l'arcidiacono, lo 'stregone' come lo definiva la gente, ma soprattutto uomo.

Ed era l'uomo, ora, che ardeva dal desiderio di prendere quella gonna e strapparla, di fermare quelle giravolte e bloccarle in un abbraccio.

Faceva un respiro profondo Frollo.

La musica e la ragazza si erano fermate.

Ora la capretta, 'Djali' l'aveva chiamata, batteva colpi sul tamburello, rispondendo alle domande della padrona.

L'orologio suonò le sette.

“C'è sotto della stregoneria”* disse l'arcidiacono con voce sinistra, facendo sussultare la zingara che lo fissò negli occhi, quegli stessi occhi che l'avevano seguita, spogliata, famelici.

Un applauso scoppiò e l'egiziana** lo ignorò.

Claude Frollo annegava in quella figura, che ora lo ignorava.

La capretta riprese con il suo spettacolino, imitando figure importanti.

“Sacrilegio! Profanazione!”* disse ancora Frollo.

Tutto ciò che voleva era poter ancora annegare in quegli occhi ardenti che l'avevano stregato.

“Ah!”* esclamò lei “E' quel brutto uomo”* continuò imbronciandosi ed iniziando a raccogliere monetine con il suo tamburello.

D'altro canto l'arcidiacono spariva pian piano, con in testa nient'altro che quel broncio, quelle labbra che avrebbe desiderato mordere, baciare.

Si asciugò la fronte, ma non era sudata.

Il fuoco, che sentiva, non era dovuto al clima ma all'anima che si ribellava e ribolliva, a causa di una strega, di una bambina.

Con il cuore in tumulto, l'anima scottata dalle fiamme del desiderio, Claude Frollo sparì nella sera, fondendosi con le ombre che sentiva calare su di sé, come un sipario sul palcoscenico della vita.

L'uomo di Chiesa era morto.

L'uomo era rinato.

“Sarà mia” sussurrò alla Luna, sua unica confidente.

“Sarà mia” ripeté a se stesso.






*Le cose segnate con questo asterisco sono prese dal libro secondo, terzo capitolo di Notre-Dame de Paris.

Anche alcune scene sono prese da lì, solo le sensazioni e il resto è frutto della mia mente malata


**Victor Hugo usa l'espressione 'egiziana' per indicare il fatto che Esmeralda è una zingara, infatti nel romanzo gli egiziani sono i gitani poiché si pensava che tutti loro venissero dall'Egitto


L'utilizzo di due tempi verbali è voluto

Spero vi sia piaciuto

Baci, Rita

  
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