Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: weapons    09/03/2013    4 recensioni
Rannicchiata lì ormai da due giorni, quella soffitta era diventata la mia casa.
Cominciai a sentire un forte dolore alle gambe e così le stesi, trovandole, stranamente, più bianche del solito. Feci pressione con una mano sul gelido muro alle mie spalle per riuscire ad alzarmi in piedi, ma –con mia grande sorpresa- passai all’interno di quest’ultimo, riuscendo, a far gelare il mio sengue in pochi istanti. Ritrassi il braccio e lo portai al petto con una velocità impressionante.
OS Conor Maynard/nuovo personaggio
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dedicata a tutte le persone che percorrerebbero chilometri, e sfiderebbero leggi, pur di potersi amare


dedicata a mia zia, che anche se vive a mille kilometri di distanza da me, mi ha eso felice regalando la vita ad un
angelo, rimanendo incinta

 

dedicata a Luca, il mio migliore amico, che non smette di amarmi per quella che sono;
perché sopporta i miei scleri e le risate da clown;
perché continua a dirmi che canto bene anche se sò per certo che mente; 
ma soprattutto, perché continua ad essermi vicino, e a dirmi che andrà tutto bene, anche quando 
anche  io so, che non sarà così.

 


Rannicchiata lì ormai da due giorni, quella soffitta era diventata la mia casa.
Cominciai a sentire un forte dolore alle gambe e così le stesi, trovandole, stranamente, più bianche del solito. Feci pressione con una mano sul gelido muro alle mie spalle per riuscire ad alzarmi in piedi, ma –con mia grande sorpresa- passai all’interno di quest’ultimo, riuscendo, a far gelare il mio sengue in pochi istanti. Ritrassi il braccio e lo portai al petto con una velocità impressionante. Cercai di toccarmi il viso, ma passando all’interno –anche- di esso. Vidi una luce, insopportabile, richiusi subito gli occhi con una velocità soprendente.
Le mie palpebre sembravano ali di farfalla. Mi sentivo, una farfalla.
Vidi poi apparirne una, le sue ali erano di un colore acceso, le estermità delle ali erano colorate di nero, lasciando spiccare il colore privileggiante.
La osservai volarmi attorno, fino a che non si fermò su un mio dito, la osservai attentamente, era così bella. Un’istante dopo, una goccia di sangue macchiò l’ala destra. Trattenni il respiro. Anche l’ala sinistra si macchiò, e alla fine la farfalla –ormai sporca di sangue- volò via verso una porta, che la intrappolò in un sonno senza più fine.
Corsi verso l’uscita della soffitta, e appena mi trovai fuori, la luce del sole mi abbagliò, facendomi notare di essere ormai divenuta trasparente. Il cielo terso e nitido, sgombro dalle nuvole quotidiane, rendeva la città ancor più bella.
«ciao Arleen» disse una voce alle mie spalle; mi voltai
«signor O’Malley?» chiesi incredula
«si, sono io Arleen, sono qui per farti da guida in questa esperienza» disse fiero
«certo, ma mi dica perché non riesco a toccare nulla» dissi disperata
«tesoro, non puoi toccare nulla perché sei un fantasmino» mi disse come se stesse parlando ad un cane; con quelle vocine odiose
«quindi non mi vede nessuno giusto?» chiesi un po divertita da tutta quella situazione
«giusto, tutti tranne uno. Un ragazzo che ha fatto parte del tuo passato e a cui tenevi molto.. davvero molto» disse abbastanza divertito dalla mia faccia confusa
«so che ora sei confusa, ma tu dovrai aiutare questo ragazzo a trovare la sua anima gemella» disse per poi ammiccare.
“bene, molto bene” pensai, quando vidi sparire, insieme ad una nuvola il signor O’Malley.
Mi misi a camminare per le vie affollate pensando a chi potesse essere questo misterioso ragazzo a cui tenevo di cui parlava il signor O’Malley.. se ci tenevo a questo ragazzo, perché non mi ricordo di lui?
Mille domande affollano la mia testa, quando una voglia folle di musica si impossessa di me.
Entro nel negozio di musica e mi ‘fiondo’ sui CD del mio gruppo preferito: i The Script.
Scorro i CD già in mio possesso quando vengo attirata da uno in particolare.
Non è –però- dei The Script, e così lo prendo in mano e leggo il titolo dell’album e una morsa stringe il mio stomaco.
‘CONTRAST’ c’è scritto a grandi caratteri nella parte alta del CD  e un brivido, al solo leggere quelle otto lettere mi passa lungo la schiena.
Gli occhi mi diventano lucidi ad un tratto; forse è lui il ragazzo di cui parlava il signor O’Malley?
Conor, ricordo di averlo conosciuto per la prima volta a Brighton, la sua città Natale. Siamo subito diventati amici e dopo qualche anno mi ha detto che mi amava, e fu la prima volta che lo dissi anche io.


“ «hey Conor, cosa dovevi dirmi di così importante?» chiesi vedendolo seduto sui gradini del mio giardino
«ehm.. Arleen, vieni qui, siediti vicino a me» disse con la voce tremante.
Mi accomodai vicino a lui, sentendo il mio cuore battere all’impazzata, ero sicura che prima o poi sarebbe saltato fuori.
Lo guardai neglio occhi e lo trovai semplicemente bellissimo. Strinsi la sua mano e dissi: «dimmi tutto» sorrisi. «non so come la prenderai.. ma credo di provare qualcosa di più forte di un semplice ‘volerti bene’» disse tutto d’un fiato, lasciando me, senza parole.
Lo vidi avvicinarsi e arrossire vivacemente. Sentii il suo respiro sul mio viso e questo mi fece tremendamente rilassare, facendo in modo che lo assecondassi avvicinandomi anche io. Sentii le sue labbra premersi contro le mie, ormai esasperate dall’esagerata vicinanza. Portai le mie mani sulle sue guancie bianche, mentre lui mi sollevava lentamente fino a farmi trovare in braccio a lui.
Sentivo le farfalle invadere il mio stomaco e capii che era veramente la cosa giusta, anche se strana. Ci staccammo lentamente. «Conor» dissi senza fiato rimanendo incollata a lui
«Arleen, ti amo» disse osservano possessivamente le mie labbra. «ti amo anche io Conor, ti amo da impazzire» dissi, per poi ribaciarlo, sentendolo sorridere sulle mie labbra.”



Una lacrima solcò il mio viso a quel ricordo così carico di emozioni.
Non poteva essere Conor il ragazzo di cui parlava il signor O’Malley. Non reggerei il fatto di rivederlo. Lui mi ha abbandonata, alla fine –tanto-, lo fanno tutti no?.
Un brivido percorse la mi schiena e mille parole passarono per la mia mente, mentre mille sentimenti entravano e uscivano dalla mia cassa toracica. I miei polmoni si riempirono d’aria ma si bloccarono, trattenevo il respiro. Tutto si muoveva attorno a me, ma il mio cuore era fermo. Io non avevo più un cuore, il mio cuore, non batteva più.
Lasciai cadere il CD cercando di non attirare l’attenzione di nessuno e uscii.
Camminavo per la strada cercando di capire il mio ruolo. Sono morta giusto? Allora perché ancora vago senza una meta? Non c’è una risposta a nessuna mia domanda.
«sei qui per lui» un voce alle mie spalle
«signor O’Malley, è lei?» chiesi confusa non vedendo nessuno.
Non ricevetti nessuna risposta, ma solo un’affermazione: ero qui per lui.
Strinsi il mio maglione di lana, ormai sporco fra le mani.
Mi misi seduta su una panchina e iniziai a pensare a come avrei potuto trovare Conor, quando lo vidi davanti ai miei occhi. Mi alzai in piedi e sorrisi.
“Wow, almeno un’aiutino me lo ha dato, signor O’Malley” pensai.
«Arleen?» chiese Conor
«ciao» dissi io. Il ragazzo si guardò un po’ attorno e poi disse: «sai.. è buffo, non ricordo proprio perché sono qui» sorrise.
«strano..» dissi io facendo la vaga.
«dai… sediamoci, chiacchieriamo un po’, è tanto che non ci vediamo» sorrise sedendosi sulla panchina dove mi trovavo io pochi secondi prima.
«strano che nessuna fan ti insegua gridando» dissi seria
«sei sempre la solita» sorrise lui
«non proprio..» pensai ad alta voce
«come ti va la vita?» chiese sorridendo
«questa poi.. bella battuta Maynard» risi pensando al fatto che io, ero morta.
«Ho solo fatto una domanda» disse sprezzante
«io sono morta Conor» ‘che tatto ragazza’ dovrei fare la presentatrice di programmi tristi, cose tipo: ‘si, tua madre è morta, mi dispiace, ma ora devo andare a cena fuori’. Crudeltà.
Lui scoppiò in una fragorosa risata. «oddio Arleen, non ti ricordavo coì simpatica» già.
«cosa ti fa tanto ridere?»
«tu! Sei morta?» continuava a ridere, ora gli do uno schiaffo, –se solo potessi-.
«non ci credi?» chiesi vedendolo ancora ridere
«sono morta il 7 Settembre 2013, ieri precisamente, un proiettile in una delle tante sparatorie a Kennington, stavo andando a prendere mio… vabbe, lascia perdere. Ora ti starai chiedendo perché tu mi vedi, e questo non lo so neanche io. L’unica cosa che so è che tu sei qui a Londra e non hai saputo nulla della mia morte» dissi.
«Arleen.. io..» aveva gli occhi lucidi
«Conor… mi dispiace, ma se non mi credi, ti rimane solo che stringere la mia mano» dissi allungando la mia mano destra verso di lui. Lui l’afferrò ma stringendola gli si gelò il sangue e potei sentirlo anche io, perché la mia mano, era dentro la sua.
«mi dispiace.. però.. cioè. Oddio devo dormire un po’» disse per poi passarsi una mano sugli occhi
«non c’è tempo di dormire, io devo aiutarti a trovare la tua anima gemella» dissi sorridendogli
«ehm… okay si, si può fare» disse guardando l’orologio
«allora iniziamo con qualche domandina semplice: che tipo di ragazza ti piace?»
«bhe.. mi piacciono le ragazze con i capelli e gli occhi marroni perché le ragazze bionde sono “vendute”» disse guardandosi intorno, vago
«oh si, ricordo, me lo avevi detto la sera del ballo di fine anno, a scuola. Ricordi?» dissi sorridendo leggermente
«si… me lo ricordo bene. Quel vestito bianco ti stava davvero bene» sorrise di rimando lui, forse, ricordando l’immagine di me con il vestito bianco che indossavo
«già… grazie» dissi in imbarazzo
«vabbe… l’ultima ragazza con cui sei uscito?» chiesi spontanea
«ehm..» si passò una mano dietro la testa
«allora?» chiesi curiosa
«tu» sputò sincero alzando amaramente un angolo della bocca.
«possiamo considerarla una cosa buona..» sorrisi pensando al fatto che io, avevo avuto un figlio da Conor e sapere che tuo padre ha tradito tua madre, e in più non sapeva di avere un figlio… non so quanto possa essere bello.
«senti, parlami un po’ di te.. magari non ti va di dirmelo, ma come sei morta?»
«te l’ho già detto Maynard» dissi
«si ma.. cosa ci facevi a Kennington?» chiese con voce stridula
presi un grande respiro e dissi: «ero andata a prendere dei pannolini in un negozio, per mia figlia» la sua bocca si aprì formando una grande ‘O’.
«da quando hai una figlia?» chiese con voce stridula, di nuovo.
«da quasi due anni ormai» sorrise al pensiero della sua principessa
«ed è per questo che ho bisogno di te Conor, se riuscirò nel mio intento, forse potrò tornare umana e non voglio che mia figlia cresca senza padre e senza madre» dissi quasi piangendo
«ti aiuterò, stà tranquilla. Ma chi è il padre del bambino e perché non c’è?» chiese Conor spazientito
«suo padre non sa.. di essere padre, ecco» dissi cercando di non fargli leggere ciò che i miei occhi comunicavano fin troppo bene
«okay. Allora, per prima cosa dimmi se tua madre è disposta tenere il bambino» disse Conor
«non lo so.. è per questo che ho bisogno di te» dissi quasi pregandolo
«bene. Dimmi quello che devo fare» disse alzandosi in piedi
«allora, io abito a Brompton Road» dissi guardandomi attorno per capire dove mi trovavo
«oh.. vicino ad Harrods» constatò Conor
«già.. lì vicino» dissi seria
«d’accordo seguimi, ci andremo con la mia auto, ma prima devi firmare qualcosa che mi permetterà di prendere tua figlia» disse ragionandoci sopra
«sì! Giusto.. ehm.. è a casa, non è ancora intestato a nessuno ma puoi metterci il tuo nome» dissi pensandoci un po’ su.
Arrivammo a casa mia in pochi minuti e, una volta trovato il foglio, Conor lo firmò e insieme arrivammo alla stazione di polizia dove ci dissero che la bambina era stato affidato i servizi sociali.
Una volta vicini alla macchina scoppiai a piangere. La mia bambina era stata affidata ai servizi sociali? Non avrei potuto ricevere notizia più brutta.
«Arleen, cosa succede, perché piangi?» chiese Conor venendomi in contro
«mia figlia è stata affidata ai servizi sociali perché sua madre è una stupida imprudente» dissi continuando a piangere come una fontana
«non è vero, sua mamma ha attraversato mezza Londra per andare a comprargli i pannolini, e questa forse è una cosa un po’ pazza. Ma è una cosa che farebbe qualunque mamma pur di non vedere suo figlio piangere» disse cercando –invano- di spostarmi una ciocca di capelli dagli occhi.
«ma..» cercai di dire quando Conor mi interruppe
«ma niente. Sei sempre la solita testarda di due anni fa» sorrise. Dio che bel sorriso.
«sei sempre bello come due anni fa» dissi incantata, senza ragionarsi sopra troppo.
«anche tu sei sempre bellissima Arleen» disse avvicinandosi a me velocemente.
Avevo le sue labbra bianche a pochi centimentri dalle mie. Sentivo un vortice crearsi nel mio stomaco.
«dobbiamo andare a prendere Theodora» dissi allontanandomi
«sì, hai ragione, scusa» scossi di poco la testa facendogli capire che non aveva bisogno di scusarti.
Salimmo in auto e Conor se ne uscì: «quindi si chiama Theodora» sorrisi, sapevo fosse il suo nome preferito, e proprio per questo glielo avevo dato.
«già… era il nome preferito di suo padre» dissi facendogli intuire qualcosa, tanto prima o poi lo sarebbe venuto a sapere
«oh.. è anche il mio» disse per poi bloccarsi
«Arleen?» mi chiamò Conor, ma io non risposi.
Lui scosse la testa come per mandare via quel pensiero, ma io dissi: «si Conor, sei tu il padre di Theodora» dissi in un sussurro.
Lo vidi sbiancare e accostare in una sosta per auto.
«senti, mi dispiace, ma avrei voluto dirtelo è solo che tu sei famoso e.. io non volevo essere la causa della tu infelicità, ne tantomeno voglio che tu dia la colpa a Theodora, o che tu non le volla il bene di cui necessita» dissi tremando inpercettibilmente
«come puoi solo pensare che io avrei odiato mia figlia?» gridò in preda alla rabbia più nera
«non lo so.. ma eri così felice con le tue fans che io mi sentivo di troppo»
«è per Theodora che non ti sei fatta più sentire?» chiese Conor serio
«sì» sussurrai
«senti Arleen, scusa se ho alzato la voce, ma lei è mia figlia, avevo il diritto di sapere.. insomma.. è l’unica cosa che ci lega, è.. il simbolo del nostro amore» disse con gli occhi lucidi
«mi dispiace tanto Conor, non avrei dovuto privarti di sapere di lei..» dissi
«okay Arleen, stai tranquilla, andrà tutto bene» disse per poi ripartire a tutta velocità.

«ehm.. cercavo Theodora Rose..» guardò sul foglio, tirò fuori dalla tasca una penna e corresse il cognome scrivendo ‘Maynard’, poi disse: «cerco Theodora Rose Maynard». Sorrisi.
La signora lo guardò male e poi disse: «lei è suo padre?»
«s..si» disse Conor titubante
«non ci credo» disse la signora poggiando le mani sui fianchi
«nemmeno io, ma è così» disse Conor mostrandole i documenti
«okay, ehm.. si trova in una stanzetta là giù» disse indicando vagamente il fondo del corridoio.
Iniziai a correre fino a quel punto impreciso che ci aveva indicato la signora e vidi mia figlia seduta su una coperta a disegnare cose indecifrabili. Sorrisi e una lacrima rigò il mio viso.
Vidi Conor avvicinarsi a lei e in pochi secondi dissi: «non dirle che sei suo padre!» quasi gridai.
Lo vidi annuire e avvicinarsi a Teddy.
«ciao Theodora» disse sorridendo
«la mamma non vuole che parlo con gli sconosciuti» disse continuando a disegnare
«io.. io sono un carissimo amico di tua mamma che mi ha detto di venire qui e portarti a casa tua» disse accarezzandole i capelli rossicci
«oh.. Okay» disse, poi Conor la prese in braccio e la portò fino alla macchina.
«aspetti un’attimo qui Thodora che io vado a fare una telefonata?» chiese Conor alla piccola, che annuì timidamente.
Conor si allontanò dalla macchina, estrasse il telefono dalla tasca e lo portò all’orecchio, poi disse: «Arleen, parliamo così almeno non mi prenderà per matto» disse
«okay, senti, portala a casa, mettile il pigiama e mandala a letto,tanto l’avevo già fatta mangiare io, sono già le otto e un quarto diamine!»
«ehi, tranquilla, sono un’ottimo padre, io» disse ridendo
«si, come no»
In un tratto vidi Conor risalire in macchina e un vortice d’aria mi portò su una nuvola.
«signor O’Malley» dissi sorpresa
«Arleen, stai perdendo molto tempo! Conor non è ancora fidanzato con nessuno!» disse
«signor O’Malley, le prometto che riuscirò nel mio intento! Glielo prometto!» dissi e poi lui con uno schiocco di dita mi riportò sulla terra.

Entrai in casa mia, vidi Conor sdraiato sul divano a vedere la tv.
«hei» dissi sedendomi vicino a lui
«hei, sei tu, dove sei stata?» chiese
«lascia perdere..»
«senti.. sei innamorato?» chiesi
«ehm.. non so.. forse» disse osservando attentamente i miei occhi
«perché?» chiese
«perché devo farti innamorare» dissi lasciandolo confuso
«non mi dire che sei un angelo del limbo» disse scandalizzato.
«un cosa?» chiesi
«un angelo del limbo è un angelo che rimane sospeso tra la vita e la morte ed ha l’improbabile compito di far innamorare la persona di cui è innamorata lei stessa» disse velocemente
«come fai a dire tutte queste cose senza prendere fiato?» chiesi scandalizzata
«anni e anni di allenamento» disse vantandosi
«quindi… tu sei innamorata di me» disse innocente avvicinandosi pericolosamente a me
«n..n..no.. cioè, non lo so» dissi con il cervello appannato da tutta quella vicinanza
«e.. per caso sai come finisce il compito di tutti gli angelo del limbo?» disse esaminando perfettamente le mie labbra
«come?» dissi ormai capendo tutti i sentimenti che provavo
«prova ad immaginare» disse sorridendo per poi baciarmi.
In quel momento sentii una scarica di brividi, toccai la mia stessa mano e sentii che non mi ‘trapassavo’ più. Possibile che un suo solo bacio possa avermi fatta tornare normale?
«Conor..» dissi staccandomi da lui
«Arleen, sei tornata normale!» disse incredulo
«g..già» dissi tremando
«hei.. non dovrai avere più paura di nulla, ora ci sono io qui con te, Theodora avrà un padre, una famiglia, tu avrai una persona che ti ama, avremi una casa tutta nostra, avremo finalmente tutto quello che sognavamo sempre, una famiglia tutta nostra» disse emozionato.
«io avevo già ciò che sognavo» dissi sorridendo
«..» Conor rimase in silenzio
«io avevo te» dissi prendendo il suo viso fra le mani e baciandolo ancora, come avessimo rcaricato la molla, come se avessimo riavvolto il nastro.


I’M HERE!
Ecco a voi la rorvina fandom.
Ho scritto su Justin, su Demi, sui One Direction, su Ed Sheeran, ho scritto addirittura una
poesia, ma mi mancava proprio una bella OS su Conor Maynard!
Tra le altre cose, non vedo l’ora che arriva il 18 Aprile così potrò andare al suo concerto (forse, se trovo i biglietti).
IO LI TROVERO'!
SONO COSI’ FELICE!
Questa settimana mi è piaciuta particolarmente, motivi? Eccoli:
il mio migliore amico ha passato tutte le giornate (a scuola) vicino vicino a me,
l’altro mio migliore amico mi ha invitato ad uscire e credo di piacergli,
ho fatto una fantastica verifica di spagnolo (yeeeeeee!)
in oltre nel mio gruppo per fare da guida ai visitatori del Castello di Giulio II, c’è il mio migliore amico e..
ancora ancora: MIA ZIA E' INCINTA! YEEEE! (non ve ne frega niente, ma vabbe!)

YAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
Sono felicissima, al decimo cielo perché al settimo non c’è posto (quanto ‘so simpy io?)
vabbe, spero che siate felici anche voi e che questa OS vi piaccia cc;

p.s: se vi state chiedendo di chi è quel FANTASTICO BANNER, bhe.. è di quella 
figona di Birdy! 
vi consiglio di passare dalle sue storie perché sono kjsdjlfkqkl *^*

bye

  
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