Anime & Manga > Marmalade Boy
Segui la storia  |       
Autore: Euterpe_12    25/09/2007    2 recensioni
Lui, serio, impassibile, privo d'affetto. Lei, innamorata della vita, se pur messa spesso alla prova. Lui vive in una grande città. Lei non è mai uscita dal suo Paese delle farfalle. Possono due persone così diverse incontrarsi e dar vita ad una stupenda storia d'amore? Sì, se ad aiutarli ci sono esperienze al limite dell'impossibile, amicizie più o meno sincere, e... un bambino. E' la prima ff che scrivo su questa serie bellissima, e vi avviso che purtroppo, cadrò nell'ooc. Spero comunque che vi piacerà. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2-Un sogno divenuto realtà

 

 

 

2-Un sogno divenuto realtà

 

Una sala bianca, forse troppo per i suoi gusti. Solo tre persone all’interno di quelle quattro mura che per la protagonista di questa storia, parevano peggio di una prigione. Attendeva un verdetto importantissimo, poche semplici parole che a seconda del loro senso, avrebbero reso la sua vita l’inferno od al contrario il paradiso. Si portò una ciocca mora dietro all’orecchio, attendendo che il medico alzasse il proprio sguardo su di lei. E pregò Cami che il paradiso, entrasse finalmente nella sua vita. Per questo serrò in fretta i grandi occhi da cerbiatta, prima di udire il verdetto che finalmente, avrebbe fatto concludere quella fitta catena di attesa.

-E’ con immenso piacere che vi dico che…- un momento di esitazione, quell’attimo che ogni medico si tiene per assaporare una propria vittoria in campo lavorativo. -Che la signorina ha superato in pieno la cura, e che è completamente fuori pericolo!- terminò l’uomo, posando sulla scrivania i documenti che rivelavano quella splendida verità.

E lacrime colorarono i volti di due donne d’età diverse, ma sicuramente molto simili dentro l’animo. Una speranza comune, che le aveva fatte spesso piangere per la disperazione, ma anche ridere, perché entrambe, avevano compreso quale  splendido valore avesse la vita. Miki è sua madre avevano saputo affrontare il tremendo gusto che offre una condanna di morte: la notizia che ben presto, il proprio cuore potrebbe smettere di battere perché troppo debole, o troppo stanco di lavorare. Tuttavia cure adeguate, e forza i di volontà resero la possibile quella speranza di vita che purtroppo, era diventata solo un punto da raggiungere.

-Davvero?-  chiese Miki, asciugandosi una lacrima capricciosa. E non appena vide il medico annuire, ella si voltò verso la madre, lanciandole uno sguardo complice. La complicità che hanno due persone felici, che erano pronte ad iniziare una nuova vita. E si gettò fra le braccia della donna che l’aveva cresciuta e fatta nascere, colei che mai e poi mai, l’avrebbe abbandonata. E piansero insieme, felici, piene di gocce di contentezza, che coloravano i loro volti. Volti sollevati, ed osservati da un medico soddisfatto per il proprio lavoro.

-Nonostante tutto però… mi raccomando… effettui sempre i controlli!- soggiunse l’uomo, alzandosi dalla propria poltrona. Entrambe le donne annuirono, mostrandosi parecchio convinte. Naturalmente nonostante avessero scampato il pericolo, era meglio non rischiare!

-La ringraziamo per la sua efficienza… e le prometto che prenderò tutte le medicine, e che farò tutti i controlli necessari!- esclamò Miki, alzandosi dalla poltrona. Il medico le sorrise, stringendole poi la piccola mano, e vedendola correre al di fuori del grande studio.

-Signora… ma dove…- sussurrò l’uomo, gettando uno sguardo incuriosito verso la donna posta accanto a lui. Lei sorrise, mostrandosi parecchio convinta.

-Ah… vede…- socchiuse gli occhi scuri, prima di prendere la borsa posta sulla poltrona sulla quale era seduta prima. -E’ andata dalla sua migliore amica!- 

Correva veloce, come da tempo non le era dato fare. Lente perle di sudore  si impadronirono della sua fronte, mentre le gambe procedevano spedite per le vie di quel piccolo paesino. Cioocioo-land lo chiamava lei, poiché famoso per la presenza di milioni e milioni di tipi di farfalle. Sorrise fra i suoi mille ricordi d’infanzia, mentre i suoi occhi si spostavano verso un piccolo palazzo di tre o quattro piani. Era normale che in quel paesino vi fossero edifici tanto bassi; edifici così diversi dai grandi grattacieli delle metropoli nipponiche, fredde gabbie di cemento che Miki davvero non sopportava. Si fermò davanti ad uno dei portoni posti in quel viale, andando poi a cercare il nome tra quelli proposti sui campanelli. E finalmente, riuscì a trovare quello di suo interesse. Sorrise: chissà che faccia avrebbe fatto Mari nell’apprendere la notizia! Ma prima di poter premere il pulsante, una voce dolce e semplice la fece bloccare.

-Ciao Miki-chan!- aveva detto Mari, da dietro le sue spalle. La giovane dai capelli nocciola s’irrigidì all’istante, prima di sorridere ampliamente, e voltarsi verso l’amica. Bastò uno sguardo. Ed anche le labbra di Mary si inclinarono in uno splendido quanto sincero sorriso.

-C’è l’ho fatta… c’è l’ho fatta!- urlò Miki, saltellando allegra. E leggere lacrime fecero capolino dagli occhi profondi di Mary, che contenta, unì le mani a preghiera, per ringraziare Cami della sua clemenza.

-Oh Miki-chan… sono così felice per te!- le disse l’amica, stringendola in un abbraccio sincero. L’altra ricambiò, versando ancora qualche lacrima emozionata. E solo in quell’attimo si rese conto di quanto avesse sofferto nella sua vita a causa di quel cuore troppo debole, di quelle cure assurde che non le avevano mai dato la possibilità di avere dei veri rapporti con i suoi coetanei. L’unica che fosse stata in grado di starle dietro, di consolarla, di darle una spalla su cui piangere era stata proprio Mari. Quella ragazza che inizialmente era una semplice compagna di classe, ma che con il tempo si era rivelata una persona profonda e sincera, per nulla approfittatrice, ma bensì pronta a dare sempre una mano nei momenti di bisogno. Miki davvero non sapeva se sarebbe riuscita a superare tutti gli ostacoli portati dalla malattia senza Mari. Quel forte appiglio, quella persona che si sa, non ci tradirà mai. L’abbraccio si sciolse, e l’elegante Mary si asciugò quell’ultima lacrima che aveva deciso di scendere lungo le sue guance. Sorrise nuovamente all’amica, stringendole forte una mano.

-Sapevo che ci saresti riuscita.- sussurrò, mentre Miki  annuiva, facendo l’occhiolino.

-Io sono forte cara Mary-chan… ma so che senza di te non ci sarei mai riuscita!- esclamò, serrando gli occhi, e ridacchiando.

-Ma non scherzare! Tu sei forte, e saresti guarita in ogni situazione!- le rispose l’amica, scansandosi leggermente, e voltandosi dalla parte opposta. -Non per niente… tu sei il mio idolo.- sussurrò successivamente, in tono talmente basso, che Miki ci mise qualche secondo prima di interpretare le sue parole.

-Ma che dici!- disse così, saltandole al collo. -Al massimo sei tu il mio idolo!- continuò, mentre Mary si dimenava per via della strett a troppo forte. -Ed ora… a festeggiare!- fece Miki, allontanandosi, e portandosi davanti a Mari.

-Al solito posto?- chiese l’amica, conoscendo bene la risposta.

-Certo! Al Cioocioo-home!- tuonò, alzando un pugno al cielo. Gli occhi serrati, a celare anche solo per metà quella felicità che aveva appena iniziato a stanziare nel suo cuore. Amava la vita, amava tutto ciò che la componeva, e sapeva che non avrebbe mai più potuto pensare al peggio. Si sentiva libera, libera di viaggiare come una farfalla, quell’animale che da sempre, aveva rappresentato per lei il sinonimo di bellezza e grazia.

-Va bene.- rispose ridacchiando Mari, contenta per la propria amica. Le faceva così male ripensare a tutte le volte che aveva detto alla sua amica di sperare; e Miki aveva sempre seguito il suo consiglio, lottando con forza e tenacia, così bene che la giovane riusciva a mala pena a crederci. E sorrise a quel pensiero la bella Mari, mentre felice, si avviava verso il Cioocioo-home. Era così che amavano chiamare il piccolo ristorantino specializzato nella preparazione di piatti tipici, posto nel pieno centro del piccolo paesino: tutti i giovani amavano riunirsi là, scambiandosi battute e segreti. Purtroppo Miki e Mari non facevano propriamente parte di uno di quei gruppi; data la sua malattia Miki non aveva mai avuto l’occasione di stringere amicizia con molta gente; mentre Mari, era estremamente timida, e preferiva avere pochi amici, seppur buoni. Erano calme, serene e gentili. Così amavano definirsi, e mai sarebbero cambiate.

In breve raggiunsero il piccolo locale, adornato con alcuni disegni tipici giapponesi, con grandi draghi rossi e gialli dipinti sulle pareti, e le porte a scorrimento. Vi era un’aria estremamente familiare al suo interno, e Miki adorava vedere quanto un paesino come Cioocioo-land potesse racchiudere così tanti giovani. Sorrise a quel pensiero, mentre il volto di Mari le si proponeva davanti.

-A che pensi?- le aveva domandato, prendendo dalla borsa il proprio portafoglio. Miki scosse il capo pensierosa, sorridendo successivamente.

-Niente… niente! Hei! Ma posa quel borsellino, per oggi pago io!- esclamò Miki, allungando una mano verso quella di Mari. Ma l’amica fu più veloce, spostandola verso l’alto ed iniziando a fare di no con la testa.

-No no, mi dispiace cara Miki-chan, ma per sta volta pago io… se itu la festeggiata oggi!- esclamò Mari, spostando la mano di Miki. L’altra sbuffò indignata, incrociando le braccia, e socchiudendo malignamente gli occhi nocciola.

-Ma mica è il mio compleanno!- protestò, fissando l’amica.

-Non importa, è comunque un giorno speciale.- spiegò Mari, zittendosi improvvisamente. Miki rimase alquanto stupita dal mutamento improvviso dell’amica, e ben presto, decise di indagare.

-HeiMari-chan… che succede?- domandò la giovane, allungando il busto in avanti, e fissando l’amica dritto dritto negli occhi.

-Niente.- sussurrò Mari,  mentre si zittiva nuovamente.

-Dai dai… dimmelo!- chiese Miki, al limite dell’impazienza. Era una persona estremamente curiosa, ed odiava dover rimanere con l’amaro in bocca in caso di un segreto!

-Buon giorno signorine.- disse una signora alquanto anziana, che si fece loro vicina. Miki si voltò a guardarla, notando che indossava una divisa blu e bianca, e che i suoi occhi azzurri, erano coperti da un paio di spessi occhiali. A quel punto la giovane comprese che Mari aveva smesso di parlare semplicemente perché la proprietaria del locale voleva prendere le ordinazioni! Arrossì a quella constatazione, abbassando leggermente il capo, e rendendosi conto di aver fatto una bella figuraccia.   

-Buon… buon giorno…- sussurrò Miki, lasciando che le proprie guance assumessero il tenero color porpora. Mari sorrise fra sé a quella scena, mentre l’anziana proprietaria del locale non sembrava affatto essere interessata all’accaduto.

-Allora… volete ordinare?- chiese la donna, agguantando la penna per scrivere le ordinazioni. Miki annuì subito; era da quando aveva circa 5 anni che quella donna la inquietava incredibilmente: era sempre stata una signora alquanto suscettibile, dal forte carisma e dai modi rudi. Da quanto si sapeva in paese viveva da sola, e da quando il marito era morto gestiva tutta sola quel ristorante, diventato ormai icona di Cioocioo-land.

-Vorrei un tè per favore.- fece Mari, osservando la donna. A differenza di Miki la giovane era sempre stata in grado di reggere lo sguardo di qualsiasi persona, che si trattasse di anziane signore un po’ fuori dai gangheri, o professori tutt’altro che buoni. Miki invidiava un sacco quel lato del carattere della sua amica, e se doveva essere sincera, non solo quello.

-E tu?- chiese la donna,  scrutando bene negli occhi la giovane Miki.- 

-Emmemm…- biascicò Miki, portandosi l’indice alle labbra. -Non lo so…- disse, sorridendo leggermente. Non era possibile: quella donna riusciva ogni volta a zittirla!

-Bè… a me non importa che tu non lo sai… io non posso certo passare tutto il pomeriggio ad aspettare i tuoi comodi! Perciò spicciati, e e prendi qualcosa!- urlò la donna, sbattendo la penna sul tavolo.

-Ma signora…- sussurrò Miki, abbassandosi per la paura.

-Cosa? Ma vedi quanta gente c’è? Io devo lavorare! Ah… voi giovani… non si sa mai cosa fare con voi! Siete la rovina di questo mondo!- continuò, allontanandosi. –Alla tua amica porto il tè… tu invece… te lo puoi scordare!- terminò, sparendo dietro la cucina. Miki a quel punto si passò una mano sulla fronte, sbuffando rumorosamente.

-Uffa… quella c’è l’ha con me… è sempre la stessa storia!- si lamentò, finendo poi con la fronte poggiata sul tavolino. Mari le sorrise, riflettendo per qualche istante.

-Appunto… Miki-chan… ogni volta che devi ordinare ti zittisci totalmente! La signora si deve essere stufata!- esclamò Mari, ridacchiando. Miki alzò leggermente il capo dal tavolo, scrutandola per qualche istante.

-Se lo dici tu… ma mi fa paura, cosa ci posso fare?- domandò, con aria supplichevole. -Ti prego Mari-chan, aiutami… in fondo tu sai sempre tutto!- disse, facendo l’occhiolino. Mari portò l’indice al mento, alzando lo sguardo verso l’alto, con aria riflessiva.

-Qualche psicologo dice che per eliminare una paura, bisogna affrontarla faccia a faccia!- esclamò la giovane dai lunghi capelli mori. Miki si mise ben dritta sulla sedia, iniziando a fare dei disegni immaginari con il dito, al di sopra della superficie del tavolino.

-MMh  è proprio quello il mio problema!- esclamò Miki, ormai sicura del fatto che se ne sarebbe sempre rimasta così com’era.

-No Miki-chan… puoi affrontarla: ricorda che hai superato una prova molto più grande, e devi essere orgogliosa di te stessa!- proferì l’amica, dandole un buffetto sulla fronte. Miki rimase della propria idea, andando a guardare fuori dalla finestra.

-Se lo dici tu…- soggiunse, con aria riflessiva.

-Te lo posso assicurare… affronterai anche la signora… vedrai… troveremo una soluzione anche a questa!-

 

Scusate… Ichi chiede infinitamente scusa!!!n Non venitemi a male vi prego… non ho avuto un attimo di tempo per poter scrivere questo capitolo!! Anzi… sono di fretta anche ora!! Quindi vi saluto, con la speranza di poter riuscire a scrivere anche il prossimo cap! E scusate anche se questi primi sono un po’ noiosi… ma vi prometto che quelli successivi saranno molto più avvincenti!

 

Ringrazio…

 

miki90: Ti chiedo scusa per il mio enorme ritardo, e spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo! Purtroppo in questo secondo trancio della mia storia non sono molti gli elementi che emergono, e la trama non si trasforma molto… ma questi capitoli iniziali ed un po’ noiosi sono essenziali per  far capire un po’ la storia dei personaggi principali!! Ti ringrazio per i tuoi complimenti, e ti prometto che il prossimo capitolo sarà ricco di colpi di scena!

 

helen912004: Chiedo scusa anche a te per il mio enorme ritardo!! Cercherò in futuro di non  creare questa situazione, e no… non voglio farvi aspettare…!! Spero che il cap ti sia piaciuto, e che risponda alle tue aspettative!

 

Spero commenterete in tanti… ho bisogno di consigli e di qualche dritta, od anche solo di un parere obiettivo! Bacioni!

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Marmalade Boy / Vai alla pagina dell'autore: Euterpe_12