Pomeriggio di Marzo


"Allora siamo d'accordo... appena sentiamo gli schiamazzi suoi e dei suoi amici uscire dal campo mi prendi il viso e mi baci!"
"Sei sicura di volerlo fare...? Insomma non pensi che sia... rischioso?"
"È l'unico modo di togliermelo dai piedi una volta per tutte! Non è che non hai più voglia di aiutarmi? Se hai paura ti capisco..."
"Tranquilla... ho promesso che ti avrei dato una mano e lo farò!"
Le due ragazze sedevano su una panchina sgangherata all'ombra di un ciliegio. La prima, con capelli biondi che sembravano rame alla luce fioca del pomeriggio, stava con gli occhi chiusi, respirando a pieni polmoni l'aria primaverile.
L'altra era sicuramente meno rilassata: a testa bassa guardava le foglie secche sul terreno, così che i suoi capelli castani le coprissero completamente il volto. Ogni tanto buttava un'occhiata verso la sua amica, come un tic nervoso. Voleva interrompere quel silenzio ormai imbarazzante, ma non sapeva cosa dire.
"Ale... perchè hai accettato di aiutarmi?" chiese improvvisamente la bionda "Insomma sai a cosa vai incontro... verremo etichettate come lesbiche e sfottute per anni!"
"Perchè... ecco... ti vedevo abbattuta! Non posso vedere i miei amici soffrire. Ma continuo a pensare che ci siano mille altri modi di mettere fine ad una storia con un rag..."
"Non è il mio ragazzo! È una persecuzione, uno stalker! Sai che mi chiama alle tre di notte? Che mi fa seguire anche a scuola? Lo sai che significa? LO SAI?!"
"No..." rispose arrendevolmente Alessandra.
Il rumore di passi iniziava a sentirsi dietro di loro, dalla porta di uscita del campo di pallavolo, insieme al chiasso di voci maschili.
"Dai Ale... ORA!"
Alessandra prese il viso della bionda tra le sue mani, avvicinandolo al suo. L'altra appoggiò delicatamente le labbra su quelle dell'amica, ma cercando qualcosa di più di un bacio a stampo, o non sarebbe stato realistico.
Intanto il rumore dei passi si era fermato. Una decina ragazzi guardavano ad occhi sbarrati la scena.
"MARINA CHE CAZZO FAI?!" urlò il più basso di loro, correndo verso la panchina.
"Non vedi Rob? Bacio la mia ragazza! Ho lei adesso... non ho bisogno di te!" risponde Marina con sicurezza, dopo aver interrotto il bacio. Fissava negli occhi l'altro, senza alcuna paura.
"TROIA LESBICA!" urlò il ragazzo, in preda ad un attacco di rabbia, tirando uno schiaffo sul viso della bionda.
Alessandra si alzò allora in piedi.
"Non. Farlo. Mai. Più." disse, camminando verso di lui "Non. Permetterti. Più. Di. Toccare. Marina. CAPITO STRONZO?!"
Vedendo che Roberto stava per alzare le mani anche su Alessandra, i suoi amici lo trattennero, portandolo via senza dire niente, mentre questo continuava ad urlare "VE LA FARO' PAGARE! ZOCCOLE!!!"
Marina, rimasta immobile dal momento dello schiaffo, tornò in sè. E si accorse solo in quel momento che anche la sua amica si stava allontanando.