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Autore: imperfectjosie    09/03/2013    0 recensioni
"Ti rendi conto di quello che mi stai dicendo?"
Si alzò dal letto e dopo qualche passo mi raggiunse.
"Sì, me ne rendo conto. E mi dispiace."
I miei occhi si fecero lucidi, cercai di ricacciare indietro le lacrime. Non dovevo piangere, non davanti a lui.

|Mark/Skye - Tom/Jen|
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mattino dopo mi svegliai per prima, mentre Jack e Jen dormivano ancora. Ma decisi di lasciarli riposare. La mia amica ne aveva bisogno, in quanto a Jack... beh, così avrebbe fatto meno casino! Mi alzai lentamente dal letto, facendo attenzione a non muovermi troppo e andai a fare colazione. Nell'area relax incontrai Mark e Tom seduti ad un tavolo, davanti a due tazze di caffè: Mark parlava, mentre Tom ascoltava in silenzio con i gomiti appoggiati sul ripiano di granito, tenendosi la testa con entrambe le mani. E capii che doveva essere veramente disperato. Mi avvicinai e ordinai un cappuccino, poi mi diressi verso di loro, mi accomodai accanto a Mark. Sorseggiando la mia colazione aspettando una reazione da parte di Tom. Che non tardò ad arrivare.
<< Come sta? >>
Sapevo come si sentiva, ma decisi di mantere comunque un leggero distacco, doveva capire che era ora di finirla con la storia dell'alcool.
<< Sta ancora dormendo. >>
Spostai lo sguardò verso Mark.
<< Tesoro, Jack si starà svegliando ormai, vai a controllarlo tu? >>
<< Certo, ci vediamo in stanza. >>
Fece un cenno di saluto a Tom, che ricambiò, poi mi diede un leggero bacio sulle labbra e si allontanò. Mi voltai nuovamente verso il ragazzo della mia amica e presi parola.
<< Tu ti rendi conto di ciò che hai fatto, vero DeLonge? >>
Mi dispiaceva essere cosi dura, sapevo che il suo era un problema che non andava sottovalutato, ma tuttavia se lo meritava.
<< Senti Skye, non ci sono scuse per ciò che ho combinato, sono un coglione, uno stronzo e anche una testa di cazzo! Ma io la amo veramente. Devi credermi. Dovete credermi! >>
Abbozzai un sorriso.
<< Noi ti crediamo Tom. Ma al momento è lei a dubitare di te e ha tutte le ragioni di questo mondo per farlo. >>
Sospirò. Quei due dovevano parlare, pagai il cappuccino e gli feci cennò di seguirmi. Percorremmo il corridoio fino a giungere davanti alla mia stanza. Misi la mano sulla maniglia, aprendo la porta, ed entrai. Non appena Jen vide Tom saltò come una molla, andando a rifugiarsi nell'angolo della stanza, il ragazzo abbassò gli occhi colpevole. Decisi di lasciarli parlare in pace, feci uscire Mark e Jack dalla stanza, seguendoli.
 
JEN POV
 
<< No, non ti avvicinare, ti prego. >>
Lo vedevo che era sobrio, ma non riuscivo a tranquillizzarmi. I ricordi della sera scorsa erano ancora impressi nella mia mente, potevo vederli, era come se stesse capitando in quel preciso istante. Lo vidi avanzare di un passo, istintivamente indietreggiai.
<< Jen, io- >>
Mi portai una mano al petto stretta a pugno e lottai contro le lacrime che minacciavano di uscire.
<< P-per favore, non farmi del male. >>
Sgranò gli occhi e soffocò un singhiozzo, lo guardai confusa.
<< J-Jen, ti prego... non potrei mai farti del male, io... sono stato un coglione ieri, ti chiedo scusa, non capiterà mai più. >>
Non riuscii a trattenermi, scoppiai in un pianto liberatorio. Sfogai tutto il mio dolore, la mia frustrazione, cercando di nascondere l'amore che, nonostante tutto, continuavo a provare per quel ragazzo.
<< Tu dici cosi, ma poi... poi succederà di nuovo e io non voglio. Ho paura. Tu mi fai paura, Tom. >>
Spalancò gli occhi ormai lucidi e abbassò lo sguardo. Non potevo impedire a me stessa di temere le sue reazioni quando era ubriaco, quindi gli dissi la verità, anche se sapevo di averlo ferito. Poi lo sentii parlare e la sua voce tremava dal magone.
<< Non dire così. Cambierò, te lo prometto... >>
Lo vidi tendere la mano verso di me e incrociai i suoi occhi. Vi percepii un'infinita tristezza, sembrava sinceramente pentito, ma io ero ancora riluttante, lo schiaffo che mi diede la sera scorsa era niente paragonato a quello che i suoi gesti mi fecero all'anima. Scossi la testa con forza.
<< Va via. >> ribattei decisa.
<< Tu non puoi dire sul serio >>
Gli diedi un'ultima occhiata prima di sparire oltre la porta del bagno.
<< Invece sono serissima, Tom. Ti ho chiesto di andartene. >>
Riacquistai un po' della mia forza, non dovevo farmi vedere debole come lo ero stata la sera prima, sentii i suoi passi lungo il salotto, poi le sue mani picchiare contro quella porta che ci separava.
<< Jen. Jen ti prego, apri. Parliamone... siamo stati insieme per quasi 6 anni. Ti scongiuro, apri >>
Mi accasciai al suolo tenendo ancora la maniglia della porta e piansi tutte le mie lacrime, silenziosamente, senza farmi sentire.
<< Jen... mi senti? Non lasciarmi, te ne prego. >>
Anche la sua voce era incrinata dal pianto, quanto male mi faceva sentirlo soffrire in quel modo, ma sapevo che era la cosa giusta da fare, lo sguardo che aveva da ubriaco non riuscivo a togliermelo dalla testa. Dopo un paio di minuti i pugni che sbattevano contro la porta cessarono: se ne era andato. Mi sollevai lentamente e aprii la porta per uscire, ma una volta fuori sobbalzai: non se ne era andato affatto. Era ancora li, in ginocchio e mi guardava con gli occhi rossi, gonfi di lacrime, supplicanti di non abbandonarlo. Mi portai una mano sulla bocca, le lacrime ripresero a bagnarmi il viso, ma non me ne curai minimamente. Quella scena mi strinse il cuore. Tom DeLonge: l'ironico, pazzo e sessista componente dei blink-182 mi stava pregando di non lasciarlo. Proprio quello che tutti chiamavano Hot Pants in onore delle sue incredibili performance sessuali. Ma adesso dov'era finito "Pantaloni Caldi"? Lì, inginocchiato sul pavimento di una stanza d'Hotel ad implorare perdono, non sembrava affatto quel ragazzo sicuro di se, a volte anche sbruffone, che un paio di anni fa ammiravo in TV. In quel momento non c'era niente del Tom DeLonge che passavano i Media. Mi inginocchiai di fronte a lui e piangendo lo abbracciai con forza, subito rimase spiazzato, ma poi lo sentii ricambiare l'abbraccio, sfogandosi sulla mia spalla. Lo amavo troppo per lasciarlo andare cosi. Decisi che lo avrei aiutato, avremo superato insieme quel momento. Sarebbe stata una lotta, ma insieme. Non lo avrei mai abbandonato. Non potevo, non volevo.
<< Jennifer... >>
<< Sono qui tesoro, non ti lascio. Te lo prometto. >>
Mi strinse ancora un po' di più. E pianse.
<< Ti amo. >>
Mi lasciai completamente avvolgere da quell'abbraccio, strofinando il viso contro al suo petto.
<< Anche io ti amo. >>
Quella sera tornammo nella nostra stanza, insieme, sbarazzandoci di qualsiasi bottiglia alcolica presente in camera. Perchè i mostri di Tom non erano solo trasparenti. Almeno, non tutti. La notte la passammo fra coccole e abbracci e quella sera facemmo l'amore, ognuno era parte dell'altro. Tutto era perfetto.
 
JEN POV
  
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