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Autore: Little Crazy Dark    10/03/2013    4 recensioni
E' una storia da dimenticare
e' una storia da non raccontare
e' una storia un po' complicata
e' una storia sbagliata.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang | Coppie: Roy/Ed
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una storia sbagliata.

 

E' una storia da dimenticare 
e' una storia da non raccontare 
e' una storia un po' complicata 
e' una storia sbagliata. 

Comincio' con la luna sul posto 
e fini' con un fiume d'inchiostro 
e' una storia un poco scontata 
e' una storia sbagliata. 

Storia diversa per gente normale 
storia comune per gente speciale 
cos'altro vi serve da queste vite 
ora che il cielo al centro le ha colpite 
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite. 


[Fabrizio De Andrè; Una storia sbagliata]


 


 

 

 

Mi sveglio senza fiato. Qualcosa mi comprime i polmoni.
Non riesco a mettere a fuoco la stanza intorno a me.
Non capisco, è buio o sono i muri ad essere neri?
Mi guardo il petto, ecco perchè; il tuo braccio d'acciaio è sul mio sterno.Non mi ero mai reso conto del suo peso. Da come ti muovi sembra essere leggerissimo, eppure adesso mi comprime il torace.
Ora che ci penso, le tue spalle sono diverse. Sì, ed anche la schiena.
Frugo il tuo corpo con gli occhi, neanche lo vedessi per la prima volta. La tua asimmetria mi è tanto evidente adesso quanto sinfonica.
Alzo gli occhi, ora è un pò più chiaro. Giusto, sono rimasto da te stasera, fuori pioveva e non volevi mandarmi via. Ma non volevi nemmeno farmi restare.
Non hai mai voluto che mi fermassi, come non hai mai voluto che entrassi davvero nella tua vita.
Di cosa hai paura, che vada via anche io?
Ti scompiglio i capelli, lunghi, lunghissimi. La maggior parte delle donne con cui sono stato non li aveva belli come i tuoi. Perchè li tieni sempre legati?

Assomigli a tuo padre, sei identico a lui. Lo sò che non vuoi sentirtelo dire, e infatti non te lo dico. Quando imparerai a sopportarlo? Non c'è nulla che tu possa fare per evitarlo, sei suo figlio.
Hai mai pensato che anche tu un giorno potresti fare i suoi stessi sbagli? Hai mai pensato che forse li hai già fatti?
Ricordo il giorno in cui tornasti da resembool, avevi dissotterrato il tuo peccato dalla terra nera e bagnata, avevi dissotterrato i ricordi di quella sera dalla tua mente. Lo avevi visto di nuovo.
Quella sera non riuscivi a guardarmi, mi chiedesti di fare l'amore, ti aggrappasti a me fino allo sfinimento. Avevi gli stessi occhi che hai anche adesso, troppo grandi per la tua età, troppo tristi per la tua età.
Sussulti, mi graffi il petto col tuo braccio. Ti stavo stringendo la spalla un pò troppo forte, preso dai miei ricordi. Riprendi a russare sommesso, fortunatamente non ti ho svegliato.
Sei ancora un bambino, Acciaio. Hai un nome altisonante, un orologio d'argento ed una valigia, ma sei candido come la figlia di Maes.
Maes... anche quando ti hanno detto di lui venisti da me, con gli occhi bassi come un cucciolo. Quella notte però non volesti farti toccare, quasi nemmeno guardare. Sei saturo di morte, Edward Elric, non puoi più sopportarne nemmeno l'essenza.
Peccato ormai la mia anima ne sia pregna.

Mi rimarranno sempre impressi i tuoi occhi, quando vedesti Maria Ross, in quel vicolo, qui a Central. C'era più che odio, disperazione.
Me ne ero andato, come tutti gli altri.
Ti detti un pugno -come avrei potuto sostenere il tuo sguardo?- ma non potevo permettere che ti lasciassi scappare qualcosa. Lo feci per te.
Non ne parlammo più, rientrasti dopo mesi, a quel punto avevi altro a cui pensare...

Inconsciamente ti solletico il polso. Non reagisci, nemmeno con uno sbuffo. Non senti nulla, su questo braccio? Ho sempre dato per scontate queste cose. Ho sempre creduto che un automail fosse scomodo solo perchè può arrugginirsi, va cambiato con la crescita, va lubrificato, rivisionato...
non mie era mai passato per la mente che potesse darti un tale handicap sensitivo. Come fai a fare tutte quelle cose? Riesci a cordinarti solo grazie agli occhi?
Adesso la tua caparbietà mi è più chiara.
Mi sento in colpa, Ed, sei solo un bambino. Un bambino fragile sotto un cappotto rosso.
Ed io un uomo fragile con un compito importante.
Ti sei aggrappato alla persona sbagliata, Acciaio.
E io, colonnello idiota, pensavo di divertirmi con te. Domare il puledro più irrequieto del branco.
Che grande sfida, eh colonnello? Degna dell'eroe di Ishval...
E adesso mi ritrovo con un ragazzino russante riverso in modo scomposto su di me. In una biblioteca accatastata in un angolo di un alloggio di un albergo militare.

Le tue ciglia vibrano come le ali polverose delle farfalle.
Forse un giorno volerai via. Sicuramente, lo farai.
Tornerai ai tuoi fiori, a quella campagna bucolica antitetica rispetto alla tua vita di adesso. Tornerai da quella ragazzina, le dirai "Ti amo", ti risponderà "anche io".
Ricostruirai un futuro sui resti bruciati della tua casa. Forse un giorno appenderai di nuovo l'altalena all'albero...
Ti dirà Ti amo.
Una volta mi dicesti che l'importante non era vivere, ma navigare.
Come puoi essere così certo di questo alla tua età?
Potrebbe piacerti, la routine. Svegliarti sempre nello stesso letto, l'odore del caffè che riempie la casa. Nessuno che vuole ucciderti, nessuno che muore a causa tua.
Un drappo di tenda logoro e non ligio al dovere sì è scostato dal vetro impolverato della finestra, un fascio di luce ti colpisce il volto.
Devo godermi questo momento: forse domani andrai via, forse dopodomani, forse il giorno dopo... sicuramente, però, presto ti sveglierai, ed io dovrò smettere di osservarti.
Hai dei capelli più belli di quelli di molte donne che ho frequentato, tel'ho mai detto?
Sicuramente no, non sono mai stato il tipo da farti i complimenti, non è mai stato il nostro tipo di rapporto. E poi non li avresti apprezzati.
Ma che rapporto è il nostro?
Nostro... mi fa strano dirlo...
Non siamo noi. Sono io, poi ci sei tu. Ma non siamo Noi, non lo siamo mai stati. 
Sarò scontato, siamo due facce della stessa medaglia, non possiamo coesistere ma nemmeno stare lontani.
Stiamo entrambi scappando, Acciaio. Ma andiamo in direzioni diverse.
Per oggi, posso accontentarmi dei tuoi larghi occhi languidi che squadrano il mio volto ancora assonnati, l'ombra di una barba bionda mi punge il petto.

Quel momento è vicino.
Stai per spiccare il tuo volo.
Mi lascerai solo.  

...

Mi mancherai, piccoletto,
quando avrà fine questa storia sbagliata.




 


Oltre il monitor


Oltre il monitor c'è una ragazzina terrorizzata dal preme il tasto "ANTEPRIMA"  che svetta minaccioso qui in basso, ma cio che realmente la terrorizza sono le bucce di banana mediatiche che si sente già addosso.

Dopo un parto rapido (ma non completamente indolore), una veloce revisione ed una infinita riflessione con tema "la posto o non la posto", siamo arrivati a questa conclusione.
Spero vivamente che qualcuno la legga e magari gli piaccia. E' la mia prima fic, ma non siate clementi! Se ho bisogno di una strigliata non vi peritate!
Ho voluto mostrare un carattere che spesso non viene mostrato di questo pairing: entrambe persone che hanno affrontato la morte in modo differente, ed in modo differente ne sono state toccate.
Spero di non aver ucciso questi due (insomma, in realtà uno!) personaggi mandandoli OOC, l'intensione non era quella!
Insomma.... GRAZIE =)
  
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